Il cimitero delle stelle

Il cimitero delle stelle Il cimitero delle stelle In cielo, non so. Ma in terra, gli astri muoiono in fretta. Ah, le t immutabili stelle » dell'epiteto antico! Non c'ò nulla di più efunero. Gli etessi fiori possono, disseccati, riavere un'altra grazia e un'altra vita fera due pagine d'un libro. Invece ]à~~Bertini si spegne nell'oblìo, e Ghione dilegua all'ospedale. Povero Ghione! Quando si pensa che Petrolini, nei ritornelli del suo ■ Gastone », può citarlo tuttora com4 un termine di celebrità; e che mentre l'uomo della leggenda è glorificato in versi, sia pure per comodo di rima, l'uomo della realtà tossisce riverso in una cuccia! O Za-laMort: balzerai tu dunque alla con- quieta, o alle vendette, col tuo c. chto grifagno, il tuo pallore, 1 tuoi calzonacci alla brava, il tuo colte.: ;foderato? Ma no, che una suora di 'misericordia ti porta il brodino. Mettiti in pace, Za-la-Mort. Sei vissuto come un uom di gesta. Ma, perlomeno, muori come un poeta. Ramon Gomez de la Sema ha domandato un camposanto per le rose. Il cimitero delle stelle sarebbe forse ancora più numeroso. Il solo scomparto delle stelle cinematografiche apparirebbe popolato come una pleiade. Ma — e questa c la tristezza — le urne confortate di pianto non sarebbero molte in quel cimitero. C'è tra i devoti del cinematografo, dove purtroppo tutto gira, tutto muove e muta con estrema rapidità, un'inesorabile tendenza a dimenticare gli idoli tosto dimessi, le meteore tosto eclissate. Come le illuminazioni magnetiche degli ttudios, le glorie passano in un baleno. Quando morì Valentino, ricordate?, si formarono addirittura delle associazioni di piangenti. Mai epicedio sali più sonoro al cospetto d'un rogo; mai trenodìa accolse più larghe schiere tra i suoi partecipanti inconsolabili. Oggi abbiara notizia che si fatica a racimolare i soldi per un suo monumentino. E un referendum ha già stabilito che Ramon Novarro bacia meglio di quel che Valentino, nominandolo come da vivo, non baciasse. Fan presto a consolarsi, come ri vede, sin le vedove degli irresistibili. Notate che l'affronto fatto alle seduzioni del defunto ò una vera ingiustizia. Preferirgli Ramon Novarro, con quella bocca tinta, e quel l'occhio falso, e quella gota da con fette natalizio, e quei gestuzzi rin galluzziti ! Ombra di Rudolph : possa tu placarti per tanta ingratitudine, e ri pronta, delle tue lamentatrici... Come si fa ? La sorte è questa. Una yolta fuori dal telone luminoso, in cinematografia, non resta che l'ombra, l'oblìo più iniquo e più vero. Attirate un attimo nel cerchio abbagliante, le falene svolano e scompaiono. Dal magico alone dei sunlinghtt, in brevi istanti, le stelle retrocedono nel caos. Allora delle stelline piccine si fanno innanzi, e, a lor volta, in un momento, si vedono giganteggiare, come in quel sogno da frenetico descritto in una novella dell'Hoffmann. E così, nel firmamento dei films, gli astri si danno il cambio come le bolle dell'acqua al fuoco, o i pulviscoli nel raggio vibrante. Cóme finiscono, le stelle ? In due righe di cronaca, come quelle che hanno annunciato giorni fa il decesso di Farrell; o in un pettegolezzo, come quello che ha dato per cieca e mucida una giovine diva messicana. Finiscono nelle vignette dei magazirut che nessuno più sfoglia; nelle cartoline illustrate che nessuno compera più e che ritroveremo ancora par qualche tempo nelle fiere di paese. Finché verrà il macero, e non ■e ne parlerà più del tutto. Finiscono, se hanno un po' d'ingegno, per cambiar mestiere: per fare il direttore di spena, come il già vaghissimo Bonnard; o la direttrice d'inìtituts de beanti, come Fanny Ward. Finiscono, se invece ingegno non hanno, 0 neppure un po' di buon senso, a tirarsi per dispetto una rivoltellata alle tempia, come Claude France; o a languire di mal sottile, come Bar bara La Marr, che voleva conservarsi la linea. Finiscono spose, talvolta; ma generalmente un po' tardi per divorziare, com'è accaduto a Mae Murray e a Pola Negri : e allora ò una vera disgrazia. Nozze e suicidi; meteore e comete. Sunt lacrimae rerum. E ben di rado qualcuna torna all'onor del mondo: benché questo sia accaduto a Bebé Daniels, che a una certa età ei sentì atletica, e allora, come il forte innebriato del Manzoni, balzò dalle ceneri per rivivere nei filma sportivi. La quale avventura è accaduta anche a Bessie Love, non appena inventate le talkies. Già defunta per l'arte muta, resuscitò con l'avvento della parola: ed anzi in Brodway-Melody, che purtroppo gli Italiani non conosceranno, fu l'apoteosi. Che da quel giorno la piccola Bessie suol dire, in opta al proverbia, essere la parola d'oro e il silenzio d'argento. Come neppure e vero, rincalza allora il freddurista, che ■ una voce poco fa ». Ma generalmente, definitiva è la pace del sepolcreto. Nella stessa Francia, dove la giubilazione degli artisti è tardiva, e dove ia teoria di Einstein sulla relatività del tempo, se ha fatto strada, ò stato con le gambe di Cécile Sorti e di Mistinguett, le glorie cinematografiche crepano preste. A parte i suicidi — Max Linderche pure era Mas Linder, s'è ammazzato come Claude France — e a parte i trapassati, come quella Gaby Deslys favorita d'un re in esilio, "e regina dello schermo a sua volta, cuaorte privò di due corone — la schiera delle acomparse è lunga : da Marguerite De La Motte, che aucora in immagine ci sorride quando ci è rieTocato il Segno di Zorro, a SuzanneGrandais, l'arguta consolatrice atanti combattenti, ai quali apparivanegli straccetti di Gavroche.. Così laRussia ha perduto la Bara, la Pe trowa, la Nazimova — ricordate, la ballerina di Salone, la mima di Lanterna rossa! — nè si sa a chi sia stato commessa sugli schermi sovietici, dopo di love, la fiaccola del fascino slavo. E dov'è l'inglese Betty Bronson, che per tanti anni fu il piccolo Peter Pan? E la tedesca Eva May ? E il sasaone'Steinruch ? E Tsuru Aoki, la giapponcsina, fiorita all'ombra del grande Sessue Hayakawa? Domande oziose: poiché quasi non sappiam nulla neppure delle stelle tramontate nel nostro cielo. Sappiamo, di Ghione, che muore all'ospedale ; come sappiamo, di Capozzi, che per tirare innanzi recita il mistero della Passione o i drammi russi, facendosi crocifiggere tra due ladroni oppure in braccio alla signora Pavlova; come sappiamo, di Francesca Bertini, che sta tentando le sue rivincite, come Primo Camera, in terra francese. Ma chi sj. dire che se •tgitss fatto dei sorrisi romboidali di Vma Menichelli; o dei gesti archia;cuti di r)jana Karenne; o.'per rifar¬ ci anche più addietro, delle gesticolazioni della Hesperia, della Frascarelli, o di quella Vittorina Lepanto Eassata ormai alla storia, insieme alla attaglia omonima? Quanto a Lyda Borelli, la quale veramente ebbe uno stile, vediamo che qualche cosa di lei è rimasto, benché ella oggi sia moglie e mamma, nel cancellabile schermo : e se non altro, quella sua grazia stanca che appunto per essere inimitabile tutte cercarono d'imitare. Grazia decadente, gioia dei parodisti e degli umoristi, che però s'impresse nella retina e non fu più dimenticata: prova ch'ebbe ragione di vivere, FcsGnqMTcdèslpvvtacd •ia pure ri lievemente, su questa terra. Efimera nel vecchio mondo, la gloria cinematografica è addirittura stantanea di là dall'oceano, dove talvolta ha lo stesso abbaglio e la stessa durata d'una reclame luminosa di Broadway. Chi mi sa dire di adnogtNcFred Thompson, il centauro ameri- mcano, il domatore d'Irochesi e di bisonti? 0 di Einar Hansen, il Don Giovanni svedese? 0 di Frank Keenan, l'ebreo polacco? Parlatemi dunque di William Desmond, di Ken Maynard, di Earle Williams; di ldmlsTheodor Robert, lo scettico; di Fatty, jscrioè Ròscoe Arbuckle, il gaudente ; i tdi Thomas Meighan, del quale non si | è parlato più da quando s'è nnchiu-:lso nella famosa Casa del srlenzro. E cle donne? Tante e tante sono scom-;6parse, che ancora parevano tanto gio-,vani! Parlatemi di Enid Market, in-;svolata sui cavalli del Far West, con-.tesa da predoni poetici e brutali; di nficllcuDorothy Philips, apparsa un giorno sallo zenith nella costellazione di In-.vtoleraneé; di Elda Hall, triste e dol- ' ce come Lilian Gish; di Ruth Clifford, sana e fresca come Clara Bow, vero riso di fragola nel bosco ; di Bessie Barriscale, di Mary Miles, di Francesca Billington, di Ethel Clayton, di Mabel Normand, la fantaUUte indecifrabile; e di Viola Dana, e di May Allison ; e di Billie Burke, così patetica nel Triangolo ; e di Clara Kimball Young, così diafana nella Casa di vetro. Parlatemi di Dustin Faznum, che fu celebre in un solo film, Garrick, insieme a Winifred Éngston ; o di Betty Blythe, indimenticabile Regina di Saba (chi, al pari di lei, saprà mai salire i gradini d'un tronof) che sapeva sì oen nascondere gli occhi nelle palpebre; oppure di Luisa Glaum, che invece gli occhi suoi sapeva attizzare sì arditamente nella rude faccia aggressiva. Non ri par troppo poco, che di qualcuna che ci piacque resti solo la me- moria d'uno sguardo? Ahimè: l'abisso astrale inghiotte la stella passante, dopo la parabola di fuoco. A bea poche sarà dato, come a Bessie Love, di attaccarsi all'onda sonora delle italkies» per risalire il precipizio. E poi questa vita sarà ben fragile se dovrà restare at taccata a un filo di voce... può darsi ;nvece che un giorno, ?li lnnamorati dej Cinematografo, si do cid»no a inaugurare il jimitero delle 6t.ej^ morte. Offioierà quel mio giovine conega, Mino. Doletti, che non soi0 XI[ve libli gentili sulle dive dei]o Thermo, ma dedica loro sui gior nali lettere d'amore. Ecco il sàìmi- nel sapiU ermetica e tenebrosa dell* città, gireremo tutti i film» defunti, rivedremo tutti i volti che di vedere non c'è dato più. Dirà l'orazione, cioè il commento, il collega sensibile: e poi attaccherà l'orchestra, la quale sarà formata d'una ghironda, «'un clavicembalo, d'un «flauto diritto» del settecento e di una viola d'amore; e infine celebreremo insieme, quanti nostalgici siamo, la messa taciturna delle rievocazioni e dei rimpianti. Pronostico, e proposta. Non aspetto più che le vo sti-e adesioni. sta che „ vuoie. Quei gjorn0i velìo adatto, nell'aula più eri MARCO RAMPERTI. Gdcdtdlcccu.~flmivvactfztgtsrcartl

Luoghi citati: Bebé Daniels, Francia, Mae Murray