Frontiere

Frontiere Frontiere Un'indagine Interessante — e coloro che hanno la responsabilità della nostra preparazione militare l'hanno certamente fatta — sarebbe quella intesa a stabilire coirne i singoli Stati europei hanno risolto, o «tonno risolvendo, il problema fonHàmentale della chiusura delle porte di casa. Se nelle città con tanta larghezza di polizia, di tribunali e di reclusori i cittadini hanno ancora bisogno di buone serrature alle loro porte "e se gioiellieri e banche, dove eoiiu raccolti tesori che (anno gola ai disonesti, ricorrono per proteggersi ai più complessi sistemi ideati dalla scienza, figuriamoci se non debbono chiudere le loro porte gli Stati a malgrado delite diverse società internazionali d'assicurazione politica! Tutto ciò vche concerne la fortificazione, che II l'arte di chiudere le porte di casa\ degli Stati, era prima dello guerra mondiale soggetto al più geloso segreto ed ogni sforzo si faceva per viote.ro quest'ultimo essendo intuitivo l'interesse, in guerra di movimento, di sapere dove e come sfondare le chiusure. Ma la guerra mondiale ha condotto alle fronti continue ed ha dimostrato che con relativamente poco, con semplici trincee precedute da fasce di reticolati e con sufficiente numero di mitragliatrici e di cannoni leggeri si poteva fermare l'attaccante a condizione, beninteso, che nelle trincee ed a servizio delle armi vi fossero uomini dal cuore saldo. Per conseguenza, e non essendo finora sorip alcun nuovo mezzo o procedimento, determinanti un nuovo sistema di difesa territoriale (astrazion fatta dall'arma aero-chiimica, che potrebbe veramente sconvolgere tutto ma che finora, e forse a torto, non è considerata come arma decisiva), la fortificazione da ammettersi ed effettivamente adottata è quella di una fascia continua lungo tutta la frontiera. Naturalmente, in ragione delle caratteristiche dei singoli tratti di terreno, te fascia sarà più o meno profonda e più o meno robusta; così sulle nostre Alpi, al di qua ed al di là della displuviale, i caratteri della fascia in corrispondenza dei valichi saranno molto diversi da quelli in corrispondenza di'zone impervie. Di modo che quel tale 1 velo misterioso, che ricopriva gli ap-jprestamenti difensivi, è oggi assai più facilmente lacerato dal tecnico competente e l'interesse ed il segreto stanno soltanto nel conoscere, o nel celare, l'entità e la posizione precisa dei singoli elementi costitutivi delta difesa. Non. è per certo questa la sede per discorrere dei provvedimenti tecnici della fortificazione, ma l'amplissima discussione orale e scritta, che si è conclusa di questi giorni in Francia col voto parlamentare sull'ordinamento difensivo, invita a qualche riflessione importante. La discussione è stata amplissima, si è detto, e ciò per necessità di cose. Un sistema di fortificazioni con le caratteristiche accennate è certamente molto costosa; quindi bisognava convincere il eontribuente delle necessità del salasso pecuniario. Gli anni delle leve molto ridotte (193540) si avvicinano e, per quanta fiducia si desideri avere nei patti molteplici, prudenza vuole che si supplisca con le difese materiali e passive alla scarsità degli effettivi in uomini. E così si son chiesti ed ottenuti oltre tre miliardi per ora, salvo a richiedere più tardi gli altri quattro ancora previsti. E vale la pena di accennare por quale procedimento strettamente logico l'alto comando francese è giunto a provvedere la nazione del più formidabile, moderno ed equilibrato strumento di guerra, atto a difendere ed offendere, pur lasciando nel pubblico l'illusione, anzi la convinzione, che lo strumento rappresenta il minimo strettamente indispensabile per la sicurezza, per quella sicurezza, che si dichiara di volere assiduamente cercare per mezzo di garanzie politiche. Procedimento che è frutto della continuità e della stabilità dell'alto comando in mezzo alle tempeste ed ai mutamenti provocati dalle lotte politiche. La politica ha voluto e conquistato la ferma di un anno. L'alto comando ha dovuto accettarlo, ma ha subito chiesto ed ottenuto che essa vanisse accompagnata, anzi preceduta, da una serie di provvedimenti, i guali furono presentati — e lo sono — come complementi indispensabili, ma determinano anche — e questo soprattutto importa — un esercito di forza intrinseca maggiore di quanta non ne avesse il precedente esercito. Con un anno di servizio non si formano buoni graduata ed ecco che si ottiene un più largo e solido inquadramento con ufficiali e graduati permanenti. Il tempo di servizio è così breve che il soldato di leva non può esser distolto dalla istruzione e si ottengono impiegati e lavoratori per tutti i servizi sussidiari. In un anno il giovane soldato non può che apprendere superficialmente e quindi è soggetto a dimenticare facilmente; perciò larghi richiami annuali di classi in congedo. Il rapporto tra forza sotto le armi e forza in congedo è diminuito; quindi creazione dei centri di mobilitazione per preparare e rendere più rapido il passaggio dal piede di pa|ce al piede di guerra. Ma tale passaggio richiederà sempre un certo tempo, mentre sulla facile zona delift frontiera nord-est può avvenire colari; saranno costruiti i ricoveri alla prova per uomini e per materiali, i posti di comando, i posti te " un attacco di sorpresa; per parare a ciò si disloca l'esercito di pace in profondità, cioè si tengono le forze in prossimità della frontiera su di un piede grandemente rinforzato. Finalmente si copre il tutto con una robusta corazza. La concatenazione logica appare evidente e del pari evidente appare la realizzazione di uno dei principi dell'arte militare: essere la fortificazione non fine a se stessa, ma parte di un tutto armonico. Vicende politiche, difficoltà finanziarie e contrasti di dottrine militari hanno ritardato finora la soluzione. Forse non sarebbe maturata neppur ora, se non fosse intervenuta la decisione dello sgombro anticipato della zona renana. Questa, tenendo i ponti sul Reno, garantiva in modo assoluto da un attacco improvviso; sparita, la frontiera sarebbe rimasta aperta; di qui la necessità urgente di metter mano ai lavori. Ed occorreva pure metter fine alle discussioni, che ponevano i tecnici propugnatori di robusti forti contro i sostenitori della fortificazione leggera. I primi ricordavano l'importanza delle robuste cortine difensive, che nel 1914 avevano distolto l'esercito tedesco dal cozzarvi contro o dall'ingolfarsi pericolosamente negli intervalli e l'avevano costretto a girare al largo per il nord; ricordavano i secondi la forza delle sistemazioni difensive del campo di battaglia durante tutta la guerra dopo la Marna. La discussione venne chiusa con l'adozione di un programma intermedio, che è indubbiamente migliore delle tesi estreme, sia perchè consente la necessaria elasticità nelle singole soluzioni parziali, sia perchè limita notevolmente la spesa. Si è, cioè, deciso di costituire una larga fascia continua lungo tutta la frontiera franco-tedesca (ed è verosimile che sarà prolungata lungo la frontiera tra Belgio e Germania), di robustezza e di profondità variabile. Le caratteristiche generali sono quelle che tutti hanno conosciuto nell'ultima guerra, perfezionate pei progressi tecnici compiuti nel dopoguerra e per la possibilità di poterle pienamente adattare al terreno. In linea generale la fascia difensiva non esisterà di fatto completa, ma sarà preveduta in tutti i parti- mrligcmbbCcSLsvcpvimlumfnhdndsrdttsnrfqdtsspcmmmsrsdvplefonici; tutte cose che, data l'uniformità della regione i.n massima parte piana, dovranno essere ben sepolte sotto terra. Le trincee con relativi reticolati, gli appostamenti per artiglierie leggere e mitragliatrici saranno costruiti al moménto del bisogno. Nei punti -di ■ notevole ,. importanza sorgeranno opere legge-1 gre corazzate; nelle località d'impor- ; tanza essenziale sorgeranno invece! robuste opere, occorrendo raggrup- .paté in campi e regioni fortificate.!*Parte capitale deWistema sono lnfl-lbne i parchi mobilifraccolti in centri opportuni e da spostarsi a seconda ! Vdegli eventi, provveduti di tutto ti [dmateriale per la costruzione ed il | ifunzionamento del sistema stesso e\tdei mezzi meccanici per traspor-:ntarlo. \VNelle discussioni s'è poco parlato j'Sila frontiera sud-est. cioè verso tdella frontiera sud-est, cioè verso l'Italia, e si capisce. L'urgenza è nel provvedere per la frontiera nord-est in gran parte nuova dopo la riconquista dell'AIsazia-Lorena, aperta e di facile percorribilità, mentre sulle Alpi la frontiera è rimasta immutata e con le fortificazioni già esistenti. Ma non è dubbio che queste verranno adattate secondo l'esperienza delia guerra e completate secondo i dettami del moderno impiego delle truppe. Gen. GIOVANNI MARIETTI. La situazione in Romania Il giornale carolista invaso dalla Polizia (Dal nostro inviato* Bucarest, 4, notte. Non è forse priva di significato la circostanza che le voci di nuova crisi costituzionale e di probabile ritorno di Carol in Romania si siano intensificate proprio nel quarto anniversario della firma da parte dell'esule della rinuncia ai diritti di successione ereditaria. Come si ricorderà, Carol abdicò infatti il ì gennaio del 1926. Per oggi l'Organo carolista Cuvantul aveva preparato un numero speciale, ma ieri sera a tarda ora la Polizia invase i locali di redazione sequestrando l'edizione di provincia già pronta, guastando la composizione per l'edizione della capitale. Gli agenti si trattennero nella tipografia tutta la notte ad impedire che il gior. naie venisse nuovamente composto. Contro questo provvedimento il giornale ha elevato proteste presso il Presidente del Consiglio e il Presidente della Camera. Assai interessanti le rivelazioni di certi giornali circa il modo con cui 4 anni addietro Carol giunse alla abdicazione. Secondo l'Adverul e la Dimineatza, Carol sarebbe stato addirittura costretto ad arrendersi ad un ultimatum che gli faceva balenare la prospettiva di un soggiorno forzato a Sinaja assai simile ad una prigionia. In ambienti governativi la possibilità che U Consiglio di Reggenza incorra in una seria3 crisi tiene esclusa. Tra la Regina vedova Maria e il Presidente del Consiglio Maniu regnerebbe di nuovo il perfetto accordo. I. Z. ardnfnpdzc—lcssEvppcmncgnaAtiaugsfsbffmsdtapgtcdnsglltEp

Persone citate: Giovanni Marietti

Luoghi citati: Belgio, Bucarest, Francia, Germania, Italia, Romania