L'Italia e il Sud Africa

L'Italia e il Sud Africa L'Italia e il Sud Africa (Dal nostro inviato )- da CITTA' DEL CAPO. Durante il mio soggiorno in questo Paese, mi sono naturalmente preoccupato di conoscere il valore effettivo delle relazioni commerciali ed in generale economiche fra Italia e Sud tllrica, e se esse, poggiando su bene organizzate basi, sono suscettibili di sviluppo. Dissi già che l'Unione, isti- tuendo pTess° dl noi una Coazione diplomatica in Roma, trasformazione delViama A sla commerciale sudafTlcana stabfma „ Milano, mostra evidentcmente l'intenzione di consta* farci fra le Nazioni più adatte all'intensiflcazione dl coleste relazioni. E accennai pure che l'Italia, con il Consolato generale in Capeloum retto da un Ministro plenipotenziario, è slata la prima Potenza che ha in certo guai modo, incorona iato il Sud Attica nelle sue vive tendenze all'indipendenza commerciale 'e al riconoscimento mondiale della sua personalità nazionale. Senonchè, cssendoìni occorso dl venire a contatto, nei cenirt maggiori dell'Unione, con osmi categoria di nostri compatrioti residenti quaggiù, non ho riparlato l'impressione che le relazioni fra Italia e Sud Africa corrispondano nella pratica a tanto lusinghiere premesse. Trascurando per il momento la Questione dei consoli, ecco che cosa esprime, a proposito della mancanza di un Agente Commerciale italiano, il Segretario del Fascio di Johannesburg, prof. Lorenzo Margotllni, in un memoriale ch'egli stesso mi fornisce sulla materia, e dal quale stralcio le idee fondamentali. Bicordo che Johannesburg e il cuore del Sud AIrica, la metropoli dell'oro del mondo, il centro dove gli italiani sono più numerosi (700 circa sui 2000 residenti nell'Unione), la città africana più, popolata dl bianchi .dopo il Cairo. La necessità di un addetto commerciale Dopo una premessa generale nella quale si fa rilevare l'ascesa dell'Italia sotto il regime fascista e l'accentuarsi della coscienza nazionale sud africana che, forte delle immense risorse naturali del Paese, non guarda più alia Gran Bretagna 'come solo orientamento e ragione di vita, rrta vuole e cerca nuovi mercati e centri industriali a sfogo dei propril prodotti c come fonti d'importazioni; il prof. Margotllni scrive: « Da un esame dettagliato ed obbiettivo delle attività, bisogni e prodotti del due Paesi, appare evidente l'entità delle correnti di affari che giornalmente viene stornata altrove, per vie più facili e piane... L'Italia è la sola grande Nazione che praticaniente si mantiene In disparte per le scarse conoscenze e l'erronea valutazione del Sud AIrica da parte delia maggioranza dei nostri industriali i quali vi trascurano ogni iniziativa di penetrazione e rifiutano di concedergli quelle condizioni che la concorren- a internazionale di buon grado gli offre. Se relazioni d'affari esistono oggi fra Italia e Sud Africa lo si deve all'Iniziativa personale del lì. Ministro d'Italia a Capetown e non a quella degli interessali in Italia... Questo stato dl cose reclamerebbe qui una organizzazione commerciale dl propaganda particolarmente elficente, viceversa l'Italia è la sola grande Suzione Industriale che non abbia in Sud Africa il proprio Addetto Commerciale il quale per le sue particolari, specifiche mansioni, ben' distinte da ogni interesse individuale, potrebbe risolvere le lamentate condizioni d'indole generale... L'Italia in Sud Africa è assente proprio nel campo delle sue più notevoli attività e non rappresenta una seria concorrente neppure doce dovrebbe trionfare... L'anomalia c dolorosa non nolo per italiani che risiedono ir. Sud Africa ma stupisce ogni uomo d'affari che visitando l'Italia e trovandovi le piti inattese e alte condizioni dl vita industriale ne domanda pubblicamente sul giornali dell'Unione la ragione a noL E' possibile che l'Italia non. senta il bisogno di un energico, immediato ed efficace riparo che al postutto rappresentereb de una spesa di trascurabile entità pa 10 nell'U.uone del Sud AIrica con se u fl Johamcsovrg comc hanno fatto ragonala ai vantaggi che deriuaeb- liana nell'Africa australe? Tutti gli italiani dediti al commercio che vi dimorano formulano il fervido voto che un nostro Addetto Commerciale con doti organizzative richieste dalla situazione e dall'importanza di queito Paese, venga al più presta stabili- la Francia, la Germania, il Giappone, ecc». In guisa analoga al prof. Margottlnt si sono espressi i più ragguardevol\ impoTtatort italiani di Johannesburg^ Durban e Città del Capo. Essi si mostrano luttt d'accordo nel constatare che le condizioni del increato sud africano sono poco conosciute dagli industriali e commercianti italiani mentre si prestano ad un importante sviluppo delle relazioni economiche fra i due Paesi, sempre quando si stabilisca nel maggior centro di affari del Sud Africa, Johannesburg, un attivo elemento informativo e di collegamento rappresentante in forma ufficiale gtl interessi dell'Italia; elemento che si può sintetizzare nell'vlflcio dell'Addetto Commerciale. Quali scambi potrebbero attuarsi La difficoltà maggiore che si presenta a chiunque inizi un lavoro di importazione di manufatti italiani su questo mercato è l'apatia del produttori Italiani i quali basandosi su idee sorpassate non offrono al compratore le agevolazioni che costui ottiene facilmente da altri Paesi concorrenti; America, Inghilterra, Giappone, Germania. Lane, pelli, metalli, minerali, prodotti del suolo possono essere acquistati in Sud AIrica a prezzi vantaggiosi, mentre i prodotti dell'industria siderurgica, gli apparecchi elettrici, le macchine, l manufatti lessili ecc. tono attualmente già importati ma In quantità limitate cioè ben lontane dal rappresentare la cifra che la esportazione italiana potrebbe raggiungere qui. Non furono pochi i casi A'insucces so degli sporadici tentativi d'introdu zione dl merci Uallane per mancanza dl un ben organizzato lavoro di ricerca e d'intormazione. Difettando qui un vasto elemento commerciale italiano è logico che bisogna basarsi per le relazioni commerciali su quello locale che cura soltanto il proprio pecuniario interesse, che ignora i progressi del manufatturicre italiano e che non si preoccupa minimamente di conciliare le richieste del mercato con la nostra produzione nazionale. Tutte le grandi Nazioni sono rappresentate a Johannesburg da un Addetto Commerciale. La necessità di tenere il contatto fra ì rispettivi produttori e il mercato sud africano è talmente evidente che colesti funzionari si recano ogni anno nella madre patria per raccogliervi direttamente ogni notizia riguardante la produzione e diramare le informazioni più precise riguardo l'esportazione. I manufatti italiani Viceversa l'Italia è rappresentata in Sud Africa poco e male. Poco perche neppnr la decima parte dei grandi mali itfattieri italiani organizzati per la esportazione possiede la minima nozione dell'Unione, male percM gli interessi italiani sono tutti o quasi nelle mani dl elementi inglesi. Entrambi i rappresentanti consolari del Governo italiano a Johannesburg e Durban sono inglesi di nazionalità, persone certamente egregie sotto ogni rapporto ma che non conoscono affatto il nostro Paese ne «I preocewjwno di conoscerlo. Basti pensare che il Console di Johannesburg, il giorno nel quale gli italiani gli donarono solennemente il distintivo fascista, se lo mise In tasca e quello di Durban è come se non esistesse, perchè non desidera ricevere nessuna specie d'italiano apparso sulle rive del grande porto dl Notai. A questo punto sarebbe lecito domain darsi come mai vengano cosi evidentemente trascurate le disposizioni del nostro Ministero degli Esteri le quali stabiliscono che gli stranieri non jiossono, salvo casi eccezionalissimi od assoluta mancanza di cittadini italiani atti alla carica, fssere. investiti di fan, zoni consolari. Mu tanto Johannesburg come Durban ospitano italiani in ottime condizioni economiche, morali e sociali e quindi la ragione dell'inconveniente sfugge. Ma anche i rappresentanti delle poche nostre grandi case che lavorano In Sud Africa sono per la massima parie inglesi [neppure sud africani). Chi conosce come forte sia la solida stndAdidItvzqugstagUlnddad .ptA innl^ sa che auei rannrp*™ \ ^ di prodotti italiani che quando, a pariti di condizioni, il manufatto inglese sia più caro. Dn notarst che le merci italiane giungono in Sud Africa con le etichette inglesi, mentre sarebbe ovvio profittare almeno dello stato d'animo dominante in Transvaal e Orange per il quale è certamente più accetto Il prodotto europeo non inglese che il britannico. Noi, insomma, non ci siamo ancora, decisi ad inaugurare in questo Pace una politica commerciale di grandi lì. ne e basata sulla sincerità, vale a dire i a a i e e l e a i . ì d o i e n e a e i o o i l a e n l i d i , i o a . sul valore effettivo della nostra esportazione che in In molte branche sostiene la concorrenza con gli altri, quando non la supera, com'è dei tessuti, testacuvsaAd ammirevoli tentativi, come quello dl alcune grandi officine meccaniche liitaliane le quali grazie all'attività individuale di qualche rappresentante Inviato qui espressamente sono riuscite in questi mesi a vendere alle ferrovie dell'Unione {la massima organizzazione industriale sud africana dopo quella mineraria aurifera-, le ferrovie unite dell'Unione e Rhodesia posseggono 20 mila chilometri di lince in e- cmsl'vnvdserclzlo con 90 mila impiegati addet- stivt, in maggioranza bianchi) Il lusin- irahiern numero dl dieci arandl locamo- zgniero numero ai atea aranti locomo CUve da montagna, sta l Indifferenza o cl'ignoranza del più, i quali dimentica- .dno che l'avvenire è in Africa, voglio dire che è in queste giovani Nazioni, dove si delineano possibilità immedia- ntnptTiromettenti, almeno quanto '/'"'""'uasiatiche, mentre le americane, tanto ndel nord come del sud, tendono a di-i*ventare sempre più ardue. I servizi di navigazione Ora non vorrei con questi apparati sutte nostre deficienze in Sud Africa {d'altra parte riparabili rapidamente) rilevare impltcitamente alcunché di tilcncgaub>^«*»c«n lEsgradevole per la nostra Bappresen- ,atansa principale nell'Africa australe ppersont/leafa da molti anni ddU'egre- btStZTit età TedTcanoC0To ^solato Generale di Città del Capo. /0jmnon ebbi II piacere d incontrare questo ;Sbrillante ed abilissimo funzionarlo qui, [abperchè egli si trovava in Italia. Ma ho potuto constatare in mille modi che gode nel Paese dl un'effettiva e larghissima autorità, soprattutto nei sud africani, che lo considerano quasi come un loro compatriota per il lungo soggiorno in Sud Africa, per la conoscenza profonda che possiede dell'ambiente e per la preoccupazione costante con la quale si è adoperato nell'ardua opera dl rilevare il prestigio italiano in queste contrade. Dieci anni fa la nostra reputazione qui era mollo depressa a cagione della politica del liussalt governi italiani i quali, come ebbi occasione di dire, ventilarono persino, all'epoca dell'esodo dei lavoratori cinesi dal «rand, aurifero di Johannesburg, di sostituirli con una grossa emigrazione dl operai italiani. Il Ministro Labta ha fatto insomma qui un'opera essenzialmente personale del più alto valore e soprattutto morate. Ora si tratta di raccoglierne i frutti. Il Governo Nazionale guarda con speciale interesse all'Africa australe e non lesina i mezzi per dimostrarlo. Lo prova l'abbondanza del irdsItmeippuciomltcnmiebedgeccuglcfunzionari addetti al Consolato Generale di Città del Capo, qualcuno dei jflnnnli nnI~hh» «««ini menti* utilizzai*n e a, e . e quali potrebbe venire meglio utilizzato altrove e specie a Johannesburg, dove l'istituzione dell'Agenzia Commerciale ha carattere urgente. So che il Ministro Labia, nel suo ultimo soggiorno in Italia, ha fatto da guida, nella visita dei maggiori centri industriali nostrani, ad influenti uomini d'affari sud africani all'unico scopo ili renderli edotti delle invidiabili condizioni dell'Italia e d'invogliarli a prò. fatarne. Una delle grandi aspirazioni del Ministro Labia è di migliorare sino alia tierlezlone i servizi di navigazione italiani fra i nostri porti e quelli del Sud Africa. L'idea è eccellente poiche noi possiamo benissimo gareggiare oggi con gii inglesi, con i tedeschi e con i francesi, nella proficua iniziativa dei trasporti delle merci e dei passeggeri dall'Africa più lontana all'Europa e viceversa. Se la principale linea di navigazione italiana in AIrica, che arriva oggi sino a Zanzibar, {come tutti sanno, esiste anche una linea commerciale italiana che compie tutto il periplo africano) fosse prolungata al Capo, i vantaggi che se ne potrebbero ritrarre sarebbero immensi. Poiché non è affatto vero che gli inglesi siano in questa materia organizzati in guisa ammirevole. Accanto a buoni vapori moderni, essi mantengono su queste linee delle venerabilissime carcasse che noi non oseremmo far viaggiare neppure per il piccolo cabotaggio, senza contare che il va e vieni dei sud africani bianchi dall'Africa all'Europa è talmente intenso, in relazione al loro numero, che non ha l'eguale su nessuna altra linea ira l'Inghilterra ed i suoi 'Dominion** oltre oceanici. Per con/eludere, esistono e sono in opera tutti gli elementi perchè l'Africa australe entri decisamente fra i paesi più degni per noi d'interesse. Occorre soltanto attivarli, o migliorarli. ARNALDO CIPOLLA. CzTdvgplcfgmgibqldmtdpasdp■lrctrnug

Persone citate: Agente, Labia, Lorenzo Margotllni, Orange