Torino=Roma 3=2

Torino=Roma 3=2 IL BRILLANTE SUCCESSO DELL'UNDICI GRANATA Torino=Roma 3=2 Roma, 28 mattino. La partita, combattuta nel fango e quasi sempre sotto la pioggia, si ò conclusa con la vittoria dell'undici granata. Alla fine dell'incontro i giocatori del Torino, esultanti per l'insperato sirccesso, si sono abbracciati e baciati sul campo tra gli applausi della folla, la quale ha srogato il suo disappunto fischiando sonoramente la squadra e i dirigenti della Boina. La folla è stata ingiusta verso i giallo-rossi. L'aver ceduto contro la degna avversaria di oggi non menoma il prestigio della squadra della Roma, nè macchia il suo vessillo glorioso. La sconfitta non disonora il vinto. Tutto questo il pubblico — in un momento d'irritazione — lo ha dimenticato, ma bisogna che se ne ricordi più sovente, poiché (erte manifestazioni ostili colpiscono i giocatori che non hanno nè colpa uè peccato, quando più. forte è nvece la necessità di sorreggerli e incoraggiarli. La partila è stata drammatica nelle sue vicende e attraverso emozioni di ogni momento si è chiusa col trionfo della squadra che ha dato alle proprie azioni una maggiore consistenza tecnica. Si può dire che non ci sono state schermaglie inutilt I «granata» all'attacco ■La battaglia, accanitissima, è divampala al primo fischio dell'arbitro. Al secondo minuto Rossetti raccoglieva un un esatto passaggio di Lorini e scaraventava in rete Iti palla con mio di quei suoi tiri che hanno la potenza di una cannonata. Fin dalle prime battute si nota una diversa tattica di gioco; i granata sono tutti protesi all'attacco con Giudicelli a stretto contatto coi suoi avanti; ammirevole il comportamento di Libonatti, che imposta azioni di magnifica fattura basandole di preferenza su Cabrini e Bo più che su Rossetti c Lorini. Le mezze ali granata non svolgono — come è costume di molte squadre italiane — un esagerato gioco difensivo: esse ripiegano di quel tanto necessario per raccogliere palloni respinti dai compagni di retroguardia; comunque le discese granata sono eseguite da tutto il reparto attaccarne. Al contrario la Roma coi suoi interni — e specialmente Fasanelli — piuttosto arretrati, ha basato il suo gioco offensivo sulle ali e su Bernaitlini. Ne è derivato quindi un sistema più semplice, basato su allunghi in profondità e sulla velocità del suoi uomini di punta e mirante a cogliere il successo con azioni travolgenti e di sorpreso. Il Torino commise — sul principio — il grave errore di lasciare Bernardini presso che Incustodito. Giudicelli, sesto attaccante, ha voluto dire il primo e il secondo goal romanista; infatti i due punti giallo-rossi sono stati segnati, il primo, al 15' su azione personale di Bernardini, che soiprendeva i terzini avversari; il secondo, dopo tre minuti, da Ferrari, per esatto passaggio di Fulvio. \ questo momento l'undici granala accusato il colpo (si è notato infatti nelle sue file uh attimo di nervosismo subito sedato), riprendeva la lotta con maggiore prudenza; Giudicelli, richiamato d'urgenza in difesa, si poneva senz'altro alle costole di Bernardini, che fino allora era stato il cervello della linea attaccante, l'uomo in una parola più temibile e insidioso. Si accendeva quindi mi magnifico duello fra due grandi atleti, Bernardini e Giudicelli, duello protrattosi fino al termine dell'incontro con alterna vicenda. Le azioni giallo-rosse perdevano d'un subito l'estrema pericolosità del primo quarto d'ora; la difesa granata riprendeva organicità; lo schieramento per due volte consecutivo travolto dal robusto e pratico gioco degli attaccanti giallo rossi, riassumeva compattezza e fiducia in sè. Janni si opponeva con successo alle rare fuge di Costantino, Maitin NI iuuiiobilizzava quasi Chini assai male servilo dal pur buono Ferrari. Spiotta aveva un inizio scialbo e incerto; col procedere del gioco però cigli si andrà man mano riprendendo lino a terminare la partita con onore. Le due squadre alla pari Riorganizzata la. difesa, il Torino riprendeva a lottare con valore; il palloni: si spostava con rapidità da un campo all'altro. Contrariamente a quando si supponeva, il pallone è stato manovrato secondo i più puri dettami della tecnica: gioco raso terra e a mezza altezza; niente o quasi palloni volanti. Gli insegnamenti di Baar si stanno facendo sentire fra le righe rotnaniste. Dal Ifi.o al 31.o minuto è tutto un succedersi brillante di attacchi e di contrattacchi. Una centrata di Costantino viene ripresa di testa da Bernardini e spedita a Bosia, che para con facilito. Uria fuga del piccolo Bo termina a fallo di fondo. Un tiro di Cabrini viene deviato in a corner»; un'azione perfetta condotta da Libonatti, Cabrini, Bo; sul contrattacco Tornano, Bosia esce dalla porta e blocca, non si sa come, un tiro di Ferrari: al 28' un altro tiro di Cabrini trova Masetti sulla traiettoria della palla. Succede quindi un'azione Cabrini-Bo, terminata a fallo; risponde un'impetuosa discesa giallo-rossa condotta da Bernardini, il quale ha modo di piazzare un tiro assai forte; Bosia para e respinge. 11 pareggio di Libonatti scaturisce soltanto al 31.o minuto, subito dopa ima pregevole azione condotta dal tandem Rossetti-Lorini. E' ancora sulla sinistra che si snoda l'attacco granata. L'azione termina a fallo laterale. Su rimessa di Lorini, Roteiti scarta Carpi e allunga a Libonatti, ben piazzato davanti alla porta; questi senza un attimo di indugio scocca un tiro dall'alto in basso che rimbalza da sotto la traversa in rete. Negli ultimi 14 minuti del primo tempo le squadre non segneranno più. La Roma, tuttavia, poggiando il gioco di preferenza su Costantino, cerca di riaeciuffare il vantaggio e si notano in questo periodo un maggior numero di attacchi condotti dai giallo-rossi. Bosia è chiamato al lavoro al 33.0 minuto su tiro di Ferrari e al 38' ancona su tiro di quest'ultimo. Sul chiudere del primo tempo l'ottimo portiere del Torino si esibisce in una classica parata su un forte tiro di Costantino. Registriamo un « corner » contro il Torino al 40' senza esito; un tiro di Libonatti parato da Masetti; un tiro fuori bersaglio di Rossetti su passaggio di Lorini a conclusione di una discesa di Bo; un prezioso pallone offerto da Libonatti a Bossetti, che quest'ultimo sciupa tirando fuori e male. Il primo tempo terminava cosi con le due degne avversarie alla pari. In questo periodo erano stati tirati un « corner » contro il Torino e tre contro la Roma. Nel complesso nessuna delle due valorose contendenti aveva prevalso in campo; al più quadrato e preciso gioco dei granata aveva fatto riscontro una maggiore foga dei romanisti. Il secondo tempo si inizia mentre il sole riesce a far filtrare qualche raggio attraverso il grigio ammasso di nuvole. E' ancora il Torino che si getta animosamente all' attacco sorretto validamente dalla sua onnipresente me. diana. Si ha un'azione Bo-Lorini e subito dopo un o corner « contro la Roma; risposta giallo-rossa con fuga e tiro di Chini. In questo tempo l'ala sinistra della Roma viene utilizzata con più frequenza e gli attacchi pili pericolosi partiranno appunto da questo reparto della squadra romanista. Giudicelli è soiprendente. Mentre non tralascia di marcare strettamente Bernardini, che se lo" trova sempre tra i piedi, sospinge gli uomini all'attacco con allunghi precisi alle all e con esatti passaggi di preferenza a Libonatti. La superiorità granata si concreta subito, quasi improvvisamente, al quarto minuto di gioco. Il goal della vittoria Giudicelli si impadronisce della palla e passa a Cabrini, che supera D'Aquino e allunga a Bo; questi opera, un centro che viene ripreso da Libonatti elle a sua volta allunga in profondità a Lorini uno di quei suoi caratteristici palloni che spiazzano la difesa; l'ala sinistra invano ostacolata da Mnttei, rientra e scocca un tiro che Masetti non riesce a trattenere. E' il goal della vittoria- L'ombra della sconfitta risospinge i romanisti all'attacco incuorati dalla folla. Una discesa di Costantino, un tiro di Ferrari, che Bosia blocca con sorprendente agilità, un tiro di Libonatti caratterizzano questo momento. E' evidente nei granata la preoccupazione di difendere il. vantaggio conseguito; l'attacco in quest'ultimo periodo viene affidato a Bo, Libonatti e Lorini. Rossetti e Cabrini retrocedono in aiuto della difesa, che ha in Martin II il suo uomo migliore. La folla, rumoreggia e incoraggia a gran voce i suoi campioni, che attaccano insistentemente ma non passano. L'estrema difesa non si lascia travolgere e rompe inesorabile tutte le azioni del quintetto giallo-rosso. Qualche accenno al gioco rude viene subito represso con energia dall'arbitro, il quale concede sia al Torino che al Roma numerosi calci di punizione. La cronaca registra sette calci d'angolo tirati contro il Torino e uno contro la Roma; un pericolosissimo attacco giallo-rosso, partito da Cabrini, viene salvato da un intervento provvidenziale di Giudicelli. Un calcio di punizione tiralo da Bernardini al 20' dui limite d«rcrsctdtdsadtpGsgpCgomlcllmlgfpacLtffidòurrtcghczscpndhSIptntdclrcrlfttifieshpempèvsDacscctdbstnrpNBlGclMbpF dell'area di rigore viene deviato in « corner » da Spiotta, che si è ormai ripreso. Sono siate queste le più pericolose azioni per 1' incolumità della rete difesa da Bosia. Fino al termine della partita si assiste a un vano martellare dell'attacco giallo-rosso contro la forte difesa torinese. La grande prova del Torino I calciatori granata, scesi in campo decisi a lutto, hanno combattuto per tecnica, volontà e resistenza, una grande partita. 11 fatto di im terreno in pessime condizioni non ha impedito, come abbiamo detto in principio, il gioco di combinazioni che Libonatti, Rossetti e Cabrini hanno dimostrato di saper intrecciare con tanta precisione. Gli avanti granata hanno messo in mostra il loro alto valore e i tre goals segnati hanno costretto all'applauso il pur crucciato pubblico sportivo della Capitale. Libonatti. per nulla a disagio per le condizioni della giornata orribile, ha avuto tutto un seguito di momenti felici e ha messo in risalto le sue preclaro doti di condottiero. Anche Rossetti ha soddisfatto; Cabrini ha legato assai bene il suo gioco con quello di Bo ed è stato di aiuto efficace nel momenti risolutivi. Bo ha ceduto nella ripresa; il ragazzo è un finissimo giocatore allevato alla buona scuola e farà molta strada; Lorini, che rim piazzava Silano all'estrema sinistra, ha anche egli contribuito all' eccellente comportamento dell'attacco granata. La difesa granata, dai sostegni al por tiere, ha sostenuto invece tutta la difficilissima battaglia in modo magnifico. Spiotta, esordiente in prima squa. dra, ha avuto un brutto inizio, ma si ò poi bene ripreso. Martin 11 è stato un dominatore. I romani non hanno potuto marcare nessun punto scaturito da azioni reali specialmente per le entrate a tempo deciso e sicure di Martin II, che ha rotto con continuità insidiosa gli attacchi romanisti. Giudicelli non ha affatto sfigurato a confronto del centro della Nazionale Ferraris e, anzi, ha primeggiato in più di una occasione, mostrando al pu blico romano che in fatto di grandi giocatori gli importati brasiliani non devono invidiare nessuno. Janni e Martin III sono stati degni collaboratori di Giudicelli ed hanno giocato con accordo ammiratisSimo. Bosia non ha commesso errori. I romanisti hanno trovato nelle sue parate pronte e sicure e nella sua intuizione un ostacolo insuperabile. La Roma La Roma non possiede quella organicità di squadra che è invece caratteristica peculiare del Torino. La squadra giallo-rossa si è tuttavia battuta con indomito coraggio, supplendo con la volontà e con la foga alla superiosità tecnica dell'avversario. La mancanza di Volk ha costi etto Baar a porre Bernardini al comando della prima linea. Questo spostamento, se ha rafforzato e organicizzato il gioco dell'attacco, ha tuttavia indebolito il reparto di seconda linea. Ferraris IV cenilo mediano, non possiede le magnifiche qualità costruttiva di Bernardini e non ha saputo dare il tono alla sua squadra. La linea attaccante non ha avuto che uno scarso ausilio da parte di Ferraris. 1 laterali D'Acquino e Carpi hanno fatto del loro meglio, ma Ferraris non è all'altezza dei compagni. Dei cinque attaccanti il migliore si è rivelato Bernardini; dopo di questi va elogialo Chini, più insidioso di Costantino. Buona la prova di Ferrari. Dei terzini, Mattei i: stato superiore a Bodini, il quale ha commesso qualche errore di piazzamento. Ottimo Masetti. Con la vittoria odierna ottenuta sulcampo del Testacelo, il Torino pone con ben quotati titoli la sua candidatura alla conquista dell'agognato scudetto. Hanno assistilo alla partita dalla tribuna d'onore: S. E. Arpinali, Commissario del C.O.N.I.; s. F.. Riccardi- l'onorevole Garelli; il Prefetto Montuori; l'on. Delcroix; l'on. Baccarinl; il prof. Grattarola, Segretario ilei C O N.I.; il maestro Zanetti; l'Accademico' Bontempèlli; Bruno e Vittorio Mussolini. Le squadre, agli ordini dell'arbitro Guarnieri, che ha diretto riscontro con oculatezza ed energia, si sono allineate nella seguente formazione: TORINO: Bosia; Spinila, Martin II; Martin III, Giudicelli, .Ianni; Bo, Cabrini, Libonatti, Rossetti, Lorini. ROMA: Mosetti; Mattei, Bodini; Carpi, Ferraris, D'Acquino; Costantino, Fasanelil, Bernardini, Ferrari, Chini. F. MUZI pèeidf1cqngpqlmlsgcgtiivddpetadimmntlptdanpqdlgtutatsMslrdrsMmlctgAccu1dcnitanfsPztgdleztaespdnbsnrBtbMggMp