Una torre delle mura romane

Una torre delle mura romane Nuove scoperte in via Roma Una torre delle mura romane (La più antica cinta fortificata di To- | ,rino, cioè la cinta romana, ci era già ; pnata non soltanto per l'andamento ge-I , , , r , ,i nerale del suo percorso al completo, e lepcui le torri di rinforzo delle mura si se- lÌper l'eleganza e la grandiosità delle sue rWDorte ma ancora rjpr li regolarità con f.porte, ma ancora pei la regolarità con l'pW1PT7^^S£'JS; l"ÌSS'JLIÌSh™;1 tr^Pnin :agrande soddisfazione per gli archeolo-■ gì e per gli amatori quella avuta oggi, cnei presenti lavori di sterro, di vedere I S???"»^:: ^SSP"*^-.*1^?*^^?' !»luce, oltre alla cortina delle mura, ^.coperte ormai per un tratto consi- tectercvolc, la base (ment altro che la sbase, purtroppo) di una torre murale: tea seconda contando come prima la dtorre angolare presso via Maria Vit- sinappressare senza una cognizione ade-- tuata, o approssimativa, degli elementi tuconcomitanti. Comunque, essa costitui- dkcs una prova ulteriore della assoluta nesattezza del rilievi topografici fissati ti.in benemeriti archeologi torinesi del dsecolo scorso, Promis e DAndrade: :rnonché delle previsioni che conseguen- atemente ci eravamo permessi di avan- psiare da più di un mese, con il nostro | marticolo del 14 novembre scorso. |sEffettuata la liberazione sistematica |mefe! muro romano di cinta, conservato aEd altezze varie per assai lunghi tratti ^.sono ormai quaranta metri di muro pda'.la citata torre angolare, al filo della nvecchia via Roma; un altra quarantina s.li metri per U tratto opposto, e arri- juvando cosi in prossimità dell ingresso i ddella ex-Galleria Geisser (di fronte al ccaffo S. Carlo) e tornata alla luce, alla • profondità di tre metri dal piano atra- cnale moderno, una platea di muratura tmassiccia, di notevoli dimensioni e di t.•na sagoma decisamente regolare. La splatea, ridotta a una specie di impo- tnente gradino, dell altezza di cinquan- tta centimetri a un metro emerge net- lutamente fuori della fronte interna del dmuro romano, con la sua tìpica costi- ttuzione dl conglomerato di ciottoU dl;mnume, rifimto da filari di mattoni. Lai„j ,t ' . ; Psporgenza o aggetto interno del baluar- ,bdo, è di esatti metri tre e centimetri ; quaranta dalla verticale del muro, con ^uno degli spigoli tuttora in istato di,,perfetta conservazione. La sua lar-1 ^ghezza, meno facile a riconoscersi perjala mancanza del secondo spigolo spor-j mgente, può essere tuttavia calcolata in misura superiore al doppio della spor- genza. 'imLa funzione difensiva di una torre | gmurale è rivolta, naturalmente, non^jgià dnlla parte interna, ma verso le- 7sterno di un forte. Le torri di protezio- ; ne delle porte torinesi (come si yede;la Porta Palatina) prospettano infatti |fper intero verso l'esterno. Stupisce quindi, a tutta prima, che quella di cui | si parla graviti per intero dalla parte interna del muro. Le torri intermedie come questa, fra porta e porta, senza presentare alcuna deroga sostanziale all'accennato principio, offrono la sola caratteristica di inserirsi sul percorso del muro non semplicemente come una apDendice proiettata al di fuori, ma piuttosto come un ganglio nervoso che nslrbbdtssi inserisce a fondo nella massa taura- , ria. L'ampia base quadrata su cui pog- Fgiava la nostra torre, sporgeva per | ugual misura cosi all'interno come a> ; gl'esterno del muro, verso il fossato. E Upolche il muro, come si e potuto ora ! rcoattamente controllare, e di uno spes- j sore costante di metri due e trentacm- :Uque centimetri (cioè di otto piedi ro-;vmani), il lato della base quadrata della dterre, sporgente in ugual misura den- ntro e fuori del muro, si calcola dovesse 'pessere di metri 9,15 (cioè due volte ^metri 3,50, più lo spessore del muro), i Noi non abbiamo oggi alla vista al- ftro che una platea rettangolare di fon-;ldazione: la base della torre. E ciò ba- stante a ricavarne gli elementi essen- i ziali per la ricostruzione della torre? Col sussidio di altri elementi a disposi- { zione, riteniamo di sì. La base quadrata anzitutto non ci autorizza a rite- nere che si trattasse di una torre qua- -drata vera e propria. La elevazione delle torri in muratura sopra il basa- 'mento assumeva progressivamente fi- :gura poligonale regolare, arieggiente a distanza il tipo di una torre cilindrica. |In modo che la misura di metri nove] circa alla base non rappresenta altro the il diametro massimo esterno della torre. L'altezza, poi, delle torri era commisurata a quella del muro dl cin- ; ta, intorno al cui sviluppo in elevazione siamo pure scarsamente informati. Calcolando però sommariamente in me- tri nove il diametro base, ci pare che sia da escludere come altezza origina- a. massima del muro di cinta, una misura inferiore al doppio di quel dia- SVase: e cioè infe|ore a.un'alte. Iza approssimativa di metri diciotto, a partire dal piano stradale antico. Quanto allo sviluppo della torre, sor- montante certo l'altezza del muro, il calcolo già approssimativo, si fa anco- ra più aleatorio e difficile. Tenuto però conto della regolarità e della diligenza massima, nonché della sensibilità este- tica applicata dagli architetti romani anche in problemi del genere, e quasi certo che l'altezza delle torri, sia in piedi romani sia in metri, risultasse ancora una volta di una cifra multi- pla di tre. Non si va quindi lontano dal vero ricostruendo l'altezza della torre medesima come oscillante tra una cifra lueuuuiaav t 1f minima di metri ventuno, e una cifra massima di ventisette: cioè tre volteil diametro base. Questo dell'altezza originaria di mu-ra e torri, insieme ad altri attraenti problemi consimili, potrà essere studia- to e risolto tranquillamente, uno po' alla volta, con l'aiuto del materiale monumentale affine, offertoci ancora da varie parti del mondo romano. In tutta quanta la fronte del cantiere di via Roma, fra le parti di muro romano già1scoperte e le parti da scoprire a brevescadenza, si tratta ormai di un centi-naio di metri di muro romano restituì-to alla vista. Il problema più urgente^r^n^ore attualità e immediatez-e di maggiore irla, e senza dubbio quello che si riferì-sce alla sistemazione definitiva dell im-ponente rudero, in rapporto alle nuovecostruzioni imminenti. Al riguardo ciconsta che conversazioni cordiali eat-rappresentata dal dott.^ Piero Bar ocellie l'Istituto Nazionale immoDiuarerappresentato qui in Torino dallingMusso. Non dubit'amo che le iniziateconversazioni abbiano a sortire un esitoconveniente per tutti. G. BENDINELLI.

Persone citate: Piero Bar, Promis

Luoghi citati: Torino