Le nostre truppe si apprestano a procedere oltre Murzuk verso il Monte Tummo e l'oasi di Gat estremi confini della Colonia

Le nostre truppe si apprestano a procedere oltre Murzuk verso il Monte Tummo e l'oasi di Gat estremi confini della Colonia LA RIOCCUPAZIONE DELLA TR3POLITAN1A Le nostre truppe si apprestano a procedere oltre Murzuk verso il Monte Tummo e l'oasi di Gat estremi confini della Colonia (Per telegrafo d>l nostro corrispondente) TRIPOLI, 27 notte. La situazione, politica e militare del Fezzan si avvia decisamente verso la sua definitiva chiarificazione, le ultime brillanti operazioni e specialmente,la fulminea avanzata nella zona orientale della colonna Ferrar i-Orsi, che ha. vibrato colpi così rudi ai gruppi dai fratelli Set eri fiassar, hanno avuto profonde ripercussioni da un capo all'altro della vastissima regione. Nel Fezzan, contrariamente a quanto -potrebbe far supporre la natura desertica del terreno, che aumenta le distanze, le notizie si propagano con molta rapidità, par cui li magnifiche gesta leali audacissimi sahariani del Duca Ielle Puglie sono state apprese ovunlue, fino agli angoli più remoti, ed iccolie con meravigliato stupore, accompagnalo, naturalmente, da viva immirazlone nelle -popolazioni a noi lavorevoli e da un senso dì spavento tei nuclei ancora dissidenti. Sottomissioni e rastrellamenti Un primo effetto,, il yiù immediato, è staio l'intensificarsi dell'affluenza di oloro che si presentano ai nostri pre- sldetimsga siall Ter sottomettersl; il fenomeno si i e o i i i , n i e a o e e è verificato tanto ad oriente, verso Mrada e 'Iella, che verso ovest, nello Sciati occidentale, senza parlare delle località recentemente occupate a sud, ove, dopo la sottomissione, subito avvenuta, delle popolazioni locali, giungono di continuo elementi da varie direzioni, recando le anni e mettendosi sotto la protezione delle nostre Leggi. Verso i presidil della Sinica il movimento dei sottomessi, che si era iniziato dopo il proclama lanciato l'anno scorso dal Maresciallo Badoglio, era continuato in seguito, intensificandosi specialmente dopo l'inizio delle nostre operazioni nel Fezzan, tanto che negli ultimi tre mesi se n'erano -presentati circa un migliaio cai relativi fucili e recando con sè le famìglie ed i cammelli.. Ora tale movimento, dovuto all'abile azione politica del Maresciallo Badoglio, ha assunto un carattere ancora più accentuato. Sono interi nuclei, che si presentarono, i quali vengono avviali, dopo il disarmo, nella zona CO' stiera delia Sirtica, ove possono liberamente attendere al pascolo del bestiame ed alle possibili coltìvatiloni. Si tratta specialmente di appartenenti alle tribù dei Mogarba, le quali, come abbiamo detto altra volta, ondeggiavaho tra il desiderio di sottomettersi ed il timore di alcuni capi, che ci siman tenevano larvatamente ostili. Pare, anzi, che tra queste genti, sparpagliate in un vastissimo quadrilatero limitato a nord da Mraela e 'iella ed a sud da Zuila, Vati el Kebir e Vau en Namus, si siano rfiuaUili i nuclei scampali al terribile colpo della colonna FerrariOrsi, Per risolvere definitivamente questa situazione ed affrettarla il Maresciallo Badoglio ha disposta una attiva opera dì rastrellamento-, che va compiendosi contemporaneamente da nord e da sud, ad opera di colonne comandate dal colonnello Cubeddu. Cosi, oltre ad incoraggiare il movimento del dutb'osi e tentennanti, che gravitano verso di noi. sarà data, so sarà il caso, qualche lezione salutare, che farà cadere le ultime resistenze da questa parte. Verso Ubarì e Gat L'incalzare del nostri movimenti ed il grave colpo di Vau eì Kebir hanno poi rappresentato un efficacissimo contributo al crollo delle fantastiche menzogne propinate dai capi ribelli ai loro seguaci, onde tenerseli legati; fra le trovate più allegre .avevano escogitata, a giustificazione del continuo arretramento davanti alle nostre colonne, quella che noi possedessimo scarse forze, male equipaggiate e mal nutrì te, anelanti solo alla rapina; essi, di' cetano, ci lasciavano tranquillamente avanzare fino ai punti per loto favo rèvoìi per infliggerci una sconfitta decisiva, che avrebbe provocato da parte nostra un nuovo abbandono del'Fez zan. Senonchè, questi luogo favorevoli cambiavano sempre denominazione col nostro procedere verso l'interno; l'ultimo, la roccaforte, doveva finalmente essere quella misteriosa oasi di Uau el Kebir, donde nel 1914 il Senusso Monamed ci Abed aveva scatenala la guerra santa contro di noi e dove essi credevano impossibile che i nostri potessero arrivare là, non appena essi vi si erano fermati in ritirala da Zuila ed Vmm el Araneb, piombavano i nostri reparti sahariani. La sconfitta subita, e soprattutto quei doversi spostare di continuo, affanno pSatozdndccaDzlhtr samente, sotto l'implacabile caccia dell'aviazione e degli ostinati sahariani, deva avere ormai stancalo la loro fibra ed aperto gli occhi anche ai più fanatici e creduloni. Mentre nella zona orientale attivamente si opera, le colonne che trovansl col comandante le truppe italiane, generale Oraziani, non dormono sugli allori. Sottomesse e pacificate le po- l i i polazioni dei numerosi paesi deU'lìofra Sciarghia, le colonne hanno proceduto ad una instancabile opera esploratrice e di disarmo in ogni direzione, onde epurare le oasi che sorgono nelle zone circostanti a quella depressione. L'aviazione, poi, che sotto la guida diretta del suo comandante, tent.-colonnello Bonza, ha compiuto veri prodigi, continua a svolgere un'azione più che mai intensa e della massima efficacia, scovando e disperdendo ì nuclei ancora qua e là vaganti. Quindi il grosso dei sahariani col Duca delle Puglie e col generale Graziane, che compie le operazioni secondo le direttive del Maresciallo Badoglio, hanno intrapreso i movimenti che porteranno, secondo le dichiarazioni del recente comunicato ufficiale, alla riconquista del territori a sud e ad ovest iella zona di Murzuch, fra cui Ubarl > Chat. V avanzata della colonna Moramarco L'azione di queste colonne viene integrata da quella attivissima del gruppo sahariano del ten.-col- Mlrumarco, partito, come era stato detto, dal Herg, grande oasi, ad un centinaio ad oriente di Gadames, aveva percorso rapidamente le numerose tappe del lunghissimo e faticoso tragitto, seguendo il margine occidentale della desolatissima pietraia dell'Hammada el Homracd, era sboccato ad Ederi, nello Sciati occidentale. In queste zone persistevano alcuni gruppi ribelli, facenti capo ad Abd en Nebi Belehar ed a Mohamèd ben Hag Hassen, i quali erano disseminati su una vasta estensione non lontano dal confini algerini, onde essere sempre pronti a rifugiarsi oltre frontiera, in caso disperato. Qualche tribù rimaneva indecisa, specie t Ruaregh fmaghasaten, ma è bastato l'avvicinarsi del'a colonna per far svanire come nubi questi vani conati di ribellione e chiarire la situazione. Il Gruppo Miramarco ha poi molto allargato la sua azione ad occidente e a sui. di Ederi, determinando numerose sottomissioni ed il deciso atteggiomiento a noi favorevole di qualche tribù tentennante, ormai rassicurata sulla nostra definiti va pervnmenza nel Fezzan. Qualche nucleo ribelle, che si era raccolto nel pressi di Vbarl, nell'Vadl Garbi {la parte occidentale dell'Iodi La lai) è stato ripetutamente bombardato dall'aviazione e si è effettuato a sparpagliarsi in varie direzioni. Comunque, le nostre truppe, agguerrite ed entusiaste, anelanti soltanto a potersi incontrare con degli avversari non tarderanno ad aver completamente ragione dette ultime resistenze, che potranno trovare prima di raggiungere le mèle ulteriori. Oltre Murzuk Intanto l'ultimo balzo delle nostre cpccduFavgneppupndtcnstvncqmorcolonne, operanti ora ad oltre mille chilometri nell'interno, oltre ad averisbaragliato i gruppi ribelli Uriducibil-i mente a noi ostili, portando il tricolore perfino sulle remotissime','sperdute oasi del Fezzan orientnu-, ci ha assicurato la rioccupazione, '/ solo ili Murzuk, ma anche di tutu. nfra, <i feria fra le grandi deprt ini tei 'i ed abitate delta estesisstn regione sahariana. Su Murzuk la Stampa fi a già largamente informato i propri lettori, per a a e e e cui non ci resta che da aggiungere, per maggior chiarimento, come la riconquista di questa cillà, che per circa sei secoli è stato il centro vitale della regione, non rappresenta il fine ultimo della presente campagna del Fezzan, la quale, come fu più volte affermalo, si propone, come obbiettivo finale, la totale ed effettiva soggezione dell'immenso territorio alla nostra sovranità, in modo che la pace e la traneiuUlilà regnino in qualsiasi punto indisturbate. Perciò Murzuk rappresenterà la base di movimento per ulteriori marcie che porteranno alta presa di possesso dei punti estremi del nostro dominio iripolitano, che sarà definitivamente occupato nei suoi attuali cantini. Diciamo « attuali » perchè — non è un mistero per nessuno — noi rivendichiamo altri paesi più a sud, oltre i Monti Tummo, che appartenevano alti Sublime Porta e che vennero frettolosamente occupati dai nostri vicini all'epoca del nostro sbarco in Libia. Senza voler anticipare previsioni su quella che sarà l'azione futura del Comando ' delU nostra spedizione, che opera secondo i piani tracciati dal Maresciallo Badoglio, diremo soltanto che verso sud il punto estremo del confine è Tummo, a circa -180 Km. da Murzuk e che verso occidente è l'oasi di Chat, che dista circa 550 Km. da Murzuk. percorrendo la carovaniera per Vban e Serdeles. Murzuk, a sua volta, dista, in Linea d'aria, oltre S00 Km, da Tripoli; questo valga ancora a dare un'idea delta vastità del territorio. La lussureggiante Hofra Riteniamo, ora opportuno dare qualche ragguaglio sulla depressione deil'Hofra che, colla sua lussureggiante vegetazione, forma un cosi vivo e gradevole contrasto colle immense estensioni brulle e desctate che la circondano. L'Hofra, cioè La Fossa, e la più profonda, oltre che la più meridionale delle depressioni trasversali del Fezzan e si estende da Murzuk verso oriente per oltre 150 Km. con una larghezza media dt circa 15. L'acqua vi abbonda ovunque a poca profondita, essendo anche in qualche luogo sorgiva; nel complesso è abbastanza buona, ma In molti punti è piuttosto salmastra. L'abbondanza dell'acqua favorisce lo sviluppo dilla vegetazione, che per quasi tutta la lunghezza della depressione è pressoché ininterrotta. Soprattutto abbondano rigogliosi i palmizi {secondo un detto locale la palma deve avere la testa al sole ed i piedi nell'acqua) che costituiscono un magnifico susseguirsi di oasi popolate di numerosi villaggi. DI palme ve ne sono, secondo coloro che conoscono motto bene quella regione, oltre un centinaio di qualità che producono altrettanti tipi diversi di datteri veramente ottimi, assai superiori a quelli della nlbratVltsZsrcprtsvdgf—adXnvebsegrsccmicsntassldsdenrdqrmpe costa, ri Ma la palma, che per quegli abitanti l-iè una vera provvidenza poiché loriiU sce loro il cibo col suol frutti, la be randa col suo Leghbl, il materiale da costruzione col suo tronco ed l rami per le capanne, oltre, s'intende, la legna da ardere, per tacere di tanti altri utilissimi usi, non rappresenta l'unica risorsa vegetativa: sotto la sua ombra crescono, nei numerosi orti e giardini irnle altre specie arboree. Fichi, man darli, melograni, qualche ulivo, viti — di cui lagnili- si mangia semplicemente il frutto, grano ed altre colture cerealicole, ortaggi, legumi, henna, erba mèdica, trifoglio, tabacco, ecc., si alterna no nella confortante visione che offri quel grande solco verde che tende co si arditamente il deserto circostante facendo gioiosamente cigolare le nu merose carrucole dei pozzi primitivi. Venti villaggi Oltre 20 villaggi sono disseminati tra Murzuch e Zuila. Fra i primi che s'ìnmainino da Murzuk verso oriente, vi sono Haglgel, Delaim. Zczau, Moghatten con belle oasi e coltura, quindi viene Traghen la cui oasi, è una delle più vaste e fitte di tutto il Fezzan. Traghen, grosso villaggio colle case in parte minate, e dal grosso castello semidiroccalo, è stata per due secoli, la capitale del Fezzan, durante II periodo della dominazione sudanese, cedendo, poi il posto a Murzuch, allora sorgente ad opera degli Vlad Mehemed, alla fine del XII secolo. Ancora oggi infatti i sudanesi chiamano coll'antico nome di Traragin questa località. Procedendo verso oriente vi sono ancora vari villaggi tra cui Zeluna, Tulla, Magna, quindi si giunge ad Vmm el Araneb, che, a differenza degli altri villaggi dell'Hofra centraie. in cui predominano le capanne, presenta le sue casupole allineate e formanti viuzze dritte e brevi. La sua popolazione è tutta di razza bianca, derivando da una tribù araba nomade colà stabilitasi in altri tempi. Dopo altri paesi, come El Veder ed Vmm esc Seghin, si giunge a. Zuila, la cui oasi è meno fitta delle precedenti ma produce tuttavia cereali in discreta quantità, olire a varie colture, Zuila, di cui alcuni quartieri si presentano assai ben conservati e con varie case sopraelevate ed intonacate con una «erta cura, è cinta da due parti di mura, che- rivelano l'origine romana della costruzione. Da due la ti le mura non esistono più e le case sono dilagale fuori della cinta; conserva poi i resti delia grande moschea del Beni Cattab, t Sultani arabi che governarono per tre secoli il Fezzan, facendo di Zuila — la Oliala romana — la capitale della regione. Zuila ebbe appunto il suo periodo di splendore dalla fine del VII scolo alla fine del X, cioè fino all'invasione negra dal Kanera, che portò la capitale a. Traghen La popolazione La città possiede un ampio ed elevato castello, in cattive condizioni, ed a circa 1 Km. ad unente sorgono, ben conservate, le grandi tombe del suoi antichi Sultani. La popolazione è essenzialmente araba; in falli, mentre gli uomini vestono il tradizionale barracano, le donne, pur essendo a viso scoperto, sono alquanto più riservate che in tanti altri paesi fezzanesl. specie Murzuch e Traghen. Nel Medio Evo molti geografi solavano indicare tutto il Fezzan col nome di Oliala ed ancora le popolazioni Tebbu Jàu^o questo nome alla regione. Per la ricchezza della sua. vegetazione i'Hofra potrebbe fornire un discreto tenore di vita al suol (Aitanti, ma anche qui per lunghi anni il paese tu sistematicamente spogliato dalle tasse e dalle razzie. Il nostro ritorno saS,, perciò tanto più apprezzato qui ove l benefici della pace tanto sospirata dalle popolazioni stabili si faranno più sensibilmente sentire. Il breve perio do della nostra permanenza nel 1914 era in questi luoghi ricordato con più nostalgia, essendosi potuta manifestare tangibilmente la bontà del nostro dominio. La più alta aspirazione di queste genti era di poter vivere e lavorare in tranquillità; questa troppo limona aspirazione sarà d'ora in poi pienamente esaudita dai nostro Governo che le assisterà come ha tatto per le altre popolazioni della Tripo- Utani'1- G. Z. ORNATO. chesnTe qhdl'recgpsqcinmlatdrippMdespsslcoèrfnlfniclldsudtcsddMavVumtnseirmmn oDerg / "\ flu Bir6f>efanià V Bi r Gher/àf BirSciuref <p tifi*fa* ttarada

Luoghi citati: Ederi, Libia, Sirtica, Tripoli, Vmm