Nove mesi alla sartina torinese che tentò di uccidere il seduttore

Nove mesi alla sartina torinese che tentò di uccidere il seduttore Nove mesi alla sartina torinese che tentò di uccidere il seduttore La Spezia, 26 notte. Questa mattina si è iniziato, dinanzi alla Corte d'Assise, il processo a carico della giovane sartina torinese che, il 10 dello scorso maggio, attentava alla vita del proprio amante, sparandogli un eolpo di rivoltella alla schiena. L'imputata è la sartina Olga Bellavista, di 22 anni, nata nel Cantone Saint-Galles (Svizzera) e residente a Torino. L'amante è un sergente motorista dell'Aeronautica: Rosa Eugenio, di 28 anni, prima di stanza a Torino, a Mirafìori; poi di stanza alla Spezia, all'Aeroporto «Giorgio Fiastrl ». Nel Carnevale del 1930, l'Olga e la sorella Maria si aggiravano fra i baracconi e le giostre del Festival di Piazza Vittorio. Alcuni soufficiali dell'Aeronautica le seguivano, tra la folla; fra essi era il Rosa Eugenio, giovanotto simpatico e intraprendente, che, subito attratto dalle seducenti oc chiate di Olga, iniziava nei suoi con fronti una corte spietata. La baraonda carnevalesca Dopo il primo scambio di parole dolci viene il primo appuntamento. La domenica appresso, il Rosa e un suo commilitone, certo Gaspare Squinteri, passeggiavano già in compagnia delle due sorelle, per una via centra- , le di dorino: l'Olga è insieme al Ro- i l o n e i a a n o e a o . , o e e u , o . sa; la Maria è invece con lo Squinteri. Altre passeggiate avvengono, per avere fine, poi, in un caffè o in un cinematografo. Oramai la giovane sartina è innamorata dell'aviatore, di un amore platonico che, però, non dura più di un mese: una domenica del marzo successivo, il Rosa, con convincenti parole e con molte promesse, induce la fanciulla a seguirlo nella propria cameretta, posta al secondo piano di uno stabile di via Bogino. Non ebbe la giovane il coraggio di confessare la prima colpa ai genitori. D'altra parte le promesse continue del giovane sottufficiale la rassicuravano circa la sistemazione della sua posizione: l'avrebbe sposata non appena compiuti i 28 anni prescritti. Il Rosa cominciò allora a frequen tare la ca3a dei Bellavista; ma dopo una brevissima serie di visite, si eclissò! Incontrato, per caso dalla giovane e dalla di lei madre, alcun tempo dono, egli si scusò, adducendo motivi di servizio. Convenne nell' affittare una stanzetta, acciocché la giovane partorisse fuori della casa paterna; ma, pagate due mesate di affitto, si eclissò di nuovo, senza più corrispondere alcuna somma. Il primo marzo del 1931 la giovane dava alla luce una bimba. Lungamente vagò, poi, la giovane per rintracciare il Rosa; e finalmente — dietro informazioni ricevute da certo Rossolini Vincenzo — lo rintracciava presso la 3.a squadriglia di Mirafiori. Il Comando, venuto a conoscenza della cosa, trasferiva il Rosa alla Spezia, dopo avergli inflitto una severa punizione disciniinare. Le insistenze della Bellavista continuarono, finché questa, disperata, giungeva improvvisamente alla Spezia, avendo cura di portare seco una piccola rivoltella a tamburo, trovata — a suo dire — abbandonata fra cose vecchie della sua casa. L'arma conteneva cinque proiettili, e la giovane l'aveva nascosta in una tasca della propria pellìccia da collo. L'iìlitnio incontro Giunta alla Spezia, prese alloggio nell'Albergo Orlando, i:i via Genova. Stette quivi alcuni giorni, perchè il Rosa era assente per servizio, in una attesa trepidante: più volte la giovane si presentò all'Aeroscalo Fiastrl, chiedendo se il Rosa fosse ritornato. Finalmente lo incontrò nel pomeriggio domenicale del 10 maggio, in lieta compagnia. Il giovane si mostrò sorpreso dell'incontro; congedò gli amici, dando loro un appuntamento per la sera, e si univa a lei, ascoltandone con sooportnzione e fastidio le esortazioni.' Il Rosa avrebbe risposto, ad un certo punto, che egli no."?, poteve sobbarcarsi ad una paternità dubbia. Certo si è che la discussione si fece » m>™>- * che il giovane sottufficiale, c _ e a . i i e à ntdugimrgtcPiBlgfi„ e o e i e , a i o è o, : per porre fine ad essa, si allontano, e dirigendosi verso il Cinema Moderno, e in via Roma; ma la Bellavista lo segui ti e con lui entrò nel ritrovo, sedendo- niglM accanto, -ìRosa noleggiava un -i Lo spettacolo ebbe termine alle -;22.30; i due uscirono, l'uno a breve -1 distanza dall'altra. In Piazza Verdi, il a taxi i>, ordinando - al conducente di portarlo al Poggio, dove lo attendevano gli amici; ma anche stavolta la Bellavista riusciva a e i a e 1 e non farselo sfuggire; anzi faceva a tempo a salire con lui sull'automobile. Al Poggio, egli lasciava sulla porta della casa la disgraziata; e questa — umiliata — lo attendeva con rassegnazione. Dopo poco usciva il Rosa, insieme ai propri commilitoni, schiamazzando, e senza preoccuparsi della ragazza, che pure gli era alle calcagna. In via Chiodo, egli prendeva il tram per Muggiano; e la giovane anche. Discendeva precipitosamente in Piazza Verdi, e noleggiava un altro i taxi », scomparendo per Viale San Bartolomeo; e un «taxi» noleggiava la Bellavista, decisa ormai a costrin gere il seduttore ad un colloquio de finìtivo, II dramma Al Muggiano i due giovani si trovarono a faccia a faccia. Altre implorazioni e pianti della disgraziata sartina; ed altre scrollate di spalle da parte di lui. E la misura è traboccata quando lui, respingendola in malo modo, le volgeva le spalle e accennava a rientrare in caserma, insieme ai commilitoni. La Bellavista, al colmo fella disperazione e dell'ira, estratta alla pelliccia la rivoltella, ne esplodeva un colpo contro il Rosa, colpendolo alla schiena. Questi si abbatteva al suolo senza pronunciare parola, e la giovane venira arrestata. Per lungo tempo il Rosa fu tra morte e vita; e ancor aaCinecrrteanncncdlpaiedDmBm0Sa i tr,alnoggl risente ;della giacenza del proiettile nel poi mone sinistro. Aperta l'udienza, il Presidente fa l'appello dei testimoni. Quindi il Procuratore Generale comm. Sanna fa istanza che il processo si svolpa a porte chiuse. S. E. il Presidente Del Pino, uditi eli assessori e la Difesa — rap- presentata dall'avv. Enzo Toracca del[Foro spezzino — ordina svolgersi il | processo a porte chiuse, per ragioni 1di moralità. Il pubblico, numeroso, abbandona la sala deluso. Rientrata la Corte, dalla Camera di deliberazione, il Presidente ha letto la sentenza, con la quale, ritenutasi l'Olga Bellavista colpevole di lesioni gravi, anziché di mancato omicidio volontario premeditato in danno di Eugenio Rosa, la giovane viene condannata a mesi 9 e giorni 25 di reclusione, nonché a lire 600 di multa, ivi compresa la pena per il porto abusivo d'arme. Dopo il verdetto, una commovente scena si è svolta tra la madre e la condannata, mentre il pubblico inscenava una dimostrazione ostile al Rosa.

Luoghi citati: Galles, La Spezia, Mirafìori, Svizzera, Torino