Sofismi sociali

Sofismi sociali Per il problema demografico Sofismi sociali ■Larga esperienza di studi e di proposte per il problema della natalità ci ofterta dalla scienza economica soprattutto francese, in seguito all'impressionante fenomeno di regresso nelle nascite che si manifestò in Francia fili dai primi decenni del secolo XIX. secolo in cui quella Nazione fu la sola fra le grandi Potenze europe? ad avere una costante e sempre più grave diminuzione nella natalità e quindi nella popolazione totale Ma è notevole però il vedere come anche studiosi assai seri, spinti dalla passione partigiana o da una loro particolare mentalità, abbiano voluto vedere nel fatto deplorato del regresso delle nascite influenze varie e complesse, forse più di quanto non ei possa seriamente ammettere. Si è già Chiarito come un motivo assolutamente dominante di regresso nelle nascite sia di natura soprattutto etica, cioè il desiderio di lusso, di maggiore agiatezza, preoccupazione estetica da parte delle donne, e fatti similari Secondo alcuni scrittori, vi sono fatti politici che influiscono sulla natalità. Ora, in questo vi è indubbiamente del vero, in quanto si sostenga che guerre, rivoluzioni e grandi mutamenti hanno una in fluenza : però puramente transitoria e sovente presto compensata. Cosi pure possono avere una influenza or dinamenti eccessivamente liberi, che non tutelino in alcun modo il buon costume e non reprimano i delitti contro la maternità: ma si tratta di fatti la cuii importanza è notevole principalmente come esempio ed effetto morale, benché la loro entità statistica non paia certo trascurabile. Tuttavia, oltre a queste i: ilagini già fatte sulla popolazione belga dal Candelier, non mancò chi sostenne doversi attribuire agli ordinamenti politici una diretta influenza sulla natalità: tutti i seguaci della teoria della « capillarità sociale », sostenuta per la prima volta da uno dei più acuti studiosi di questi problemi, A. Dumont (cioè coloro che ritengono ■essere una legge inerente ai regimi non chiusi in caste la tendenza degli individui a salire ed a migliorare la propria posizione), pensano che la democrazia liberale ed individualista eia causa determinante di regresso di natalità, in quanto favorisce in sommo grado l'ascensione delle classi sociali. L'inconsistenza di queste ipotesi ispirate alla critica socialista, è provata luminosamente dalle cifre dello sviluppi demografico di alcuni paesi europe' dal 1600 al 1900, cifre che vengono messe a confronto in uno spazio di tempo larghissimo, e quindi assolutamente superiore ad ogni influenza occasionale, è sono prescelte fra paesi il cui sviluppo storico, per esserp assai vario, dà campo a tutte le possibili deduzioni, poiché vi sono Stati che hanno radicalmente mutata formazione e regime politico, e Stati che sono rimasti fermi a taluni principii fondamentali. 11600) (1900) aumento % 5 milioni 39 mllloal 680 3 Inglesi polacchi Scandinavi 3 Gechi 9 Tedeschi e Olandesi 90 Italiani 13 Spatrinoli e Portogli. 10 Francesi 17 16 10 8 78 33 94 39 430 400 300 980 150 140 130 Come si vede (pur ammettendo che questa tabella deve essere accettata con un criterio assai approssimativo) di tutti i popoli, quello che ha avuto il massimo aumento, è l'inglese, che dopo il secolo XVII ha avuta la maggiore libertà e la più costante uniformità di Governo; mentre popolazioni prima divise, poi unite, ma sempre rette, in quei secoli, con regimi autoritari! e non liberali, come ' tedeschi, hanno il quinto posto nell'aumento demografico. L'antiejericalismo francese del setolo XIX si compiaceva anche di gravare la religione cattolica della assurda accusa di non favorire lo sviluppo demografico, soltanto perchè parve che qualche sottile casuista non avesse ritenuto peccato il sopprimere 11 feto prima dei 40 giorni dal concepimento perchè ancor privo d'anima: accusa per altro gratuita, perchè tutte le religioni esaltano, in diversi modi, l'istituto familiare e condannano la corruzione e l'edonismo, cosicché, se rapporto vi può essere (e non si può negare vi sia) anche fra morale religiosa e natalità, è certo che la religione esercita una influenza in ogni caso positiva e vantaggiosa sul progresso delle nascite. Cosi illusorii sono i calcoli e le induzioni circa l'influenza sulla natalità di quel vago, e pochissimo chiaro, elemento che è « la razza_». Gravissimi, ed innegabili sono gli effetti delle condizioni economiche ge nera li di ogni paese: ed in questo agiscono elementi delicati e difficili. Già si è visto come la ricchezza non è favorevole al forte sviluppo della natalità: ma per affermare questo ci si deve fondare su statistiche che non dicono esattamente quale forma e distribuzione di ricchezza agisca in senso ergativo Accanto ai fattori di indole genericamente economica, ma di carattere meramente voluttuario, vi sono i fattori di indole specificamente economica, cioè il fatto di non avere i mezzi sufficienti per rinun ziare al lavoro della moglie, soste nere le spese del parto e dell'alleva mento del bambino, ed avere una persona di più a carico. Benché la società contemporanea, e particolarmente !o Stato fascista, si faccian carico della assistenza alla madre ed al bambino privi di mezzi, le pubbliche provvidenze a favore loro non sono ancora abbastanza estese nè capite ed appoggiate dalla massa della popolazione più abbiente, in modo da poter efficacemente agire anche presso i ceti disagiati ma non assolutamente indigenti. Concludendo, quindi, le cause di regresso nelle nascite restano sempre il tenor di vita e l'aspirazione, a mantenerlo elevato ed a migliorarlo e le condizioni economiche Tutte le altre sono del tutto secondarie, anche se per talune si deve ammettere che sono realmente esistenti. Ammessi e delimitati questi fondamentali motivi di decadenza demografica, a taluno potrà apparire logica la obbiezione alquanto paradossale fatta di questi giorni su di un foglio quotidiano, e cioè che se la civiltà è causa di regresso nelle nascite, e l'aumento demografico è ri conosciuto come un bene, sarà conveniente o necessario l'impedire lo sviluppo della civiltà in Italia: osservazione, però, che appare quasi burlesca, tanto è palese ed ingenuo il sofisma e tanto è assurda la proposta Una grande Nazione non può pensare a rinunziare alla sua civiltà, e del resto non potrebbe neppur far¬ lo: tutti i progressi della scienza, del pensiero, dell'arte, debbono essere accolti ovunque, poiché lo Stato che volesse (e potesse) restarne estraneo, anche se ne ottenesse un aumento di nascite, non ne avrebbe un aumento di potenza economica, sociale, politica, militare, poiché resterebbe enormemente inferiore sotto tutti gli altri aspetti senza che la maggior forza demografica potesse rappresentare un compenso utile. Perché il miglioramento nelle condizioni di sviluppo della popolazione riesca a dare allo Stato un aumento effettivo di potenza, debbono concorrere tutte le possibili condizioni favorevoli. Quando queste siano state ottenute, od esistano, lo sviluppo della natalità è sviluppo di forza nello Stato. Altre obbiezioni, ormai consuete e superate dalla scienza, alla aspirazione all'aumento demografico, hanno parimenti all'origine un sofisma economico. Antica è la preoccupazione, tipicamente malthusiana. che all'accrescimento delle nascite non corrisponda un equivalente aumento nelle sussistenze. Ricerche fatte dalla scienza fin dal secolo Bcorso. avevano già fatto cadere, con argomenti statistici, il sofisma: un confronto fra l'aumento della popolazione e l'aumento del commercio nel periodo 1850-188U, in alcuni Stati europei, è assai chiaro: (commercio) (popolazione) Inghilterra +25»% + 97.4 % Francia « 393 • • 8,9 » Belgio » 931 » • 93.0 » Germania » 183 • • 98,4 . Italia • 170 « • 17.9 • ma, oltre alle cifre, tutta, la dottrina milita concordemente contro il pessimismo dei Malthus e le sue assurde previsioni, ed ha ormai concordemente dimostrato che l'origine del sofisma è nel credere che le sussistenze non siano suscettibili di incremento in relazione all'incremento demografico, mentre invece aumentando la popolazione diminuisce il costo della mano d'opera, quindi '< costo delle merci prodotte; le industrie possono intraprendere nuove attività e quindi coll'aumento di popolazione viene ad aumentare la richiesta di mano d'opera ed aumentano le sussistenze. Un ulteriore sofisma è originato dalla falsa credenza ad una relativa rigidità dei ceti sociali. Si osserva quindi che le classi più ricche e le classi media sono meno prolifiche che le class' p'm basse della popolazione, e taluno ne trae l'ipotesi che l'incremento demografico possa condurre ad un abbassamento nel livello di civiltà della popolazione. Ma in realtà quando un ceto non prolifico, testimonia soltanto la sua decadenza e la sua impotenza sociale : altri ceti, più vivi e più attivi dovranno prendere il suo posto. Quindi se lo sviluppo della cultura, del lusso e della ambizione portano determinati individui a limitare la loro riproduzione od a rifiutarsi a tale dovere, non si deve temere che non vi. possano più essere altri uomini egualmente elevati che possano sostituirli in avvenire. Il corso ciclico dei ceti sociali eleverà dal popolo i successori dei gruppi egoisti o decadenti che non sanno riprodursi adeguatamente: e questo è nell'ordine naturale delle cose, quasi una applicazione della legge dei vasi intercomunicanti, e si verifica fra regioni, fra nazioni, fra ceti come fra individui singoli e famiglie. Questo come tanti altri errati e capziosi ragionamenti economici e sociali deve quindi essere respinto, nella serena convinzione della assoluta possibilità, da parte di uno Stato forte e preveggente, di agevolare ed appoggiare l'incremento demografico e di creare per esso le condizioni d'ambiente più opportune.

Persone citate: Dumont

Luoghi citati: Belgio, Francia, Germania, Inghilterra, Italia