La salma di Arnaldo Mussolini sepolta a Mercato Saraceno
La salma di Arnaldo Mussolini sepolta a Mercato Saraceno La salma di Arnaldo Mussolini sepolta a Mercato Saraceno Mercato Saraceno, 24 notte, isuArnaldo Mussolini riposa nella sua i coterra- siL'ultima veglia gliel'ha fatta Forlì, Igl'ultimo addio gliel'hanno dato le po-, Ppolazioni della valle del Savio; nella piccola' chiesa di Mercato Saraceno si doè schiusa la tomba sulla quale si è scconcluso il lungo pellegrinaggio | Sd'amore. Per l'estremo rito, il popolo di Forlì si era ancora stamane radunato sulle dpvie sulle piazze dove sarebbe passatoftail corteo. Dopo quella indimenticabile I di ieri, un'altra commossa manifesta- ! Gzione. Diù intima e niù sommessa. uni _.zione, più intima e più sommessa, un altro grande tributo di pianto; e men tre il popolo attendeva, nella Sala dei sodesMartiri alla Casa del Fascio si face- covano i preparativi per l'ultima par- ; Ptenza. Mons. Pasini ha celebrato la Messa funebre e subito dopo, alla presenza del Duce che era con donna Rachele e con i figli, dei familiari dell'Estinto, delle LL. EE. Ciano e Starace, di Sandro Giuliani, del dott. Barella e del dott. Rapetti, tutti e tre del « Popolo d'Italia », del Prefetto Dino Borri, degli on. Polverelli, Capo dell'Ufficio Stampa del Capo del Governo, e Fossa, commissario Federale di Forlì, dei Console Brandimarte, comandante l'82.a Legione « Benito Mussolini », di altre numerose autorità e personalità, deputati, senatori, podestà della provincia, la bara è stata per sempre serrata, e quindi, sollevata a spalle da dodici militi, è stata trasportata sul carro funebre, mentre una compagnia d'onore dell'll.o Fanteria rendeva gli onori e la trepida selva di bandiere e di gagliardetti si piegava salutando. La folla, a capo scoperto salutava romanamente. Sul gran silenzio s'alzava soltanto il ritmo del canto di « Giovinezza », fremente e guerriero. Nella Valle del Savio L'automobile del Capo del Governo ha aperto la marcia, seguita dal carro funebre e da altre quarantacinque macchine che portavano le autorità. Il corteo ha attraversato il corso Vittorio Emanuele fra due ali immense di popolo e si è avviato quindi verso Mercato Saraceno. Si apre lo scenario della campagna romagnola triste e solenne sotto il gran mantello di neve; ecco Ronco e Forlimpopoli: tutte le case sono state chiuse e le Camicie Nere, i Giovani fascisti, le organizzazioni sindacali, che erano stati mobilitati qui come in tutta la valle del Savio, sono schierati su due file, ai due margini della strada, con i gagliardetti abbrunati. Dietro, si assiepa la popolazione, uomini e donne, operai e contadini: si inchinano i gagliardetti; i fascisti, il popolo salutano chi col segno romano chi, più affettuosamente, col' gesto della mano, come tra fratelli. Ecco Cesena, tutta abbrunata e silenziosa, con tutta la sua gente per le strade. Ora il corteo passa davanti alla Scuola agraria, dove Arnaldo Mussolini, fu maestro amato: gli alunni si sono schierati davanti al bianco edificio e son tutti commossi, anche se virilmente stiano irrigiditi sull'attenti, salutando la bara. Per San Carlo di Roversano e per Borello, dove le donne hanno esposto cesti di fiori davanti alle case e candidi lini fasciati d'una striscia di sargia — antica usanza del contado romagnolo pei morti illustri —, il corteo si dirige verso Mercato Saraceno. H piccolo paese, conchiuso nella Valle del Savio, ai piedi delle colline, orgoglioso e commosso d'aver confidata la spoglia mortale di Arnaldo Mussolini, era in trepida attesa fin da stanotte. Il supremo distacco II corteo vi è giunto alle 11; l'automobile del Duce si è fermata davanti alla chiesa dove immediatamente è stata trasportata la bara, e deposta sul catafalco ricoperto del tricolore. Il Vescovo di Sarsina ha celebrato la Messa funebre. La piccola chiesa è gremita di fedeli. Chino leggermente il capo, il Duce non stacca gli occhi dalla bara, intorno alla quale si son poste le LL. EE. Ciano e Starace, gli on. Polverelli e Fossa, Sandro Giuliani, il dott. Barella, il dott. Rapetti. Un milite sorregge il glorioso gonfalone del Comitato centrale dei Fasci di combattimento. Questa è l'ora del supremo distacco, la più triste, la più angosciosa: si schiude la tomba scavata nel centro della navata. Amorosamente la bara viene sollevata e calata lievemente nel 'loculo; Starace e Fossa le gettano sopra il tricolore. Alto e solenne è il silenzio, solo interrotto da una lenta preghiera e dal singulto di chi non può trattenere l'impeto della commozione. L'ufficio triste è compiuto; una lastra di marmo ricopre la tomba: gli è stuto incìso il nome con le date di nascita e di morte. Egli è rimasto solo, tra l'amore della sua gente, per rivivere nel cuore e nella mente di tutti attraverso la Sua opera ed il Suo insegnamento. Ora, il Duce saluta ancora una volta, e severo e possente, nel Suo indicibile fraterno dolore, si avvia. Si avvia per la sua diritta strada, verso il suo grande destino, per la Patria degli italiani. ALFIO RUSSO. VmgosGt!zddlaNnpdrePsascVBcpdcnnlusbsdntpfcmnsdtRdAPmbiBirsArCsddgdgrdTMtKPpsGgnlcmM
Luoghi citati: Cesena, Forlimpopoli, Forlì, Mercato Saraceno, Sarsina
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