Una nuova spedizione nelle regioni polari artiche

Una nuova spedizione nelle regioni polari artiche Una nuova spedizione nelle regioni polari artiche Due anni fra i ghiacci per accertare se la Groenlandia si sposti verso Ovest = Palloni sonda per la strato sfera = La prima macchina fotografica a colori naturali per fotografare il fenomeno dell'aurora boreale gom) ^ gceUe n, artj. che perchè ,.atm0Bfera chiarissima di questi luoghi facilita le necessarie os Dopo due anni di osservazioni gli selen*|ati della spedizione saranno in grado dl accertare se la Groenlandia s. spostie cosi proveranno la strana teoria a-vanzatlf prima volta ^ defuntodott Aifve(jo Wegener, famoso geologo dell'Università di Gratz, in Austria. «•NEW YORK, novembre, (g. b.). — Dopo il felice esito della spedizione in grande stile al Polo Sud diretta da Byrd, gli americani hanno deciso di farne un'altra, sempre per scopi scientifici, nelle regioni polari artiche, sotto il comando del Cap. Flavel M. Williams, coltissimo ufficiale della riserva navale degli Stati Uniti. Nella prossima primavera si imbarcheranno a New York i diciotto membri di questa nuova spedizione scientifica e partiranno subito per la Groenlandia, dove formeranno la loro base non molto lontano dal punto di cui si è accampata cinquant'anni fa la spedizione Greely. Ivi, presso la Terra di Grant, gli scienziati diretti dal dott. H. B. Maris, del laboratorio di ricerche navali di Washington, inizieranno i loro lavori. Lo scopo principale che si vuole raggiungere, con la cooperazione dell'Istituzione Carnegie, dell'Ufficio idrografico navale degli Stati Uniti e dell'Ufficio meteorologico, « Weather Bureau » consiste nell'accertare se sia fondata o meno la teoria secondo la quale il Nord America e gli altri continenti della terra si spostino leggermente e continuamente,, come se galleggiassero su una base liquida esistente nel centro del gic bo terrestre. Per tali esperimenti scien servazioni astronomiche per l'esatta localizzazione di alcuni punti di riferimento scelti sulla superficie della terra.La teoria del dott. Wegener Il dott. Wegener sostenne che tutti i Continenti della terra formavano una volta una grande massa compatta, laquale nel remoto passato si è spaccataàvidendosi „ «tlMfli Contme£tii cheanche oggi> secondo luii si mu0vono ancora. L'America del Nord si sposterebbe pian piano verso l'equatore, .Questa teoria rimonta a sei o sette anni fa. Lo scienziato tedesco una sera si riposava dopo cena nel suo studio f fissava oziosamente una larga carta geografica del mondo appesa sopra il suo tavolo. Inconsciamente co*iò a re con ,a fantasi stando ìcontinenti m modo da awicinarli e riunirli fra loro. Spinse l'Africa verso ovest per tutte le tre mila miglia che la separano dal Sud America e notò che la costa sporgente del Brasile riemPiva la Baia di Guinea, in modo che *J faP° San Ro(£e c°^c}^?va- ro1 ™oto del Kamerun. Spostò l'Europa attra- verso l'Atlantico e trovò che la sua co- occidentale era parallela alla costa orientale del Nord America. Tirò verso su(j ia Groenlandia per mille e cinquecento miglia e si accorse che la sua estremità meridionale combaciava con a costa del Labrador ad occidente e la Scandinavia ad oriente. Allora pensò se ciò avvenisse per mero caso o piuttosto per una causa specifica non ancora spie- f Non ^togliendo più il pensiero ? ajla. rotazione della terra, la grande massa agglomerata si ruppe in diversi enormi pezzi, che si distribuirono in modo da mantenere l'equilibrio terrestre e formarono gli odierni continen- i Essi a poco a poco si allontanarono ra loro, galleggiando sulla massa liquida della terra, che secondo i geologi dalle idee che gli erano sorte, dopo alcuni mesi si convinse che le coincidenze delle coste osservate indicavano la storia di uno dei più importanti avvenimenti della vita del nostro pianeta. Migliaia di secoli fa, quando la terra era abitata da mostri preistorici, non dovevano'esistere, secondo il dott. Wegener, i grandi oceani che separano l'America dall'Europa e dall'Africa ed anche dall'Asia. La Groenlandia era annidata fra Terranova e la Scandinavia e 'Australia si trovava attaccata alla costa orientale dell'Africa, mentre lo spazio esistente tra l'America del Sud ed il Capo dl Buona Speranza era colmato dalle regioni antartiche, che si stendevano verso nord. I vari continenti erano riuniti assieme e così i pelosi elefanti preistorici vagavano dal Labrador alla Russia ed i cammelli dalla Cina al Perù. Ma sotto" la tremenda forza dovuta gW™ a quaranta o cinquanta miglia di profonaità dalla superficie del globo, ome succede con gli « icebergs » che, taccandosi dagli immensi ghiacciai poari, cadono nelle acque del mare ed niziano un viaggio allontanandosi sem Gli scienziati conservatori accolsero I pre più. I continenti hanno raggiunto l'attuale posizione in milioni di anni, ma ciò non esclude che essi si muovano ancora. Gli indizi geologici e quelli offerti dalla fauna la teoria di Wegener con scetticismo, ma egli non disse nulla e si dedicò alla raccolta delle prove di fatto necessarie per suffragarla, ricercandole nella geologia, nella botanica, nella zoologia e nella fisica. Partendo dalla considerazione che per dimostrare la sua ipotesi non fosse sufficiente il fatto che le coste dei continenti apparissero come se una volta fossero state riunite, poiché ciò poteva anche esser dovuto ad effetti accidentali, il dott. Wegener è andato molto oltre nelle sue ricerche e così ha potuto far risaltare la conformità degli scrati rocciosi della costa dell'America del Sud e di quella africana, che sono spiccatamente simili, nonché la circostanza di fatto che le vene carbonifere del Nord America formano una continuazione di quelle dell'Europa occidentale. Inoltre ha trovato un'altra prova a suo favore nella distribuzione di alcuni animali sulla superficie terrestre. Peri Wesempio, delle cinque specie di tapiri attualmente esistenti, che evidentemente nvmaNmtadhanno origine comune, quattro* vivono nell'America Centrale e nell'America del Sud, mentre la quinta è trovata solamente nella penisola malese e nelle vicine isole di Sumatra e Borneo, cioè ad un'altra estremità della terra. Le scimmie, i cammelli ed altri animali si incontrano su continenti separati. I marsupiali vivono nell'America del Sud o in Australia. E poiché per l'esistenza di immensi oceani, che separano detti continenti, non si può ritenere che tali animali abbiano migrato da un luogo all'altro, sorge spontanea la domanda se non sia possibile che le loro lontane abitazioni fossero state vicine nella notte dei secoli. Alcuni scienziati hanno avanzato 'a ipotesi che nelle epoche preistoriche esistessero strette penisole, che come tanti piccoli e lunghissimi ponti riunissero i continenti, sulle quali gli animali potessero passare, ma in risposta il dott. Wegener ha segnalato il Madagascar. Su questa grande isola, distante solamente duecento miglia dalla costa orientale dell'Africa, si dovrebbe trovare una fauna molto simile a quela del continente vicino, invece gli animali che vivono in Africa e quelli del Madagascar differiscono immensamente fra loro, come gli animali dell'Inghilterra e del Giappone. D'altro canto si riscontra una marcata identità fra i rettili del Madagascar e quelli dell'America del Sud, che si trovano ad oltre seimila miglia di distanza. I ponti naturali non possono spiegare tale fatto, ma invece la teoria di Wegener, secondo la quale una volta il Madagascar era riunito al Sud America, offre una soluzione più logica. Gli animali preistorici, più che quelli viventi, rinforzano questa straordinaria eoria. Gli antenati dei tipi di alcuni animali ancora esistenti, come elefani, rinoceronti e cammelli ora estinti, erano generalmente distribuiti nell'America del Nord, nell'Europa e nel'Asia. Ciò fa pensare alla possibilità che il continente americano fosse una volta congiunto all'Europa. Negli altipiani della Norvegia vive un piccolo rodente, « myodes lemmus », on la coda e le zampe corte, orecchie ed occhi piccoli e col corpo coperto da una soflìce pelliccia, che durante i mei invernali diventa bianca. Periodicamente, quasi ogni cinque anni, questi odenti si riuniscono a migliaia, scendono dalle montagne, attraversano in masse serrate la pianura e poi si butano in mare senza esitare e cominciao a nuotare, avanzandosi lentamente nell'Oceano, finché non perdono le fore ed annegano. Sono essi affetti da una forma di manìa suicida o piuttoto si vogliono dirigere verso una tera dove una volta i loro antenati abitaano? E questa terra era forse il legendario continente dell'Atlantide o ualche altra regione? Gli scienziati dl molte generazioni anno formulato parecchie ipotesi per piegare questo strano fenomeno, ma a verità sembra che debba consistere ella vana ricerca da parte dei piccoli odenti di un territorio una volta molo vicino, tanto che poteva essere ragiunto a nuoto. La teoria di Wegener piega il fatto con facilità. Secondo i uoi calcoli, circa centomila anni fa la Groenlandia era attaccata alla peniso- tdmvrgddmIsclssficdsnagrLqgoaptgcpasdmmsTdfrazvzsminrzfssdvainglarivrastdobmncisipinziziteglstchprsi la scandinava. Poi se ne staccò e lentamente si spostò verso ovest. Molte generazioni di rodenti, quando erano troppo numerose o mancavano di cibo, continuavano a migrare attraverso li piccolo canale che separava le due sponde e che Ingrandiva sempre più. Per diversi secoli la periodica migraI zione non si risolvette in un annega- Wegener deve muoversi verso occiden mento collettivo, ma aumentando continuamente la distanza da superare a nuoto, un bel giorno i rodenti cominciarono a trovare la morte nelle acque invece del nutrimento nella terra promessa. Guidati dal loro istinto, anche ai nostri giorni si avventurano alla cieca nelle acque dell'Oceano, nonostante che la distanza che separa !a Norvegia dalla Groenlandia sia di oltre duemila miglia. Spostamenti di pochi decimetri all'anno Ed ora Ritorniamo alla spedizione scientifica del 1932. Non è cosa semplice controllare se effettivamente l'America del Nord sì sposti continuamente verso l'Equatore con una velocità di due miglia per ogni milione di anni. Ma nei riguardi della Groenlandia, che secondo i calcoli fatti dal dott.te alla rata di sei piedi all'anno, cioèdì circa un metro ed ottantatrè centi-metri ogni dodici mesi, l'impresa di-venta possibile ed è per tale conside-razione che gli americani vi si accingono con tutto il fervore e l'entusiasmo del pionieri. Gli uomini della spedizione Williams disporranno di un gran numero di strumenti scientifici di massima precisione. Il dott. Maris avrà a sua disposizionestrumenti astronomici talmente esattiche consentiranno di accertare in quale punto della superficie terrestre egli si trovi, guardando semplicemente le stelle. Una speciale macchina fotografica aerea, necessaria per i controlli, costa da sola sessantamila dollari, più di un milione di lire italiane. Inoltre la spedizione porterà con sè due aeroplani ed alcuni palloni sonda, che saranno adoperati per ottenere dati meteorologici negli strati superiori dell'atmosfera e per studiare anche la stratosfera, L'aurora boreale, il cui fenomeno, a quanto generalmente si ritiene, ha origine nei pressi della base scelta per le operazioni della spedizione, formeràanch'essa oggetto di studio. A tal uo-po sarà portata nelle regioni polari ar-tiche una macchina per eseguire foto-grafie a colori naturali, la prima mac-china del genere che sia stata mai ado-perata per questo scopo. Il primo passo del lavoro destinatoa controllare la teoria di Wegener con-sisterà nell'erezione, su basi rocciose, di due piccoli obelischi di cemento armato dell'altezza di circa due metri e mezzo. Uno di essi sarà posto sulla costa della Groenlandia e l'altro sulla Terra di Grant, alla distanza precisa di diciotto miglia. Allora un monoplano fornito della macchina fotografica aerea si inalzerà finché il sensibilissimo altimetro segnerà 16.800 piedi di altezza ed il pilota farà scattare l'obiettivo per ottenere una fotografia della zona che divide i due obelischi. Quest'operazione sarà ripetuta una volta al mese durante i due anni di permanenza in Groenlandia. I tecnici della spedizione confronteranno con strumenti delicati la posizione degli obelischi nelle susseguenti fotografie, al line di accertare qualsiasi cambiamento nella distanza che li separa. Poiché la costa della Groenlandia è perennemente ricoperta dalla neve e dal ghiaccio, il pilastro di cemento armato che vi sarà eretto verrà dipinto n colore arancione, per risaltare meglio nelle fotografie, mentre l'altro dela Terra di Grant, dove le brune rocce rimangono scoperte durante i mesi estivi, verrà dipinto in bianco. Intanto è possibile che tanto la Terra di Grant che la Groenlandia si spostino entrambe verso ovest con la medesima velocità, nel qual caso i due obelischi, spostandosi contemporaneamente con lo stesso passo, manterranno sempre ira loro la distanza di diciotto miglia. Dato che, verificandosi simile fenomeno, le fotografie aeree periodiche darebbero risultati negativi n .contrasto con la realtà, gli scienziati che pigleranno parte alla spedizione, diretti dal dottor Maris, accereranno costantemente la posizione degli obelischi anche con riferimento alle telle e specialmente alla stella polare, he nelle regioni artiche splende sempre al medesimo punto, senza spostari. Prendendo la stella polare ed i due pilastri di cemento armato per le tre punte di un triangolo, qualsiasi spostamento non sfuggirà ai calcoli, matematici. I velivoli della spedizione, partendo dalla base che sarà molto più a nord del più lontano villaggio esquimese, con l'uso di altre macchine fotografiche aeree prepareranno il materiale necessario per fare una carta topografica delle regioni polari coprente un territorio di centomila miglia quadrate. Gli studi meteorologici che saranno fatti sul posto riusciranno utilissimi, perchè circa il novanta per cento delle tempeste che si scatenano sulla costa orientale degli Stati Uniti hanno origine nelle vicinanze della zona che sarà esplorata. Importantissimi saranno anche gli accertamenti tendenti a spiegare la relaziono che passa tra l'aurora boreale, il magnetismo terrestre ed i disturbi statici della radio. II cap. Williams, che è un'autorità in materia di elettricità statica, spera di potere raccogliere molti dati importanti, che serviranno per annunziare l'avvicinarsi delle tempeste da ventiquattro a quarantotto ore prima di quanto sia possibile predirle attualmente. Non bisogna intanto dimenticare che questa spedizione non sarà la prima che si spingerà verso il Polo Nord con lo scopo di controllare la teoria di We gener. Infatti lo stesso dottor Wegener si era recato ben quattro volte in Groenlandia per fare i suoi esperimenti, e nell'ultimo di essi vi ha lasciato la vita come un vero martire della sua teoria. Nella scorsa primavera il suo cadavere è stato trovato ghiacciato presso uno ski piantato verticalmente. Solamente poco tempo fa è stato dimostrato che il dott. Weneger non fosse un visionario mancante di senso pratico. Egli aveva predetto, fra le altre cose, che la Groenlandia dovesse essere depressa nel centro, come una scodella gigantesca piena di ghiaccio. Tale verità è stata finalmente provata dopo la sua morte. I rimanenti membri della sua ultima, spedizione, raccogliendo con strumenti sensibilissimi l'eco prodotta dalle cartucce (li dinamite fatte scoppiare sulla superficie del ghiaccio e calcolando il tempo impiegato dal suono per raggiungere le rocce esistenti sotto il ghiaccio e ritornare alla superficie, hanno accertato che al centro della Groenlandia il ghiaccio raggiun- tènere* che i continenti si muovano con una velocità variante e che negli spostamenti la maggiore velocità sia mantenuta dalla Groenlandia. ge una profondità di S850 piedi, men tre ai margini è spesso meno di 3000 piedi. Forse quando poi ritornerà dalle regioni polari la spedizione Williams, cioè nel 1934. i dati raccolti da essa potranno anche provare che il dottor Wegener non si era sbagliato nel ri