Adunate congressi e cerimonie patriottiche

Adunate congressi e cerimonie patriottiche Adunate congressi e cerimonie patriottiche e o e ee, o t l o e , o Augusto Turati presenzia a Brescia il convegno dei dirigenti dei Balilla Brescia, 14 mattino. Ieri Augusto Turati ha presenziato al Convegno annuale ilei dirigenti dell'Opera Nazionale Balilla della città e della Provincia, dei Presidenti dei Comitati comunali e dei Segretari della istituzione che raccoglie nel suoi ranghi 54.000 organizzali. Intorno ai Console Bastianon, Presividente del Comitato provinciale dell'O pera, erano tutti i suoi collaboratori inacerne con le dirigenti dell'organizzazione femminile la cui adunata si è svolta contemporaneamente data Taf- o o - - , o a fi Porga ai dirigenti e organizzatori del movimento giovanile di codesta Provincia il mio cordiale affettuoso saluto. Sono certo che ai nobili propositi che oggi saranno riaffermati farà seguito una più intensa e decisa azione in modo che l'inquadramento totalitario della gioventù voluto dal Duce si concreti nell'anno X ouale realtà viva e feconda. Alala. — Ricci ». E' seguita la relazione del Presidente del Comitato provinciale, e quindi Augusto Turati ha esposto gli scopi e lo spirito del convegno, la grande e basilare importanza che il Regime fascista assegna alla preparazione delle giovani generazioni, preparazione che ha i suoi capisaldi nella disciplina, nell'amore per la famiglia e per la Patria, nello spirito di nazionalità, alimentando sovrattutto la fede nella grandezza finità della funzione educativa delle donne fasciste con quella dei dirigenti dell'Opera Nazionale Balilla. Erano presenti: il Prefetto gr. uff. Solmt, il Vice-Podestà ing. Spada, il Segretario federale comm. Dugnani, l'on. Porro Savolùi Preside della Provincia, l'óno- revole Gibertini, l'on. Giarratana, i Capi della Magistratura, i Comandanti del Presidio e della Milizia nello sue varie specializzazioni, i Capi degli Isti tuti medi con il Corpo insegnante. Pre stavano servizio reparti di Avanguardisti con fanfara, le Giovani e Piccole Italiane, e i Balilla con gagliardetto Il convegno si è tenuto nel salone del Palazzo comunale della Loggia, dove Augusto Turati è entrato insieme con le autorità alle 10,30, salutato da una vibrante dimostrazione. Si è data subito lettura del seguente telegramma inviato da S. E. Ricci, presidente dell'Opera Nazionale Balilla al Console Bastianon: lNfgDdse potenza dell'Italia. A questa educa-1 Tzione dello spirito è necessario e indi- curare nella forza della stirpe la saldezza della Nazione. Le appassionate parole dell'oratore sono state calorosamente applaudite. Al termine del convegno, accompagnato dalle autorità e dal Console Bastianon, Augusto Turati ha voluto recarsi a visitare la Casa provinciale del Balilla in via Musei, sorta per sua amorevole iniziativa e sostenuta dal suo generoso contributo. L'istituzione, nella piena attività delle sue sezioni, ha Interessato vivamente Augusto Turati il quale ha espresso al Presidente e ai suoi dirigenti la ?ua soddisfazione. Infatti negli ampi ed'ariosi ambienti, nei cortili Soleggiati e nella grande palestra trovano occupazione educativa e sani passatempi le schiere giovanili fasciste che vi si alternano giocondamente sotto la vigilanza sollecita dei dirigenti. S. E. Paolucci inaugura a Pioerolo la prima .Casa degli impiegati Pinerolo, 14 mattino. L'Ente pineroleso costruzioni abitazioni per gli impiegati, sorto all'inizio 'del 1930 per iniziativa del cav. Carlo Demo, bibliotecario municipale, ha ieri mprXo'con cerimonia solenne inaugurato il : proprio gagliardetto e con questo la sua prima casa. La nuova costruzione, che sorge lungo lo stradale di Finestrelle fronteggiante la piazza d'Armi, ._ jè "un vasto ciiiTicio a quattro piani La cerimonia inaugurale assurse par-'ticolare solennità per l'intervento del ia medaglia d'oro S. E. Raffaele Pao lucci, vice-presidente della Camera. La -icittadinanza intera.ha tributato all'U'mstre parlamentare'-la più entusiastica 1 accoglienza. Proveniente da Torino, -js. E. Paolucci, che era accompagnato a 1 dalla sua gentile signora e dal memi ! bro della Federazione provinciale cav. , j ing. Bertoldo, in rappresentanza del l Segretario Federale comm. Andrea Ga0 ; slaidi, prima del suo ingresso in citta -;lia voluto salire sul poggio di San Mau i o , rizio sovrastante Pinerolo, ove si tro-i va l'antico palazzo dei Principi d'Acaja. Di fronte al palazzo del Comune si erano date convegno tutte le Associazioni cittadine, le varie Organizza zioni fasciste e sindacali ed una folla imponente di popolazione. Numerose le personalità, fra, cui le medaglie d'oro . Poggi, Sabatini e Salamano; il Pode- i : stil di Piller(jl0i avv. cesare Ariuan- n e l e a è i . dis; l'ispettore federale cav. Ing. Dolce il colonnello Mainonl di Intignano, in rappresentanza del generale cornati dante la Scuola di Cavalleria ed il Pre sidio; il colonnello' Camussi, comandante il Distretto militare; il dott. Enrico Marchesi; il comm. Coniglione Stella, per il Pubblico Impiego; il con te Gabotto, presidente dell'Associazione mutilati, in rappresentanza del gr. uff. Broglia, presidente'"Bella Cassa di Risparmio di Torino; il centurione cav. Mazzucca; la prof.ssa Bertetti, segretaria del Fascio femminile; il cav. Beisone, per l'Associazione Nazionale Alpini, e numerosi ufficiali dei varii Corpi di stanza a Pinerolo. Al suo arrivo S. E. Paolucci venne salutato dall'inno fascista e da una vibrante dimostrazione popolare. Alla signora venne, fatto omaggio di un ricco mazzo di rose. Uopo un ricevimento nella maggior sala del Comune, si formò un lunghissimo corteo che si portò ol monumento ai Caduti, sul quale venne deposta una. corona di alloro. S. E. Paolucci restò un minuto in commosso raccoglimento. Fra continue acclamazioni il corteo prosegui lino alla casa da inaugurarsi, ove era convenuta altra folla. Dopo brevi parole del geom. Ostorero, progettista della costruzione e presidente dell'Ente, ha preso la parola il Podestà di Pinerolo, che, ricordato il contributo di sangue e di eroismo dato da Pinerolo nella grande guerra, ha. pòrto all'intrepido affondatola della Viriiius i. ViMls e rappresentante della '.amerà r- fascista il saluto della cilta, osponenl'do quindi brevemente quanto s'no ad -|0ggi si è fatto e quali sono i propositi fede! r.azio J. V, -j - oggi si e ratto e quali sono i pr -l per l'avvenire, pur .11 seguire d mento i precetti del Governo d h-iIp Salutalo da. calorosi applausi, ha par. o'i'iLto~au1ndi s p Pimificci , ringraziate la'cittadinanza per l'affet' ó.ìSoaft ac^^wTuM^ttM iffi ^-\m^tè^^t^&lmnao brevemente te/ i ai dover) dell'ora presente. Le parole dell'oratore hanno soUsvato un ontusiuslieo Indescrivibile «n'indirizzo del j>uce e del Fascismo. ddmcgvsaèteugsDcectddfcuplg i ■ j i ««.!,»..«'DieCllIllla IaVOratOn (lei YertanO , .... ali adunata Sindacale di Intra un uuuhuiu » "> Intra, li mattino. Diccimila lavoratori del Vertano si|sono raccolti ieri intorno ai gerarchi1 della provincia per il Congresso dei Sindacati dell'Industria. Intra, opero- sa e gentile, è apparsa all'alba, folta'di bandiere sotto il sole tepido, gioiosa agl'inni di venti fanfare. Le rive del Lago si sono destate dal sopore del loro breve inverno. Giornata bella e lijta; ritmo più celere in ogni strada, per tutta la sponda occidentale. Pure quei venerandi battelli a ruota che ri- cordano altri tempi c quei fragorosi trama che rotolano lenti, puntuali e I volenterosi da Intra ad Omegna, pa-j reva che avessero accelerato la loro, corsa per recare più presto all'aduna-!^U,nmllIc e mille Iavoratorl de,la re_.tocentcschi, a quei trams d'anteguer ra, a fianco allimmutevole Slono- . j Vertano monstre : Ma non è tutto qui: sulle spondei j!ei„.L,Ag0L,a _fianc° a Qfei b,att.elli °ì' sorprenderne abelle™a ^ sono tremiti di macchine moderne, [ palpiti di motori nuovissimi, bagliori! di ingegnose scoperte che danno e con-1 servano al Vertano un limpido prima-;to nei campo di tante industrie. Lesa- me tra il vecchio e il nuovo: il volto del Vertano è in questa insoluta sue-: cessione di operosità tradizionale e di ingegnosa iniziativa. Cosi, vicino al l'opificio in cui si sperimentano gli ultimi ritrovati delia tecnica, e in cui la produzione si svolge col ritmo serrato che impone la concorrenza mondiale, scivolano lenti e solenni questi battelli 3'altri tempi e questi convogli patriarcali, sull'eterno sfondo delle colline violette. Questo è il volto del Vertano, quale può vederlo, rapido e attento, il viaggiatore. Quale ne sia l'anima, ci ha detto l'adunata di ieri. Industre e ridente, Intra ha preparato ed atteso questo giorno: ce lo dicono le bandiere che adornano ogni casolare, ce lo dicono i volti festosi delle sue belle ragazze. Ingenua, lieta, spontanea, l'accoglienza ai lavoratori dei paesi vicini. Una casa rustica ha ornato di carta le sue finestre; a un'altra casa spicca l'innocente scandalo di un tricolore capovolto, fissato all'asta dal lembo rosso; ma le braccia che lo hanno issato sono schiette e sane. Cosi si ò svolta l'adunata. Erano ad attendere i lavoratori ed a portar loro la parola del Regime il Prefetto di fahsbdatpdsztsvedNovara S. E. Dueceschi, il Segretario ! vfederale Andreoletti, il Podestà e il Se-1 agretario del Fascio di Intra, Lucini eipDe Lorenzo, il Segretario provinciale dei Sindacati dell'Industria, Pederneschl, e il Capo del Sindacati di Intra, Tridenti. Tra le otto e le nove del mattino sllmonumento ai Caduti, che è stato co- <perto di fiori, e dinanzi alle autorità, : rrlunlte in un palco tricolore sul córso sXX Settembre: Prestavano servizio di tonore i reparti giovanili. .q'go ffi e e l La sfilata Fanteria compatta e solida, questa degli operai verbanesi, cui la presenza delle donne nulla toglie nell'inquadramento perfetto. Operai ed operaie procedono rapidi, recando alti, con i gagliardetti fascisti, ì simboli del loro lavoro. Una folla fitta e plaudente si assiepa lungo le vie percorse dal corteo; alle bande musicali dei vàril centri si è aggiunta la fanfara del quarto Battaglióne Alpini «Infra». Camicie nere e operai, soldati e Avanguardisti sono un popolo solo, un solo esercito. Migliore conferma e più immediato plauso non potevano avere ieri le parole del Duce; i lavoratori le hanno intese e come il Regime va incontro al popolo, essi sono andati incontro al Regime, con lo stesso animo, con la stessa lealtà generosa. Una buona giornata per i lavoratori del Verbano, colpiti, negli anni tristi, dalla calunnia di un sovversivismo in- fuaribile. Dov'è la massa sorda e rielle, dove sono i vassalli della baronia comunista, dov'è quel Verbano che fu un tempo il vertice rosso del Novarese? Quest'adunata, in tempi pur così duri per tutti, è una prova che in fondo ai lavoratori italiani sono, virtù indistruggibtli. Un'adunata come quella, di ieri non si improvvisa e non si impone. Quando tutti i lavoratori di una regione, diecimila su diecimila, convengono con tale cuore, ogni riserva mentale e una leggenda, ogni sospetto è una calunnia. „ Con le schiere di Intra e del Basso Verbano. erano ieri duecento operai nostri che lavorano oltre frontiera, in Svizzera. Una fascia azzurra intorno al collo 11 distingue, e l'applauso della folla li accompagna di strada in strada. Anch'essi uomini e donne, muratori, boscaioli, sigaraie della zona cu Cannobio che ogni mattina varcano li prossimo confine per tornare a s dopo il lavoro. Fiamme e gagliardetti spiccano festosamente sulla serenità immensa del Lago. In testa a un gruppo di lavoratori è un Fascio littorio sbozzato appena nel nudo tronco di un albero; è radue e solido come le braccia degli uomini che lo reggono e in cima alla scure fiorisce, gentile e augurale, un ramoscello verde spiccato allp stesso ceppo. Le setaiole recano un gigantesco bozzolo, i pescatori un battello mi nuscolo, i cappellai uno smisurato co pricapo, i metallurgici una incudine d'oro, gli elettricisti un paletto isolante. E sfilano, con le bandiere e simboli delle cento industrie verbanesi, nomi di fabbriche che tutto il mondo conosce per la loro laboriosa perfezione, nomi di paesi che tutto il mondo ammira per la loro bellezza: Stresa, Baveno, Pallazza, Ghiffa, Cannerà, Cannobio. Così la sfilata continua. Il Congresso Alle 10,45 le autorità si recano al teatro Regina, che in pochi minuti viene gremito da una folla di operai. Molti, la maggior parte, non trovano posto nella pur spaziosa sala, Prende per primot la parlola il Segretario politico di Intra; quindi il camerata Tridenti reca all'assemblea le adesioni, applauditissime, di numerose personalità del Regime, prime quelle di Arnaldo Mussolini e dell'on. Biagi. L'oratore svolge poi la sua serrata relazione: quanto è stato fatto per i lavoratori del Verbano, cifre più che parole, fatti più che programmi. Nella discussione che segue prendono la parola numerosi operai che presentano ordini del giorno e voti su particolari problemi delle diverse categorie. Speciali applausi raccoglie il capo-settore dei lavoratori italiani nel Canton Ticino. Preride poi la parola, animoso e rapido, il camerata Pederneschi. Quindi il Prefetto di Novara, con una nitida improvvisazione, tratteggia i sacrifici penosi ma inevitabili che impone la crisi mondiale e illustra la cura rivolta dagli organi sindacali per contenere le conseguenze dell'attuale disagio. Infine ha la parola il Segretario federale di Novara che spiega con chiara efficacia quanto ha fatto il Regime e quanto conta di fare per gli operai; fatica tanto più dura quanto meno è ricca l'Italia in confronto agli altri Paesi, ma tanto Diù luminosa quanto maggiori sono gli ostacoli che si oppongono al benessere di tutto il popolo. Tutti gli oratori sono applauditi con entusiasmo c l'opera svolta dal dirigenti sindacali viene approvata per fttnpddfisAn 'acclamazione. Le autorità lasciano il teatro tra nuove grida di devozione al Regime. Fuori della vasta sala la folla è ancora fitta. La riva è gremita di po- pol0i e pcr molle ore l'animazione ri- |mane intensa. Gr'PP^.i. JJ!!^fS2r° cantando. Ovunque e lo stesso animo, lo stesso sorriso,. la stessa fiducia. E spressione mirabile della saldezza di questi lavoratori che, nelle regioni prossime al confine, più vicina hanno l'insidia dei sobillatori fuorusciti. Ma in quell'animo sereno non ò. inerzia, in quel sorriso non è leggerezza, in quella fiducia non è fatalismo: è o vunque la coscienza che dietro ni la voratori è il Regime, che la battaglia cicl Fascismo è battaglia di tutti gli italiani e che anche la vittoria sarà comune. .,. iavoratorj <iei vertano, reggimen t operoso e gagliardo dclla"grande fanteria operaia d'Italia, nell'adunata di ieri sono apparsi degni della batta g]ia c dcHa, vittoria, M?S di' AlpÌDÌ lì BellllflO r per |a. sagra del «Settimo» .. .. . ,-.,„_ .. c - «._„„. Un vibrante discorso di S. E. Manaresi Rpiiunn ia mattinn elluno, 14 mattino (C. C.) - La città del Piave ha rivissuto ieri con la sagra del VII Alpini una delle sue tante giornate della vigilia. Qui convenuti, i « veci » e i •:: bocia » si sono trovati insieme per rievocare con S. E. Manaresi nell'occasione della festa del Reggimento i fasti e i lutti della loro magnifica compagine. Belluno, che ha sentito il morso della gueria e che in silenzio ha atteso e sofferto fidando nella vittoria, ha salutato con tutto il fervore della sua anima i convenuti. Gli scarponi bellunesi, con a capo il loro Comandante capitano rag. Ce Favori, hanno accolto i commilitoni con quella fraternità che è la caratteristica precipua del Decimo. Se voi aveste chiesto al Comando di tappa quanti alpini vi erano ieri, vi si sarebbe data una risposta imbarazzata, perchè chi avrebbe potuto contarli? Mano a mano che i battaglioni sfilavano in piazza Campitello pareva che i vuoti si andassero colmando e rientrassero nelle schiere gli spiriti del fratelli che durante la guerra ave- vano messo le scarpe al sole; e se gli aiutanti maggiori avessero fatto l'appello per i vivi e per i morti sarebbe stato risposto presente. Alle 10,30, annunciato dagli squilli di «attenti! », entra nel cortile della caserma S. E. Manaresi, accom- <*a »1 sacrificio degli Alpini, passa in rivista le Forze armate e le rappresentenze che formano un quadrato attorno al monumento stesso. Viene quindi celebrata la Messa da Don Zan- grando, assistito da due altri cappel- fani alpini, Don Bertoldo e Don Sai' tor. Alla elevazione le truppe presentano le armi mentre la Banda suona nostalgiche canzoni che rievocano la passione della trincea. E Cristo scende sull'altare tra la selva dei gagliardetti, dinnanzi alla maestà del sacrificio degli Alpini, poiché .l'altare è stato eretto ai piedi del monumento. Al termine della ■ cerimonia di. colonnello Veccbiarelll,' Comandante del VII ordina il rituale minuto di raccogli mento. s. E. Manaresi accenna poi a voler parlare, salutato da uno scroscio di applausi. Egli dice: « camerati del Settimo: ò con oro ! fonda commozione cha io ho assistito stamane al servizio divino celebrato nel quadrato cortile di questa caserma che ha per noi nel suo volto e nel volto delle montagne che la circondano, la forza, l'ardore e la passione dei ricordi che ad essa ci legano. E" veramente suggestiva questa adunatrdel Settimo in armi e del Decimin congedo, qui davanti al nostro monumento ove il vecchio Alpino addita al « bocia » le dolcezze e le asprezze della cima conquistata. Sono qui in mezk> a noi tutte le legioni dei morti con la fronte ancora rivolta al nemico come nei duri cimenti della guerra. Battaglione Belluno, Feltre, Pieve di Cadore, Cordevole, Val Cismon, Val Piave, Monte Pelmo, Monte Anteto. Monte Pavione, e Monte Marmolada, compagnie volontarie di Alpini dai nomi leggendari di Feltre e Cadore, voi avete scritto nella storia d'Italia una pagfna che non si cancella. Voi battaglioni avete scritto a lettere di sangue il giuramento di un Popolo che dinanzi al nemico ha ritrovato se stesso. Ognuno di noi ha chiuso nel suo cuore un ricordo; ognuno ha accanto a sè il volto di im compagno caduto e i ardore di giorni che non si dimenticano. E di fronte a questo affollarsi di ricordi, a 12 armi di distanza, ancora più viv.o si sente che della guerra avemmo inciso nel cuore il marchio e le stigmate e le gloriose insegne della milizia, non solo per noi ma anche per le generazioni future. : •' « Vedo con immenso piacere che accanto ai vecchi della grande guerra sono ardenti di altrettanta passione alpina 1 giovani degli ultimi bandi. E ad essi io dico: Giovani, voi avete la passione per le nostre Fiamme e per la nostra Arma, voi cantate con noi le canzoni della gruerra, ma sappiate che là vita non è tutta letizia e canti e che per essere Alpini al cento per cento occorre saper affrontare ogni giorno la dura vita, saper combattere la. dura battaglia. «La nostra è politica di pace e di lavoro; però dobbiamo sentirci pronti ad ogni evento, soprattutto con le armi dell'anima, le più possenti nell'ora decisiva, come dopo Caporetto, come nelle grandi ore della Rivoluzione fascista, quando una bufera sembrava travolgere tutti i valori della Nazione. E' bastato un pugno di vecchi, e di giovani soldati per far segnare il passo allo straniero e per riportare sugli altari l'Italia di Vittorio veneto. In queste ore dure per tutti i popoli, il Popolo italiano, il Fascismo, il Regime, l'Italia, contano sui vecchi soldati che hanno saputo affrontare serenamente i disagi e le privazioni del combattimento, che hanno conosciuto l'ebbrezza della vittoria attraverso la fatica, il sacrificio e il sangue. Ed amiamo queste nostre adunate di Arma, che non consacrato un particolarismo sterile, ma l'amore per il nostro Esercito, cne oggi non è più solamente quello degli uomini vestiti di grigio verde, ma rappresenta veramente la Nazione che lavora in pace e combatte in guerra. La Nazione che oggi, dopo le grandi prove vittoriose della guerra e della Rivoluzióne, esprimerà certamente dal suo seno un'Italia migliore più forte per raggiungere i grandi destini come il Re comanda e il Duce ordina >. Gli applausi si rinnovano più che mai insistenti, mentre il cortile lentamente va sfollandosi. IV !"