Amedeo Modigliani

Amedeo Modigliani Amedeo Modigliani onopassatdieciannaamorodi Amedeo Modigliani. Il 25 gennaio 020, aftl'Hòpital de la Charité di lJa vig-i, questo pittore italiano al quale Baùdeaaixe avrebbe potuto chiudere gli occhi piamente come a un fratello di sventura, moriva ucciso dall'abuso dell'alcool, dalla tisi, ma più dai morsi di una troppo lunga miseria. « Fiore del malie », varamente. Nell'istante slesso in cui la pace per lui cominciava, i pochi fedeli, i compagni dela fame, dei sogni delusi, delle tristore perdute, lo udirono mormorare: Cara Italia «. Pesarono forse in quemomento sull'esule volontario i quatordici anni di lontananza dallll'armOnia della sua terra? O l'azzurra luminosità della sua Livorno dov'era nato e cresciuto-eli sorrise benigna in una consolante visione,' » Koltes-lul des l'unéraUÌes de prince », lek-grafo da lungi il fratello; ma, attesa dolila fossa comune, la spoglia fu salvata per d'affetto del pittore Moisè Kisling, e iPére Lachaise l'accolse. La sera slessa di quel giorno la sua compagna. Stanne Hébuterne — testimonia Maurice iaynal — si toglieva la vita in modo orribile per la disperazione. Allora cominciò l'atroce commedia, e il nome di Modigliani sfolgoro. « Mi bastano diciotlo soldi » L'indegno mercato degli sfruttatordell'arte, la critica vile che bassamene applaudo contro ogni intima convinzione per timore di essere giudicaa incapace, lo snobismo dei ricchi at enti sempre al fuoco d'artificio, saffannarono intorno a quei cadavere ancor caldo. Un giorno Modigliani vistisi rifiutare da un negoziante alcuni disegni offerti a prezzo derisoriosenza ribatter parola era andato ad appenderli in una pubblica latrina: l^56^ ^ m°rt0 pa,rvaT° f'^are Ll°" Hdl rborsa ^P"13» da banchier^ord In unpomeriggiodell autun no (1913 Modigliani aveva bussato alla Pf«* ~ PJa" Emile Goudeau li dl "baldo Oppi: .Oppi, comperamQuesta valigia. - Ma non ho bisogno d! valige. - Mi bastano diciotto sold>- - Ma non ho neanche un soldo«di. stavo a letto perche non ho da mangiare. ». I due pittori si erano guardati tristemente, sorridendo. Poi 'offerente si era curvato a rlprendere la valigia logora; e se n'era andato sospirando: « Alors... ». Pochi mesi a, una tela dell'ebreo livornese è staa, acquistata per duecentomila franchi: forse una di quelle che i bettoieri di Montmartre barattavano con una mezza bottiglia di absinthe. Ma su qual rivista francese ho letto un rimprovero all'Italia per non aver compreso questo suo tiglio, per averlo lasciato vivere e morire fra la fame e l vizio? Grottesca, màcabra, desolante eterna vicenda: la disperata esistenza e l'inutile raggio di gloria, poi, su l'inerte avanzo di tanta umana tragedia. Ma più grottesca — questa volta — la deplorazione straniera, se in quattordici anni di residenza parigina Modigliani, pur circondato da intenditori raffinati, non fu tratto dai gorghi di una vita torbida; se conoscenti, mercanti e collezionisti strovano ora in mano una fortunacon ben poco sacrificio conquistatain verità. In Italia saremo stai.: più diffidentipiù lardi, ma certo più onesti e sinceri. Prima, intanto, si volle vedereE alla Biennale veneziana del 19^2, una sala accolse dodici tele dell'artista defunto e già oltr'alpe esaltatoFu cosi che Enrico Thovez ebbe a scrivere un articolo rimasto memorabile. Ccn la franchezza che fu la nobiltà di questo critico, lo intitolò I mostri. « Dinanzi alla mostra postuma di Amedeo Modigliani ho pensato con quale immenso storperà fra pochi anni si considererà che questi dodici, ritratti sono siati es-posii in un'esposizione d'arte. Sono dodici teste goffe e sbilenche, quale può disegnarle e integgiarle un bambino di cinque anni, clie non abbia assolutamente alcuna dispcsizìione al disegno. Dico di cinque anni, perchè verso ì sette e gli otto, qualunque infante ha già inevitàbilmente una maggior capacità rappresentativa ». Sbaglio. E — coerente sempi? con sè stesso — non poteva non sbagliare: almeno nel pronosticoMi piacciono di più certi errori che cene ammirate prudenze. Omaggio di pietà Oggi una recente bibliografia di Modigliani conta oltre settanta critici che si sono occupati di lui per indagare e qualità di una pittura che — secondo Felice Casorati — » è grande perché inspiegabile è il suo fascino »chù per Carlo Carrà è « parola dgiovinezza spirituale che nessun'altra bocca umana oe la può riconridare »che per Waldemar George « rappresenta la tradizione di Tura e di Cossa, cioè una magnifica sintesi del genio settentrionale del potico, dell'arte d'espressione drammatica e lirica e dello spirito del sud, dell'armonia latina, della scnittura classica »: che per Pierre Coairuliicri è di una « emozione alla quale non si resiste ». Ogjri, appunto in lt-adia, appunto nel paese dove la rivalutazione di questo artista è quasi immune da sospetti di mercantilismo, uno dei primi e più convinti ammiratori di Modigliani, Giovanni ScheiNViller. dopo aver curato la pubblicazione di due mcnograhe sul livornese per la sua collana « Arte Moderna Italiana », ha ora provvisto a quella di una preziosa « plaquette » fuori commercio a di duecento soli esemplari, « Omaggio a Modigliani », offerto alla figlia del pittore nel decimo anniversario della morte, dove'on tre poesie scritte dal livornese sotto l'evidente influsso di Apollinaireson raccolti giudizi di Sergio SolmiMaurice Barraud. Bernasconi, BraqueCarco, Carrà, Caso-rati, Cendrars, De Chirico, Cocteait, Co-urtliion, DerainFlorent. Fels, Othon Fri-esz, Waldemar George, Paul Guillaume, Max JacobJerrans, Kisling, Montale, Oppi DPisls, Prampolini, Raimondi. AndrSalmon, Alberto Savinio, Dunoyer dSegonzac. Se-verini, Soutine, Vlaminckecc. Nomi da un certo punto di vistadi valutazione critica incriminatiPuò essere: l'omaggio è ugualmente un atto di gentile pietà. Oirgi infìiKsul nome di Modigliani ha potuto impostarsi l'ultima polemica del profossore Lionello Venturi; e questo nome essere argomento di un articolo in dgliani 'à'odev i un'austera rivista di studi storici cjutìle è l'« Arte »; e il proprietario detta maggior collezione d'arte torineBe mettere — come scrive Gigi Chessa • tranquillamente vicino ai suoi TI* ziano, ai suoi Dotticeli! e alle sue sculture cinesi alcuni dipinti fra i più' belli e i più rappresentativi di questo artista ». Neppur questi son tatti prò-' batlvi in sede critica; sono tuttavia' capisaldi nella vicenda della fortuna di Amedeo Modigliani. Fortuna — certo — limitata alla cerchia dei cenacoli piti chiusi, degli artisti più tormentati, dei critici più curiosi, dfi collezionisti più raffinati, del negozianti più sagaci, e infine del mercato più equivoco. Ha ragione e ha torlo il Chessa quando dice: « Poche son in Italia le persone che riconoscono il valore di Amedeo Modigliani peu'chè, ancor oggi, egli goda la fama di essere uno dei più riusciti, bluff dei negozianti d'arte di Parigi. Accusato di aveT abbandonate ie sana vie della nostra » tradizione », è citato come esempio dell'aiberrazione a' cui può giungere il gusto pariglnometecco pervertilo dallo snobismo », Ragione nella constatazione di fatto; torto nell'esame spassionato della contingenza, perchè egli — pittore — sa' benissimo come e per rjuali vie oggi si possa » montare » un artista, indipendentemente dal suo verace pregio. Ma, tant'è, questa fortuna è innegabile; e rcista dunque —- affascinante, inquietante — il quesito se la eccezionale, improvvisa quotazione borsistica' sia adeguata alla realtà artistica. SI passa cosi dal mercato all'arte, dalla' triste avventura di un uomo alla intangibile altezza di uno spirito. « Cara Italia »',' « Cara Italia ». su trentasette anni di vita, quattordici ne passa nello; studio squallido di Montmartre inseguendo un miraggio per il quale hai creduto la patria troppo angusta. Ma il pensiero ultimo, nell'istante supremo, è pensiero di esule. Esule soltanto dalla terra nativa, o non piuttosto da un adorato mondo di immagini 9 di sogni ? Simone Martini, Sandro Botticolli, i grandi Primitivi: questi gli attacchi ideali concordemente riconosciuti da tutti gli studiosi di Amedeo Modigliani, e meglio die da ogni altro messi in evidenza dal Chessa:! « Non si vede mai nelle sue opera uno sbattimento d'ombra o di riflesso; egli, rifiutando l'importante apporto della pittura moderna in questo, campo, ritorna al colore arbitrario a decorativo dei nostri primitivi; e come questi lo dispone entro zone ben definite, dove egli lo modula appena »« Rifiuta, perchè il rifiuto è della su« natura adoratrica ed appassiosatamente assoluta. Ma a ventidue anni questo fanatico deirabesco e della linea, del segno cha contorna; questo asceta malato di sen. sualità che » quando la forma diventerebbe troppo astratta, con una commossa esitazione la sa intenejjre e rendere umana » ; si affaccia alia metropoli dove le civiltà mondiali spingono le loro maree giganti ad emergere e a sommergere, e scruta e spia e cerca nei gorghi schiumanti la verità' dell'anima sua. C'è qualche cosa di supremamente patetico in questo approccio volontario: in questo ritooarnato mito dell'Ebreo senza pace che batte a tutte le porte, che raccoglie tutte le ripulse, che assimila per dissolvere, che edifica per distruggere. Splende nei suoi occhi la visione del casto erotismo botticelliano, ma 31 caldo vento esotico trascina all'orizzonte neri tempestosi ??ntn*roi. L'arte negra spinge le sue prime avanguardie, Picasso le accoglie s crea il cu< bismo, Marinelli è alle soglie, il verso' liberismo esplode: la barbarie diven« ta purezza, i mostri diventano iddìi, le nazionalità si sgretolano sotto i colpi d'ariete del cosmopolitismo: si grida! al miracolo, si delira, si perde il controllo dei valori: comincia il grande dramma di cui la guerra sarà l'epilogo. Investito dalla bufera il giovinei artista si crede alfine nel porto; smarrito, si pensa salvato.- Pittore, comin* eia dalla scultura (v'è chi dice che questa è la sua più interessante attN vita), e crea un truce volto di idolo! negroide: egli, il fanatico della pu« rezza senese 1 « Sourds drames noctumes et fèerles noctnrnes escar'oouclés jusqn'à ce que jaillissent i en Ics fècriques palats èrigés les avalanehes de lumière en les féerique* pala.is érigès sur des colonncs de lumière ». Versi suoi... Il suo destino è segna* lo. Di quanti malinconici traviamenti non ft responsabile Guillaume Apollinaire7 La tragedia della sua arte Allora per Amedeo Modigliani s'inizia la tragedia che compromette irrimediabilmente la sua arte. Se Enrico Thovez avesse conosciuto i disegni stupendi delle collezioni SuUivatt (« N"udo », 1019! e Zborowski («Nudo seduto », 1917). invece di muovere da uno spunto polemico sarebbe rimasto su un terreno critico, invece di reagire all'offesa di una deformazione vista come arbitrio ne avrebbe . investigato la pietosa sofferenza. Perchè non è, no, la deformazione in sè che ci urti nell'arte di Amedeo Modigliani, non è il pregiudizio della imitazione del vero che ci rattristi nel contemplare questi colli smisuratamente allungati, questi occhi asimmetrici, questi nasi inevitabilmente sproporzionati e contorti;- è l'inutile impiego di essa da parte di un artista che non aveva bisogno di questi eccitamenti artiliciali per dimostrare la sua virilità; è il doloroso, continuo contrasto fra una pratica connessa ad' esempi fallaci e ad influenze funeste e la suprema aspirazione ad un umanissimo ideale di armonia. Ma (e non sembri la domanda maligna) senza tale confessione di travaglio, senza tale fallimento di realizzazioni, godrebbe ora Modigliani la fortuna che Due parole soltanto, in punto fil morte: ■> Cara Italia ». Forse questo moribondo sospiro di rimpianto conviene accogliere per iniziare la vera critica de! pittore infelice. MARZIANO BERNARDI,

Luoghi citati: Italia, Livorno, Parigi