Il popolo di Torino ha accolto i principi di Piemonte

Il popolo di Torino ha accolto i principi di Piemonte Il popolo di Torino ha accolto i principi di Piemonte con una indimenticabile dimostrazione di fedeltà e di affetto II cuore della città Centinaia di migliaia di persone si tono incamminate ieri, fra le 13,30 e U 14,30, da tutte le parti della città verso Porta Nuova, piazza Solferino e piazza Castello, per recare a Umberto e Maria di Savoia l'affettuoso saluto di Torino. Lo stato assai infelice della viabilità — colpa della neve — non ha impedito ai cittadini di avviarsi in massa verso il centro da ogni angolo della più lontana periferia, dalle barriere, dalle borgate, dai paesi della collina. Erano cosi gruppi di intere famiglie, padri, madri e bambini che abbondo narono ali stabili, tutti animati da itn desiderio comune: vedere l Principi, tributare a Umberto di Savoia l'omaggio della propria illimitata devozione, e dare alla Sposa Augusta il benvenuto augurale, testimoniarle subito, all'atto del suo arrivo, la simpa tia del popolo e la sua gioia di saperla da oggi, pia che ospiie, amata concittadino. Mai, forse, la città assunse un aspet to di più intenso fervore. Le vie sembravano percorse da innumerevoli cor tei pittoreschi, composti di uomini e donne, grandi e piccini, professionisti e operai, medio ceto e gente del popolo, moventi alla stessa mèta. I trams passavano di minuto in minuto stra carichi, seguiti o sorpassati da centi naia di automobili e di vetture a cavallo, recanti altra gente ansiosa di arrivare in tempo. E come la città da Porta Nuova, lungo un tratto del corso Vittorio, per Corso Ile Umberto, piaz za Solferino, via Pietro Micca e piaz za Castello, presentava un'infrangibile tbarramento, la folla, pervenuta a questo limite, si assiepava contro i cor doni della truppa, formando un altro immenso cordone nero, punteggiato dai colori vivaci degli abiti femminili, che si distendeva da un punto all'altro 'del tragitto. In Questa folla caratteristica, che si voleva dire composta non di individui, ma di intere fair He al completo, è il vero tigni.fi.cau della dimostra zlone imponente che Torino ha tributato al tuoi Principi. Dimostrazione di affettuosa cordialità, come l'avevamo preveduta, di entusiasmo schietto, spontaneo, vibrante, di popolo che vuole esprimere il suo sentimento con tutta l'espressione, mettendosi a diretto contatto col Principe, secondo la più ternata tradizione torinese e sabauda, Un siffatto significato della manifenazione non potè sfuggire a Umberto di Savoia, il quale non nascondeva la propria commozione di fronte a quello slancio spontaneo dell'anima popolare, in cui Egli riconosceva l'anima della Sua Torino. Il sorriso di Umberto di Savola e della Sposa, cinta di grazia, diceva al Podestà, che sedeva loro 'dinanzi, e al popolo, quanto Entrambi 'di questa rispettosa famigliarità della accoglienza fossero lieti e compiaciuti. La manifestazione assunse davanti al Palazzo Beale le proporzioni dell'en fuslasmo delirante. Dalla piazza formicolante, ove in prima fila si notavano le rappresentanze compatte delle Camicie Nere torinesi, salivano verta l'antica Reggia, con una tonalità fragorosa, le grida della folla riversatasi colà da tutti i punti ove era tassato. E in quelle grida era ancora lo stesso sentimento della cittadinanza, che, salutando con cosi imponente ed affettuosa esaltazione i Principi Sposi, mostrava altresì di voler esprimere un pensiero più alto: quello di ravvisare nella Loro fiorente giovinezza, l'avvenire e la grandezza della Patria. Immensa folla Nella commossa, entusiastica manifestazione di ieri, piazza Carlo Felice è stato ancora una volta il cuore vivo e pulsarne della città, quello che, all'apparire degli Sposi, ha dato il primo poderoso palpito d'amore, e l'ha trasmesso, come una irresistibile ondata, lungo corso Vittorio, corso Umberto, piazza Solferino e via Pietro Micca, lino in piazza Castello ove quel formidabile moto ha avuto come un arresto, un risucchio, e quindi ima irrefrenabile esplosione, che fu il degno coronamento della indimenticabile manifestazione. Con la sospensione del servizio tramviario lungo via Bontà e sul tratto di corso Vittorio compreso fra via Nizza e corso Re Umberto — sospensione avvenuta alle 13 — è incomincialo lo sfioramento d'onore delle truppe. Davanti la stazione di Porta Nuova, sul lato di via Sacchi, lo schieramento ha delimitato un ampio spazio completamente, perfettamente sgombro. Sul davanti erano schierati i Militi, in duplice fila, ed il loro cordone, compatto e ordinato, si prolungava, per corso Re Vittorio, corso He Umberto, ecc., ix) schieramento delle truppe, formile 'da tutti 1 Reggimenti e Corpi residenti Bella nostra città, cominciava in via Bacchi, dove era un plotone d'onore del 92.o. raggiungeva il corso Re Vittorio e qui piegava, e rasentava l'altra alberata del corso, prolungandosi a sua volta in corso Umberto e oltre. Alla folla erano riservati lateralmente 1 controviali e tutto il rimanente Bell'ampia arteria. Tra lo sr.hleramenito armato e il pubblico era una striscia di spazio libero, ottenuta da una legifera fila di carabinieri, collocati a disianza uno dall'altro. Quasi subito dopo 11 movimento del raparti militari in arrivo, per prendere posto agli ordini dei loro ufficiali, ecco iniziarsi l'altro movimento, lassai più imponente, della folla. E' tutta la città che si riversa sul passaggio del Principesco corteo, e qui, in piazza Carlo Felice, sulla soglia della SStazione, più sollecita e numerosa nclaorse la folla, quella che vuol avere il privilegio di dare il primo benvenuto agli Ospiti Augusti. Descrivere questo accorrere continuo di persone, questo ininterrotto sopraggiungere di cittadini, che va facendosi sempre più Atto e febbrile, è cosa difficile. Mai, infatti, abbiamo visto tanta gente adunata per il passaggio di un corteo; mai abbiamo riscontrato in essa tanta amorosa sollecitudine, tanta cordiale curiosità. Bisogna infatti pensare che la maggior parte di questa gente viene di lontano, ha preso il tram ed anche ha camminato a piedi, per questo piccolo eppur grande risultato: quello di veder sfilare una vettura, che passa davanti agli occhi, ahimè, senza fermarsi e che quindi, dalla ressa può essere vista più o meno comodamente e vedere per un attimo, quasi come in sogno, il volto della nuova Principessa d'Italia accanto al volto ben noto del Principe, leggere in essi, fuggevolmente, il sorriso della felicita, salutare con un grido, uno sventolar di fazzoletti, e poi più nulla. Pochi secondi di emozione. Ma essi sono come un fremito, a tanti cuori che palpitano ingenuamente per i loro Principi, ed essi bastano a far accorrere tutto il nostro popolo buono e patriottico. E difatti la folla cresce man mano, si infittisce. Essa è ressa davanti alla siazione. 6 ressa lungo il corso Vittorio, il corso Re Umberto, la piazza Solferino, via Pietro Micca, come lo è in ogni altro punto dell'itinerario del corteo. Orniai, al lati dei cordoni, e tutto un nereggiare di teste. Gremiti i controviali; gremiti 1 marciapiedi rialzati; affollato lo spazio compreso fra di essi, sebbene abbia lo svantaggio di essere in depressione, e quindi inadatto per osservarvi il passaggio de! corteo; affollatissimi anche i portici, dove in certi tratti è ormai difficile transitare. Ogni panchina dei controviali è stata presa d'assalto, e solleva nella folla circostante un gruppo di privilegiati. Molti giovani... guadagnano quota sugli altri aggrappai ndosd acrobaticamente alle piante, ai pilastri dei portici, ai filoni dei fanali. Gente In alto • In basso Quanta gente è quivi adunata? Impossibile fare un calcolo anche approssimativo. E' uno spettacolo imponente, che impressiona. Bisogna parlare, su questo solo tratto, di diecine e diecine di migliaia di persone. Si ha l'impressione che la città si sia svuotata, e che tutti gli abitanti si siano qui dati convegno; come se tutto il sangue della città abbia affluito, congestionandosi in questo suo cuore vitale. L'imponenza di questa folla sale, ad esempio, all'incredibile all'angolo di corso Re Vittorio con cotso Re Umberto. La massa del pubblico è qui serrata ed estesa in maniera impressionante. Vi è qui tutta la popolaste di una discreta città; ed effettivamente devono essere qui affluiti tutti i cittadini provenienti da Borgo San Paolo e dalla Crocetta. Non meno interessante e imponente della folla che sta in basso, è quella che è in alto; cioè la folla che gremisce balconi, finestre e terrazzi. Fra uno sventolar di bandiere che tappezzano i muri degli alti e severi palazzi, spie cano nereggianti i gruppi dei curiosi che si affacciano, in attesa del corteo. Sono 1 privilegiati: coloro che abitano in detti palazzi, ed i loro parenti e conoscenti ai quali è stata concessa l'invidiatissima fortuna di usufruire di quei magnifici posti di galleria... Questo particolare ha dato origine ad una circostanza singolare, non nuova ma che non si era mai verifl cata su cosi vasta scala. Vogliamo alludere all'affollamento delle automobili che contraddistingueva le vie adiacenti corso Re Vittorio, corso Re Umberto, ecc. Gli invitati alla... galleria sono giunti in automobile, ed hanno lasciato le macchine in istrada. In qualche punto le auto hanno creato un altro fitto, duplice schieramento. Ma quando, passato il corteo, la folla si è dispersa in tutte le direzioni, le macchine, in qualche punto, sono rimaste imbottigliate ed hanno dovuto attendere non poco per riuscire a muoversi e sfollare. Lo schieramento Lo schieramento delle truppe è avvenuto in ordine perfetto. Fanti e artiglieri, bersaglieri e cavalleggeri, avleri e militi, i manipoli, i battaglioni, le centurie e le coorti si muovono, si spostano, si dispongono tra il vivo interesse dei cittadini. Abbiamo già detto del plotone d'onore. Lungo il corso Vittorio Emanuele, tra la via Sacchi e il corso Re Umberto, sostava una formazione di fanteria, di cui faceva pane il Reggimento del Principe, il 92.0, disteso fra le vie Sacchi e Gioberti, seguito dal 37.0, dal 29.o e dal IS.o Reggimento. La formazione era agli ordini del colonnello Bondi, comandante il distretto militare di Torino. 11 fronte antistante era occupato dalla l.a Legione della Milizia, al comando del console Spelta e dalla 2 a Legione, e dalla Coorte universitaria agli ordini del console Cailigaris. Tutto questo settore era comandato dal generale Parenzo. Sul corso Re Umberto, fino all'imbocco di via Pietro Micca, poi, erano • da una parte, il 2.o e 11 S.o reggimento degli Alpini, il 33.0. 11 34.o il 38.o Fanteria e il 91.o Fanteria. Questo Reparto era agli ordini del colonnello Rossi del 3.o Alpini e Bobbio del 31.o Fanteria. Sul fronte antistante e fino alla via Arcivescovado erano il Lo e il 2.o Reggimento degli Alpini, il i4.o Bersaglieri, al comando del colonnello Graverò, e dalla via Arcivescovado alla via Santa Teresa, il Nizza Cavalleria e l'il.o Artiglieria, agli ordini del colonnello lmoda. Questo secondo settore dipendeva dal generale marchese Taccola. Un folto gruppo di ufficiali in P. A. e in congedo dell'Esercito e di ufficiali fuori quadro della Milizia, sostava in piazza Solferino, tutt'attorno al monumento a Ferdinando di Savoia La via Pietro Micca era sbarrata dà una parte, dal Lo Reggimento Artiglieria Pesante, dal Lo Automobilisti del Gruppi Mondovl e Pinerolo, del lo Reggimento Artiglieria da montagna il Reggimento del Genio Ferrovieri e il Gruppo Susa del Lo Reggimento di Artiglieria da Montagna, agli ordini del colonnello Sambelli; mentre il colonnello Lussiana aveva alle proprie dipendenze reparti della Scuola Allievi Ufficiali di Moncalierl, dell'Accademia Militare e della Regia Aeronautica. Dall'altra parte di via Pietro Micca erano distesi il 68.o e il 3.0 Reggimento di Fanteria, il 17.0 di Artiglieria da Campagna. Seguiva un folto gruppo di Ufficiali della Scuola di Applicazione d'Artiglieria e Genio: quindi il 53.o Fanteria, il l.o Reggimento del Genio, il &t.o Fanteria e il 17.o Reggimento di Artiglieria da Campagna, sono il comando del colonnello Tressani. In Piazza Castello, infine, il tenente colonnello De Gregorio comandava il 5.o Reggimento di Artiglieria da Campagna, giunto a Torino da Venaria Beale. Questo settore era affidato al generale Alberti, comandante la Brigata Basilicata, a cui appartiene il Reggimento del Principe Umberto. Tutti gli ufficiali della Scuola di Guerra e tutti i colonnelli non aventi comando di truppa si sono disposti nell'alrlo della stazione di Porta Nuova, a fianco della saletta reale. L'omaggio dei bimbi Tutto il percorso che dovranno seguire le berline reali è stato cosparso di uno strato di arena. La neve in queste vie è stata completamente spazzata fin dalla notte. Dai balconi e dalle finestre gremite fino all'inverosimile, sventolano le bandiere dai colori nazionali abbinate a quelle belghe. Gli archi dei portici sono adorni di trofei floreali e di nastri tricolori. L'aspetto dei magnifici corsi — che recano nomi di due Re — è lieto e pittoresco; e a dare il senso del pittoresco non man- ca la neve rimasta sugli alberi come una candida fioritura. Una folla ancor più grande si è data convegno in piazza Solferino invadendo i due giardini che offrono, per la loro levatura, ottimi posti di osservazione I balconi dei palazzi, le line stiie e persino gli abbaini, ricchi di bandiere e di festoni, sono gremiti. Subito dietro le truppe, sotto gli alberi dei giardini, sono ammassati i bimbi delle Scuole, Balilla e Piccole italiane. Sono circa cinquemila ragazzi, fra maschi e femmine, inquadrati e disciplinati come piccoli soldati, che mettono nello squallore invernale del giardino la nota della loro gaiezza festosa. I fiori, in questa massa bianca e nera di bimbi, non mancano. Tutti stringono nelle manine irrequiete un flore che sarà gettato sulle berline dei Principi: e sarà l'offerta fresca e fra granfe dei torinesi di domani. Allineate sui gradini del secondo giardino, verso via Pietro Micca, sono le bandiere di tutte le scuole della città, con accanto un folto gruppo di insegnanti Anche la fontana Angelica è stata presa d'assalto. Centinaia di persone si sono arrampicate sui formosi zoccoli che attendono le ancoT più famose statue dell' «Estate e della Primavera », chec dovranno completare il grappo delle quattro stagioni ; mentre altre persone ancora si sono sedute corno damente sullo ginocchia, sui piedi sulle braccia, e persino sulle spalle dell' » Inverno » e dell' «Autunno». Via Pietro Micca gremita Da piazza Solferino, imboccando v la Pietro Micca, lo spettacolo è imponente. La diagonale cui fa da sfondo un angolo ili Palazzo Madama, presenta i suoi superbi edilizi pavesati di bnn diere. I tricolori italiano : belga si ir! seguono quasi a formare una polioroii galleria, e palpitano al vento fred„j ancor memore di neve. La via e tenuta sgombra anche qui dai reparti di truppa: battaglioni di alpini, artiglieri da montagna, alternano i loro cappelli a penna con gli elmetti ili ceiiiio dei soldati della « pesame ampale » dalle spalle quadre e dalalta figura possente. Tra le vie Mercanti e San Tommaso la muraglia grigia delle uniformi ha una sfumatura pili chiara: sono le mantelline degli ufficiali appartenenti alla Scuola di applicazione Artiglieria e Genio. Lo stuolo di giovani e brillanti ufficiali forma una massa compatta ed ordinata, dove il luccicare dello spade fa riscontro all'oro dei cordoni che appaiono tratto tratto sono gli ampi mantelli. Quasi di fronte stanno gli allievi ufficiali della Scuola di Monca!Ieri, e poi ancora altri militari di truppa. Sono ormai quasi le 14 ed anche i passaggi col-rispondenti alle trasversali vengono chiusi dalle truppe. I comandanti dei reggimenti di fonnazione che qui sono comandali di servizio passano e ripassano lungo i reparti, impartendo ordini; staitene in bicicletta pedalano velocemente, trasmettendo i comandi alle truppe più lontane. Man mano che questi movimenti di truppa segnalano l'avvicinarsi dell ora attesissima, la folla si addensa maggiormente. Ora tutte lo finestre, i balconi sono -gremiti, i portici appaiono nereggianti di spettatori che si stipano fino al possibile, rizzandosi tratto tratto sulla punta dei piedi ogni qual volta l'aigrette di un colonnello a cavallo compaia al di là del cordone di truppa. Anche i negozi hanno un asnelto festoso, parati come sono con gnu nastri dai colori nazionali, con fiori e profusione di luce. 1 bimbi ottengono facilmente dai parenti l'acquisto ili bandierine multicolori, cosicché in breve tutta la mas- sa nereggiante si allieta di un fitto sfarfallio di bianco rosso e verde, di giallo rosso e nero. In piazza Castello Quando i traini dell'artiglieria arrivano a piccolu trotto in piazza Castello e si vanno ad allineare di fronte a Palazzo Madama, la folla clic a capannelli ed a gruppi si aggirava già da qualche tempo nella piazza, si va tosto ad adunare dietro i cannoni, un poco per curiosare ed un po' anche perchè si presagisce die 11 saranno 1 posti migliori. Arrivano le altre truppe. Da via Giuseppe Verdi sbucano gli accademisti; poco dopo appaiono ie azzurre divise degli avieri; si stendono i cordoni; le strade laterali vengono sbarrate e tosto il pubblico domenicale che s'era adunato sotto 1 portici in attesa, esce allo scoperto e si pigia dietro le truppe. I tramval che interrompono il loro percorso ai cinque sbocchi della piazza, riversa- no continuamente nuova folla. Qui pure convengono le Associazioni patriottiche e combattentistiche; sui baveri di ricchi soprabiti e di pellicce costose si vedono risvolti multicolori, fazzolettoni cremisi di bersaglieri, rossi di granatieri, verdi di alpini. Sono gli • ex » che oggi guardano con nostalgia ai giovani che sono in divisa, ed a cui tocca l'onore di presentare le armi ai Principi. L'attaccamento di questi nuclei di ex combattenti verso Umberto di Savoia è comparabile solo con l'entusiasmo con il quale essi parlano di lui. Tutti hanno trovato nella persona dei Principe un qualche particolarissimo motivo di simpatia, di « spirito di corpo »: legame indissolubile, spontaneo. Gli alpini narrano ie sue gesta di sciatore, si trovano affratellati in lui dal vincolo della montagna; i granatieri recano con orgoglio ie argentee mostrine, con le quali U Principe ha iniziata la sua carriera militare. Tra i fanti poi l'espressione d'uso per indicare Umberto di Savoia è quella di « il nostro colonnello », anche se chi pronuncia questa parola non appartiene al Itì.o Fanteria. Gagliardetti, siendardi. labari di ogni foggia e colore si vanno allineando. Presso l'imbocco dulia piazzetta reale stanno il Nastro Azzurro ed 1 Volontari di guerra, mentre a lato si sono schierati i Gruppi rionali fascisti. Questi sono intervenuti compatti, con gli isiritli allineati per tre, essendo nar::': perfetto schieramento dr,1 ..e sedi di Gruppo. Hanno preso posto in piazza Castello, ira ia cancellala della piazzetta reale ed il Palazzo Madama. I fascisti torinesi sono arninas.<ui in perfetto ordine ognuno dietro la Fiamma del rispettivo Gruppo rionale, ugni Fiamma è portata da un alfiere ex-squadrista e molti altieri erano ex-eombat.enti decorati. Agli ordini dell'ispettore federale Cobalti, sono al completo rappresentali tutti i Gruppi del Fascismo torinese, e cioè: il « Giuda ». agli jrdini del fiduciario cap. Gobbi; l'« Odone >>, agli ordini del fiduciario conte Bosco di Buffino; il « Sonzini », agli ordini del fiduciario Ardizzoja; il «Doglia», agli ordini dr.l fiduciario dottor Lazzaroni; il « Bazzani », agli ordini del fiduciario prof. Cremona; il « Più' ». agli ordini del fiduciario \ncona; lo • Scarogno », agli ordini del fiduciario seniore Gervasi: il « Maramotti ». agli ordini del fiduciario liniera; il « Poreii », agli ordini del fiduciario Cirincione. Innanzi al palazzo del Governo si sta formando un vero parco automobilisUco, ed anche tra le macchine a sopra ad esse stanno crocchi di persone. Dalla piazzetta reale spuntano In fila quattro automobili, le truppe scattano presentando le armi, la folla applaude. Sono i Principi reali che si avviano alla Stazione a incontrare gli augusti sposi. Le vetture fendono la folla e si dirigono verso via Lagrange, di dove raggiungeranno Porta Nuova. Altra folla sbuca da ogni dove, si frammischia a quella già in attesa, quasi volesse dimostrare che l'Impenetrabilità dei corpi conclamata dalle leggi fisiche non ha alcun viiore contro l'entusiasmo popolare. A Palazzo Madama sventolano le bandiere tricolori e quella azzurra crociata di bianco con i quattro tori dorati del Connine; tre preziosi arazzi antichi intonano le loro tinte con il colore della vetusta facciata del Juvara. A tutti 1 palazzi trofei di bandiere, scritte inneggianti agli sposi, nastri e fiori. L'attesa a Palazzo Reale Intanto la piazzetta Reale subito dopo le ore 13,30 viene tenuta perfettamente sgombra. L'ingresso e vigilato da carabinieri e agenti di P. S. e cosi pure l'arcala che dà acceco alla piazza S. Giovanni. Davanti al portone di Palazzo Reale sono schierati due plotoni di carabinieri. Alle ore 13,:ìo precise, escono dal portone le tre berline di Corte precedute dal ten. col. Adorni, capo di S. M. della Divisione e da due plotoni di carabinieri a cavallo. Le vetture hanno in serpa due rigidi cocchieri in livrea scarlatta: l'interno è occupato da altrettanti palafrenieri, mentre a cassetta si trovano due vallet-pié. E' in funzione di battistrada il capo dei palafrenieri nella uniforme di gala: cilindro, redingote scarlatta, cosciali di pelle bianca, stivaloni di coppale lucido. Le magnifiche pariglie sono guernifr. di finimenti stemmati. Le carrozze allontanano verso la via Roma, tra la intensa ammirazione della folla. Fervono, intanto, i preparativi nell'interno del Palazzo, per il ricevimento. La guardia militare del giorno è tonnata da un picchetto di soldati del l.o Gruppo Autocentro, al comando del tenente BonelLi. Sotto l'andro- 'ne, ecco i due guardiaportoni solenni nella gran tenuta di gala: feluca in capo «-on al centro la coccarda azzurra dei Savoia, soprabito scarlatto con alamari argentali, attraversata dulia bandoliera in pelle, cou placca reale, e in mano la mazza. Sventola dall'alto, al centro del Palazzo, la band ieri d'Italia. Il Mastro delle cerimonie, generale Merlo, Aiutante di Campo onorario di S. M. il Re, impartisce gli ultimi ordini. Lo scalone di sinistra è addobbato con preziosi tappeti; numerose splendide corbeille di fiori spiccano qua e là, tra i meravigliosi viluppi di piante ornamentali. 11 salone degli Svizzeri è trasformato in una olezzante magica serra di fiori e fiori ancora sono stati profusi in tutte le sale. Spiccano, tra gli altri doni floreali, la corbeille di lilla sormontata dallo stemma reale, offerta dai componenti la stazione dei Carabinieri, addetti alla Corte dei Principi, e una graziosissima siepe d rosa thèa, omageio questo particolarmente gradito al Principe, polche si tratta di un dono del 92.0 Fanteria. Dal candelabri accesi si diffonde tutto intorno un alone di luce dorata. Gon squisito gesto, il Principe ha voluto che i dipendenti della Sua Casa civile, si trovassero presenti nel momento in cui. Egli con l'Augusta Consorte, metterà piede nel Palazzo. E il personale della Casa, con a capo l'amministratore cav. Nardi, è schierato in devota e appassionata attesa. A lato del monumentale scalone appare il gruppo dei più fedeli servitori di Sua Altezza Reale. L'entusiastico saluto L'interno della stazione alle ore 13 è completamente sgombro. Ufficiali dei arabinieri in alta tenuta e ufficiali della Milizia ferroviaria collocano cordoni di carabinieri e di militi, mentre agenti di pubblica sicurezza agli ordini del commissario dott. Fusari sbarrano lo diverse entrate. Tutti i binari sono sgombri, i treni manovrano al di fuori, oltre il cavalcavia. Nella stazione hanno accesso se non le personalità munite' di biglietto d'invito. Così sgombra la tettoia sembra enorme, dall'alto delle vetrate scende una luce diffusa a ravvivare i colori di trofei di bandiere, che de corano le pareti e le aiuole fiorite che circondano la base delle colonne ed i festoni tricolori. Un rosso tappeto è steso lungo la banchina di destra e si prolunga a perdita d'occhio fin sotto la pensilina. Per dirigere la deco razione della stazione — come è noto — sono espressamente venuti dalla Direzione Generale delle Ferrovie, l'Ispettore ing. Trenchi, e l'architetto inge gnere Narducci e l'ing. Dragoni del Compartimento. La saletta reale è trasformata in una serra. La tonalità ros so bruno che domina nel piccolo ambiente; rosso il tappeto, rossi 1 divani di raso damascato, rossi i tendaggi di broccato che scendono dalle portiere e contornano le alte specchiere. Adossate alla porta d'entrata in due aiuole mimose e orchidee disegnano su di un fondo verde cupo un U. ed una M. le iniziali degli augusti nomi del Principe e della Principessa di Piemonte. Principi e Autorità a Porta Nuova Begonie e rossi gerani sono seminate nelle « giardiniere » collocate lungo le pareti fra alte paline e piante sempre verdi. Grappoli di globi di luce elettrica illuminano la saletta reale nella quale fanno poco dopo ingresso i Principi: Le LL. AA. RR. il Duca e la Duchessa di Aosta, il Duca degli Abruzzi, il Duca di Genova, i! Duca di Spoleto, la Principessa Maria Adelaide, il Duca e In Duchessa di Pistoia, il Dina di Bergamo, S. E. la contessa Iolanda Calvi col consorte conte Calvi di Bergolo. La contessa ve¬ a o 3 i e i l e a e i e i è e o l i i e i a l e o. , i a e ¬ to il lutto per la morte della Suocera. Accompagnano i Principi e le Principesse dame di Corte e di Palazzo e gentiluomini. A ricevere gli augusti personaggi si trovano S. E. il generale u Armata conte Petitti di Roreto, S. E. Maggioni in divisa da Prefetto, il Podesta conte Paolo Thaon di Revel, il segretario federale aw. Bianchi-Mina, a. E, il comandante di Corpo d'Armata gen. Mombelli, S. E. Gasoli primo presidente della Corte d'Appello, S. E. De hrinetis procuratore generale, il Preside della Provincia gr. uff. Anselmi, •Mons. Benna vicario capitolare in rappresentanza dell'Archidiocesi, accompagnato da mons. Martano segretario della Curia, ed altre personalità. Intanto si raccolgono a fianco della saletta reale, sempre nell'interno della stazione, i generali in attività di servizio ed in congedo. Notiamo fra i presenti il gen. Monteflnale comandante la Divisione, il gen. Sasso comandante l'Accademia, il gen. Pintor comandante la Scuola di Guerra, il gen. Scandolara della Milizia, il generale Da Pozzo comandante i carabinieri, il generale Fè d'Ostlani, il gen. Sani, il gen. Tiscornia comandante d'Armata, il gen. Martlnengo, il gen. Etna, il gen. Salvaneschl, il generale Perol, e il gen. Sibilila, il generalo Barattieri, ecc. Giungono pure il senatore Giovanni Agnelli, col figlio comm. avv. Edoardo, l'on. Ponti, l'on. Ferracini, l'onorevole Olivetti ed altre personalità. Sarebbe materialmente impossibile ricordare tutti gli intervenuti: essi facevano, di per se stessi, una lunghissima teoria, disposta su una doppia ala: l'una composta di ufficiali superiori di tutte le Armi di stanza a Torino, l'altra, invece, di autorità civili. Vediamo ancora i senatori Brondl. Clan, Di Bernezzo. Biscaretti e Bistolfl, e i deputati Malusardi, Vassallo, Sampieri, Gervasi, Vessanl e Bagnasco; imponente il gruppo del Corpo Consolare con a capo il vice decano, ing. Ettore Colombo, console dell'Uruguay. Il magnifico Bettore dell'Università profes soie Pivano. con i professori Patetta e Matt.irolo del Senato accademico e il direttore di Segreteria gr. uff. Gorrini; abbiamo inoltre notato Pietro Gorgolini; il Presidente del Comitato Provinciale dell'O. N. B. prof. Canepa, con il comm. Rocco Aloj e il Cap. M. Nicosla; il cav. Pascila, il prof. Terzaghi, Fiduciario dell'Ass. Naz. Professori Universitari Fascisti, il seniore Battaglia per l'Ass. Combattenti, il cav. Rampone per i Mutilati, la signora Chinaglia per l'Ass. Famiglie dei Caduti; il col. Battìi per l'Ass. del Fante, ring. Giovanni De Vecchi, il conte Orsi, numerosi Prefetti a riposo, residenti in Torino, i! direttore del Circolo Ferroviario dott. Guates. Mentre, adunque, le autorità giungono e si dispongono ai posti assegnati, la piazza Carlo Felice si riempie di folla. Da notarsi il contegno disciplinatissimo ed entusiasta della Coorte Universitaria « Principe di Piemonte ». che era tutta schierata davanti alla stazione di Porta Nuova, asrli ordini del comandarne interinale Cent, ing. Mittica (pokhè il Segretario Federale, comandante della Coorte, era nell'interno della stazione con le autorità). Notati pure gli studenti universitari del G.U.F. i Maramotti » di Torino i quali, con gii ospiti studenti padovani, erano tutti intervenuti tn camicia nera e berretto goliardico. Ormai si attende il treno reale, che riporta a Torino i Principi Sposi, da un attimo all'atro. La trepida attesa si fa più intensa. Fino a che, quando giungono dall'interno della stazione le prime note della Marcia Reale, dalla marea di popolo che si assiepa dietro i cordoni, scoppiano i primi applausi e si levano le prime grida di giubilo. L'arrivo Pochi minuti prima delle 14,30 dalla saletta Reale escono i Principi e le Principesse, accompagnati dalle più alte autorità cittadine e dal seguito di dame e gentiluomini, e si avviano verso la pensilina sulla quale, le numerose bandiere, per effetto prospettico, segnano una ininterrotta striscia coi colori nazionali. In perfetto orario il treno reale entra lentamente sotto la tettoia. Le note della Marcia Reale, suonata dalla Banda del Presidio, sono di tratto in tratto coperte dallo sbuffare della lo comotiva e solamente quando questa si arresta l'inno nazionale prorompe in tutta la sua festosità. 11 convoglio è composto di cinque vetture salone. Il gruppo dei Principi è vicinissimo a quello al cui finestrini sono affacciati gli Augusti Sposi. Il Principe scende e porge la mano alla Principessa Sposa. Essa ve6te un tailleur marron, con guarnizioni di visone al collo, ai polsi e al bordo della giacchetta. Una cloche di lamé dorato le incornicia il volto, atteggiato a un incantevole sorriso. Sulla banchina hanno luogo le pre sensazioni. Il Podestà saluta l'Augu sta Principessa ed il Principe di Piemonte. Lentamente gli Augusti Sposi si avviano poi verso la saletta Reale. La Principessa Maria è a fianco della Duchessa d'Aosta, Umberto di Savoia a fianco della sorella Iolanda contessa Calvi di Bergolo, e della Duchessa di Pistoia. Seguono il Duca d'Aosta, il Duca degli Abruzzi, il Duca di Gè nova con la Principessa Maria Ade laide e gli altri Principi e le autorità Precede il gruppo il capo Comparti mento delle Ferrovie, gr. uff. ing. Eh renfrennd, il quale ha scortato il treno reale. I generali schierati in vicinanza della saletta Beale, la mano alla visiera, salutano militarmente, e Umberto di Savola si sofferma, passando a stringere la mano agii alti ufficiali I militi ferroviari salutano romanamente. Il grappo dei Principi e delle autorità fa il suo ingresso nella saletta Reale. Dall'esterno giunge l'eco delle acclamazioni della folla. Nel grandioso padiglione si racco! gono le Principesse, i Principi e le Dame del seguito nonché le più tlt autorità. In mezzo alla salettt a flar. co della Augusta Sposa Principessa Maria, sta Umberto di Savoia in di visa di colonnello. Il discorso del Podestà Il Podestà, chiesta licenza ai Prin cipi, quale primo cittadino di Torino, pronuncia il seguente discorso. • Altezze Beali, « Con profonda indicibile commozione, a nome di Torino, porgo a V. 'A. B ed. alia Vostra Augusta Sposa il de-. vnlo e reverente saluto di benvenuto. « Mi -issistono e parlano con me il cuore e l'anima di Questa popolazione, che. come ha partecipato in ispi¬ riplfrposesonminSglepintupVzdnzaposrimlrsp1tsg : i , , i e e a l ; , . e l i e o a , e , e i i n e a a oe, a i i a e ù o o uta ne a n o a e e pi ni Il a loa o n e u esi e. a a a di il è e à i h no na mo i ale aco o! le t r. sa i n ioB e-. o. il opi¬ rilo affettuoso e bencaugvranie alle plebiscitarie manifestazioni romane, freme ora d'incontenibile impazienza di poter attestare alle V. A. Reali i suol sentimenti. E questi, se pur già vi sono noti, si sublimano in questo giorno in cui Voi A. R. Principe di Piemonte, tornando a Torino e recandovi in stabile residenza la Vostra Augusta Sposa, volete confermarle la sua regalità e la Vostra ambitissima predilezione. « Le mie parole sono certamente impari alla grandiosità ed alla somma ineffabile di affetti e di voti che in tutte le classi aella cittadinanza, dal palazzo al casolare si sono elevali a Voi nell'ora delle Vostre Auguste Nozze per richiamare sul Capo Vostro e della Vostra Augusta Sposa ogni benedizione, ogni gioia e ogni soddisfazione, per accompagnarvi all'altare od alla Reggia, per farvi giungere 1! palpito di questa vecchia metropoli, che oltre ad essere la culla di Casa Vostra e la custodia vigile delle gloriose tradizioni Sabaude, è il focolare inestinguibile ove si alimenta la fiamma dell'amore e della devozione verso la Vostra Dinastia. • DI questi sentimenti, che hanno radice profonda nel cuore della nostra gente, e si esaltano oggi fino alla passione in ardore di fede purissima, 10 mi reco ad onoit; di rendermi interprete presso le Vostre Altezze Reali, porgendo l'omaggio dell'Amministrazione Civica, fervido come l'omaggio della popolazione il. cui. animo sentirete tra poco prorompere in un entusiastico delirante grido di appassionata devozione ». Un valletto municipale in grande uniforme consegna al Podestà, che ne fa omaggio alla Principessa Maria, un artistico mazzo di orchidee che portano i colori della città di Torino. Il Principe e la Principessa di Piemente si congratulano coi Podestà il quale appare vivamente commosso, poi subito dopo i Principi lasciano la saletta. Quando gli Augusti Sposi ne varcano la soglia, si presenta loro uno spettacolo impcnenro. A destra ed a sinistra della saletta, sotto il porticato di via Sacchi artisticamente decorato, stanno autorità e personalità civili e militari cittadine. Un cordone di truppa sbarra l'accesso al giardino, oltre 11 porticato. Nello spiazzo rimaste libero si allineano le berline reali X cocchieri, nelle fiammanti livree, trattengono i cavalli che scalpitano: gli staffieri stanno immobili a fianco delle vetture. Sulla folla di autorità, fra le quali spiccano le brillanti divise dell'Esercito e della Milizia, ed i pennacchi degli ufficiali dei carabinieri, dominano le rosse divise dei valletti di Corte. Le acclamazioni della folla, che è impaziente di vedere i Principi, si fanno sempre più distinte. La banda della Milizia ferroviaria, all'apparire dei Principi suona la Marcia Reale. Umberto di Savola ha la mano alla .visiera in atto di saluto. - Al comando di un ufficiale, un plotone di carabinieri a cavallo si avvia verso l'imbocco di via Sacchi con corso Vittorio Emanuele: subito dopo parte la prima berlina nella quale hanno preso posto il marchese Brandolini, il marchese Brivio g i comandanti Pironi e De Cristofaro, poi nella berlina Real> prendono posto gli Augusti Sposi e il Podestà. Precede la berlina il battistrada e alle portiere della vettura che si avvia sulle orme della precedente, cavalcano il tenente colonnello Adorni, capo di stato Maggiore della Divisione e il tenente colonnello Zaccaria, anch'esso della Divisione di Torino. Nella terza berlina salgono il generale Clerici e il generale Solaro del Borgo con le marchese Brandolini e Brivio. Un plotone di carabinieri a debita distanza parte per chiudere 11 Principesco corteo. Sotto la tettoia le autorità e personalità rimangono ancora brevi istanti poi in automobile lasciano la stazione, che lentamente si sfolla. Gli altri Principi si recano per via Lagrange a Palazzo Beale. U corteo Ecco che finalmente la lunga attesa della folla sta per essere soddisfatta. Il corteo esce dall'atrio, ó già in vista di coloro che son più prossimi ai cordoni militari. 11 Prncipe Umberto ha disteso sul volto il suo chiaro sorriso; ma un primo sguardo a quelli Immensa moltitudine radunatasi ad attenderlo mette nelle sue pupille un lampo di viva emozione. Siede al suo fianco la Principessa Maria: è «legante, graziosa, slanciata. Un luminoso sorriso, un dolcissimo lieve inchino sono l'espressione del suo animo gentile al suo affacciarsi alla città. Varii momenti indescrivibili presenta la cronaca di tanto avvenimento: uno di essi è manifestazione di gioia popolare con cui gli sposi sono stati accolti al loro primo apparire. Fu un saluto esultante, frenetico. L'anima della città è andata incontro ai Principi con una specie di ìmpeto, dova c'era insieme dell'istinto materno a della devozione filiale. Fu un grido solo, lungo e potente. • Viva i Principi I », « Viva Umberto di Savoia I », « Viva la Principessa Maria I • dicevano le voci, ma era in queste una cosi vibrante passione, che si capiva facibnente come gli auguri fossero impari alla piena dell'anima, corno il cuore volesse dire di più, molto di più... E questo hanno bene compreso i Principi. Le berline procedono al passo, ma tuttavia esse vanno troppo velocemente per il desiderio della folla. Tutti vorrebbero vedere di più e di meglio, vorrebbero avere il tempo di ripeterà 11 loro grido entusiastico. Lungo il percorso Ai lati del corteo, lungo il percorso, si rinnova e si prolunga l'indescrivibile manifestazione, spettacolo veramente commovente. L'entusiasmo, salendo come una fiamma, accende anche 1 balconi e le finestre ove pure ai levano voci di augurio e di ammirazione e si agitano fazzoletti. Qualcha mano gentile lancia anche dei fiori, ma questi tradiscono l'intenzione, polche la distanza è eccessiva, e i fiori, anziché cadere sulle berline, finiscono sulla folla. La dimostrazione si fa, se possibile, ancora più proronipente ed eloquenti» quando il corteo svolta in corso RÉ