La valle delle mille colline

La valle delle mille colline La valle delle mille colline r> et 9 a <•»**• o i nviatol ^^^ polchè su di ess0 $i svolsCTO da LADYSMITH (Natal). Ho dato l'ultima volta un'Impressione del Natal costiero, ma questa maaniflca regione sud-a-fricana non è a! errabile che a condizione di integrare Durian e lo Zululand propriamente detto con l'Interno, sino all'aspro conine fra Natal e Orange sulle Montagne del Dragone {Dragenberg) e al di à di colcsta frontiera, nello Stato libero d'Orange e nel Basutoland, poentato indigeno indipendente dall'Unione, dove il fiume Orange scaturisce, iniziando il suo lungo corso sino all'Atlantico. Il miglior modo per raggiungere la integrazione cui accenno, è di percorrere la « matn line » ferroviaria da Durban al Transvaal che dopo avere scavalcato U Dragenberg a quasi 2000 metri d'altezza, corre verso i « rand » auriferi, platiniferi e diamantiferi di Johannesburg che già conosciamo, biforcandosi sull'altipiano orangiano verso Kìmberley. Si riesce in questo modo a passare per i maggiori centri del Natal interiore [Pletermaritzburo e ladysmith); a conoscere ti territorio storicamente più interessante del Sud- n o n e ie lotte principali fra inglesi e zulù, fra boeri e basuto e fra inglesi e boeri e a cogliere In seguito il senso dell'Orange e il perchè della sua personalità distinta dal Transvaal, che gli ha valso, nell'assetto odierno sud-africano, di conservare il suo antico nome e di veder la propria capitale, Bloemfontein assurta all'onore di centro giuridico dell'Unione. Dico subito che quando in questo paese si dice Dragenberg, si tocca una delle corde più sensibili dell'amore dei sud-africani per la loro terra. Quelle alte montagne che sorpassano i 3400 metri d'altezza stanno al Sud-Africa come VHlmalaya all'India, le Alpi alle contrade europee che vi saldano le loro frontiere, e le Montagne Eocciose all'America. Formano un baluardo dquasi mille chilometri di lunghezza e costituiscono un esaltante diversivo alla monotonia degli altipiani poiché realizzano una vera e propria zona alpestre con alti picchi coperti talvolta di neve, vallate sonore di cascate magnificenti, foreste balsamiche e pascoli smaltati dei nostri fiori montanini1 padroni originari di queste Alpi sudafricane erano gli zulù. Questo popolo ha da noi una fama diametralmente opposta alla vera. Sono genti che assomigliano moltissimo agli abissinimontanari che conoscono oltre la calura sub-tropicale della piana lungo il mare, le tormente di neve, i venti gelidi delle grandi altezze e l'ardita guerra di montagna. Omeriche lotte di grandi razze /,a cima piti elevata del Dragenberg è il Monte delle Sorgenti, i cui contrafforti riproducono gli aspetti a terrazze dalle pareti a precipizio detla classica Montagna della Tavola capetoniana. Quelle pareti, a detta dei geòloghicantano nelle loro stratificazioni il più stupefacente inno della storta terrestre. Ma anche gli antropoioghi trovano nel Dragenberg il loro paradisopoiché le sculture boscimane più variecomplete e numerose si trovano nelle caverne di coteste montagne. Aggiungete che ai passi attorno al Monte del le Sorgenti, prima che si combattessero bianchi e negri e bianchi fra dloro, battagliarono in omeriche lottle grandi schiatte bantu del Sud Africa, matabele e zulù. Venivano quelldal Nord, dòpo avere attraversato glaltipiani a legioni inquadrate dietril loro re Moselikatze, e trovavanschierati ai colli delle Montagne deDragone i secondi in formazioni nomeno gagliarde sotto il comando dre Tsciascia, pronte a rotolare macgni sugli invasori... Fermatevi un giono a Pietermaritzburg e nella quetcittadina irrorata dalle correnti deDragenberg a settanta miglia da Duban, respirerete l'antica atmosfera roica e la moderna. In nessuna cittsud-africana ho sostato con tanto dletto come a Pieter-. essa è il centrdove si diramano le ferrovie elettrichche arrivano sin contro gli spaiti dellgrande montagna, ma è rimasta l'Umgungunlovu degli zulù, vale a dire quartier generale di Dlngaan, primgrande capo zulù che si scontrò con bianchi, con Pretorio capo boero devoortrekker » provenienti dal sudDopo la vittoria. Pretorio eresse lprima chiesetta, che si vede in ■ Maket square » e la città ebbe vita. Dieanni appresso però i < voortrekker » labbandonavano in seguito all'annessine inglese del Natal e passavano colli del Dragenberg per andare a stabilirsi in Orange e governarsi da solOggi Pieter conta SO mila bianchi 24 mila asiatici, immigrati, dediti allagricoltura, più una grossa popolazìne indiuena. La città è dilagata nelconca che accolse la tende originardel boeri, e. in essa t coloni inglehanno stabilito l'Università del Nata Una grande statua di candido marmo carrarese dovuta allo scalpello di uno scultore italiano, orna il centro dell'abitato. E' il monumento a Teofilo Shepstone, chiamato il Talleyrand od il Lafayette fra gli afrikaner, vale a dire un uomo che per trent'anni ha diretto la politica verso yll indigeni, facendosi amare e temere dagli zulù che gli avevano decretato il saluto n o o a ei e 0 a e e e di e o é la aoi. do e si, ail erg fe iai, ù eao, e, e nl edi te ili li ro no ell on di ciorta el r età diro he la m il mo i ei d. la areci la o i ali. e lla ìo lla rie esi reale-, t Baie te!.. Sentimenti che non impedirono agli zulù di dichiarargli, nel '79, la guerra, anzi l'ultima guerra inglese nello Zululand. Dove morì Napoleone IV Fu allora che l'Inghilterra, per farla finita con Celivaio, re zulù di notevole perizia e valore, invase lo Zululand con cinque colonne, al comando di lord Chelmsford. Fu un'aspra conte sa, generatrice di molti eroi inglesi oggi assurti nel cielo guerriero, sud africano e finita con la battaglia di Ulundi, che gli zulù chiamano « delle pareti o del muri di ferro •, a cagióne delle formazioni in quadrato, abbaglianti di riflessi di baionette, della fanteria inglese. Celivaio fu catturato; esiliato e non tornò in patria che morto. Un monumento ricorda in Pietermaritzburg i 1464 soldati britannici caduti in quella guerra. E fra i nomi di tanti oscuri combattenti risalta quello del Principe imperiale di Francia, Napoleone IV, figlio del terzo Napoleone e di Eugenia « prostrato daUa inconscia zagaglia barbara > non lungi da Dundee. « In memoria gloriosa e in speranza di pace >, dice la lapide, ma al giovine che doveva cingere la corona dei napoleonidi e che l'ambiziosa genitrice spinse a cercar della glo ria in una campagna coloniale straniera, è stato elevato a Isandula, dove cadde, un modesto ricordo particolare Ogni anno nell'anniversario della battaglia di Ulundi, i giornali sud africani riesumano l'episodio, non tacendo le voci corse nel mondo su di una pretesa premeditazione ingles nella fine del Principe imperiale. Egli non cadde combattendo. S'era spinto con altri due ufficiali lontano dalle posizioni occupate dal 24.0 reggimento di linea inglese. La pattuglia fu sorpresa da un manipolo di zulù; i due ufficiali riuscirono a salvarsi al galoppo del loro cavalli, il Principe imperlale, abbandonato dai compagni, venne colpito mentre tentava di saltare in arcioni del suo. I- due ufficiali vennero in seguito giudicati per co dardia., Nella salita ferroviaria da Durban a Pieter, un tratto del territorio è degno di essere particolarmente ricordato: la « valle delle mille colline » uno stranissimo paesaggio, una specie di oceano verde dalle interminabili onde rapprese, che gitistifica pie netmente il suo nome. Sulle onde er> base le capanne semisferiche degli zulù e le baracchette degli immigrati asiatici, che vivono in buona armonia con i primi. Nelle stazioni, da una parte si allineano sotto i finestrini del treno i ragazzetti zulù, dall'altra quelli indostani, i primi reclamano Vele mosina urlando, i secondi in silenzio, il contrasto é. piuttosto buffo. In un certo punto si intravvedono le cascate di Howick, che sonò fra le più in signi sud africane. Le hanno industrializzale a dovere, ma erano state già abbastanza manomesse nella loro primitiva verginità niente meno che dal cinesi, l quali le avevano scelte come luogo adatto ad eseguirvi le sentenze di morte delie loro società segrete. Voi mi domanderete che cosa c'entrino i cinesi in questi paraggi ed io vi risponderò che c'entrano be nissimo, polche questi strada fu bat tuta da decine di migliaia di ciek-s tadlemla12nrosnvtadmctalecfnfddvnmedcrmiqgmcscdvusdillvtvctBalscsld,con tanto di codino, perchè allora io porlavano, quando la mano (t'operaial. delle miniere del nascente , rand * aurifero di Johannesburg era formata da immigrati della Terra fiorita. Ma un bel giorno, una trentina di anni or sono, il Governo transvaaliano si spaventò delle conseguenze di avere in casa un popolo di quel genere e sen za molte esitazioni lo ricacciò per i pendii del Dragenberg nel Natal e. questo, a furia di carcasse cariche di carne gialla, a rivalicar l'oceano. n , a a e d di e i d di e e aa o; rradi o ane na teatro della guerra anglo-boera Durante l'esodo cinese comparve a Durban, inviato dal Governo italiano di Di Rudinl, il buon Adolfo Rossi, il nostro collega passato nella carriera consolare. L'avevano mandato a vedere {incredibile ma vero!) se per caso t nostri emigranti avrebbero potuto occupare il posto lasciato libero dal cinesi nelle miniere... Bastarono Rossi due ore di permanenza a Durban per giudicare l'assurdità del progetto e riferire in conseguenza. Procedendo da Pietermaritzburg, prima di scavalcare il Dragenberg si passa da Colenso e Ladysmith e allo ra è tutta la grande guerra anglo-boera che ritorna. Non la rievocherò, neppure a grandissime linee poiché sarebbe perfettamente superfluo. Dirò soltanto che Ladysmith, dove piovvero le famose cannonate del « Long Tom • una specie di « Grande Berta » in possesso dei boeri, è la terza città del Natal (4000 bianchi). Nella chiesa inglese dalle artistiche invetriate sono murate le lapidi recanti i nomi dei 3200 uo mini caduti o morii nel 1900 durante la difesa e l'attacco della città durati 120 giorni- Da Ladysmith, intitolata al nome di una bella spagnuola salvata romanticamente da un ufficiale inglese che rappresentò una parte notevole nella conquista del Capo e che poi divenne suo marito, si parie per la visita ai più celebri campi di battaglia della seconda guerra anglo-boera, primo tra tutti lo Spion Kop bagnato da copiosissimo sangue inglese. Sulla vetta sembra di vedere ancora profilarsi le rade file dei « commando > boeri che da Mafeking a Colenso, su di un fronte di migliaia di chilometri, tennero per più di un anno in iscacco le forze di lord Meth-uen sparse a tentar di coprire e il Capo e il Nalal, invadendo nello stesso tempo il Transvaal. Ma Lord Roberts e Lord Kiichener eran per la strada con la valanga militare dell'Impero... ARNALDO CIPOLLA. pèfcpnsgbmglepapspasgmofgfqntPldtntqepc

Persone citate: Adolfo Rossi, Dundee, Durante, Long Tom, Lord Roberts, Napoleone Iv, Rossi, Teofilo Shepstone

Luoghi citati: America, Bloemfontein, Francia, India, Inghilterra, Natal, Sud Africa