La sua pace

La sua pace La sua pace Da quando il suo figliuolo caro, suo sangue e suo orgoglio, se ne era andato, pareva veramente che qualcosa di Lui fosse morto e che la vita interiore avesse perduto un poco della sua potenza. Anche se parlava, colla pacata serenità che gli era volto dell'anima e costume di vita, delle cose più vive, delle speranze e delle ansie degli uomini talvolta troppo cattivi e delle cose assai spesso troppo misere d'innanzi alla vastità dello spirito che alitava sopra di esse, anche se pareva preso dalla vicenda tutta umana, affiorava sempre da allora un senso inespresso di ricerca ansiosa del mondo dove viveva ormai la sua creatura. E ovunque ricercava l'immagine adorata e cullava il suo dolore come fosse una creatura viva appena nata ma già tanto cara. La sua bontà prima sorridente e indulgente, s'era velata d'un'ombra di mestizia. Ma ancora dominava anche nella sofferenza come prima, nota predominante della sua anima cresciuta alla grande luce del Genio che illuminava la casa e la Nazione tutta. E sempre era stato buono. Se io ricerco nel tempo il primo incontro, lo rivedo sottotenente del 271 Fanteria marciare al mio fianco lungo le strade del Veneto di qua dal Piave, dopo l'invasione. Nelle lunghe interminabili marcie mi parlava del Comune ormai invaso dove aveva vissuta la Sua vicenda di segretario comunale, e già dentro la Sua anima affioravano i segni dell'amore e dello studio. E accennava con riserbo affettuoso al Fratello e alle sue lotte, che da tempo recavano l'impronta del leone, alle grandi ansie, alla ripresa degli spiriti. Ed io, fante, tutto preso nella vicenda quotidiana della guerra, sentivo nascere e vibrare nel suo spirito quella che poi sarebbe stata la passione della mia e della sua vita. L'ho rivisto, poi, combattente nelle giornate ansiose dal 17 al 20 giugno, a Cavriè, improvvisare una linea di resistenza coi Suoi fanti del Battaglione complementare. E più tardi ancora, dopo l'Armistizio, raccolta la Brigata Potenza a Vipacco, ho potuto sentire la sua anima fremere nell'aspettazione, mentre già si preparava attraverso il dolore la rinascita. Buono sempre, allora e dopo, ma non della bontà, debole e incerta, uniforme e incolore. No, una bontà fatta di comprensióne, ma di forza, con amore e con dolore, bontà che guardava all'essenza delle vicende e allo spirito dei gesti, che giudicava anche se indulgeva, che sapeva creare una dolce cara penombra di intimità spirituale intorno alla potenza e alla vicenda del Capo. Vivendo nella metropoli dell'industria e dei commerci, aveva dell'agricoltura e della terra nostra una comprensione e un amore che forse nascondevano un dolce sogno di ritorno patriarcale fra il solco e il casalingo casolare, o forse non erano che un ritorno alla vita campestre dell'infanzia. Nel periodo che sta fra il 1919 e il 1922 Egli è stato nell'ombra, artefice modesto e silenzioso, camerata affettuoso sempre, consigliere prezioso assai spesso. Assunto Mussolini al potere, Egli diventò il Direttore del « Popolo d'Italia », che era stato per anni l'arma poderosa della battaglia politica e polemica del Duce, la bandiera fiera e splendente del ngnenosdvt a 9 , r , l Fascismo e della Rivoluzione in marcia. Molti tremarono per Lui, che l'eredità era pesante e grave la responsabilità. E invece Arnaldo aveva a poco a poco dispiegate le ali del suo ingegno umanistico e italico e la sua prosa si era andata a mano a mano affinando e potenziando così che ogni avvenimento di questa nostra inesorabile Rivoluzione, che da anni marcia e si rinnova, trovava nelle pagine del « Popolo d'Italia » i commenti e le illustrazioni fatti di sintesi e di proiezioni nel tempo. Negli ultimi anni, quelli che stanno fra il VI e il X, il suo animo, che gli eventi avevano maturato, aveva trovato nello stile la su espressione migliore. E ognuno di noi ritrovava così nelle sue note, tanto chiare e tanto dense di pensiero e di spirito Fascista, un modello pregiato e sicuro perchè egli aveva della Rivoluzione e del Fascismo concezioni vivide e nette con la sensibilità squisita delle necessità e delle mète. Ora egli ha raggiunto il suo Figliuolo caro, lassù, nel cielo. Forse solo ora ha ritrovato la piena pace dello spirito che per mesi, dopo lo strazio del distacco, aveva invano cercato e che solo attraverso la fede nell'ai di là aveva intravisto come sollievo e conforto all'infinito dolore. Il dramma del padre si è concluso; nasce purtroppo quello della famiglia e del Fratello, il Duce nostro, più solo oggi di fronte al grande sublime destino. A Lui, per il nuovo dolore, dobbiamo oggi, come offerta, un più grande comprensivo amore. AUGUSTO TURATI. La fine improvvisa Milano, 21. Arnaldo Mussolini è morto. 11 Direttore del Popolo d'Italia, verso le ore 13, mentre saliva in auto mobile per rincasare, è stato colpito da un attacco al cuore. Tras portato alla guardia medica è spi rato. La notizia della morte di Arnaldo Mussolini è cominciata a diffondersi in città verso le 15. Non fu creduta; pareva una notizia impossibile: troppo straziante ed inumana. Tristamente, ingiustamente, era vera! Arnaldo Mussolini era spirato presso che di improvviso nell'ambulanza medica, di via Paolo Sarpi. Arnaldo Mussolini era uscito di casa, in via Massena 13, cinque, minuti prima delle 13 ed aveva preso posto nella propria automobile con la moglie Donna. Augusta Bondanini, la. figlia Rosina, il fratello della moglie Vittorio Bondanini e la sorella Edvige Mancini. Allo chauffeur, Carlo Zinelli, che teneva al suo servizio da parecchi anni, disse di indirizzarsi alla stazione dove la signora Mancini doveva partire per Bologna. Il Direttore del Popolo d'Italia era piuttosto pallido, mostrava gli occhi incavati, ma nel breve tragitto si sforzò di essere sorridente anche per non rattristare il congedo con. la cognata. Alla stazione affettuosi e cordiali furono i saluti. Il dott. Arnaldo con i familiari, si portò sotto la tettoia e restò accanto alla vettura, in cui Donna Edvige Mancini aveva preso posto, finché il treno non cominciò a muoversi. Uscendo dalla stazione, egli sedette nell'interno della inocchino con la signora e la figlia, mentre il cognato Bondanini si allogava all'esterno, accanto allo chauffeur. A costui diede ordine di ritornare a casa, dove avrebbe lasciato ì congiunti, per recarsi poi senza indugio al suo posto di lavoro al giornale, nella sede del quale si era indugiato anche nella mattinata lavorando c ricevendo varie personalità, tra le quali l'on. Razza, con il quale ebbe un lungo colloquio in meritò a diversi problemi agrari tra i più attuali. Giunta la vettura sui bastione di Porta Garibaldi, nei pressi dei Bagni pubblici, lo chauffeur udì picchiare affannosamente il vetro. Il signor Bondanini si voltò e scorse Donna Mussolini con il volto angosciato fare segno di arrestare: la macchina fu fermata in un breve spazio; il signor Bondanini scese precipitosamente ed aprì lo sportello: il dottor Arnaldo Mussolini era stato colto da un repentino malore e, in un angolo di fondo della vettura, pareva inerte, dissanguato. Lia signora e la figlia cercava¬ nlsesiasimdmpfleisnrccapiaueBpgvsddvrssa i i r o n ò a o e i e l i i i e r a e u r d o o ¬ no con parole dolci, ma straziate dall'ansia, di scuoterlo e rincuorarlo: la signora tremava tutta, balbettava: ella poco prima aveva veduto l'illustre ed amato consorte ripiegarsi di improvviso; come in uno spasimo egli aveva alzato un attimo la mano quasi volesse afferrarsi ad un appoggio invisibile ed era ricaduto quindi immobile. Non v'era un minuto da perdere, bisognava correre alla Guardia medica più prossima per ottenere i primi soccorsi e cosi, in un baleno, fu fatto. Gli inutili soccorsi La macchina si indirizzò veloce alla Guardia medica, dì via Paolo Sarpi e penetrò nel cortile: uscivano subito i medici di servizio dott. Beati, Visconti e Mazzulli, ed il sofferente veniva trasportato a braccia, con l'amorosità maggiore, nella sala di medicazione. Si comprese subito che le condizioni del dott. Mussolini erano allarmanti. Il dott. Visconti cercò, pertanto, di rianimarlo con una forte iniezione eccitante, ma non nascose al cognato Bondanini che un pericolo, un grave indomabile pericolo, poteva essere imminente. Fu allora che il Bondanini, accortamente, si preoccupò di allontanare la signora e la figlia Rosina, che ad ogni costo volevano rimanere nella sala di medicasione accanto al loro caro, chiamandolo ed invocandolo teneramente. Fu detto loro che il male poteva essere vinto. Si volle mentire con ostinate bugie per deciderle a rincasare e si riuscì dopo qualche sforzo. Lo stesso signor Bondanini risalì nella vettura e le riaccompagnò entrambe in via Massena. Però il figlio Vito, che pure l'illustre Scomparso adorava, che a casa attendeva la madre, quasi con violenza sali nella macchina per ritornare con lo zio alla Guardia medica, vicino al padre. « Starà meglio, starà meglio > ripeteva al giovane diciassettenne il signor Bondanini per alleviare il suo tormento, per impedirgli che ripetesse tra le lacrime: « Papà, papà». Ma il « papà », il grande ed illustre Papà, nel frattempo, sul iettino candido della Guardia medica, era spirato. Il figlio Vito lo trovò già rigido, gli occhi chiusi, cereo e già composto nell'eternità. Si lanciò sulla salma del babbo, abbracciandola e baciandola sul volto disfatto, invocandolo tra i singhiozzi disperatamente; fu giocoforza afferrarlo pietosamente e trascinarlo fuori, ma U suo grido continuava a giungere nella cameretta di dolore: «Papà, il mio papà ». L'atte di morte è stato redatto dal dott. Visconti, il quale, come causale del decesso ha messo: «paralisi cardiaca, per angina pectoris » La morte era avvenuta alle 13,35 precise. Sono state tosto avvertite le Autorità ed alla Guardia medica di via Paolo Sarpi sono subito accorsi, costerna-fissimi, il Prefetto gr. uff. Farnaciari, il Questore prof. Bruno, il Podestà Duca Marcello Visconti di Modronc ed i due Vice-Podestà, il Preside della Provincia Jenner Maialoni, il sen. De Capitani, il console Chiappe, il dott. Binda c moltissimi altri. * La Camera ardente La spoglia è stata subito avvolta nella bandiera tricolore e ricoperta di fiori. La notizia, giunta al Popolo d'Italia, ha gettato nella costernazione e nel più profondo dolore i fedelissimi compagni di lavoro di Arnaldo Mussolini, che hanno subito avvertito di volere il tristo ed onorifico privilegio di comporre essi la salma amatissima e di rivestirla della camicia nera, per trasportarla alla sede del giornale, dove, intanto, veniva apprestatala camera ardente. Sono giunti, tra il continuo affluire di personalità della Milizia e del Partito, i gagliardetti del Popolo d'Italia e del Gruppo Sciesa, portati da Giovani Fascisti, che hanno montato la guardia d'onore alla salma. Verso le ore 16 si procedette alla vestizione della salma. A questa pietosa funzione si prestavano appunto, con devozione filiare, i redattori del Popolo d'Italia e. l'amico pernottale dott. Ambrogio Binda, il quale, come aveva composto la salma del fialiolo adorato di Arnaldo, volle ancora essere tra coloro che componevano la salma del padre. Mentre questo avveniva, nella piccola camera ardente, la folla di Autorità continuava ad affluire. Tra i primi accorsi, il console Sansoni, il generale Piet.i, il gr. uff. Giulio Barella, direttore amministrativo del Popolo d'Italia, Giancapo, il comm. Varenna tinche per fon. Farinacci partito immediatamente da. Cremona alla volta di Milano, Aldo Sorelli, direttore del Corriere della Sera, Valentino Piccoli, il prof. Pollini, Paolo Monelli, Enrico Letti del Sindacato Gior,nalisti. Giungevano anche un Corpo di re\ligiosi della Santissima Trinità ed un frate del convento di via Massena. La benedizione fu impartita da Padre Facchinetti, particolarmente caro all'estinto, e che compi il sacro rito con gli occhi inumiditi, recitando le preci di suffragio. Presentimento angoscioso Il dott. Binda, che era medico curante oltreché fraterno amico di Arnaldo Mussolini, ha rilevato fra le lacrime che l'altro giorno, parlando con lui, il Direttore del Popolo d'Italia, aveva rievocato il suo diletto Sandro \e gli aveva detto, come in un presen-\ umento, pieno di angoscia e di dol- tcezza al tettifio stesso: 4:Me lo sentoIsvicino»; nè le parole di conforto del-\ l'amico erano giovate a placare quel'nsuo terribile, acerbo, inguaribile do-\nlare. !'Altri ha ricordato la visita compiu-\Pta ieri da S. E. Starace al Popolo d'Italia e le pievi/'; con le quali il dott. Arnaldo Mussolini, salutando il Segretario del Partito, aveva ricordato il figlio scomparso. « Camerata ed amico Starace — egli aveva detto, — tri hai visto sfilare un momento prima i Giovani Fascisti di Milano ed hai accolto il giuramento al Duce della bella legioni: « Giulio Cesare > dove il patto di morte precede lo spirito e lanima del mio figliolo >. E S. E. Starace, nella sua risposta ovetv: pure avuto un accenno commosso a quella siterà memoria: « Ho visto sfilare 1 giovani, Arnaldo Mussolini, ed ho pensato al tuo figliolo, ed ho pensato che il tuo figliolo ap\parlicne, alla categoria di coloro che sono predestinati a giovare, anche quando più non sono. I Giovani Fascisti, velia memoria sacra del tuo figliolo, vedono 101 esempio. Noi gerarchi vediamo in lui una fiaccola con la quale, riscaldare sempre lo spirito ed il cuore det giorani ■*>. Il dott. Amatilo Mussolini non aveva mal accusato disturbi di qualche importanza nella funzione cardiaca; fu soltanto quindici giorni or sono r«vlelbrfsi"saittirPvCdmPdfmentre si trovava a Roma ed assiste-\sva con il fratello ad una proiezione]mcinematografica-, che. sì senti oppres-ieso e provò un malessere che lo feceìlPvdfsubito pensare trattarsi di male cardiaco. Fu costretto, anzi, ad abbandonare la sala e, accompagnato all'albergo, passò la notte alquanto agitato; però, la mattina seguente, egli apparve- rinfrancato e pensò allora che il male della sera precedente fosse stato causato dalla greve atmosfe\ra della sala. Però in questi giorni era alquanto depresso e, particolarmente, il ricordo reso più vivo nei discorsi di ieri, ilei figliolo scomparso, gli produceva un'angoscia che non era soltanto morale, ma evidentemente anche patologica. Fu visitato tempo fa dal prof. Pez- adsdits1dszi, ma questi non riscontrò fenomeni .Rcardiaci importanti che potessero co-\munque destati grave preoccupazio-\ne. Il dott. Binda lo curava da qual-\che tempo per un eczema diffuso. Certo, come dicevano, le estreme ffr tiche debbono aver prodotto un tntenso logorio delle sue energie. Il dott. Arnaldo Mussolini era ritor nato ieri mattina da Roma e, ciò nonostante, volle essere presente a tutte 'e cerimonie della giornata, assistendo P?rsino per più di un'ora con quell'a- ria frizzante al match svoltosi fra la « Ambrosiana > e la « Roma ». Tuttavia non accusò neppure una volta dolore o stanchezza; si mantenne fiero e forte. Ma ritorniamo alla triste cronaca. La tragica realtà fu comunicata alla disgraziata famiglia dal dott. Am-\bragia Binda. Madre e figlia si gctta-\rono nelle braccia l'ima dell'altra,'fondendo loro lagrime. La signora svenne. La signora Binda, sua amica\intima, aiutata anche da numerosi ac"oi si, prestò le prime, cure alla sconsolata che a stento si riebbe. Attorno all'angosciata si sono poi stretti tutti i parenti. Alle ore 16 la salma, veniva tolta dal tettuccio e dejwsta sul catafalco che, trasportato a braccia da. Aldo BorelU, iall'ing. Carla, da Miserocrhi, diretto- re dello stabilimento tipografico del Popolo d'Italia, e da Jenner Mata1oni,veniva collocato sulla barella della Croce Rosso che fra due ali reverentldi popolo commosso si aviiava lenta-mente verso via Lovanio alla sede del Popolo d'Italia, a quello che è, comedisse ieri Achille Starace, la grande fucina dove il pensiero si concreta esì nobilita fascisticamente. Frattanto ]motti portoni delle case cittadine siierano chiusi in segno di lutto e in Gal-leria fu un accorrere agli uffici délPopolo d'Italia dove venivano improvvisati registri che cominciarono immediatamente a coprirsi di firme. La notizia giungeva poi come un fulmine nelle aule giudiziarie. Appena avutane conferma, tanto non ci si rre-d'era, it Presidente della Corte d'Assi-se e i Presidenti delle varie sezioni del Tribunale e della Corte d'Appelloimmediotamenfe sospewderano i dibat-timenti in segno di lutto. Il corteo doloroso, imponente nella sua improvvisazione, giungeva alle ore16.30 davanti all'ingresso del Popolod'Italia. Qui la Salma veniva dai Fa-scisti tolta dalla barella della Croce .Rossa, avvolta ancora nel tricolore e\lentamente portata in un salone al\primo piano in attesa che la camera\ardente fosse preparata. Frattanto al Popolo d'Italia erano »7>»nte personalità da ogni dove o per Saver notizie o per partecipare al lutto Sincredibile. Si erano adunati i senatori sPuricelli, Venino, Borletti, gli on. Ciar- clantini, Peverelli, il Segretario Fede- prate Console Bruna, il Console generale cdella Milizia. Preti, il vice-Padusta ing. PDorici, il Console Chiappe, il gr. uff. tavv. Sileno Fabbri, il gr. uff. Melchior-fre Valenti, Armando Falconi, il cav. Adamo, Segretario del Sindacato agricoltori, il rag. comm. Ghezzi, presidente dell'Umanitaria, il comm. Oreste Bonomi del Direttorio Fascista, il cav. uff. Fraccari, l'ing. comm. Azzimonti, il dott. Andrea Ippolito, Segretario fe-tderale del GUF, il comm. Giammarco'nVezzoli della. Sciesa, il sig. Silvestri del\nu■nDirettorio federale degli artigiani, il cav. Rino Parenti Segretario provinciale del Dopolavoro, il comm. Adolfo Serbolonghi, il dott. Errico Cajumi, Adolfo Cotronei, ecc. Gli stessi redattori del Popolo d'Italia, con a capo il comm. Saìidro Giù fsnaldo Mussolini trascorse tante ore di'nintenso lavoro, dove forgiò e bandì sle idee di tante battaglie; studio ali'.Gquoie era affezionato, fucina che egliìsstesso aveva provveduto aa arredare] con semplicità ma anche con ricordi ae o - tpucsvpfmliam redattore capo, che versava mimuno stato di desolazione impressio-'snante, vollero allestire la camera ar-'" dente e con opportuno e significativo pensiero sceglievano il salone dove Ar¬ ddi singolare significato di lotte e di affetti. La guardia d'onore alla salma La grande lampada di mezzo, una raggiera a sei lampadine, venne av-'volta in un velo nero, ma lo studio,'nella disposizione delle librerie, dei Squadri, ecc. fu pressoché lasciato in- tatto rome nella mattinata Arnaldo;Mussolini lo aveva per l'ultima voi- ìta riveduto. Al loro posto sono rimaste &la grande fotografia del Duce da «Clato e auella di Sandro Muiml-ini dnl-laio e quella ai aanaro Mussolini dat-,taltro e nella eormeedi questa fu po;\sto un grosso mazzo di garofani. Negh\angoli furono collocate piante di gia-\cinti nel mezzo, al posto del vasto\tavolo nero e massiccio, è stato messo amo' di catafalco un letto basso si-mite a un letto da campo ricoperto di\un drappo di velluto nero con frangia;™„___j „, ,„,„, ' , a oro. Dinanzi al catafalco ancora n- manganale immagini colorate del *Jire e della madre. Tutto intorno, nel-ile scansie, le file dei libri, e negli an-\ gali di fondo due alte piante di sempreverdi che coprono quasi interamente la vetrata che sporge su via Lovanio. La salma di Arnaldo Mussolini è stata portata nello studio verso le lo sulle braccia dei suoi redattori e di altri fascisti singhiozzanti. Il Fratello del Duce è stato composto con le braccia lungo il corpo, il capo rialzato da un cuscino di velluto e col busto ricoperto del gagliardetto nero del grup Idel cuscino Subito sono montati di guardia quattro Militi della 24.a Legione armati po del Popolo d'Italia sul quale spicca'in oro il Fascio Littorio. Un fascio digiacinti e uno di rose spuntano ai lati\di moschetto. Ai lati in scolta d'onore 1 ... ... , , 1 gloriosi gagliardetti laceri della Fé- aerazione e del Fascio aiq,uiliviaviasi aggiunsero a decine 1 gagliarde!ti tricolon , . , , , In via Lo vanto sullingresso del glo-rioso giornale, il servi za d'ordine ve-niva assunto dagli Avanguardisti del Gruppo Sciesa e dai Militi del GUF.Due albume per visitatori venivanocollocati nell'atrio e la prima firma è _„.._ j-, „ a o . -\di fiori, sicché la camera ardente veni-\ra trasformata in breve tempo in una ,'serra di rose, garofani, crisantemi. Nei a corridoi i visitatori in attesa stavano a\"'r.ti assorti nel grande dolore e speso i l e, U, - Resta. Il servizio d'onore per visitareel ta Salma, veniva affidato al comm.i,<Ca,io Ral'asto, direttore del Popolo dia Lombardia, che dirige e regola l'cnor-tl,"w affluenza. -ì Fra : primi ammessi nella camerael ordente sono stati 8. E il sen. Rai-e'.™0""*- law}- ("rl° Aphél, mce-Presi-e dente deliri Provincia di Roma, il dottVe\^ansto Ravasio, il dott. Barone dellaetaia quella del Comandante del Corpo d'Armata yen. Peris, e subito comLdavo il lento, mesto, interminabile pel-legrinaggio. Molti e molti, e in epe-dal moda le signore, recavano mazziso avvicinavano i colleghi del giornale j r, , • della Rivelazione per esprimere paro-le di conforto. JDalie 16 itile 20 il primo turno di guardia d onore e stato assunto, ae- canto alta venerata Salma, dall'on. Pratico Ciarlantxni, dall'on. Malatestà, dal maestro Alceo Toni e dal collegao Croce Rossa, avelie per il Consiglio, si1'0"- Oorìni per i Mutilati. Umberti l-\Pacett"' PHwto Segretario del Fascic éljd* Milano, il gen. Santini, comandant- ven a la Dilistone, l'on, Arrigo Solmi. Il dolore di S. E. Starace Alle ore 18,20 giungeva alla sede del Popolo d'Italia, proveniente dae-jToriMo, il Segretario del Partito S. E.i-\stara.cc, accompagnato da S. E. itni Prefetto, dal Segretario Federale, dalo'Comandante il l.o Raggruppamentot-.delle Camicie Nere, luogotenente ge- |»ier«te Cori ni, e dal Comandante tea Legioni lombarde, generale Preti. Eglie.si recava subito nella camera arden-oltc dove, salutando romanamente, si èa-\soffermato alcuni minuti dinanzi attoce Salma in profondo raccoglimento. Sule volto del Segretario dei Partito comeal degli altri presenti erano manifesti ia segni della più viva commozione. I Alle ore 13,40 giungeva pure S. E.o;rArciuescoL>o di Milano, Cardinale Schuster, ricevuto dal redattore-capo Sandro Giuliani e dalle Autorità pre senti. L'eminente Porporato si è re cato alla camera ardente ed ha im partito la benedizione alla Salma re citando sommessamente preghiere, Poi si ò avvicinato alla Salma e, toh tosi dal polso un rosario col Crocifisso, lo ha deposto sul petto dell'Estin- to: e Di fronte al mistero della morte 'noi altri uomini non la possiamo ed io \non posso che interporre tra Dio ed un'anima le mie preghiere: c quindi ■n,.f>til,o.A ... .. t.-i . fici e pure su parecchie case private. Il Presepe della Stampa è stato subito chiuso e sono stati chiusi i va'ni locali di divertimento. L'album po sto negli uffici del Popolo d'Italia in i'.Galleria verso sera dovette:- essere seìstituito perche aia colmo di firme ] Intanto la gente si allineava e si accalcava ali ingresso per non ri' ■- to. Rivolgendosi all'on. Starace ed a' presenti il Cardinale ha detto: * Era un'anima retta. Quando'ho avuto occasione di incontrarlo ho sempre riscontrato in lui un uomo di cuore. Ci volevamo bene-,. Ed ha poi soggiun- pregherò per lui ». Tutta Milano veglia Secondo gli ordini del Podestà, alle finestre dì tutti gli edifici pubblici comunali è stata esposta la bandiera-, ima sul tramonto vessilli abbrunati 'sono apparsi anche sm.molti altri edi'" dore l'omaggio. Anche questo dica lo sconfinato amore dei milanesi per l'Uomo che non è più. Alle 20 pel secondo turno di scolta 'd'onore alla Salma venivano scelti altri ''redattori del giornale; Mignani, Siranì, Scuderi r. Poli. Ma una guardia d'ano- 'je è volontariamente assunta anche nei ;ìw/* ^"i1', ,s""°f scalone, anche aU ìt^^^L^f^.1? 2*1 DuctP\m &2H£*£i?' UUtl 1 Gruppi' MlUti- «C*^1? si ammassano «ih» qK e aostano l,er delle mezz'ore inte,re pure sapend0 che non potranno ar_ \rivare fino\lla salmcL Non h\ìoro omaggi0i n ìoro a//ettot057%" -\sono ma0es'tare awh^"eost DelZ- o\ato ben si Q dire c} o „ stanoJe iesolat £ Sii" -naldo Mussolini tutta ^ , i\anche se non ^esce jun££T'r,. a;„ T . " „,, y„ • <* via Lovanio dove Arnaldo Mussai- - .• , ., J£2£I& ® Z&g2tt7l&£ -i -\ è o i o a di dolcissima serenità. La visita di Augusto Turati Fra i primi visitatori fu S. E. Augusto Turati, arrivato da Torino verso le 19. L'ex-Segretario del Partito fu ricevuto alla sede del Popolo d'Italia dal comm. Sandro Giuliani, dal qualefu accompagnato nella camera ardente. S. E. Turati è rimasto davanti alla salma alcuni minuti dritto, immobile, a stento dissimulando la sua profonda emozione. Poi, nei locali del Popolo. IS. E. Turati si è incontrato con S. E. i a't',„ ' i^race e ,ha ^«fo <7«j»tf> ^ sede i\del„ ^ornale, ossequiato dai presenti. Il Podestà ha inviato al Capo del Governo il seguente telegramma: « Milane piange oggi il grande Scom- e 1*™™^°^ ™,ònmr£»«r«e oC.UOre igenerofio in ojrni auo momento tu suo - Statore e guida. All'È. V giunga a\ente Den^ero d„ cl^df£2l! i l mìIanese ehe saluU romanaa»entete i^dafrSo0:^ sco™r- so e dal suo spinto eletto t^ae confor* -\t- -,,,-„„' „„„ «„_„ . <-unl°r* -\l° P*f ?" T a,Tma fascl- el modS> angoscia. visconti di F.-,1 »t„„' ' o1 "'f* TT cono*ce, Pcr, è *° r'amrda onoranze funebri che certo riusciranno una solenne e. con- o di ia ei o se> t _.*:„:„ „™„ni\,f„ „i r> A m.I Ltt UUlUld lUillUUiLdld Ul L'IICc di! r-\ Roma, 21 notte. ! fi Duce ha appreso la notizia dei- a la morie del fratello n Palazzo Voi-', nc:ia. La dolorosa comunicazione i-\ _,: £, . f f , g p -, tV'1' ° ~f J? lJa ?• *■ "/onte a'.Ciaiwdi CorteUazzo. Il Duce ha ab¬ o ^ ""^l'™"0. "na "olc:1"" e L?"** prestazione di dolore l-\C°^Tmezzagiorna di domani pree-\steranno servizio d'onore gli ufficiai, zi]e , mim della ragiona «Giulio Otoo- re», mentre resteranno in permanenza e senza turno gli appai tenenti alla « Scuola Mistica Fascista, Italico Sandro Mussolini ^ Fra gli innumerevoli telegrammi e ,£.„„„;„ i.- lr; . . ' ,.' u'nn" fScuola di Mistica Fascista Italico Sano-,lia vi sml0 qtwlli di Ferdinando9*iGaJvola cwlh, di Torino dt paiberto di di Savoia Duca di Genova, del Ministro e- De Bono, dell'oli. Federzoni, déll'on n. Ghriati, del card. Schuster, del comm. à, Panni, da Buenos Aires, tee. a, o, i c - Inacciaio il conte Ciano chinando il rapo sulla spalla di lìti. Subito dopo il Duce è rientrato a Villa Torlonia. I! lutto di Roma La notizia della Roma, 21 notte, norte di Arnaldo e ai Mussolini è giunta improvvisa nella E. Capitale, recata da una comunicazione it;telefonica dslla Prefettura di Milano, al,ai Ministero dell'Interno. to II Capo del Governo aveva trascore- so, come è solito, una mattinata labote' riosissima e aveva lasciato Palazzo li1 Venezia poco dopo le 13.30. A Villa n->Torlonia si era brevemente trattenuto èlper la colazione, uscendo poi subito to!in automobile, insieme ai figli. Perciò ul non ó stato possibili» informare subito me .il Duce del doloroso evento. 3. E. Ar il pinati metteva subito a conoscenza jdella notizia il Ministro Ciano, E. I Intanto, per evitare che il Capo del le.Governo apprendesse il triste annun-