18 commemora [minli Filiberto I in una solenne seduta al Senato mfadlatoSBdz

18 commemora [minli Filiberto I in una solenne seduta al Senato mfadlatoSBdz Il Duce commemora Emanuele filiberto di Savoia in una solenne seduta al Senato Roma, 3 notte. Il Senato ha ripreso oggi i suol lavori dedicando la prima seduta alla rievocazione della nobilissima figura del Principe Emanuele Filiberto di Savoia, Duca d'Aosta. Alle 15,45 entra nell'aula per 11 pri glungono i Ministri Giuliano, Mosconi, I p Cazzerà, Acerbo; ed i Sottosegretari a Giunta, Alfieri, Riccardi, Manaresi,,gRusso e Leoni. ^ ^ „ j |vmsGlmon CaiTo d^GoveVna'subTto'dopo'e _„„ nnr-iimti Knnn anche molto ai- foflate Te triblme^ Corte! del Cor^o i. e a o a . a r i t n a o i e Diplomatico e dei Deputati. Letteral- mente gremite quelle riservate al pub-imente gremite quelle blico. Il Segretario, Marcello, dà lettura del verbale della seduta del 16 giù Quindi il Presidente si alza per coin memorare il Duca ji'Aosta. Si levano in piedi Senatori PeParla il Presidente del Senato Iv.a ti nifi reiic-ioso silenzio degli 'adunati 8 E FEDERZONI dice* !", ' . . . ,'f . '«Cinque mesi j^*£^^™Jstissimo giorno in cui Emanuele Fili- berto di Savoia, Duca d'Aosta, fu tol-!to al reverente affetto, alla rlconoscen- te ammirazione del Senato e della Na- zione, ma ancora oggi, ritrovandoci in:questa aula per la ripresa dei lavori | delllAssemblea, rivolgendo prima di R_ 11 _ Am ahi n rXl t 111 11*1 nnnOI arrt tutto alla memoria di Lui un pensiero di devoto rimpianto, sentiamo lo stes-'so cocente dolore che ci turbò nella1 uttuosa giornata, tanto grave è stata la perditi, tanto profondo e quasi in- consolabile è stato 11 vuoto lasciato nei nostri spiriti dalla scomparsa del magnammo Principe «Era stato mirabilmente presago nel suo orgogUo fidente di Padre, in-'trepido assaltatore di Monte Croce I,'7 " . . ,„ „„„„„ „„ Amedeo dì Savoia, quando aveva vo-jluto imporre al proprio primogenito militari e cìviche, coronata al suo se-reno conchiudersi del premio massimo che possa toccare in terra ad un eroe, l'amore di tutto il pòpolo, attestano o rollìi nVio oo-iri onoriamo avesse quel nome guerriero contenente un su- perbo augurio e un esempio solenne.Un'esistenza interamente consacrata al Paese, illuminata da preclare virtù come Colui che oggi onoriamo avesse in retatolo col nome la spada la glo- ria del "grande Proavo, restitutore dal-lo Stato, e sull'alba dell'età moderna. fondatore dì nuovi destini di Savoia e d'Italia «Così si perpetua, nella Dinastianazionale, la tradizione viva nel cuore dei ferreo esercizio di ogni dovere, dell'illuminata volontà di azione e di sacrificio per la Patria. Il Duca d'Ao- r sta non volle essere che soldato, par- tecìpe assiduo e appassionato della vi- ta dei-Corpi e delle grandi Unità che ebbe successivamente a comandare.studioso attento di ogni problema con- nesso agli ordinamenti delle nostre ar- mi, sperò sempre di poter affrontare in campo un cimento degno della suagenerosa ambizione. « Nei giorni più bui della campagna d'Africa, giovane colonnello, scongiurò, implorò di essere mandato a combattere laggiù, per l'onore della Bandiera, nell'impresa lontana in cui per la prima volta l'Italia, assurta a unità e indipendenza, sperimentava, al cospetto del mondo, le sue forze immature. La preghiera di lui non fu accolta. Egli si appartò rassegnato e obbediente ad aspettare in silenzio l'ora sua. Fu una lunga vigilia durante la quale Egli sembrò quasi compiacerai di velare la propria vocazione con un riserbo fatto di modestia, di disciplina e di buon gusto. Pochi conobbero pienamente allora il « cor che egli ebbe », la profonda natura, l'intimo carattere dl Lui. Forse Egli medesimo in quel tempo, non misurò le segrete energie della sua anima. « Ma quando il Re chiamò il popolo alla guerra per riprendere e compiere l'opera interrotta del Risorgimento e l'ala destra dell'Esercito, forzato il passaggio dell'Isonzo, si gettò all'attacco del ciglione carsico nel groviglio dei reticolati e fra i nidi delle mitragliatrici, allora apparve in piena luce, poderosa e affascinante, la personalità di Emanuele Filiberto di Savoia. E quale si manifestò improvvisa in quel memorabile esordire della grande prova, tale rimase attraverso i sanguinosi progressi, le soste laboriose, le torturanti attese; tale rifulse nei momenti del supremo pericolo, allorché 11 Duca d'Aosta, contenendo fermamente il nemico incalzante, riconduceva ordinata e immune sulle linee avversarie la sua Armata invitta; ed innanzi all'epilogo radioso, allorché Egli si slancia- I pevole del proprio incomparabile pre atigio di Principe e di Capo, e fiso co,gtantemente, con tutto il vigore chiaro |veggente dello spirito, alla mèta da va per la pianura veneta all'Inseguì- mento del nemico disfatto, e infine scioglieva il voto della Nazione in banj Giusto riscattato per sempre al Trico-1 * * • ilore- P«Animatore cordiale e severo dei | 'eregari, paterno verso tutti ma consa- . ai lui le proprie eruppe, e ne in uiag- giormente aniato, nessuno seppe esal- tarne quanto lui l'ardore marziale e la i00t„ ,,„,,„ no^uno intondpmR esete della vittoria,"n^ano intenderne IdezzadeUa^trtaTÌÉgU eriTun orga- 'nizzatore lungimirante, un coordinato- !re efficacissimo di forze, ed esercitò 'le proprie funzioni di comandante con Juna serietà di preparazione professio- - —«•* -~ 1-!«f»<» « con. uno scrupolo di responsabi- «tà Personale che innalzarono, insieme, - ^.fl^ra del Condottiero e quella del n:rnnclPe- i | « A questa rara armonia di doti e i Rapacità aggiungeva un senso caldo •^rt or citi ioli-» ri 1 itmoriitn nlir, o 3 ci o rflhhn tiri. o geniale di umanità, che si sarebbe po -'tuto dire artistico, se non fosse stato a1 il riflesso della infinita bontà di Lui,a di quella bontà che in Lui era intelli- - genza e sensibilità squisita di coma-, o nicazione affettiva EgU comprese su-l bito quale linguaggio si dovesse ^ lare ai suoi uomini, quanta fiducia essi meritassero - e come bisognasse dimo- -'strarla loro, per meritare ed acquistare I la loro fiducia. E come fosse necessa- ... , „ j? -j„o discendere alle radici dell'anima di o ciascuno se sì voleva ottenere che, nel-! * stuo1 u°mlnl lo amarono finoo al,a dedizione ultima, con reverenza te- e, neramente figliale, e 1 superstiti, dei o ^uah nessuno si rivolse a Lui dopo lae &uerra senza averne aiuto e conforto, - momento di rischiare tutto per tutto, .!ciascuno desse senza esitare la vita pera ia vittoria, ù i e o- PiaMero vere lacrime per la morte del -lì"? ^u?to S^S™^- ^l-a. I ^f. fra„i soldati- a, Duca d'Aosta a restò negli anni della triste pace mo i strando, a tutti coloro che non volevano a'avel'e invan° combattuto e vinto, coe me ^ indispensabile lottare nuovae, fin?_.aJ ,est£emo Pe^ "Srare,la di vltto"a e \ftaHa- Pienti soldato fra o- 1 soldat1' div,lde come ha chiesto iMnr.inHA /ini allò n«n>4i Pn/luf il _J - morendo, coi suoi prodi Caduti, il rl- no mai. « Come Principe e come Capo militare, si astenne sempre da manifestazioni politiche; ma dopo che al contrasto politico fu succeduto il tragico urto tra i difensori e i distruttori della Nazione, Egli auspicò apertamente il trionfo dei primi, che senza ambagi aveva invocati e incoraggiati. Era la lotta, come EgU stesso aveva ammonito, proseguita per gli stessi fini su un- P°so Slono3° ,f ?«dipuglia per custo e dire ancora, alla testa della sua Armae., tf. tuttora vigile nelle tombe venerate, n- ° sacro confi°e.d?lla,£ftria- TemPra r- dintta' volon'à inflesslbUe in guerra e e » Pace;. f V£a £ m morte, al servia,2!0 defh,ldea!^ch,e non tramontano e fcne sul ciel° Atalia non tramonteran-a umnr à oac e io nane di ohe ieelo re e il tio ae, iE el osi uti ca eta la pia- diverso terreno, non più condotta daireggimenti in grigio-verde ma dalle squadre in camicia nera. Così il Fascismo fu per lui il figlio, l'erede e il vendicatore di Vittorio Veneto. « Specchio stupendo della sua grandezza di italiano, il testamento che Emanuele Filiberto dì Savoia ci ha lanciato sarà fra i documenti più nobili e significativi che diranno alle generazioni future con quale coscienza storica, con quali forze morali, per virtù di quali purificatrici speranze, l'Italiasotto il regno glorioso di Vittorio Emanuele HI, conquistasse dignità e potenza d'avvenire. Quella pagina dì vereconda, ineffabile bellezza spirituale contiene una sì alta poesia che il cuore del popolo ne è stato preso e commosso intimamente. Tanto può la schietta espressione di una fede divenuta sostanza di opere immortali. « La Presidenza del Senato, nel giorno in cui si celebrano qui il nome e la memoria di chi fu il vanto augusto dquesta Assemblea, ha ordinato che in una delle sale dl questo palazzo sia apposta una targa riproducente il meraviglioso documento. Ci è parso che nn nessuna glorificazione potesse essere più legittima nè più appropriata. «Onorevoli àColleghi, raccogliamoci g nel ricordo di tale mònito e di tali esem- S.. „„ * jjT-^a fo^oii dh ™i ritolto pPl: se si rimarrà fedeli ad essi, 1 Italia cu ascenderà sempre per la via dell onore de del bene » Parla Mussolini sPVAppena termina di parlare il Presi- Cdente del Senato, domanda la parola dMie: dcommosse CPres-ideivte del- n j i —vostra Assemblea hanno rievocato B wnoMzi a noi la figura in dell'Auausto Principe Sai dimenticabile r dell'Angusto Principe Sabaudo, di Co- ^ va.no i soldati di fronte al nemico. ^ H nome di Emanuele Filiberto rima- n ne indiìsoìnhilmente legato alla nostra d recente epopea nazionale, alla guerra C combattuta per ìa pri™ volta dopo D 1 e di ^...:aW, »J A•^S^l^SS^S^m * »- » w» lunghi secoli di divisione gio, da tutto il popolo italiano, final- | Amente uno dalle Alpi alle Isole, dalle Cnostre montagne che diedero gli alpi- cni eroici del Monte.Nero, dell'Ortigara.tj„7 r>„^.ivi« „ ^»77j/i^«v,„77« ,.7?„ iL sdel Pasubio e dell Adamello, alle ìsole stutte le battaglie. Emanuele Filiberto di Savoia sentì drl, S^fi^SS^™™ s» ?.°?jat" «g**1 "*.f ^f7™ *Z j^f^»^ s£fn inelnm^bUe te ^^^^oZ^T^Z ^ ando MJ dopo<Jlterm> „.„,„ ìn ' j„,„ _r*__ „„7.,_ „t,' „ , °Z™J ^,^„^r^^^u^J^ i */,tene p.r6SS0. ^e. d -rfce il tesoro minacciava di essere di- n che ,M vittorìa correva perico- g.,* di ^ soprattutto nella 1 -, ri „, x • nmorale, ti Duca d'Aosta si nti /nowweitio fascista, al quale, specie dopo la Marcia su Roma, jdiedfe numerose e solenni testimoniati-' \ze di simpatia. Egli, Principe, non disdegno di assu!mere Ut prima presidenza di quél gran ! de Istituto che è l'Opera Nazionale Do- ret- P ssTzd ■ '^Lf!^ m°'ale' tZ Dw* dAoSta l polavoro; insediandone il primo Dir [torio nell'ottobre 1925, Egli si dichia a a a o - o a l i a n a e e - ,-, 1 àirh^m tlawmara !va fiero di diligere lopera di pace cheì persegue una sublime missione di fra- tellanza, di amore e di civiltà. E due1 anni dopo, nel maggio 1927, lasciando la carica elevava un suo saluto ed un la carica, eieiava un sito saluto ea un 1 auguno ai lavoratori d Italia ai quali — diceva — « mi lega fraternità d'armi j e di affetti ». Poco prima di cadere ammalato, il 19^giugno di quest'anno, mandava un mes- {saggio agli operai milanesi che, in »iu-lnerò di 15 mila, guidati dai Sindacati Fascisti, si recavano in pellegrinaggio a Redipnglia; e sentendo imminente la fine, tracciò il suo mirabile testamento spirituale e chiuse, nella serenità della fede, nella visione dell'Italia di domani, nel pensiero rivolto alla Maestà del Re, la sua giornata terrena. Tutto il popolo italiano lo ha pianto, tutto il popolo italiano ne porterà nei secoli il ricordo e l'immagine nel cuore. Il Presidente FEDERZONI, dopo avere dato lettura del verbale dl deposito negli archivi del Senato dell'atto di morte del Principe Emanuele Filiberto di Savoia Duca d'Aosta, annunzia che rinnoverà al Re, alla Duchessa d'Aosta Madre e ai Principi della Casa Savoia- i'^fc l^r&dtf fiS-». e l e i ù a, e a di n a ee propone che, in segno di lutto, il Senato sospenda per tre giorni le sue sedute. La proposta è approvata all'unanimità. Alle 16,30, togliendo la seduta, U Presidente comunica che il Senato è convocato per lunedi prossimo, alle ore 16. Il testamento del Duca d'Aosta Dopo la fine della seduta, il Capo del Governo, accompagnato dall'on. Federzoni e dai membri del Consiglio di Presidenza, si è recato nella Sala di lettura -dei giornali del Senato ed ha sostatoqualche istante davanti alla lapide sul- la quale è stato riprodotto il testamen- to spirituale del Condottiero della TerzaArmata, La lapide, di superbo granito orien- tale, è sormontata dallo stemma dellaCasa di Savola-Aosta ed è fiancheggia-ta da due Fasci littori! in bronzo. Le lettere che compongono il testamento spirituale del Duca d Aosta sono d'ar-gento a rilievo. Alla base è stato collo- cato uno scudo romano in bronzo, sor-montato da un elmetto. Nello scudo si sono stati posti grandi vasi di azalee fiorite e palme giapponesi.