Cinquemila invitati nel fulgore della Reggia

Cinquemila invitati nel fulgore della Reggia Cinquemila invitati nel fulgore della Reggia f Roma, 7 notte. Dopo molti anni di sosta, il Quirinale mondano ha rilroualo tallo ti suo fulgore. Il momento non poteva essere scelto meglio né l'occasione più propizia. Quella superba riunione di Sovrani e di Principi nel vecchio palazzo che Gregorio Xlll — il Papa Uuoncompayni, che fa l'antenato Illustre dell'odierno Governatore di Boma — aveva fatto costruire come villeggiatura cittadina, era veramente degna del luogo e dell'ora: luogo augusto (juant'altrl mai, ora di felicita e di augurio, E quanta storia fra quelle pareti, che Napoleone aveva scelto come sua reggia! C'è negli archivi del Ministero degli Esteri in Francia tutto un incartamento dell'architetto Sterni coi progetti per adattare il palazzo del Papa a dimora imperiale. Fra le altre cose si proponeva questa: di spogliare le chiese romane dei loro marmi più preziosi per rivestirne le paretidelie sale destinate a Napoleone e a Maria Luisa. Fortunatamente il buon senno del-prefetto Tournon ebbe il sopravvento sulla cortigianeria dell'architetto italiano: « Non ci mancherebbe altro — egli scrisse al ministro francese delle Belle Arti — che un illustre marmo di Grecia o di Roma tosse trasformato en una simple converte I u. A giustificare to Sterni — se pure giustificazione è possibile — bisogna dire che il palazzo si trovava in condizioni deplorevoli-, affissi cadenti, mura screpolate, gradini consunti ci traballanti, una vera rovina! Bisognò impiegare tutta una brigata di artisti per renderlo degno del nuovo uso; e tra questi uno celeberrimo, il Thorwaldsen, e uno che lo sarebbe divenuto, il David. E poi c'erano i magnifici arazzi che l'Imperatore aveva regalalo a Pio VII, quelli della serie di Usther e quelli della serie del Don Chisciotte. « Chi dà e poi ripiglia, a casa del diavolo si. accapiglia », dice ti vecchio proverbio italiano. Ma troppe cause di accapigliarsi col diavolo aveva Napoleone per preoccuparsi di questi dettagli di. ammobigliamento. Del resto, sia. detto di passaggio, è siala sempre la sorte di quegli arazzi, che rimessi né < Palazzo imperiale e pontificio, finii „o per restare anche in quello regio, quando nel 1870 passò in. possesso del Be d'Italia. Possesso occasionale, che lì. per lì non contentò nessuno, e che avrebbe dovuto essere provvisorio come tante cose romane, che poi sono rimaste definitive. Già Vittorio Emanuele II, che vi venne in un piovoso e fangoso pomeriggio d'Inverno, quando il Tevere aveva allagato quasi tutta la città bassa, non ci stette mai molto volentieri, e preferi sempre la verde libertà di Villa Mira fiorì, sulla via Nomcnlana, alle sontuosità pontificie di Monte Cavallo. Ma Vittorio Emanuele II aveva, due rappresentanti unici al mondo: il Principe di Piemonte, con la sua giovane sposa Margherita di Savoia. Furono essi i veri Sovrani di quel primo anno, e continuarono ad esserlo per tutto il loro regno, onde si può dire veramente che il Quirinale è la reggia umbertina per eccellenza. Morto il secondo Be d'Italia, suo figlio ritornò ai gusti dell'avo, e lo abbandonò per una modesta palazzetta prima, specie di villino borghese verlo le Quattro Fontane, e più tardi per quella Villa Ada, sulla via Salaria, clic con acquisti successivi ha trasformalo In un magnifico parco. Abbandonato dal Sovrani, il Quirinale vide solo di tanto in tanto il fasto di altri tempi: soltanto quando qualche visitatore regale veniva a Boma, riapriva le sue porte dorate e ritrovava la luce e i fiori di altri tempi. Siepi di fiori Oggi la risurrezione e compiuta, e i molti invitati che si aggiravano nei saloni illustri per tanti ricordi hanno potuto avere una visione di quella che fu la Bcggia del Be Umberto e della Regina Margherita. Bcggia sontuosu qvant'altra mai, che scintilla tutta di dorature e di tappezzerie preziose, che luccica per i cento candelabri di Murano, che olezza per i granili riquadri di fiori che sono la sua specialità. 1 fiori cominciano dal fondo delle scale, dove a ogni riplano un coraz ziere immobile come una statua di granito monta la guardia d'onore. Sono grandi ceste dove migliala e migliaia di garofani e di rose formano come una siepe di colori e di profumi; siepe immobile, che rappresenta quasi lo sfondo idrate per l'altra siepe vivente di colori e di profumi, che t formata dalle belle signore della Corte. Corte tra le più magnifiche d'IlaIla, a. cui si sono aggiunte, in questi giorni, le nuove dame della Principessa: la biondissima e gioì ultissima Contessa lirandolini u romana di Boma » e figlia del principe. Buon compagni, terzo Governatore </ril'Urbe: e la marchesa Gliislierl deliziosa signora della società piemontese, i-lie nel1,1. C'irle della nuova Principessa SaImmiti rapprcseulii — e non poteva scegliersi meglio — la fedelissima Torino; e finalmente la Principessa Borghi'*1', urini, nume nella storia c nell'urte, ehe terrà lira In tradizione romana e collegllerà degnamente il passato pontificio >li Paolo V eoi presente regio di i ninno Emanuele di Savoia, Palazzo del Ite, dunqiier con pubblico di Bé. t'ou precisione regale, alle o/e 11 precise il corico del Sturimi al-\ traversa le sale della Reggia. Vi sono le due Regine — le due grandi infermiere della grande guerra —, vi è la Duchessa del Lussemburgo e la Regina Sofia di Grecia; vi sono le Principesse d'Italia, Mafalda ili ^nenia-Assia, Giovanna e. Maria; vi è la Duchessa di Aosta, colei elio bisognerebbe chiamare la Gian.de Duchessa, ed a cui si potrebbe veramente attribuire il bel verso virgiliano: Et vero incessi! putii it dea » ; vi è la Principessa Clementina, figlia del Re Leopoldo del Belgio c moglie del Principe Vittorio Napoleone,- vi è la Duchessa ili York, la bella signora scozzese che rappresenta la femminilità della sua stirpe di poeti e rì: guerrieri; vi è In Principessa Astriti, sposa al luna di lìrahanle, la futura Renimi dei Belgi, scesa dalle spiagge nevose della sua Norvegia, purissimo fiore dei grandi popoli scandinavi. Poi gli uomini: il Ile di Bulgaria col fratello Cirillo, erede presuntivo; il Re del Portogalli!, figlio di quell'eroi cu Regina Amelia, che in Un'ora tragici! della storia parve sollevarsi magnifiraineiile con lutiti la grandezza di una nipote di San Luigi; l'Infante di Spagna, il Dura di Baviera, il fiuta ili Yorl; e — contrasti, della storia in mia ghirlanda ili regalità — due pretendenti: il Principe Luigi Napoleone, che sopra un corpo di atleta erge una fronte caratteristicamente bonaparteseti: e il Conte di Parigi, figlio dei Duchi di Guisa, colui che potrebbe chiamarsi un. giorno — grande'nome di. fedeltà e di gloria — mirteo vi. Poi, in un trionfo dì vietimi, d'uro, ■ii decorazioni, di grandi fasac e di grandi placche, i membri del Governo al completo, ed i senatori e deputali, che ieri hanno recato al Re gli auguri delle due Camere. Larghissima in rappresentanza di ufficiali di tutte le armi. E 'finalmente gli Accademici d'Italia, nelle loro divise azzurre, tutte scintillanti di argento, tulle rutilanti di croci e di naslrini: molti dei quali Accademici potrebbero dire come quei doge di Genova: « l.a iosa pili meravigliosa della serutu è ili vedersi qui, ih questa tenuta di gaia!*. Le dame li — diilcis in fiindo — le signore. Quante crani,.' Tutte! Tutte quelle di Ruma, tutte glieli' d'Ilota: l'i l'rincipessa del Vivaro, la Duchessa Grtizio li. In Principessa Boncompagnl, la Principessa Algs Borghese, Iti Principessa Centurioni, lo Principessa Ardietiti Doncompagiii, che è nata Principessa di san Martino e Vnlpcrga. la nuchesm Strozzi In Conleua di m-, anon, b, Contessa Rrun.lolin. la Prm- Icipessa uorglfse. in Duchessa Sforza.- Madame ne Beaiimanhais, Ambascia- trlce di Francia, T.adg Sibll Graham, \mba»clutrlee d'Inghilterra, la Contes-(su Pe 'a Viiiaza, Ambasciatrice di Sna- una. tu Conl-ssa Vu,i der steemie lehai. dama d'onore della Regina Ea.ì nsctugatoqsqzopdsenvnglonpSdrentrlesalaqmcPbteipvdsdldvabplgfRapAf.Mbrtnagfiadssslato a Boma, accogliente ben tremila Igfggtlcadr,sabetta. la Baronessa Glovannella GreInteri naia Caclani di Sermoneta; la Contessa di Caraman Chimay; la Conlessa de la Tour; Madame Wagnlere, ministressa di Svizzera: la Principessa ■Trivulzio; Madame Roger; la Principessa Giovannelll; la Marchesa Ada \\ircolini: la Duchessa Cito di TorreScuso; la Contessa Guicciardini; la Conlessa Di Robbiano, la Principessa di Viggiano; la Marchesa Guglielmi di Vulcl; la Contessa de la Faille, Amba\sclatrice del Belgio; Madame du Boy de Bligny; la Marchesa Durazzo-Pallavicini, Ambasciatrice d'Italia a Bruxelles: la Signora Max, sposa del Borgomastro di Bruxelles; la Viscontessa de \Laittschccrc; la Marchesa Leonardi; la Principessa Colmila di Bignano; la \ Principerà di Poggio Suasa: la ConUessa Bonin-Lonqare ; la Duchessa Visconti di Mondrone; la Contessa Serristorl; la Principessa Buffo: la Principessa Pianateli!., ecc. Luminosa visione la mezzo a questa folla, il corteo reale metteva come una scia turbinosa dove, le LL. AA. RR. il Principe Umberto e la Principessa Maria apparivano i due astri di prima grandezza. Divinamente bionda, la bella Principessa era veramente una visione di luce nel suo magnifico abito ondeggiante e tutto laminalo di argento. Come la bella signora lunare della Tanka giapponese. « ella incedeva in un raggio di luna sulla grande scala di giada, ed i fiori si incurvavano a riverirla ». Ma appariva cosi felice nella sua bellezza sorridente! Il bel sogno di amore era finalmente raggiunto; poche ore ancora, e Maria del Belgio sarebbe divenuta Maria d'Italia; e questo nella « città dell'anima », tra un popolo che oggi — net suoi migliori rappresentanti, i paesani di tutte le terre e di tutti i costumi — l'ha riverita come una Sovrana, l'ha adorata come una dea. E come avrebbe potuto essere altrimenti di Lei, che giungeva a noi come un puro flore, in tutto il rigoglio della sua gentilezza, e che portava nelle bianche mani i doni cui un popolo di artisti e di poeti non rimarrà mai iutliffercnte, la bellezza per gli occhi, Vintelligenza per lo spirilo e la bontà per il cuore} Giornuta trionfale quella di oggi, che nel pomeriggio ha visto l'omaggio di tutto un popolo, e. nella sera la reverenza di tutte le aristocrazie, consacrando in questa duplice incoronaziole la bella, la diletta, la nuova Principessa nostra. Il corteo reale è passato due volte nelle vaste sale, dove si. era raccolta e distribuita la lolla degli invitali. Quindi i. Sovrani e i Principi reali si sono ritirati e agli Intervenuti e stato servito un scello buffet. Molta folla ha assistito prima e dopo il grandioso ricevimento, cui si calcola abbiano partecipalo circa cinque mila persone, all'ingresso e all'uscita degli Invitati. Nulla infatti di più caratteristico della grandiosa processìo ne di automobili, ette a mezzanotte scendeva su ben cinque file per via Ventiquattro Maggio. Nel momento del più intenso affollamento si sono impiegati venticinque minuti a percorrere i cinquecento metri che separano il Quirinale da Magnanapoli, e durante il ricevimento il cortile della Bcggia e la vasta piazza si erano trasformati nel più vasto autoparco che sia mai iettare DIEGO ANGELI. Il dono del Presidente Doumergue recato ai Principi dal Maresciallo Pétain Roma, 7 notte. 11 Motosi-tallo Pétain, che ti Presidome della Repubblica francese ha designato Anibiisdatore straordinario per rappresentarlo alle nozze del Principe Umberto, lia presentato stamane a S. M. i! Re le credenziali. Il Maresciallo Pélain ha inoltro compiuto la missione affidatagli, di presentare alle LL. AA. RR. il Principe Umberto e la Principessa Maria il dono offerto dal Presidente della Repubblica, consistente in un servizio da tavola di Sèvres. no li, ri ple irle lti re sa e*. e. di cio la iiia m-, Poco prima Ql mezzogiorno, il Ma-. m- Iveseiallo Pétain si" è recato a rèndere a.- omaggio atla tomba del Milite Ignoto a- Davanti al Vittoriano era schierato uri m, battaglione di Fanteria, con musica e s-(bandiera, e a ricevere l'illustre ospite a- s1 trovavano a pie della scalea: il (io ie nerafe^altagher" e wFS^k&u- a.ì^M^^^i^feT^Jseatau \