I cinquant'anni dell'Accademia Navale

I cinquant'anni dell'Accademia Navale UNA SCUOLA D'ARDIMENTO E DI POESIA I cinquant'anni dell'Accademia Navale LIVORNO, novembre, [mGiovani di diciassette o diclott'anni ; e ■ Usciti dal Licei d'ogni regione italiana, ! crmolti di questi ragazzi ascoltano qui seper la prima volta la voce del mare: gla voce grave, profonda, misteriosa| bche per tutta la vita li chiamerà in-: crcitandoli. Tra Livorno e l'Elba il mare'chè spesso inquieto. Quando maestrale o tulibecclo batton la costa le acque del-jcul'Ardenza s'increspano di mille arric-1 fbncitature argentee, 1 lecci, i pini, le piccole pilline del giardini che da San- t'Jacopo ininterrotti si susseguono al p•piaggia fino ad Antignano, agitano le!mloro fronde con fremiti lunghi; e se un'graggio s'insinua all'orizzonte fra lejmnubi del tramonto, l'isola di Gorgona'ree più lontana quella dl Capraia alzano ! libruni i loro dorsi gibbosi. Gli spruzzi candidi della mareggiata schiaffeggiano allora i parapetti del piazzale Costanzo Ciano, e chi s'era attardato fra quelle aiuole a guardar le onde verdi bevendo a larghi respiri l'aria salsa, calca In testa il cappello, protende il volto, dà al vento i sogni d'antiche fantasie, quando fra i genitivi in « ium » e la cronologia dei sette re di Roma ciasciun fanciullo sentiva nel suo piccolo cuore ruggir la venturosa sorte almeno d'un pirata malese. Cosi era ieri pomeriggio tra un pioVasco e l'altro, qui al cancello dell'Accademia, Sonava l'ora dell'uscita e, zlil eccalitigunosuroe senamsaanberretto piatto con la visiera lucida su. segli occhi, cappotto di panno blu dal,Ubottoni d'oro, pugnalino spenzolante giù al ginocchio, guanti bianchi e sigaretta tosto accesa, a gruppi ed iso' lati, gli allievi « di franchigia » se ne venivano pel viale. Tre ore e mezzo di libertà. Ce n'era che avevano un pacchettino in mano, bene involtato in carta velina, un pacchetto come può portare una signora; o un libro; o la racchetta da tennis. Brillavano negli occhi le immense cose che si posson fare in tre ore e mezzo tutte per noi. Ecco: da quando col chepi di tela cerata in capo e le scarpe lustrate ad olio di gomiU mi sentivo gonfio d'or-* gogllo di ritrovar me stesso sotto la mantella lunga fino ai polpacci varcando ogni sera — se non ero consegnato qunsizitrstl'anustqaradi il portone della Scuola Militare di PeModena, non avevo mal più misuratolDtosi enorme il valore di duecentodieci !reminuU tutti liberi. E specchiandomi i Ladèsso a più di sedici anni di distanza !lain questi ragazzi, e ripensando alle'dtante ore sterili e vuote inutilmente stpoi offertemi dal tempo, mi pareva <u,qe sadsvcorigodere la pienezza di quel tesoro allora — subito sperperato con prò digalità da principe indiano sui di vani rossi del caffè di via Emilia in zuppando due paste sfoglie (20 centesimi) in un cioccolato morbido (30 e centesimi) e scrivendo una lettera aiincass. «Cara mamma e caro papà, I pIlaogg! abbiam fatto una marcia fino a Noiantola... ». Giovinezza nostra, quel-1 Qla: tosto chiusa da un cerchio di ferro, ibstpvirtl di terribili doveri, piena d'interrofazioni formidabili, che bruciò rapita in un turbine d'incendio senza che manco ci accorgessimo di viverla; atra e più felice giovinezza, questa, eie si prepara alla vita con certezza B destini. MSffe smm astile ili iin'edueailone •Perchè la cosa che innanzitutto coijisce oggi chi visita per la prima volta IA.ccademia Navale dl Livorno è l'atmosfera dl serenità che l'avvolge. Questa area immensa stesa fra la chieletta di Sant' Jacopo e l'antico Lazzaletto di San Leopoldo sopra una delle ;dù aperte sponde tirreniche, disseminata di edifici chiari e lindi, solcata Ila viali, sparsa qua e là d'aiuole e cu tappeti erbosi, è un recinto — si sa — ii studi severi, d'insegnamenti rigidi,! love mentre il corpo si educa a prontezze e ad esercizi arditissimi lo spirito si plasma sulle norme di una disciplina che vuol essere scuola di tenacia, di coraggio, di volontà, d'ubbi- cedsigotuseggnlue dinsndqpmdsdienza e insieme dì comando. Ma di!10i mos^a™SaxA~UbeÌ' galoppatolo là nel!8quésta severità e rigidezza, di questa disciplina ed anche difficoltà dl studi, noh s'avverte — girando qui gli occhi intorno — nè peso, nè tedio, nè malin- prato o il campo dì calcio, 1 sei tennis, i 3fdodicl dì palla ài volo; saranno le aule | Aampie, ariose, d'un ordine e d'una net- stesza mirabili; le palestre, le sale ai «scherma e di ballo, i salotti dì ricevi- oriente e dl lettura d'una eleganza che lraggiungere l'intimità pur stando ?lontano da "ogni frivolezza; sarà U*modo stesso franco, disinvolto, cordiale con cui qua dentro ciascuno si muove, parla, attende alle cose sue :— certo è che tutto, compresi 1 doveri, appare agile, giovanile, naturale. Sia che si entri in un dormitorio e se ne percorrano poi le salette per la « toilette » mattinale, sia che ci si affacci Ella biblioteca o alla mensa o alla cucina o all'infermeria, si ha immediatamente — e dominante — l'impressione d'essere in casa dl signori. Disciplina severa e austera, senza dubbio; ma mentre nulla qui può suggerir l'idea d'una repressione dell'individualità in quanto l'individualità ha di piti forte e generoso e ardito, già senti in tjuesti ambienti formarsi quello stile dl vita che poi riconoscerai più tardi se avrai la fortuna di viver qualche giorno su una nave da guerra: uno stile nel quale il concetto delle gerarcnie non si scompagna mai da un « savoir vivre » di uomini di mondo, uno stile per il quale le durezze, I sacrifici, i disagi professionali non fanno dimenticar mal 1 doveri che ogni persona educata ha verso sè stessa e quelle con cui convive, uno stile dal quale infine deriva quella correttezza affabile e insieme riservata, quella maschia Compitezza e virile reciproca cortesia che hanno per sempre bandito dalla marina italiana tutte le indulgenze, tutte le sciattezze borghesi e qualsiasi forma di « catonismo». Entrano dunque in questa Scuola 1 ragazzi che un giorno porteranno sulla manica l'occhiello d'oro degli ufficiali drufsqpzcstcrialsIdmcsldsSnrlpvrisdi vascello od 1 gradi del genio e delle I armi navali; e por tre anni la parola .* mare » rlsuona nelle voci e ancor più I negli animi. Tutta la vita sul mare.jtutta la vita per il mare. Se anche su- bordinato ai fini della guerra, 11 « é | necessario navigare » ha qui virtù del più assoluto dl tutti gli imperativi. < La vita dell'ufficiale di marina — dice anche l'ultima notificazione dl concorso per l'ammissione di allievi |all'Accademia Navale — non è vano Iripeterlo, non è professione ma apostolato, e come tale molto richiede di sacrificio, di rinunzie e dl abnegazione jda col intenda ad essa votarsi», li mare è qui in faccia. Serenità d'albec e di tramonti estivi o nembi cupi sulle !j creste blanchicce delle onde tempesto- se, raccoglimenti silenziosi sotto 1 grandi pini dei viali oppure agilissimi 7, balzi su per le sartie, i pennoni, le „ crocette, le coffe del nnto brigantino che curiosamente alza la sua albera- tura dal lastricato del piccolo molo su ?cui s'apre il principale cortile, è tut- J? funo: la vastità marina e l'tadefinl-j bile mistero delle sue suggestioni han-ljjno il loro regno in questo recinto, l „regno in questo nwiuw. * i ohanno forse a più giovani allievi non - mal ancora veramente navigato, ma Pgià in mille modi, dallo studio delle fmaterie scientifiche agli esercizi deli_ remo e della vela (la navigazione ve liera resta ancora la base dell'educa- zlone marinara, allo stesso modo cne il latino è la disciplina mentale per eccellenza della scuola media classica), dalle lezioni d'arte e dl storia militare marittima alle istruzioni pratiche sulle siluranti, la loro fantasia e guidata verso quel sogno che un giorno non lontano sarà raggiunto: essere là sulla plancia accanto ali'ufiiciale dl rotta curvo sulle carte cu navigazione, e scrutando lo sconfinato orizzonte, sentirsi signore della nave armata cne naviga perchè la Paltrla ed il Re lo comandano. Non si capirà mai cosa possano riuscire per molti giovani i tre anni della loro preparazione a Livorno, se si prescinderà dalla profonda ed in nne pAaloIpUrna poesia ch'è la sostanza ideale dl|pquesta iniziazione Entusiasmo e dovere Tre anni ad ogni modo pel quali non appaiono stonate le parole che conptuzisi leggono nella suddetta NoUfica-jstzione: «La vita in Accademia, che sctrascorre in un alternarsi piacevole dl studio, di esercitazioni e di svago all'aria aperta, è sempre tale da dare agli allievi, al termine d'ogni giornata, la sensazione di averla molto utilmente impiegata ». Ispirare a chi studia la persuasione dell'utilità di questo studio; cancellare in chi deve repnachmsiaassoggettarsi ad una disciplina seve-jmra qualsiasi sospetto di grettezze e l'di goffe pedanterie, son due segreti|uPer abbattere una barriera che potreb-imDe perniciosamente alzarsi fra dove- dre ed entusiasmo. E all'Accademia dija Livorno l'allievo riceve innanzitutto .dla sensazione della propria dignità, e nde,la dignità d'una carriera che giù-'p stamente è fra le più ambite. Che uquesti allievi siano vestiti con sobria,me virile eleganza; che il corredo pas-| trsato dall'Amministrazione sia abbon-; cdante ed accuratissimo; ch'essi al ri- gsveglio trovino delle sale di «toilette» ! pcon lavabi ad acqua corrente fredda fr e calda, specchi, biancheria, comodità dintime insomma identiche a quelle cheld potrebbero trovare a casa loro; che'pla cucina sia di prim'ordine e chele Quando gli allievi hanno da mutar d'abiti u vedano 11 pronti sul letto ben stirati e spazzolati da un oculatissimo personale di servizio; che se gli allievi sono indisposti od ammalati li rl- lardilgceva un'infermeria che sia dal punto [qdi vista dell'attrezzatura scientifica | Isia da quello della nettezza e dell'eie-1 tzganza potrebbe servir da modello per ogni clinica Italiana e straniera; son tutte cose giuste e-doverose. Addestrare i giovani ad una vita maschia ed austera, va bene; ma dal grado di guardiamarina a quello d'Ammiraglio di squadra, l'ufficiale di marina non avrà mai da rifarsi il letto o da svmvssclustrarsi le scarpe: avrà da ubbidireIse da comandare. Inutile quindi urtare [stqzdelle sensibilità con imposizioni che invece d'irrobustire il carattere lo snervano; anche più inutile perder del tempo in faccende da cameriere quando questo tempo può essere impiegato in ben altre e più proficue] mansioni. rCiò che invece è davvero sorpren- mdente, è che l'Accademia Navale rie-,zsca a fornire un simile trattamento, e j l10 stu<Uo e le esercitazioni fisiche e qi giochi e le lezioni di ballo, di scher- lma e via dicendo, riscuotendo peri qogni allievo una retta annuale che —|tspese generali e corredo compresi (ilit!8010 corredo ha un valore di circa .b" 'ci 3000, lire) ~ «adonta a lire 2800 | Aggiungendo a questa somma le spe^ se straordinarie e il cosi detto « bor «lllno» privato dell'allievo, con un onefe™fnsile totale <:hf. 81 a8Bira st le 420 "?' una famiSlla Può mante ?er,e all'Accademia il suo ragazzo mdtsus*™]0 studiare aprirgli la via ad una sa 1 a i delle più invidiate ed onorevoli car riere, dargli a poco più che vent'anni una posizione morale e materiale che forse — a pari età — non trova riscontro in nessun'altra professione. E quando si parla d'un trattamento di prim'ordine non si pensi alla convenzionalità d'un'espressione. Si vuol sapere com'era composta la colazione di iermattina? Spaghetti al sugo, bistecche con verdura, insalata, dolce, frutta. Gravemente il capocuoco m'ha fatto assaggiare: e a furia d'assaggiare ho finito per far anch'io colazione. Dal 1881 ad oggi Mezzo secolo compie quest'anno l'Accademia Navale dl Livorno. Mezzo secolo durante il quale il magnifico Istituto non ha cessato d'ingrandirsi, di svilupparsi, d'arricchirsi d'ogni mezzo di educazione e d'istruzione facendo tesoro delle esperienze trascorse. Con l'adattare — in seguito alla legge presentata dal Ministro Benedetto Brln, 11 restauratore della nostra Marina — l'antico Lazzaretto di Sant'Jacopo a sede d'un'unica scuola navale italiana, si poneva nel 1881 realmente fine all'antica rivalità delle due scuole dl Napoli e dl Genova per ufficiali di vascello, scuole tuttavia gloriose che avevano preparato all'Italia unificata un'aristocrazia marinara che anche nel dramma di LIssa s'era affermata con abnegazioni sublimi. Ora il leone dl Liissa, il monumento che l'Austria aveva creduto dl imporre per sempre all'Adriatico, e I è qui prigioniero in questo recìnto, e a .ai nomi dei pochi marinai austriachi ù I morti in quel giorno ormai cosi lon .jtnno, s'oppongono quelli — nomi di - vivi, nomi di morti — delle diciasé | sette Medaglie d'oro uscite dall'Accademia in questi cinquant'anni: Gul li. Del Greco. Gandolfo. Farinati, Garassini. Bafile. Bertolotto, Grazioli T.ante Dplla Rovere, Carlotto. Millo, clrbcgecr^nnpmqnamtmdsoTRMl . — l i | ciano, PaolinI, Olivieri. Pellegrini o I rjolran, Casagrande di Villaviera e li Sommi Picenardl. Onesti nomi saranno riletti là sulla lan'de. da S. M. il Re il 4 dicembre, quando 11 Sovrano con la sua presenza I affermerà 11 significato solenne del cinquantenario e dalle tolde delle loro navi schierate tra Livorno e l'Ardenza gli ufficiali della nostra Marina risaluteranno la bella Scuola che lì fece uomini, navigatori, soldati. Quel giorno fra i cadetti e gli anziani la comunione degli spiriti sarà perfetta. !j ^I?0. f1 divedrà in questi giova.' ™f°, a 10 «Paranze d'un tempo, or£ogIl ad amarezze toste 7, p" mI°n maschla volontà, misurerà „tt^~T T Perc°rso, l'avvenire eh i ™ "!UK,,ora che venticinque ' 13.„ H"-.10 Ema™ele III conse? Kr:frata Allievi uscirà dal- J?f?."r custou>a. «A voi, o giovani, , " .. :n casa ispiratevi a quegli jjf" dl "lf).rc 0 di virtu che ci „]?.,e.™„u,na, 1 •"-tria Errando ed unita, olfI «j„t, - ° — alti ldeah chc!' sono certo, vi accom- P^ne^anno nello, carriera a maggior f'? -2 e"a farina italiana». Parole _ „ ./ ..ar°,(r CUI rispondono incisi nelle lapidi del porticato d'ingresso i nomi di Coloro che sur mare italiano I e per il mare italiano caddero ai loro; posti di comando. MARZIANO BERNARDI I