Libero scambio

Libero scambio Libero scambio CNelle recenti elezioni il popolo inglese ha mandato 500 protezionisti jai Comuni. Dopo molta esitazione £MacDonald ha scelto Neville Cham- : ?berlain, tipico rappresentante del- l'ala destra del partito conserva- „tore, a successore di Snowden. Pro- ,,babilmente tra poche settimane, o *tra pochi mesi, dopo un secolo di li-bero scambio, una barriera doganale circonderà i confini dell'Inghilter ra. Armati di una tariffa, gli Ingle-jusi incominceranno a discutere con ; scauogni Paese ispirandosi al concetto del Vecchio Testamento: occhio per (.echio, dente per dente. La rinunzia alla concezione eco cmcmnomica liberista da parte della tGran Bretagna costituisce, dopo la!vrinunzia della sterlina alla parità < caurea, un grande avvenimento. Si|llchiude un capitolo storico che contiene le pagine gloriose e terribili della creazione dell'Impero. Il liberismo economico, da cui è nato il moderno capitalismo, si può sintetizzare in una frase: la legge del più abile e del più forte. L'Inghilterra ha creato questa concezione degli scambi, l'ha difesa e talvolta imposta sinché è rimasta all'avanguardia nel campo industriale, sinché il carbone è stato un suo monopolio. Quale interesse poteva avere l'industria ad essere protetta quando era sicura di produrre meglio e più a buon mercato dei concorrenti? Quale interesse potevano avere per le barriere protettive il commercio e la banca che, grazie a questo regime di libertà, trasformarono Londra nel più grande centro di scambi di denaro e di merci? Dai quattro angoli della terra arrivavano ai porti inglesi i generi alimentari e le materie prime che sevrasocamigliaia di officine trasformavano I imin manufatti rivenduti con lauti ìvguadagni in tutti i paesi del mondo. WE con gli utili ricavati dalla vendita ! ,raa*\ „ „„,.v^„= ai,sassatodei prodotti finiti e del carbone si ! pagavano i generi alimentari neces- ' sari al paese; si creavano le riserve di capitali che la Banca impiegava in paesi a civiltà meno progredita, provocando nuove correnti di scambi, nuovi clienti che talvolta si trasformavano in sudditi. Dopo la penetrazione economica, quella politica: così nel secolo scorso nacque l'Impero. Una situazione non priva di pericoli. Grazie alla concezione economica del libero scambio l'Inghilterra, prima dell'ottocento paese agricolo, si trasformava in una Nazione industriale, commerciale e bancaria. La vita della popolazione dipende, ormai, in tempo di pace dalla possibilità di pagare agli agricoltori stranieri i generi alimentari ed in tempo di guerra dalla supremazia dei mari. E questa popolazione in un secolo si è triplicata e il suo tono di vita è ancora il più alto in Europa. Ora la vendita del carbone e dei manufatti ed i redditi degli altri scambi coll'estero non sono più sufficenti a comprare, nell'attuale misura, i generi alimentari necessari a questa enorme massa proletaria. Non più l'Inghilterra ma gli S. U. d'America e la Germania sono diventati i più grandi paesi industriali del mondo e nella vecchia isola vi sono da dodici anni milioni di operai che non trovano più lavoro. La potente organizzazione economica inglese, nata dal concetto del libero scambio, è sorta e si è sviluppata grazie a circostanze provvisorie, eccezionali che gl'Inglesi hanno supposte eterne. Scomparse o parzialmente mutate' queste circostanze è apparsa chiaramente la debolezza e la vulnerabilità del sistema. Non solo pagine grandiose ma anche terribili stanno scritte nei capitoli della storia del libero scambio. Movimento materialista, antiromantico, utilitario: la concezione economica liberista non ha che una mèta: guadagnare del denaro, ancora del denaro. Quando gli industriali di Manchester, creatori di questo movimento, imposero l'abolizione delle dogane sui cereali, non li animava che una speranza: ridurre il costo della vita per diminuire i salari. H lavoro? una merce qualsiasi come il tè ed il cotone. Nessuna politica sociale, divieto di coalizione, l'impiego nell'officina a chi lavorava di più e più a buon mercato. Ai tempi del liberale Cobden gli uomini, le donne, i bimbi erano rinchiusi nelle tessiture di Manchester per dodici, quattordici, sedici ore al giorno. I bambini entravano nelle fabbriche a cinque anni, come avviene ancora oggi in India ed in pgfofolapvcnvamstlvvsphml'hmptbmfrsfssgidsrptrVre il primo grido di pietà. « Durante dodici e sovente sedici ore — scriveva nel suo romanzo * Sibilla » — una giovinetta inglese trascina in sotterranei oscuri, camminando colle mani e coi piedi, tinozze piene di carbone. Scene che sembrano sfuggite all' attenzione della Società per l'abolizione della schiavitù ». Ed in un documento pubblicato nel 1880 (« Storia dei nostri tempi» di Carthy) si lesse: « le malattie più terribili colpiscono queste sciagurate che hanno ormai rinnegato il loro sesso. Espressione letteralmente esatta perchè molte di queste operaie per l'eccessiva fatica hanno il seno piatto e duro come quello degli uomini e molte di esse sono diventate sterili ». Più tardi nel movimento liborale le masse operaie trovarono le basi della loro ascesa politica. Industriali ed operai — nettamente divisi come in nessun altro paese dallo spirito di casta — combatterono uniti contro l'aristocrazia feudale e terriera. Ma quando, dopo decenni di lotta, il popolo inglese ottenne il suffragio universale, non solo i liberali ma anche i conservatori cercarono di conquistare le simpatie delle masse. Grazie a questo contrasto elettorale, più che alla potenza delle Trades Unions ed al sorgere del nuovo partito laburista, è nata la grandiosa legislazione sociale britannica alla quale i due governi di MacDonald non portaro no che parziali e lievi migliora menti. Free trade (libero scambio), due parole magiche che per decenni hanno galvanizzato lo spirito delle masse elettorali, e che nelle elezioni del 1906 allontanarono dal potere Giuseppe Chamberlain ed in quelle lei '23 fiaccarono i timidi accenni glmmqciglfeiapdulgrefumlsmpd protezionisti di Baldwin. Oggi esaenon hanno più eco nel cuore degli Inglesi. Sin la cittadella di Man-Chester manda dei protezionisti ai Comuni. j__q„ , uuimoi £??£"ale p,er.,.le~sue. industrie l'In- : ? li., ^ d.a11 offenslva passa alla ,ns!v,a- «conosce la sua sconfit „a'J? «'"sioni e gli errori degli eco ,,"mistl c"e nel secolo scorso cuea *,°«o Questo sistema economico. Al-ra de,Ja protezione essa cer¬ p , *-<on la creazione di una barriera!jun chiuso mercato impi ; scambio di manufatti e carbone , ^ —- r** w*w*i4vnw cooa tei cneranuove vie al suo destino. Si accorderà coi Dominions per creare un chiuso mercato imperiale per Io contro materie prime e generi alimentari? Oppure la protezione avrà carattere solo nazionale? Assisteremo allora ad un srande sforzo per taf "nascere nell'isola la distrutta !vita agricola e per trasferire dai < centri urbani nei paesi in.colti mi|ll0ni di uomini che da un'decennio sono senza lavoro? Problemi colossali per risolvere i quali occorrerà torse una generazione. E chiuderemo queste note sul li- bero scambio con una considerazione di carattere generale. Nel 1927 la grande Conferenza economica mondiale concludeva i suoi lavori fa Ginevra con una dichiarazione solenne, accettata all'unanimità, per una riduzione delle tariffe doganali. Diecine di altre conferenze ufficiali a Parigi ed a Londra, a| _ Washington e ad Amsterdam, giun-sero alle stei<?p r-nrirlnsioni Cnn- scio d,ue siesse conclusioni, ^on-1 temporaneamente dalla primavera del 27 a quella del 31 tutti i paesi, |senza eccezione, ed in prima lineai gli S. U. e la Russia, hanno creato \ sistemi economici completamente isolati Ed ora montrp l'Tnfrbiltprri'Lio -a mentre 1 inErnilterrn.jsta passando a vele spiedate nelicampo protezionista, naesi minori!come la Svizzera e l'Oianda prepa-lrano mezzi ancor niù severi periostacolare la libera circolazione del- le merci: il contingentamento co-ime base dei trattati commerciali. Mai il concetto economico nazionale ha trionfato in forma così ri- erida. Pan-Europa non è certo alle|ìporte. g. d. b. t

Persone citate: Baldwin, Carthy, Giuseppe Chamberlain, Macdonald, Neville Cham, Snowden