Il mancato attentato di Mosca ordito da un funzionario cecoslovacco?

Il mancato attentato di Mosca ordito da un funzionario cecoslovacco? Il mancato attentato di Mosca ordito da un funzionario cecoslovacco? Berlino, 28 mattino. Si hanno soltanto ora ampi particolari sull'attentato ordito nella capitale sovietica contro l'ambasciatore del Giappone, Hiroto, e all'ultimo momento denunziato da un impiegato della G.P.U. I particolari sono dati dall'agenzia Wolf che li riceve a sua volta dalla agenzia Tass di Mosca. La Tass narra che l'impiegato G., non altrimenti indicato dal Commissariato, a mezzo di un rapporto alla Amministrazione politica, 'comunicava di conoscere da tre anni un membro di una Legazione estera. Questa conoscenza nei primi tempi s'era messa unicamente su un erreno di un comune interesse per le antichità; più tardi però 11 suddetto signore, membro di una Legazione estera, ebbe a chiedere al G. informazioni sulle condizioni delle ferrovie sovietiche e fra l'altro anche sulla costruzione di nuove linee speciali; ai primi di dicembre, poi, queste conversazioni cominciarono ad aggirarsi quasi esclusivamente intorno alla questione della Manciuria. In una di osse improvvisamente fu fatto al G. un accenno al fatto che se a Mosca fosse per caso avvenuto un attentato contro l'Ambasciatore del Giappone presso l'Unione Sovietica, ciò avrebbe potuto provocare la guerra fra l'Unione Sovietica e il Giappone. Siccome il G. in un primo momento non badò e non reagi a questi accenni, il suo interlocutore, alcuni giorni dopo, riprese la conversazione sul conflitto nell'Estremo Oriente e cercò di persuadere il G. ad eseguire lui l'attentato. Nei susseguenti incontri l'interlocutore continuò a spiegare con insistenza che l'attentato doveva essere assolutamente eseguito. « Del resto, diceva, esso avrebbe potuto essere anche soltanto di natura' dimostrativa; non era assolutamente necessario di uccidere l'Ambasciatore. Sarebbero bastate anche due pallottole di una rivoltella arrugginita sui vetri della vettura dell'Ambasciatore per le vie di Mosca ». Data l'insistenza che il membro della Legazione estera dimostrava sull'argomento, il G. dice di aver compreso esattamente quali imprese avventurose contro l'Unione Sovietica si volessero provocare e per quale strana parte di provocatore di una guerra il suo conoscente volesse adoperarlo. « Considerato tutto ciò, concludeva il G., ho deciso di mettere l'Ammuaistrazione politica al corrente della faccenda ». Il Comissariato del Popolo per gli Affari Esteri, ricevuta la comunicazione, dopo aver esaminato alcune indicazioni della denunzia del G., ha senz'altro invitato il Capo della Legazione in questione a provocare immediatamente, nel più breve tempo possibile id richiamo in patria del funzionarlo in questione, il quale, godendo della immunità diplo»ii<iaea, non può essere portato davanti-ai tribunali sovietici. L'istanza del Governo sovietico è stata immediatamente accolta. Da un altro telegramma, poi, da Mosca risulta che il misterioso personaggio sarebbe il segretario della Legazione cecoslovacca a Mosca, Vanek. Il Ministro cecoslovacco Girza ha iniziato una inchiesta dalla quale perù risulterebbe che il dott. Vanek in una società privata avrebbe, si, parlato delle complicazioni eventuali che potrebbe provocare un eventuale attentato contro l'Ambasciatore del Giappone, ma pare che le parole da lui dette siano state assai male intese. Un altro telegramma dice anche che il Governo sovietico avrebbe intanto trattenuto in arresto il G.