Il primo saluto del popolo italiano alla Principessa Maria

Il primo saluto del popolo italiano alla Principessa Maria Il primo saluto del popolo italiano alla Principessa Maria Folle entusiaste acclamano al confine e nelle grandi stazioni lombarde la Famiglia Reale belga Come Roma riceverà stamane gli Ospiti Augusti fJ.Jr.ii n () m t r i . inviato;- A Chiasso Chiasso, 4 notte. I Una notizia di ieri sera dava come probabile un mutamento d'itinerario nella corsa del trèno reale italiano che doveva trasportare la augusta sposa, coi Sovrani e i Principi del Belgio, da Bruxelles a Roma. Mentre sembrava ormai prestabilito che il fausto convoglio avrebbe raggiunto il suolo d'Italia a Chiasso, improvvisamente si dava come probabile il passaggio per il Sempione e la sosta a Domodossola. L'annunzio veniva a dare una atmosfera di romantico mistero a questo viaggio nuziale : gli toglieva gitasi il carattere protocollare e prammatico per conferirgli un senso quasi favoloso. Un poeta non avrebbe potuto immaginare un motivo più squisito : la Reale Principessa partita, come una bionda visione, dal Nord brumoso, dal paese delle fiabe e delle fate, per scendere nel Sud d'oro, nel paese del sole, dove la natura ha risalti smaglianti, nella patria delle bellezze scolpite nel marmo e nel bronzo. La notte sembrava rendere anche più profondo questo mistero. Era bello immaginare il treno reale, scintillante di luci c d'ori, caldo di velluti e di mògani, solcare le tenebre profonde, correre ininterrottamente attraverso l'interminabile scacchiere europeo, divorando pianure, solcando fiumi, forando gallerie, instancabile c ansimante nella foga delle sue due locomotive. E a questo viaggio splendidamente moderno, ma non senza fastose caratteristiche di un passato più pittoresco, non erano mancate le rombanti staffette annunziatrici: due altri express carichi di personaggi e di decorati, di blasonati e di dame, d'uomini d'arme, di servitori fedeli, di mùsici. Da quale dei neri tunnels che immettono dal Settentrione in Italia, sarebbe dunque entrato il convoglio reale? E per quale di essi sarebbe sbucato sul suolo italiano, rivelando alla futura Principessa di Savoia le prime ariose prospettive, i primi colorati contorni della sua ,. 1 grande Patria d'adozione? ; J| cielo terso d'Italia ! -, ... . Y o i n ^r, !*" d a, Q., -, . ,,„„„ ,,„„„,, lbMim?Uc \ fmtaSie 'lcl\e e., 1nceW rTTTnTu e ! V^pitare il cuore di tante fanciulle, [diventava tuttavia pel giornalista | incaricato di assistere all arrivo del \trmo reale Presso ll covìinc :no> tormentosamente amletico. Dato: \Vermetico, impenetrabile riserbo del- j'e autorità, dalle quali nessuna no tizia trapelava, non ci rimaneva chi r'■il .. [ma olie, vriia von, iiato accendeva. ^f^-jaffidarci, come ai tempi eroici del reportage, al fiuto, al lavoro d'induzione e un po' anche alla fortuna, che assiste sempre la nostra fatica di giornalisti. Cosi mentre l'alba schiariva appena il cielo, siamo partiti per Chiasso. Quand'anche le stazioni grandi e piccole, disseminate lungo il tratto da Milano alla frontiera italo-svizzera, non avessero già preparato — come si poteva constatare dal treno — addobbi e gonfaloni coi colori italiani e belgi, felicemente sposati, il ciclo d'Italia avrebbe da sè predisposto, per l'arrivo della Principessa Maria, la sua più fastosa gala. E il contrasto con la partenza, avvenuta da Bruxelles con un tempo piuttosto imbronciato, doveva essere per l'augusta sposa anche più spiccato e augurale. La nebbia fittissima che ha incappucciato durante la notte Milano, dilegua quasi per incanto. E' spuntata un'alba meravigliosa, un'alba assolutamente italiana,' che il gelo intensissimo rende anche più tersa, più netta, più pura. Al primo rossore che tinge l'orizzonte — e nel quale le case, i greppi, i campanili spiccano quasi tracciati all' inchiostro di China — succede una iridazione di colori squisiti. II giallo, il rosa, il carnicino, l'oro sgorgano come da una Cornucopia felice. La brina mette un velo di scintillante pruina sulle cose, che balzano in contorni freschi, come frutti. Gli alberi scintillano come se fossero carichi di minutissimi diamanti. Man mano, allo spuntare del sole, emergono dalla nerezza rugosa della terra arata, i casolari coi loro tetti di rossi émbrici. Appaiono in alto i ruderi di Castel Baradello e poi Brunate vasta, dai suoi alberghi, di oro mondano Questo spettacolo naturale, impreveduto e unico, è il più bel presagio per l'arrivo della Principessa che, per l'alto rito nuziale, sta per diventare italiana. Due eccezionali treni staffetta La stazione di Como appare già sgargiante di gonfaloni belgi e di gagliardetti italiani. Intorno alle colonne della tettoia sono festoni d'alloro, disposti con garbo cinquecentesco. Sono le 7. Un rombo s'approssima. E' il primo espresso-staffetta che passa. Porta 185 mutilati belgi, di : cui 110 vestono Ut divisa che fu gloriosa nelle Fiandre nella battaglia che vide l'epica corsa al mare. Con loro è tutta una Musica di forbitissimi ottoni. Tre quarti d'ora dopo transita il secondo espresso-staffetta, un espresso carico di dame e di cavalieri blasonati: una selezione della Corte belga. Questi treni portano ottime nolizie. 11 treno reale marcia con la regolarità d'un orologio. E' passato inappuntabilmente, militarmente in orario per le stazioni dell'itinerario. A quest'ora viaggia verso Basilea, c da Basilea scenderà poi — come avevamo premslo — verso il Goltardo. La stazione di Chiasso ha l'onesto aspetto di tutte le stazioni elvetiche. Tutto vi è metodico e regolare come azionato da una nascosta meccanica. Ci sono biglìettari in occhialoni circolari dietro cristalli tersi, facchini rigidi come maitres d'hotel; l'Ufficio cambio con una impiegata-bambola cerimoniosa; una vendita di giornali, sigarette e cioccolatle. Soltanto la presenza delle nostre guardie di finanza denuncia il carattere internazionale della stazione. Ma spira dovunque un senso di tranquillità. Perfino i muratori che lavorano alle superstrutture della stazione nuova sembrano lavorare senza rumore. Il capo stazione allo rigido e biondo come un vichingo sembra dipinto. L'autorità di polizia svizzera, alla quale incombe il servizio d'ordine che è particolarmente affidalo al delegato cantonale Grassi, non si fa ancora viva. E' troppo presto. Ci sarà tempo nel pomeriggio per dare le disposizioni di uso. Soltanto nel nostro ufficio di pubblica sicurezza, che è agli ordini del commissario cav. Lentìni, c'è uno svolto di telegrammi azzurri; indicazioni che arrivano di minuto in minuto, dispacci che preannunciano l'arrivo di auto rita da Como. La mattina, si avvia verso un meriggio bucolico in cui il sole fonde il primo gelo, risòlve labrina in rugiada* dissipa le u'Hmfl orme del ghiaccio a un soffio quasi primaverile. C'è da pensare che sulle rame fioriscano bottoni di versura. '■Si udrebbe forse qualche pacato muggito di stalla se i fischi delle [locomotiva manovranti von lo sovcr-irhiassero Jn riluaje campana dijutlte le stazioni dveticiv, col suorintocca di quan-nnunciando L or- -diuario. La svacappello a pagoda, rintocca di quan- do in quando prear ivo di un treno ori voce sembra la voce della calma e lasua eco l'apologia del silenzio. Un ricordo Anche nei buffet non c'è ressa. Si può attendere con calmi ragionamenti l'ora felice. La padrona, una flemmatica signora dai capelli divisi clic, sebbene già bianchi, accusano la loro antica biondezza, rievoca ricordi regali. In questa, sala piuttosto nuda, dagli specchi a cornici barocche e appannati come le acque stagnanti davanti a una policroma acropoli di bottiglie, ella ha visto passare e sostare per fare colazione molli ospiti regali e illustri. Ricorda la principessa Maria quando, ancora giovinetta nel 1919, insieme a due dame di compagnia, fece colazione in quell'angolo laggiù : era fresca ridente. — Parlava italiano — esclama — meglio di me certamente e anche meglio di lei che è italiano! E sopra tutto la brava signora ricorda il Principe Umberto. Il suo luminoso sorriso è rimasto impresso nelle menti dei ticinesi cosi profondamente che ne gioiscono ancora ripensandoci. — Il Principe è molto amato da noi! L'ultima volta che è passato, la gente si aggrappò alle palizzate che sono dietro la stazione, per vederlo, salutarlo, acclamarlo. Giungono intanto, ripetute dalla voce metallica del capostazione, signor Meyer, notizie sul viaggio. Il treno reale procede con regolarità cronometrica. E' passato per Basilea alle 11.5; ha perduto poi qualche minuto per un rallentamento suggerito dall'ora del pranzo, ma ripìglierà il brevissimo tempo perduto prima di Lucerna. A Lucerna — stazione cosidetta a sacco, secondo la terminologia ferroviaria svizzera — si sostituiscono alle locomotive i locomotori a trazione elettrica. Il convoglio reale marcia ora tra candide cime e verdi gole. Salve, treno azzurro, che lutti attendiamo con lieta trepidazione! Attesa Il pomeriggio comincia già a sfumare in toni lilla sui monti circostanti. Il vespro scende presto sui monti. Auspichiamo l'arrivo del treno prima che giunga la sera. Le sue ombre potrebbero toglierci i particolari dell'arrivo e sopra tutto la visione della Principessa Maria, della sua chioma bionda e del suo sorriso. Nella stazione d'improvviso il ritmo dei preparativi incalza. l'n plotone di guardie federali nella nuova divisa color r.ioccolatla e mostrine rosse arriva e si dispone pel servizio d'ordine. Tutte le par¬ tenze dei bagagli sono sospese per impedire ogni intralcio. Bauli da gran turismo con etichette azzurre, gialle, scarlatte si innalzano a piramide nell'atrio, quasi in disciplinata attesa. Alle 16,23 il convoglio reale è arrivato felicemente a Bellinzona; sosta di un minuto e partenza verso Lugano. Col treno delle 17,28 giunge intanto a Chiasso il Prefetto di Como che porgerà il primo omaggio d'Italia alla Principessa Maria, ai Sovrani, ai Principi Reali. L'attesa diventa sempre più viva. La folla degli invitati, che ha potuto entrare nella stazione mediante tessere rosa distribuite dalla Direzione dì Polizia della stazione elvetica, si schiera già dietro le catenelle tese come di consueto lungo il marciapiede, all'arrivo dei treni. In questa folla la rappresentanza italiana è in preponderanza; fra di essa noto l'agente consolare comm. Salvo, il Segretario del Fascio, dottor Bottazzi. E' presente fra le autorità svizzere locali il sindaco di Chiasso, signor Pessina. Il monte Bisbino, che sovrasta la stazione, non è più ormai che una ombra violacea punteggiata di lumi. Ma in alto, in un cielo purissimo, c'è un sottile fulgore : la luna nuova, esile semicerchio che quasi si chiude ad anello come un simbolo nuziale fra i primi astri della sera. Le campane di segnalazione si inseguono fiocamente con ì loro echi nell'ombra silvestre della vallata ticinese. E' il preannuncio del convoglio reale. Ed ecco nel buio appaiono sfolgoranti i tre. fari dell'enórme locomotore di testa. Il treno ha osservato impeccabilmente l'orario prestabilito; sono le 17.30. A piccola velocità, il convoglio entra in stazione arrestandosi quindi dolcemente, con lungo respiro di freni. Dietro i finestrini appaiono vaghi fulgori, eleganti uniformi, abili neri, cilindri. Sono le dame, gli alti ufficiali e le autorità del seguito.

Persone citate: Baradello, Bellinzona, Bottazzi, Maria Folle, Meyer, Pessina, Principe Umberto, Principessa Maria