Antonio Salandra è morto

Antonio Salandra è morto Antonio Salandra è morto L'omaggio del Re alla salma - La visita di S. E. Achille Starace Il Duce rievoca al Senato la figura dello Scomparso serena fine Roma, i) notte. ! Lc condizioni dì salute del se- votare Antonio Salandra durante la ritornata dì ieri erano andate seni- », Z T: -, „, 7 I an., , pre più aggravandosi, cosi da to-j«cittì e Umore di una imminente catastrofe. L'ìllustre infermo, amorevolmen-\teassmo dai figli, dagli intimi e | dai meteci curanti, proff. Pantano c Mastri, verso le 24 è entrato in i agonia ed alle 4 di stamane, /ra i la costernazione dei famigliari che 1vealìavann ni <t>m rnnevale ha rsa- vegliavano al. suo capezzate, naesa- Mfo /. ultimo respiro. II senatore Salandra aveva rice- iVitto i conforti della religione dal Parroco della Basilica di Sant'A-gnesc che gli aveva recato la speciale benedizione del Pontefice. L'annuncio della morte di Ante- ! nio Salandra sarà accolto dalla Na-jzione italiana con sincero rimpianto;ed il ricordo del suo nome non si oscurerà col tempo poiché esso è le gato ad avvenimenti memorabili. Fu egli pari alla grandezza e alla storicità degli eventi? Fatalmente per uomini simili, che ebbero la ventura di vivere in ore decisive, è questo l'interrogativo che balza sempre spontaneo. Oggi non è possibile rispondere. Oggi il popolo italiano ricorda il patriota fervido, sincero, che al culto della Patria dedicò i suoi studi prima, la sua azione poi. Come non pensare, il giorno della, .sua scomparsa, a quel discorso prò- ! nunziato sul Campidoglio l'indoma- !ni della dichiarazioni di guerra? |Il modesto professore universitario seppe elevarsi ad altezza di pensiero e di polemica, smentendo le accuse !ignobili che in quelle settimane era-1no state vomitate contro il nostro iPaese per la sua giusta e sacrosanta ! dichiarazione di guerra. E sempre ipoi seppe mantenere quella nobiltà |di carattere, quella profonda fede ! Verso i destini della Patria, che sono1 Stati i principii informatori della I sua lunga e laboriosa esistenza. ,T , _ _ . ,_ . v_o • JKà Phh^iS?lng^Ui^niV,n? sono, egli ebbe.solido ingegno, uni-• venalità di visione e amore svisce-irato per la sua terra. A Lucerà, do-1 ve fece i suoi studi giovanili, le vestigia di un grande passato risvegliarono nella sua fantasia sogni grandiosi per l'avvenire dell'Italia. Passato a Napoli, ebbe a maestri Federico Persico ed Enrico Pessina. Fu amico di Antonio Tari, di Luigi Settembrini, di Francesco De Sanctis, di cui fu assiduo alle lezioni. Fu uno dei primi ad affermare la necessità e la nobiltà di una cultura essenzialmente italiana, spoglia di ogni scoria di cultura straniera. De Sanctis vaticinò l'uomo politico e non doveva ingannarsi. Nel 1879 è già professore pareggiato di economia politica all'Università di Napoli e a 33 anni deputato al Parlamento, in cui esplica un'azione cavalleresca ma energica fra un mondo parlamentare già in sfacelo. Nel 1887 scrive un opuscolo, « Camera e Ministero », in cui traccia la requisitoria a fondo contro il Governo, ma se lo scritto è senza reticenze è tuttavia privo di acredine. Difende Spaventa dall'accusa di antiparlamentare e Crispi da quella di giacobino. Contribuisce potentemente a sbarazzare il terreno a Francesco Crispi, l'uomo unico capace di reggere le sorti della Nazione. Liberale dell'antica e classica scuola italiana, fu del partito creato da Camillo Benso di Cavour ai principii del quale fu sempre fedele. Già prima del 1914 Salandra era una figura rappresentativa, ma rappresentativa di un gruppo parlamentare e il continuatore di una corrente ideale della scuola politica dello Spaventa. Dopo il 1914 tutti poterono vedere nel giovane Presidente del Consiglio il professore dell'Università ed egli stesso si compiacque più del titolo di maestro che di quello di Eccellenza. Eletto deputato nel 1886 dal Collegio di Lucerà, contò dieci legislature. Durante la seconda legislatura fu con Luzzatti Sottosegretario alle Finanze nel Ministero Di Rudinì. Due volte durante il Ministero Pelloux fu Ministro dell'Agricoltura fino al 1900. Due volte, durante i brevi Ministeri Sonnino, fu Ministro delle Finanze prima e del Tesoro dopo. Scoppiata la guerra, la personalità di Salandra. sfociò nella storia. La guerra trovò impreparato il Ministero. Salnrclra nel 1914 si era accinto a liquidare le correnti sovversive e ad attuare economicamente e amministrativamente la dottrina liberale tra ostilità e disastri di ogni genere, più che mai fedele alla teoria cavouriana. La guerra offri all'on. Salandra questo mezzo di continuità storica, gli offrii, l'arma della dialettica, mise alla prova il suo temperamento di uomo di Stato e di diplomatico. Egli inquadrò il nostro problema di fuerra essenzialmente nazionale in quello europeo. Di un « sacro egoismo » parlò il 18 ottobre 1914 ai funzionari del Ministero degli Esteri assumendo l'interim del portaoglio degli Esteri per la morte del Marchese Di San Giuliano. Fu la prima pubblica manifestazione dei criteri direttivi della nolitica italiana, dopo lo scoppio della grande o-ierra"mentre sui giornali della Pel fSisola cominciava l'indegnaRazzar! ! ra fomentata da Potenze straniere interessate; dall'Austria e dalla Germania da una parte, dalla Francia l dall'altra. Calmo, mirando agli interessi lontani della Nazione, risoluto il casus foederis, dichiarava la ! neutralità. Nel Paese intanto si de- lineavano nettamente due correnti: interventista e neutralista. L'Inter-,ta vento' aPPunto PeF la Probabilità [^ che ogni giorno più diventava cer- tajtezza W lunga ^durata della guer-1 ra, era pieno di incognite. L'esercito non era preparato e la coscienza na- \?iona}e non era matura ad affron | gj* ^^l^^e^i questi negoziati sono note a tutti. i Poi venne il « parecchio » di Gio i litti. Troppo tardivo e insufficiente 1tutto quanto veniva offerto. Fra l'il maggl° e la dichiarazione di guerra appariva una breve scadenza. La guerra poneva il Ministero al di so- ipra del gioco della piccola politica ed entrava inaspettatamente nel $[oco la dialettica di Salandra come fattore della completa unità della Patria, continuatrice della politica del Risorgimento della vecchia Destra per la Patria e per la Monar ! c,hja. Ma egli non sentì la guerra jd?1 popolo e questa fu una delle ra;»10,1?1, predominanti del fallimento del1 attuazione delle sue idee e della sua concezione, e causa definitiva della sua caduta. I suoi atteggiamenti nei riguardi del Fascismo sono noti. Chiamando « provvidenziale anarchia » il Fascismo, non ha pagato il diritto di essere considerato amico dei fascisti. Anche quando egli fu con i fascisti in Parlamento e fuori, era diviso da essi da un abisso, da una concezione politica che la realtà di ieri e di oggi non riesce a modificare. Gli avvenimenti dovevano essere tenne in un atteggiamento della massima dignità. Continuò ad insegnare all'Università di Roma finché le sue forze fisiche glielo permisero e intanto preparava quelle sue « Memorie » che resteranno un documento di prim'ordine per la storia della vigilia della guerra. Bisogna aver letto <: L'intervento ■■> per vedere con quale serenità obbiettiva, ammettendo magari delle incertezze e delle deficienbe. egli mette a posto quanti non permisero che l'Italia entrasse in guerra nella sua piena efficienza morale. Vi è una nota polemica per un giudizio infamante del conte Sforza contro il Trattato di Londra, nota che costituisce una pagina ed una lezione di patriottismo al di sopra di qualsiasi contingenza! E per il periodo di guerra in cui egli fu a capo del Governo (dal mag-, gio 1915 al giugno 19161 per non: , ! superiori alle sue visuali, specie do !P.° la crlsl Matteotti. Pero bisogna |riconoscere che Antonio Salandra ne S,rldo ne, 31 accodo alle opposizioni ch,e conducevano l'obbrobriosa e vi !rulenta_ campagna contro il Fasci131110 : sl stacco, dopo il discorso del i£ gennaio con cui, per merito del ! Duce,, la Rivoluzione supero forse la isua P1U ardua prova. A mano a mano |$he il. Fascismo si inoltrava nella ! definizione e nell attuazione del suo 1 Programma rivoluzionario, Antonio I Salandra.si allontanava incapace di comprendere omeglo di camminare al passo dei giovani con cui aveva «reato di collaborare negli anni • ecedent: iH -MnminnTn °pn»tnrp etrli si man 1 N°n»nato senatore, egli si man nGLvtrvCnzetocreIlapprofondire divergenze e recrimi- dei «crii hn nrpfpritn un silen-.stnazioni egli ha pretento un siien zioso riserbo. Con Questo lavoro |ri4 ~,.IH^ nnn r\iTìlc^:ìt(ì rio Si PUTÌ zovscMplaGlennatedpmLincutavnenpcancadbtàapntedsetalavpdlacStisidvacudpcpElue mgraprNvepamsochriotranquillo, non offuscato da alcun | gresiduo di passione e di odio, An- |tatonio Salandra ha conchiuso la sua vita mortale, che porta il segno del destino. I funerali ad oggi Roma, 9 notte. La salma di Antonio Salandra è stata composta nella camera ardente che era stata preparata nello studio in cui l'Estinto soleva passare la maggior parte delle sue ore nel lavoro e nella lettura. Nella portineria è stato posto il registro che, cominciando fin dalle prime ore di stamane, si è riempito di firme. La notizia della morte del senatore Salandra, è stata subito comunicata a S. M. il Re, il quale, alle ore 9, si è recato a visitare la salma. Il Re, che è stato ricevuto dai famigliari dell'Estinto, ai quali ha fatto le Sue personali condoglianze, si è subito recato nella camera ardente, dove ha sostato, per qualche istante, dinanzi alla salma. Poco dopo la visita del Re si sono recati a visitare la salma il Presidente del Senato, Federzoni, il Segretario del Partito S. E. Starace, il Prefetto Montuori, Vittorio Emanuele Orlando, l'on. Dudan, Questore della Camera anche in rappresentanza di S. E. Giuriatl, il senatore Marcello, il Magnifico Rettore dell'Università di Roma, il Corpo diplomatico al completo, varii professori dell'Ateneo romano, il senatore Rava, varii membri dell'aristocrazia, della politica, dell'Accademia d'Italia. Alle 15.30 si è recato a visitare la a costtapvprifemAvziBvogprdenvetoeszeppddSalragpoogglunsiasdofesialcostsacrisalma il Governatore dell'Urbe, Prin-._. cipe Boncompagni Ludovisi, che ha inportato alla famiglia Salandra le con- [stdoglianze in nome di Roma. riDomani alle 15, avranno luogo i fu-(stnerali in forma solenne. Il corteo per- j nocorrerà la via Nomentana, la via Ven- qutl Settembre, via delle Finanze, piaz-; toza Termini, piazza dell'Esedra, Basi-jeglica di Santa Maria degli Angeli. Lun-| ango il percorso saranno schierate le cotruppe del presidio. Sul carro sarà de- peposta la corona del Re. |cuSi sono recati anche a visitare la'ersalma il Duca del Mare, il Primo Pre-'nè fidente di Cassazione D'Amelio, il,lu ! Con^e I^J1 ™ml™ì^ I ldegli Elster Ai funerali, che 3i svolgeranno a lamspese dello Stato, il Capo del Gover-,reno sarà rappresentato !'•' Ministro1 ch|leDino Grana;. La seduta al Senato |Roma 9 notte i La seduta di oggi del Senato è sta-fta^eaUcato alla rievocatone1 della fi- ^j^iSi^isTlu^t^a'^ affolla- ta in tutti1 SSt&À Ki* mkI™,£ S^SS^SSinotiamo gli onorevoli Landò Ferretti, Gray, Caprino, Panunzio, Pavoncellì, Lusignoli, Sacconi, Baistrocchi, Maraviglia ed altri. Qualche minuto prima delle 16, entra nell'aula il Duce. Al banco del Governo prendono posto anche i Ministri Ciano, Balbo, Bottai, Acerbo, Giuliano, De Bono, Sirianni, Mosconi, Gazzera, Rocco, Di Crollalanza; ed i Sottosegretari Arpinati, Cao, Marescalchi, Leoni, Pennavaria, Alfieri, Manaresi e Russo. Il discorso del Presidente del Senato dell'Ovest e dell'Est sull'Italia. Ci e stata tutta 11113 polarizzazione nuovi ^ una nuova corrente di }. riti che rivela ranima perpetuamente j-, ^ . . i Alle 16 precise, il Presidente Feder-Izonl dichiara aperta la seduta. Appro- vato il verbale della seduta di lunedi Iscorso, che viene letto dal Segretario 'Marcello, il Presidente si leva in piedi.per commemorare 11 sen. Antonio Salandra. Si alzano anche i membri del Governo, i senatori ed il pubblico delle tribune. S. E. FEDERZONI dice: « Abbiamo perduto uno degli uomini che onoravano maggiormente il Senato e la Nazione. Ci ha lasciato un altro dei grandi spiriti che ebbero parte massima nell'avvenimento decisivo dei nuovi destini d'Italia: la partecipazione del nostro Paese alla guerra mondiale. Antonio Salandra non è più. La , notizia tristissima, se pure non inaspettata, ridesta dal profondo dei cuori l'onda dei ricordi e degli affetti, tanto era legato il nome di lui alle vicende memorabili che tutti appassionatamente vivemmo con angoscie ed entusiasmi senza pari ». Il Presidente del Senato, a questo punto, traccia le linee direttive della carriera scientifica c politica di Antonio Salandra e cosi continua: « Nella primavera del 1914, complicate congiunture parlamentari lo indicano adatto a reggere, con un Gabinetto suo, una situazione di difficoltà momentanee. Egli deve sobbarcarsi al compito e vi si accinge con scrupoloso senso di abnegazione. Ed ecco, nel quietismo casalingo signoreggiante ancora la politica italiana, il colpo di folgore della tragica estate. Il Paese è impreparato. L'apparecchio militare dolorosamente sproporzionato alla gravità dei fatali eventi che sopravvengono; su tutto sembra destinata a prevalere l'usurpazione dei partiti sordi o ribelli all'appello imperativo della storia. « Che conta, in mezzo alla bufera che sconvolgo l'Eurona, il Gabinetto Salandra? L'ha detto con gelida impertinenza allo stesso Presidente del Consiglio l'imperiai regio Ambasciatore d'Austria-Ungheria, Von Merey, alla vigilia del conflitto: «Voi non avete alcuna autorità ». Ebbene, l'uomo di cultura e di studi, l'ultimo epigono della Destra nazionale, intende l'appello della storia e affronta l'impresa con cui la Patria dovrà obbedire alla propria legge di vita e dì grandezza. Egli ardisce fare del suo Gabinetto di luogotenenza, contro tutte le avversità e resistenze della maggioranza parlamentare del tempo, ' un governo di guerra, il governo della grande Guerra d'Italia. « La dichiarazione di neutralità è il primo passo. Essa svincola, insieme, la Nazione dall'antica alleanza e il Governo dalla soggezione verso i vecchi partiti. Le logore insegne dei programmi dottrinali e delle vanità personali sono travolte dalla raffica impetuosa che si avventa dai sanguinosi campi rioivrwsr e dell'Est sull'Italia. Ci e una polarizzazione nuova giovane del popolo. Quelle che non con tano sono le oligarchie, ieri potenti. « Antonio Salandra chiama accanto a sè Sidney Sonnino. I documenti che contengono il suo invito a colui che era stato il suo capo e riferiscono l'accettazione di questo, provano quanta reciproca delicatezza, quale senso oggettivo del dovere comune, quale lealtà e precisione di limiti nelle responsabilità rispettive ponessero le basi di quella feconda collaborazione da cui i due uomini si innalzarono ingranditi. « Scocca l'ora della Provvidenza. Adesso o non più, per l'Italia. La gioventù che dovrà battersi, che à impaziente di battersi, acclama alla guerra. Balena nelle piazze tumultuanti una volontà d'acciaio che parla un linguaggio non mai udito di durissima fede e preannuncia, con il raggiungimento della vittoria, la più alta rigenerazione della Nazione. Antonio Salandra deve essere l'alacre e risoluto realizzatore della necessità storica contro le estreme, torbide ma illusorie riluttanze del vecchi partiti. Il grande Re che, per la salute della Patria, ha visto prima di tutti le vie dell'avvenire, gli dà conforto e sostegno nel momento di decidere e agire. « Non rievocherò l'opera di Antonio Salandra durante la sua permanenza al Governo nel primo anno della guerra, perchè tutti la rammentiamo con gratitudine somma. Essa non fu, non poteva essere senza manchevolezze. Ma oggi, considerata nella prospettiva degli avvenimenti, appare sorretta da un unico proposito, da un costante pensiero: il vittorioso compimento delle aspirazioni nazionali e i difetti, quando ci furono, devono soprattutto riferirsi alle tristi insufficienze della situazione iniziale e agli ostacoli che all'azione del Governo, pur dinanzi a cosi terribili problemi, opponeva il sistema politico nel quale e col quale essa aveva pure dovuto concretarsi. « Quella fu la profonda radice della crisi di un regime che doveva mettere _. in disagio la" coscienza liberale "delio stesso Salandra, e che solo al coraggio rivoluzionario del Fascismo sarebbe stato possibile risolvere un giorno. Ma non posso astenermi dal ricordare a quale atroce persecuzione morale Antonio Salandra fosse esposto dopo che egli ebbe lasciato il Governo, e più ancora negli anni dell'amara pace, e con quanta fierezza e dignità egli sapesse sostenere quel vero «ìartirio con cui i demagoghi e i farisei, che non erano riusciti ad evitare nè la guerra nè la vittoria, cercarono vendicarsi su lui dell'una e dell'altra. lf_^?io_.5al^Ìr.a _n=9n_ay,eva ,»» ambtzioni, non poteva più nulla teme- re. Egli apparteneva già alla storia.' che aveva già giudicato l'opera sua e,levato alto il suo nome tra quelli degli | | artefici d'una Patria più gloriosa e più forte. La generazioni' che aveva fatto la guerra e ascendeva al comando in i difesa delle idealità per le quali si era f <f «£S™2& "S^V SH? V„S cuma^pir^e-^ìitìco PdtìlaT° zione' s'inchinò grata e reverente allo Statista che era stato pari alla gravità i*»» P***» presidio incrollabile della fede nella Patria, rivolge il suo omaggio di commossa riconoscenza alla memoria dell'insigne Statista che credette, osò e agi per l'Italia ». Parla Mussolini '!. Ma ogni cosa era mutata intorno, cominciava davvero una olà nuova, che presentava problemi indifferibili, nei quali era coinvolta l'essenza medesima dei principii direttivi dello spirito di Antonio Salandra e di tanti ira i migliori della sua generazione. Il distacco fra lui e il Fascismo doveva avvenire e avvenne, ma con muto rispetto, con serena ricordanza di quella che era stata la piena ed appassionata solidarietà nel volere, nel realizzare insieme la gloriosa impresa onde l'Italia era uscita rinnovellata. Oggi, dinanzi alla Salma lacrimata, non vi è più da rammemorare e riconfermare se non quelI l'incancellabile solidarietà, non vi è più da rievocare col nome non perituro di I Antonio Salandra se non la poesia im ' mortale della Vittoria. Il Senato, che .fu durante la guerra e dopo la guerra insmcsudviTloBcAtagdstocimtatesoCachtovcsiBtiSubito dopo domanda di parlare iCapo del Governo. Egli dice: « Nella, introduzione ni volume sullneutralità, che insiemi: col successivsull'intervento, l'on. Salandra scrissin questi ultimissimi anni (altro prezioso servizio reso da lui alla Patriasi leggono le seguenti parole: « Dall'attività politica alla quale ho dedicato la mia esistenza, ai figli mici, per mia e per loro volontà, non è derìvato alcun vantaggio: nè di titoli araldici, nè di accresciuto patrimonio, nè di cospicui uffici facilmente consegniti; resta il nome, ed essi hanno pertanto il diritto di pretendere dal padre loro cheìtregli non ometta per accidia o per di- ! lasdegno di lasciare scritta, se può, aual- \vche pagina di storia in persona prima» « In questa breve notazione autobiografica ci appare chiara ed ìntegra la figura di Antonio Saktndra. Egli po- zgcvSteva scrivere senza peccare dì vano\aorgoglio queste parole non prive di so-1Klennità. Sesta il nome, c resterà non solo perchè legato a tutta la vita politica e parlamentare dell'ultimo cinquantennio, ma perchè toccò ad Antonio Salandra di prendere la decisione più alta, più angosciosa, più imprevedibile, nelle sue conseguenze, che un grave destino possa riserbare ad un uomo dì Stato: qu-etla di dichiarare la guerra, rpastzbn« Per noi dello penultime leve, l'atti-\ suità di Antonio Salandra anterUrrmen-\nte al maggio 1915 ha un valore che]prientra nella vicenda normale della po-\dlitica del tempo Ma chi può pronun-> zuire il nome di Antonio Salandra W-i^za rivivere nel ricordo il maggio del- 'sl'intervento, la condotta virile e sde-ìcgnosa tenuta da lui in quelle ardenti j Igiornate, condotta che egli ha giusta- .amente rivendicato? Chi può non ri- tcordare'il grande, memorabile discor- mso del Campidoglio che fu il privio via-Ctico ai combattenti in marcia verso i< confini e diede una vibrazione profon-\ada alla Nazione, la quale, diradate le • tultime nebbie della contesa e dell'in- ' Ktrigo, si stringeva in falangi concordi pper resistere, per vincere? I c. «Antonio Salandra, al disopra delle* nfazioni parlamentari, raccolse la voce idelle moltitudini, ascoltò l'invocazione. adegli Irredenti, senti nei protagonisti del maggio gli annunziatoci della nuova | coscienza della Patria e lanciò la pa-'.nrola suprema. z«E' nel 1915 che Antonio Salandra Iva \ t« fatto » la storia: quella storia che e- ' lgli scrisse soltanto dopo 15 anni, sen- tendo la sua vita al crepuscolo. Uomo tdi Destra, nel semo nobile e austero di questa parola fra il 60 e il 76, An- ■' tonio Salandra simpatizzò apertameli te negli anni oscuri del dopoguerra con cle forze nazionali e con quelle del Fascismo. Il discorso pronunciato a Milano fu un atto di fede. All'inizio del 1925, egli credette che il regime fascista potesse rientrare nell'alveo della vecchia pratica costituzionale, ma dopo il 3 gennaio egli comprese che hi Rivoluzione non poteva scendere a compromessi, poiché fin dal gennaio 1923 la rottura tra il vecchio ed il nuovo regime si era verificata definitiva e irrevocabile. « Antonio Salandra si ritirò praticamente dalla vita politica, ma non mancò di manifestare la sua solidarietà al Governo Fascista e nella politica finanziaria ed in quella verso la Chiesa. Un alto senso del dovere dello Stato, particolarmente operante, guidò tutta l'attività di Antonio Salandra: nel Parlamento, negli uffici, nel Governo, nelle Università. « Signori Senatori, il Governo si associa alle parole del vostro Presidente e al cordoglio dell'Assemblea ». Dopo che ha terminato di parlare il Duce, il Presidente propone che la seduta venga sospesa in segno di lutto. La proposta viene approvata all'unanimità. Alle 16,30 la seduta è tolta. srnagslaqtgMocscgitpaldg Il Ministro Grandi parlerà oggi al Senato Roma, 9 notte. Domani, al Senato, S. E. Dino Grandi Darlerà sullo svolgimento p ,f? Li. «, cemento .e sul risultati aena sua missione in America,