La concezione italiana del disarmo in un altro applaudito discorso di Grandi

La concezione italiana del disarmo in un altro applaudito discorso di Grandi La concezione italiana del disarmo in un altro applaudito discorso di Grandi New York, 26 notte. 'A somiglianza di quanto fece lunedi scorso il Council of Foreign Relations, questa sera la Foreign Policy Association (che come l'altro istituto è anche essa una associazione culturale che si occupa dello studio dei problemi di politica estera) ha offerto un ricevimento in onore del Ministro Grandi, onde "éoltare dalla voce del Ministro Miano l'esposizione del punto di fa dell'Italia relativamente a una %e questioni mondiali più imporrti: il disarmo. ìli ricevimento ha avuto luogo nelsontuose sale del Waldorf Astoria, l'albergo più aristocratico della '•' Unetropoli. Il discorso di Grandi, pronunziato in ottimo inglese e ascollato con deferente attenzione, data l'alta au- inrasimpMncvmrhsrnae—tatorità dell'oratore e l'importanza:odell'argomento, ha destato profonda impressione negli ascoltatori, che fiatino alla fine manifestato al Miniatro Italiano la loro più sincera approvazione insieme alla più cordiale adesione per la rettilinea e franca polìtica estera perseguita dal Duce. Il discorso, nel quale di frequente ' tono stati rievocati i principi esposti nel discorso del Duce a Napoli, lux suonato condanna per « l'ingiusto sistema di disarmo imposto all'Europa dai trattati di pace ». « Il Hostro senso di equità e di giustizia »— ha detto fra l'altro il Ministro — k rende inconcepibile alla nostra mente, tanto dal punto di vista morale iche da quello giuridico, che alcune ^Nazioni debbano essere obbligate a una situazione di disarmo parziale, fnentre altre possono armarsi senza 'alcun freno o limite. Nel pensiero italiano, il disarmo deve essere con: siderato come un obbligo morale e 1 giuridico per tutti i Governi indistintamente. La sicurezza •« I trattati di pace - ha soggiun to Grandi - hanno imposto ai vinti restrizioni e limitazioni di carattere militare. Esse però furono imposte con la condizione specifica e inequì vocabile che dovessero servire a spianare la via per una riduzione e limitazione generale degli armameni ti da parte degli Stati che firmarono i trattati di pace e di quelli che adeì rirono al Covenant della Società delB le Nazioni. E' pertanto obbligo specifico di tutti i firmatari di procedere alla riduzione degli armamenti. « Sonp trascorsi 13 anni dalla ■ fiM'-àèl^còntUttó e nel frattempo una grande evoluzione si è verificata nel mondo e nuove concezioni e orientamenti si sono formati nella mente pubblica mor.d'.alc ». Accennando alla tesi francese sulla sicurezza, il Ministro ha riaffermato il punto di vista italiano, secondo cui il disarmo non è incompatibile nè dannoso alla sicurezza. « Affermiamo al contrario - ha det: io Grandi - che il disarmo deve equi valere a un grado maggiore e più efficace di sicurezza e non comprendiamo il valore di una sicurezza assoluta come condizione indispensabile per dar principio al disarmo. Si può dire che esista condizione assoluta di disarmo? Se un Paese conta per la propria sicurezza sui suoi ar mamenti, allora si deve logicamentt dedurre che esso si sente pienamen te sicuro sólo quando la sua f jrza militi -e supera quella di qualunque dei suoi potenziali nemici o di una lega di nemici. Si avrà così die la sicurezza produrrà una corsa agli armamenti, anziché una riduzione, L'Italia invece vuole giungere 'alla sicurezza mediante l'arbitrato e il disarmo. «Se si vuole effettivamente fare qualche cosa per la creazione di una pace stabile nel mondo, si deve lavorare in base al principio che la sicurezza è una conseguenza, non la condizione prima del disarmo. La corsa agli armamenti non può che generare diffidenze di natura politica e finanziaria, disorientamento generale, ristagno nella vita econom mica. Il primo passo per il ritorno E della fiducia fra i popoli è quello di ' méttersi coraggiosamente e decisamente sulla via del disarmo generale ». L'accordo italo-francese Dopo aver tratteggiato le ragioni del mancato accordo navale italofrancese, Grandi ha riaffermato che l'Italia spera « in un accordo equo e definitivo » su questo argomento. « La Conferenza per il disarmo che si terrà a Ginevra nel febbraio prossimo — ha soggiunto l'oratore — dirà effettivamente se lo spirito e la coscienza dei popoli sono maturi per quest'opera. La Conferenza sarà la pietra di paragone della civiltà attuale. L'Italia apporterà il suo contributo al consolidamento della pace mondiale e sarà più che lieta se potrà arrestare la rivalità negli armamenti dando il primo esempio e cooperando efficacemente all'uopo. A quest'opera l'Italia si dedicherà con tanto più fervore in quanto sa di avere il prezioso ausilio del Governo americano e dell'opinione pubblica degli Stati Uniti ». fi Ministro Grandi ha trascorso tra rbmsl'dsmlancddsositqlCsNtdtoeRpmepgp«sfhlnLstpltcGraeepnctpgntnsbpmludtvLtsanvadPdgdctmVgtnlurGlpstpcdsoggiorno americano. Il Ministro, in-'gfatti, ha seduto ed banchetto offerto fi in suo onore dalla colonia questa sera. La riunione è riuscita animatissima e brillante e se le calorose dimostrazioni di ammirazione e di simpatia hanno commosso l'animo del Ministro, esse, d'altra parte, gli hanno imposto una non lieve fatica, procuratagli dalle migliaia di mani che volevano stringere la sua e dalle domande miste di affetto e semplicità rivoltegli dai connazionali ai quali ha voluto rispondere. Grandi ha rivolto un breve discorso ai connazionali esortando ad ama re di pari affetto la Patria di origine e quella di adozione, onorando ambedue con la nobiltà delle opere e con idee feconde di bene. « L'Italia — ha detto il Ministro — guarda con orgoglio a chi portando un nome italiano lo onora con :opere intelligenti ed azioni merito- a a o e a . i a i a a l e a a a e o o i i e o . e — e i à à o a a i o . à a a rie ». Dopo il Ministro, ha parlato l'Ambasciatore De Martino, il quale ha messo in rilievo il consolidamento sempre più forte dell'amicizia fra l'Italia e gli Stati Uniti, determinato dalla visita del Ministro. La riunione dei finanzieri Le conversazioni avute dal Mini stro Grandi a New York special mente con uomini della Banca e del la Finanza, interessano molto i giornali americani, che dedicano a detti colloqui lunghi articoli. L'Evening Star rileva le parole dette da Grandi al pranzo offerto dal « Council of Foreign Relations » sull'insegnamento all'odio dì classe o«« u»ui/>«.»»mK •»» jlsotto forma di internazionalismo, ed:il rilievo fattone quale pericolo tanto per la cooperazione tra le Nazioni quanto per quella tra le classi. Il Washington Herald intitola un lungo articolo : « Grandi parla con i Capi delle Banche della Nazione » e scrive : « Il soggiorno di Grandi a New York è stato un periodo di intensa attività per lui. Egli non andava a letto mai prima delle quattro della mattina, occupando lunghe ore a conferenze. Prima di riposarsi, egli spediva lunghi telegrammi a Roma, e si alzava alle sette, occupando un'altra ora nella lettura dei messaggi pervenuti da Mussolini ». L'Évening Journal, in un lungo editoriale di Bowers, si mostra oppositore di Hoover, ma rende omaggio alle qualità ed alla abilitò diplomatica di Grandi, ed aggiunge: « Grandi è stato un ospite interessante. Egli è una delle più notevoli figure dell'Europa contemparanea, ha trentaquattro anni, ma possiede la finezza diplomatica di un veterano. E' brillante ed attraente oratore. Lo stesso fatto che egli sia stato scelto da Mussolini quale suo inviato, aggiunge interesse generale per l'uomo e per la sua personalità ». Il New York Evening Journal mette in rilievo a grossi caratteri le dichiarazioni fatte alla stampa da Grandi e ripete : « Grandi ha dichiarato che egli coyisidera la sua visita a New York di grande utilità ed ha espresso il suo compiacimento per essersi incontrato con alcune delle più grandi figure moìidiali della Finanza e della Economia americana ». I particolari della colazione offerta a Grandi dal banchiere Lamont, presenti Morgan, Rockefeller e i più grandi finanzieri d'America, vengono riportati nelle prime pagine di tutti i giornali. La New York Evening Post e il Sun annettono a que sto incontro una grande importanza. II Daily Mirror scrive : « Probabilmente è stata questa la più importante riunione di finanzieri famosi nel. mondo che abbia mai avuto luogo. Dopo la colazione, si è avuta una conversazione che è durata più di due ore. Il Ministro ha dichiarato che gli argomenti discussi dovranno, se mai, essere resi noti da Lamont e da Morgan. Si crede tuttavia — aggiunge il giornale — cTie siano stati discussi affari relativi alle questioni bancarie internazionali. Considerando che Grandi aveva visto precedentemente Taylor e che aveva annunziata la disposizione dell'Italia di cooperare con le altre Potenze per la revisione dei debiti di guerra, si crede che questo oggetto sia stato anche diffusamente discusso ». Il New York American osserva che una comunicazione circa i risili- tati della conferenza, in casa iJmont si attende prossimamente dal-IV Ufficio stampa della Ditta Mor- gan, ed aggiunge che Grandi è sta to circondato durante le sue giornate a New York dagli uomini dell'alta Finanza come mai un altro uomo politico straniero. Il giornale rileva poi che nei suoi discorsi Grandi si afferma sempre sicuro che l'amicizia tra l'Italia e l'America potrà soltanto aumentare con il passare del tempo. Il New York Evening Journal intitola a grandi caratteri una intera paqina: « Grandi si è intrattenutocon ali esperti di Wall Street .,Mi debiti », e scrive che si avranno pre--'giornale — erano presenti, ma tuttio finora si mantengono riservati*