Il capitano Nicolò Ugo Foscolo

Il capitano Nicolò Ugo Foscolo L'EROE DEI "DUE IFR, „ Il capitano Nicolò Ugo Foscolo e Tre ufficiali cisalpini, tre nobili poeti — Gasparinetti, Cerioni e Fantoni — seduti sopra una panca nella « ridotta » del forte Castellacelo, giuocano ai dadi, in silenzio. Sopra un « tavolaccio x> — fra pipe e carte — stanno alcune copie della nuova edizione dell'Oda a Bonaparte Liberatore, uscita or ora da un vecchio torchio di Genova. Di fuori, verso Sestri, l'aria si arrossa come sangue. E' stata questa una giornata di grande calma: il nemico ha sentito forse l'odor delle viole e si è abbandonato alla flanérie del primo tepore... E' una breve parentesi nel vivo tormento del « Blocco » del 1800. Genova è ormai la sola « piazza » che resta ai Francesi: essa è dunque ad un tempo e l'oggetto e l'ambizione di Casa d'Austria, e la fervida sollecitudine dei condottieri della giovine Repubblica. La vecchia Aquila di « San Giorgio » ■ dal tarso spiumato e senza più artigli — guarda intanto tutto quel tumulto d'armati con indifferenza sonnacchiosa... Allorché Capo Noli si vela di ombra, entra a cavallo nel forte il Capitano Nicolò Ugo Foscolo. Rossi capelli e ricci, ampia fronte, volto acceso dalla corsa, occhio dilatato: è tutto impolverato, il giovane cavaliere. Sapete la sciagura ? — dice ansimante. I giuocatori gettano in aria i dadi e levano il volto, ansiosi. ..La Marchesa Luisa Pallavicini — prosegue il Capitano — è caduta un'ora fa da cavallo lungo il « deserto di Sestri » e si è fracassalo il cranio. Sé vedeste il bel viso, com'è sfigurato! Un grido di raccapriccio gittano questi guerrieri usi alla battaglia e alla morte. — Possibile ? Possibile ? — si chiede in coro. Tutti la conoscono, la « bella Marchesa »: la sua delicata figura è custodita in quei cuori di soldati e di poeti come un dolce talismano... Alta e sot tile come giunco, occhi grandi e az zurri, chioma tra bionda e nera, a' nodi siqutifaCche dzoildave a e FpngpNnterifusgrbtngrdsorridente. Veste serica color nanchini a tutto scollo, con le rivolte « alia Carmagnola » che lascia scorgere il pett' ■ a meta coperto da un candido velo... Ora non più; ora le « grazie che le fio ■ ri vano il volto » sono spente: per sem pre. Gli ufficiali si alzano in silenzi-1 e si disperdono lungo gli spalti sotto il tremolio delle prime stelle. Solo V. Capitano Ugo Foscolo rimane nella « ridotta » col viso contro le f eritoje. I pinnacoli di Genova, in basso, si intagliano nella chiarita della notte come fusi nel bronzo. Poi, come per dare un'espressione alla sua tristezza, il Poeta canta: «... alle frementi Umle olio batton l'Alpi, e i più riti miei sperdono sordi, del Tirreno i venti... ». E' l'Alpe ligure che palpita in lui assieme alla sua celata passione. Il Passato si alza nella sua tenera anima come un fantasma di dolore: «Sperai che il tempo, o i duri catti, e queste Uupi ch'io varco, anelando, e l'eterne, Ov'io. qtiul fiera, dormo, alte foresto Sarien ristoro al mio cor sanguinante... ». E' il grande Romantico che canta nella mite notte di Liguria. Ma è breve momento: l'alba si leva con un secco rullo di tamburo... IdvnaaMstendndlsindocile, disposta alla «Titus»; bocca, Alba di guerra Sono le due di mattina del 10 Floreale. La grande offensiva sta per scatenarsi contro i Francesi. II Feldmaresciallo austriaco Barone Michele Melas ha deciso di conquistare — a qualunque costo, con qualunque sacrificio — la collina d'Albaro, donde le sue truppe potranno fulminare Genova... La notte è insolitamente brumosa: una pioggerella sottile sferza i soldati scaglionati dietro i muricciuoli. Ed ecco che il fuoco di fucileria scroscia improvviso e fittissimo davanti al forte dei Due Fratelli, dove la 97* Brigata veglia appiattata nei fossati. L'azione si spiega vasta e profonda nella notte: tutte le batterio di Coronata sparano furiosamente, mentre dal mare sei scialuppe da sbarco — cariche di fanteria marina — appoggiano col fuoco accelerato dei loro cannoncini l'azione degli Austriaci. Alle cinque, una notizia preoccupante corre per le linee francesi. Cli avamposti della 5" Brigata leggera, sotto l'incalzante pressione del nemico ripie- trfLIcdptvlcnsbtspgorfatismtamcsrfbtmsdella campagna. Ma alle porte del vii- PdcpScclvprririnvlaggio, gli Austriaci trovano la resi stenza disperata ed eroica dei Carabi nieri di Francia e non riescono a superarla. . Sterile successo! Ha cessato di piovere. L'alba si è levata, fredda e pesante. Dalle pendici di monte Fasce, tspiegandosi in basso come un immenso sventaglio, le forze austriache discen- adono all'attacco e conquistano con una cmanovra avvolgente il forte Ratti, il uforte JSiefceiiett e il forte Quezsi, difesi tcon sovrumano vigore — fino all'ulti- pmo — da trecentocinquanta uomini del a78° Reggimento. .tB Generale Melaa si ritiene ormai pp sicuro del successo. K tenta la con-pquista del colle « Madonna del Mon- cti ». Avviene allora uno dei più bei sfatti d'armi della difesa di Genova. Il dComandante di Erigata Vv'ouilleaiont i mchiama a raccolta il manipolo disperato | e glorioso della 73' Brigata: pugno : dd'uomini laceri e stancii;. ultimo avan-jzo d'una Brigata decimata. Attraverso il fumo pesante della nebbia che sale dai fossati, gli Austriaci si lanciano alla carica, come altrettanti demoni vocianti. — Inchiodati al loro posto Francesi di WfaS^tU^ri^ sper trlvoite; nella mischia un Colon- nello e cinque ufficiali austriaci'ven-;-gono uccisi. Ma il nemico è arrivato intanto alle prime case di San Martir.o d'Albaro. Nel meraviglioso quadro dei giardini, nel dedalo odoroso delle crune, abituate a visioni di grazia muliebre e a ritmi di canzoni villereccie, ia lotta infuria tenace. I tiragliatori francesi stanno per ripiegare. Ma Masseria giunge al galoppo: il suo cavallo baio varca ! riprende animo, e tiene duro, Ma alle nove di mattina, la débàcle sembra inevitabile. I Due Fratelli e il forte Diamante sono caduti nelle mani degli Austriaci. Un battaglione nemico ha passato ia Polcevera ed è alle porte di Sampierdarena difesa dal Colonnello Godraot. La bat- _ Ili ostacoli: Veramente «come Jalmin di guerra urta ed inonda»... ivr= ^eTaGSe»'nella rivolta Dritto dinan7i a? nezzi alla Batteria'" dnllT i «S alia matteria aeua lanterna, Ancirea Massena osserva lo spettacolo grand»- so della battaglia che si spicca sulla « — i,-! nericci-., .taglia si sviluppa in tutte le direzioni. e si estende sul mare. La squadra inglese ha -preso posìzio- ne in faccia a Genova. Tutte le bocche da fuoco dei suoi vascelli di linea tira-1 no sulla città, e inutilmente 'e -:att;rie da costa francesi cercano raggiungere le navi invulnerabili. j Qua e là, nei rioni popolari, lo scro- scio dei calcinacci che cadono, il fra- , ^iJf'^ffiJ^' terra e sul mare: il «generale di fer-|ro» — tutto occhi e tutto muscoli —fede nella vittoria non muta. Lo spirito di DessaiX e 111 cammino „ ,. .... E gli avvenimenti gli danno ragione. Il giovane generale nizzardo è seguace convinto di un antichissimo precettodell'arte militare: quello che l'ultimaparola spetta quasi sempre a chi ha po- tuto conservare le truppe fresche: è la vigilia di Marengo e si direbbe che lo spirito eroico di De3saix sia già in cammino... Ecco: Andrea Massena giudica ve- nuto il momento di impiegare tutte lesue forze e gettarle nel crogiolo della battaglia che si fa d'ora in ora più in-tensa, più micidiale. La miracolosa riscossa francese sisvolge fra le quattro e le cinque del pomeriggio. TI generale Andrieux si getta sulle pendici del forte Questi e obbliga alla resa, con una carica fu- riosa i duecento granatieri che lo di- fendono- il generale Gauthier attacca alla baionetta gli Austriaci ammusa.- ti davanti al forte Bichelieu, mcnTe il generalo Donnulieu li prende alle spalle. AUe cinque eli sera, il Corpo d'Ar- mata del generale Godesheim è in rot- ta completa: ha perduto tremila uo-mini, di cui 1700 prigionieri. I Fran- cesi si impadroniscono di ottocento scale che gli Austriaci aveva prepa¬ rato e portato cor. se per ascéndere in fretta gli ultimi terrapieni. La ■ scale bruciano in un rogo gioioso, fra i canti dei Francesi. E siamo all'ultimo atto del dramma. Il forte dei Due Fratelli rappre senta la posta suprema dèi ffioco II uw 111 FKJ-"-i_'-Jì"^-"a „iucu. iiPrincipe di Hall nzollern, còmpren- dendone la vitale importanza strategi- ca, vi ha radunato il grosso delle trup-Ipe austriache. Il luogotenente generale Soult ne ordina l'attacco. IHa ricominciai., a piovere. I Fran-'cesi si gettano, innanzi, senza sparare, confidando soltanto nella baionetta l'arma <; latina ». Nei fossa; venta selvaggio, corpo a cor pitano Ugo Foscolo ha vicino il s ci baione* ti iati i'ì.^^^iV corpose,1: .^:^n ;i - e tutti e due — come trecce si cacciano nella mischia ter- ribile tfaì^^ml*^ftoató rioue. una pan.t .o.r..,c_ aua tempo il prode generale Fantuzzi che cade riverso nello braccia del Foscolo, 11 netti vive to amava e stro di consi; averlo baciato cora nella mischia. Si combatte con le unghie, coi denti. Ugo Foscolo è feri- to e il sangue gli cola copioso dal c:>- po. Ma che vale? Non appartiene egli all'armata di z Napoleone il Libera-]tores? | Ha vinto, ora. — La sua anima pai-;poeta ha un urlo di do.ore: adagia so- pra un origliere di timo colui che tan- 6 che era stato il suo ,: mae- ilsUò é' « -conforto » -e dono' L«£ « lun/ò *i lìnlL „« ato a lungo, si slancia an- pita di gioia, pensando alle «rupi var catc andando ». Gli Austriaci — di sperati — ripiegano intanto in fuga disordinata su tutto il fronte: è il tra i monto. | Anche il poeta Ceriori combattè au : dacemente; egli «sali terzo alla trinjcna degli Austriaci !1 « soldato di eccezione » m1 l'inlofplodgcs\SSi chiude così la più bella giornata fedella «Campagna d'Italia ». ^^-è^\Jl«m* nna.tm^ii^^m.op^fn .inmi^i sU,taA qua tromilacinquecento uomini , Austriaci; poco più d.^inquecen-|r;to ai Francesi Andrea Massaia ha n-mantenuto il patto. Varcando le Alpi, cU Primo Console, nell'accomiatarlo, «gli aveva detto: <;Voi sarete il mioi braccio destro: andate in Italia, rial-1 zatevi l'onore delle nostre armi; «Xfiglio prediletto della Vittoria non può e ! trovarvi che trionfi';: E quando ST | tde la notte. Andrea . Massena rien- | va Invali presaghi i * venti Ti polveroso a^phiat-oiano Petto e lo reni ardenti...». de la notte, Andrea . musseua neu- ; vtra fiero a Genova tra le acelamazio- » ni della folla stupita: fuochi di gioia an s"' Pend". f Albaro... E una n i^lribuzioi e speciale d'acquavite vie- ^ ^te Castellacelo: e nel cu«re del-, c'la notte, dinanzi ad una piccola lam-,vpada ad olio, comincia a scrivere di iLiisa Pallavicini: |cznzV^pzltcedaa «-««"!?»•"•*•«•«',. »•«•."» 'swo»| S scrittami il giorno stesso ch'io fui fe- sa Uo Ho un aLtestato del Generale s- ,jpital che mi attribuisce gran parte ea deUa vittoria dej Due Fratelli, di quel- n- — : ue ^1^^ 11 vero soldato di eccezione che ha partecipato a questa grande giornata, è stato dunque il mesto cantore del . SepoJori. eg^ si è battuto senza re spiro, come un magnifico guerriero - antico. Difatti le sue truppe contrie buirono efficacemente a far sgombe-1 rare — dagli insorti Polceveraschi e e dagli Austriaci — l'intera linea che si e stende dai Due Fratelli al Comune di j Coronata. Posta questa gl(*riosa gior- - n?ta alla Pari delle battaglie combat- tute a Canto- a Foite Urbano, alla p.ù di Voi sa con quanto valore ho j ° combattuto? Ho una Vostra lettera -|là inaspettata vittoria che salvò Ge —,,„,.„ „,i„M ,;«;;„ hnttanli, i";,',~,vTr „" , . i°ìd'Italm. Il Generale Andrea Masse--| cna, parco lodatore degli Italiani, mi /o nomina due volte nel suo « Commen- i tario » presentato a Bonaparte e stam- P. ;nato dal Generale Thiebault a Pa- cUrio ;> presentato a Bonaparte e stam- Ppato dal Generale Thiebault a Pa- ce rigi » I1o! E allorché si osa insultare alla for- aituna da tanti secoli avversa agli Ita- S- nani, chiamandoli « degeneri" degli ^a avi», il Poeta grida: « E Voi, e Voi, re che da' ricuperati colli di Genova ac- sn compagnaste alle sedi degli Eroi lo d i spirito di Giuseppe Fantuzzi, gridate ™- Voi tutti: Folti, terribili, e a libera e1 morte devoti furono i nostri petti; ì ma benché pochi, ignudi, spregiati!...*, ^-: Tale il Tirteo d'Italia, il più grande| idei Romantici dell'Ottocento. i' Eppure... Chissà? Come in tutte le l cose umi più liete o più tristi fpi esisto alta radice una donna, cosi il pe motivo ideale che spinge Ugo Foscolo m- acl affrontare con tanta temeraria au- - dacia la morte, non fu anche un poco la la sciagurata passione che lo aveva!- tratto in fuga dalla Toscana? Nella cmischia dei Due Fratelli, balenava for- Pe e s6 davanti agli occhi del Poeta malin conico il volto bianco c:i Isabella Ron- - ctoni; quella che gli detterà più tardi - le Pagine —- piene di mortale scon-,torto — di Jacopo Hortis... - >, cocnn bota o i C'b ii mipqll