Il crollo di una tettoia alla « Stige »

Il crollo di una tettoia alla « Stige » Il crollo di una tettoia alla « Stige » Tre operai morti e tre feriti gravi e e e è , , i n 1 e d i i l re ne Una grave sciagura, che ha avuto conseguenze mortali, è avvenuta ieri in corso Regina Margherita n. 52, negli siabiliminti della Stige. Morti e feriti, tra cui alcuni gravi, costituiscono 11 triste bilancio che la cronaca deve registrare. Verso le or-) 12,50 una telefonata avvertiva i pompieri dell'avvenuto sinistro, e richiedeva IJ loro pronto intervento. I pompieri, recatisi tosto sui luogo, si sono trovati davanti ad un tristissimo spettacolo. Una ampia tettoia lunga una settantina di metri e larga trenta, era crollata poco prima, ed aveva sepolto sotto de macerie un gruppo di operai. L'opera d! salvataggio del pompieri era stata preceduta da quella del compagni di lavoro degli infortunati, i quali avevano fatto dell loro meglio, nel trambusto e nell'orgasmo del momento, per portare aiuto agli infelici. E difatti, erano riusciti ad estrarre dalie macerie alcuni feriti, che venivano adagiati su improvvisate barelle e ricoverati al coperto. Sotto le macerie rimanevano tuttavia altri infelici, e per alcuni di essi si nutriva grave e fondato timore che avessero potuto trovarvi la morte. In buon punto adunque sono giunti sul posto i pompieri, i quali subite e febbrilmente si sono messi all'opera per rimuovere i materiali e i rottami della tettoia crollata, allo scopo di raggiungere gli infelici che erano rimasti sotto la. fatale .stretta. Cosici pompieri poterono estrarre altri feriti. Disgraziatamente una delle vittime del crollo era estratta cadavere, .-. - Gli stessi pompieri con auto-barelle trasportarono sollecitamente al San Giovanni i cinque operai estratti dalle macerie. Sono essi: Balbo Antonio da Volpiano, manovale; Tricerri Giovanni da Trino Vercellese, abitante in via Fontanesl, 31; Giacomello Giuseppe tu Giovanni, di 43 anni, abitante in via Beinasco, 16; Cane Luigi di Giù Ilo, abitante in strada Hartmann, 53; e Gemina Pietro, di Matteo, abitante a Volpiano. Attorno agli infelici subito si affaccendarono i sanitari del San Giovanniper portare loro le ciré del caso, che si dimostravano urgenti per tutti, ma specialmente per il Balbo. Le condizioni di questi, infatti, apparivano gravis. sime. I medici dopo un primo esame nutrirono per lui e per la sua sorte gravi dubbi. E difatti il poveretto spi rava nella stessa sala dei pronti soccorsi, mentre si cercava di portargli le cure della scienza. La salma del poveretto vaniva pieitosamente composta e trasportata nella camera mortuaria dell'ospedale. Egli aveva riportato lesioni interne con grave emorragia e la frattura di un femore. Gli altri quattro risultarono tutti af (etti da fratture agli arti. Ebbero lopportune cure dei sanitari, e quindvennero ricoverati con prognosi riservata. L'operaio estratto cadavere dalle macerie è certo Audano Giovanni, nato e residente a Settimo, d'anni 47. L'infelice aveva ricevuto in pieno un cumulo di materiali crollati, e aveva riportato la frattura della volta cranica, nonché lo schiacciamento del torace ed altrlesioni minori. La salma, pietosamentcomposta sul luogo dopo le formalitdi legge, esperite dal commissario cavJanni e dal sostituto Procuratore deRe Martellìi, veniva trasportata aglIstituti universitari del Valentino. Sul posto si recavano subito alcundirigenti della Società, unitamente a rappresentanti deEa polizia, e veniva fatta una prima inchiesta. 1 motivi che hanno causato ia grave sciagura non sono stati accertati; non si può ancora dire con precisione come e perchè sia avvenuto il crollo della tettoia. Questa era in ferro, ricoperta da speciali lastre di c eternit •, e fino ad ora non aveva dato indizi di cedimento, Ad ogni modo, si crede che l'ulteriore sviluppo dell'inchiesta accerterà le cause del disastroso crollo. Si è poi stabilito che al momento dell'incidente sotto la tettoia — adibita, come dicemmo, a deposito di carbone _ lavoravano parecchi operai, giacché Ivi il lavoro è continuativo, e dura anche nelle ore di riposo, sebbene con turno diminuito di operai. Gli uomini stavano caricando carbone, e chi lavorava di pala, chi riempiva i sacchi. Il crollo è avvenuto in modo repentino, quasi fulmineo. Uno solo dei lavoratori avvertito il primo sinistro scricchiolio, ebbe il tempo di porsi in salvo con la fuga ; gli altri invece rimasero sótto 1 materiali precipitati. Sul posto sì sono pure recati il tenente dei carabinieri Morelli e l'ispettore dell'Ufficio tecnico, municipale Ingegner Antoni. Nella serata, l'operaio Giovanni Tricerri, per sopravvenuta complicazione, decedeva al San Giovanni.

Persone citate: Audano Giovanni, Balbo, Balbo Antonio, Cane Luigi, Giacomello Giuseppe, Giovanni Tricerri, Morelli, Tricerri Giovanni