Accordo italo-francese per i nostri vini

Accordo italo-francese per i nostri vini 1 PROBLEMI DELL'ESPORTALO NE E DELLA FINANZA Accordo italo-francese per i nostri vini La difesa dei prodotti nazionali II capitale dell'Istituto Mobiliare - L'andamento della Marina mercantile Roma, 17 notte. E' stato firmato a Palazzo Chigi, tra S. E. Fani, Sottosegretario agli Esteri, e S. E. De Beaumarchaia, Ambasciatore di Francia, un accordo che regola le questioni sorte fra i due Paesi in rapporto al regime d'importazione dei vini italiani in Francia. L'accordo raggiunto tra l'Italia e la Francia intorno al regime delle esportazioni dei vini italiani nel territorio della vicina Repubblica • conclude felicemente un periodo di intense e laboriose trattative, iniziate l'indomani del Boto provvedimento con cui, da parte francese, si chiuse ogni importazione di vini italiani. L'esportazione dei vini io Francia E' superfluo ricordare i termini della questione, ampiamente esposti durante lo svolgimento delle trattative, le quali, come è noto, sono state condotte parte in Francia e parte in Italia. Più interessante sarà rilevare che l'accordo odierno, grazie alle amichevoli disposizioni dei due Governi, tiene conto dei legittimi interessi degli esportatori vinicoli italiani, dai quali deve essere ritenuto pienamente soddisfacente. L'accordo prevede due distinti, successivi periodi di applicazione: il primo riguarda il regime delle esportazioni italiane dall'entrata in vigore del l'accordo stesso Uno al 31 marzo 1932. il secondo, il periodo successivo al 31 marzo 1932. Nei periodi di immediati applicazione, l'accordo dispone che, en tro un determinato contingente, ch> non è ancora il caso di precisare, ma che 6 fissato, ripetiamo, secondo le giuste esigenze della nostra produzione, le esportazioni italiane beneficino di un :dazio convenzionato. Più precisamente, 'poiché l'accordo entrerà in vigore di qui a 10 giorni, può dirsi che da questa data, fino al 31 marzo 1932, le esportazioni italiane, fino al limite di contingente fissato saranno colpite dal dazio minimo della tarlila doganale francese, quale è stabilito per le singole categorie di vini. Anche nel secondo periodo, vale a dire dal l.o aprile 1932 in poi, le nostre esportazioni godranno d'un identico trattamento di favore, ma la situazione sarà ancora migliore perchè il contingente di vini ammessi al beneficio del dazio convenzionato, sarà sensibilmente maggiore. L'accordo odierno, che, ripetiamo, entrerà in vigore tra 10 giorni, sostituisce, naturalmente, quello del marzo scorso. Si apprende inoltre da Modane che, con decreto odierno del Governo francese, per il periodo dal 20 novembre al 31 dicembre 1931, le seguenti merci non potranno essere importate che nella misura cosi fissata: mobili in legno curvato: novembre quintali 195; dicembre quintali 290; scope di sorgo e candelina : novembre quintali 190; dicembre 225. dttznLSFavorire i prodotti italiani Frattanto, l'azione per la difesa del prodotto nazionale si va avviando, dopo un alacre periodo di preparazione, verso' concrete realizzazioni. Gli incitamenti e i mòniti di carattere generico sono stati lungamente e reiteratamente compiuti per anni, operando proficuamente con 11 risveglio di molteplici sensibilità ma rimanendo vani su altri determinati punti ormai precisamente individuati, .comesfanno fede, i rilievi compiuti dalle agenzie ufficiose e dalla stampa politica e tecnica più .vigile -e consapevole. Tale indagine, che 11 Comitato per il prodotto italiano ha sviluppata fino a precisare cause, limiti e conseguenze dell'opera che ancora vi è da svolgere sul terreno della difesa de! lavoro nazionale, è giunta al punto di permettere la preparazione di un piano concreto e risolutivo. Tutte le forze economiche nazionali saranno certo mobilitate allorquando I propositi del Comitato dovranno essere concretati. Saranno mobilitati i produttori e 1 commercianti, per realizzare quegli adattamenti nei sistemi di produzione e di vendita che il Comitato va deliberando; scranno mobilitati i consumatori per l'opera di persuasione da svol- ?;ersi in profondità ed in estensione in utte le classi sociali. All'estero si è sulla stessa strada. Frattanto, ecco alcune cifre da meditare. Si è già detto che gli acquisti di prodotti esteri che potranno esbere sostituiti da prodotti italiani sono ancora troppi. Senza considerare i generi alimentari e i prodotti agricoli che sono stati importati per sei miliardi di lire nel 1929 e per quasi cinque miliardi nel 1930, si hanno queste importazioni, rispettivamente negli anni 1929 e 1930, calcolate in milioni di lire: reta e seta artificiale 508 milioni e 361 milioni; vestiti e biancheria 71 e 62; lavori divergi di metalli 26 e 24; macchine ed apparecchi 964 e 798; utensili e strumenti agricoli 62 e 51; strumenti scientifici ed orologi 337 e 348; veicoli 202 e 190; prodotti industriali a ceramica 60 e 48; vetri e cristalli 92 e 83; oli, essenze, profumi, saponi e candele 52 e 46; carta, cartoni e prodotti arti grafiche 395 e 347; strumenti musicali 48 e 38; oggetti di moda 83 e 56; pietre preziose, platino e lavori di metalli preziosi 472 e 460; mercerie, spazzole 99 e 70. Sono complessivamente tre miliardi e mezzo nel 1929 e 3 miliardi nel 1930 di merci importate che potevano essere sostituite da corrispondenti merci italiane e che, secondo calcoli complessivi di tecnici, rappresentano circa mille milioni di salari e stipendi sottratti ai nostri lavoratori; quanti forse sarebbero bastati a scongiurare in Italia il fenomeno della disoccupazione. La sottoscrizione del capitale dell'I.M.l Un altro argomento di notevolissimo interesse per l'economia nazionale si rileva dal comunicato ufficiale di ieri intorno all'Istituto Mobiliare Italiano. Il capitale azionario — come è noto — fissato in un minimo di cin quecento milioni, è stato già intera mente coperto. Secondo la lettera del Decreto, la metà del capitale è stata sottoscritta dalla Cassa Depositi e Prestiti, mentre i rimanenti 250 milioni sono stati sottoscritti dagli Enti partecipanti al Consorzio per sovvenzioni su valori industriali: Banca d'Italia, Banco di Napoli, Banco di Sicilia, Cassa Depositi e Prestiti, Cassa di Risparmio Provincie Lombarde, Cassa di Risparmio di Bologna, Cassa Centrale di Risparmio Depositi di Firenze, Cassa di Risparmio di Genova, Cassa Centrale di Risparmio Vittorio Emanuele per le Provincie Siciliane di Palermo, Cassa di Risparmio di Torino, Monte dei Paschi di Siena, Istituto San Paolo di Torino, Istituto di Credito delle Casse di Risparmio Italiane di Roma, Società delle Strade Ferrate Meridionali di Firenze, Banca Commerciale Italiana, Credito Italiano, Banca d'America e dltalia, Banca Popolare Cooperativa Anonima di Novara, Credito Commer etale di Milano, Banca Unione di Mila no Banca di Gallarate, Banco Bellinzaghl di Milano. Società Fratelli Ccrìana di Torino, Società Anonima Banco Vonwlller di Milano; Grasso A. e Figlio di Torino. H fervore con il quale gli Enti ammessi a sottoscrivere hanno prenotatole loro sottoscrizioni dimostra conquanta efficienza tecnica è stato studia-to e congegnato il Decreto costitutivodell'Istituto Si è voluto Infatti chel'apporto di capitale ad esso non fosse . , _, . ZS£?&li£J*J22£ ih?-ki«a.J?I\t,Ì£™£e,,in ^f0J^eI? *misura gli Enti di provata efficenzadimostrata attraverso il Consorzio persovvenzioni su valori industriali che ha stabilito, come si è detto, che ciascuno di essi avesse nel nuovo Istituto una responsabilità commisurata esattamente al capitale sottoscritto. Il rapido ed ottimo funzionamento che l'Istituto Mobiliare ha dato nella prima fase della sua messa in azione, e cioè nella costituzione del capitale azionario di mezzo miliardo, costituisce un ottimo collaudo delle norme prestabilite per la raccolta del capitale azionario. Le Società di Navigazione Su un altro recente provvedimento va richiamata l'attenzione. Come è noto, la notizia della concentrazione delle Società che costituiscono la nostra Marina da passeggeri, ha avuto vasta ripercussione all'estero; ma una parte della stampa straniera, ha insinuato che i progressi della Marina mercantile italiana sono dovuti, non già alle proprie forze ed alla interna vitalità delle Compagnie, bensì agli ahiti che lo Stato ha dato. In sostanza, si sostiene che la nostra Marina mercanzie non era una industria sana; di qui a necessità, da parte del Governo, di iddivenire ad una concentrazione dela flotta mercantile. E' quindi opportuno chiarire, con 'atti e cifre, questi voluti equivoci. I ervizt della nostra Marina da passeg.eri possono dividersi in servizi transatlantici ed in servizi del Levante ed estremo Oriente. Tre Società, la « Navigazione Generale », il « Lloyd Sabaudo » e la « Cosulich » fanno i servizi per l'America del Nord e per l'America del Sud. La « Navigazione Generale x> da sola fa il servizio dell'America Centrale, esercisce cioè la linea che è conosciuta con il nome di Sud-Pacifico, che arriva fino al Cile. La « Navigazione Generale » e 11 « Sabaudo » poi eserciscono le linee per l'Australia. Queste linee, e per esse le Società che le eserciscono, non hanno mai avu v--*t. ic coki bii3i.vuV| nuli i.aimu mai c-vu- to dallo Stato alcuna sovvenzione. LoStaio è solo intervenuto con piccolif1 ™-Pi®„,!_V-_ì£a «ft«G%^^t™ìae per r Australia; aiuti che non arri-vano neanche al rimborso delle spesedi tasse per il passaggio del Canaledi Panama e del Canale di Suez. Lacamerà ha ieri approvato queste spe-se che ammontano a un totale di 7 milioni. La realtà è che la nostra Marina dapasseggeri, come industria, ha eìcIDen.ti, diremo così, naturali nel nostroPaese. Noi abbiamo una tradizionemarinara, abbiamo equipaggi splendi-di, abbiamo altre molte pratiche virtù per cui il nostro transatlantico si è accaparrata una numerosa scelta clientela internazionale. Nell'anno corrente il traffico è certamente diminuito, ma nulla autoriZ' tameme aiminmio, ma mina autoriz- za a parlare di grave disagio nella nostra Marina da passeggeri trans- atlantica, la quale è vitale, vitalissima. Le linee sovvenzionate realmente nonsono le transatlantiche, che sono poile linee che richiamano di più ratten-Scurire T° rèlaliSni ^ommtrciaScon Paesi lontani e con Paesi ancora a scarso rendimento economico. Sono, oltre le linee di Egitto, le linee del Mediterraneo Orientale, del Mar Ne-io, dell'India, delle Indie Olandesi, delGiappone. Ma queste sovvenzioni sonochiarissime polche sono determinateda leggi dello Stato. L'accordo Iranco-italiano nei suoi particolari Parigi, 17 notte. Sull'accordo franco-italiano circal'esportazlone vinicola, firmato ieri dRoma, si hanno qui i seguenti parti-ociari: fino al 1° aprile 1932 saranno ammessi in Francia i quantitativi sotto indicati: 1) un contingente di 90 mila ettolitri di vini ordinari in fusti, soggetti a dazio doganale in franchi 84 per ettolitro; 2) ■ un contingente di 10 mila ettolitri di vino in fiaschi, o in bottiglia, ai rispettivi dazi di franchi 168 per i vini in fiaschi, e di franchi 178 per quelli in bottiglia. Per il periodo dal 1° aprile 1932 T^lLTin%™L? è ^"^1) un contingente di 250 mila et-tolitri di vini ordinari soggetti a. da-zio doganale di franchi 55 per ettoli tro, più un contingente di 200 mila ettolitri a franchi 84 l'ettolitro; 2) un contingente di 20 mila ettolitri di vini in fiaschi, o in bottiglie, col dazio rispettivo di franchi 110 e di franchi 112,50. La differenza esistente fra i dazi del primo periodo di contingentamento e i dazi del secondo periodo, sarà oggetto di intese speciali fra 11 Governo francese e il Governo italiano. L'accordo entra in vigore dieci giorni dopo l'avvenuta firma. Si ricorda che i precedenti dazi per 1 vini in fiaschi erano quelli indicati nel secondo periodo di contingentamento, per cui, a partire dal mese di aprile 1932, vengono ripristinate — per quanto riguarda i vini in fiaschi ed in bottiglie — le condizioni preesistenti al catenaccio messo ai nostri vini nello scorso mese di agosto. Si può inoltre preannunziare, per quanto la cosa non sia ancora definì-ri i o i e a i à i a, e a r a e mo n nuovi. - Non saranno contati come ferrarec-o ! ci esportati, e non saranno computateisui contingentamenti su menzionati: e] 1) i ferrarecci provenienti da demota, che per 1 mosti si otterrà lo stes-so trattamento stabilito per l'impor-tazione dei vini ordinari nel periodo 1932-33. Per quanto infine riguarda la questione del taglio del vini, all'Italia verrà molto probabilmente riservato lo stesso trattamento fatto di recente alla Grecia. Tale trattamento può ri tenersi favorevole per la nostra duzione vinicola, e perciò — se V£l'ac-punto — esso non mancherà di essere bene accolto. Circa l'accordo franco-Italiano del 3 novembre sui ferrarecci, di cui il Journal Officiai pubblica oggi il testo ufficiale, crediamo interessante segnalarvi quanto segue: L'accordo sarà valido fino al SO sriugno 1983, per essere poi tacitamente prorogato, salvo denunzia con quattro mesi di preavviso. Esso dice che il Governo francese ed il Governo italiano, desiderosi di regolare con spìrito di collaborazione economlca l'approvvigionamento di ferrarecci all'industria siderurgica italiana, hanno convenuto che, nel caso in cui il Governo francese modificasse il regime attuale dell'esportazione del ferrarecci in modo da includere nella proibizione di uscita ogn i specie di ferrarecci di vecchi ogettl di ghisa, di ferro e di acciaio, di rottami di questi prodotti, l'acordo del 26 maggio 1926 sarà sostituito dalle disposizioni seguenti : Il Governo francese autorizzerà l'esportazione verso l'Italia di un contingentamento annuo di 250 mila tonnellate di ferrarecci. Questo contingentamentn sarà aumentato in relazione con l'esportazione dei prodotti siderurgici francesi nuovi verso l'Italia fino al li-cordo si verificherà anche su questotulfto^^^S^iXlza tonnellata di prodotti siderurgic ..I ° llzione di navi. Tuttavia il Governo francese si riserva di controllare l'origine di questi ferrarecci e di autorizzarne lo sdoganamento; 2) le navi esportate per essere demolite; 3) 1 ferrarecci dell'Algeria, delle Colonie e Protettorati francesi, di cui l'esportazione verso l'Italia rimane libera sotto riserva delle misure di controllo che il Governo francese potrebbe decretare. Sono considerati come prodotti siderurgici della Francia, ai termini del Presente accordo, i prodotti che sono classificati ai numeri 280, 291, 297, 305, 306 310 d n tariffa italiana, Il caso previsto dall'accordo del 3 novembre si è naturalmente già verificato, il Governo francese avendo emanato il 12 corrente un decreto che oroibisce l'uscita, in esportazione o in transito, di tutti i ferrarecci utilizzabili per la fusione, uscita autorizzata dal decreto del 29 dicembre 1922. Licenze di esportazione potranno essere accordate, in deroga a tali disposizioni, dal Ministero del Bilancio. Per l'Italia le licenze continueranno ad essere accordate nelle condizioni previste dall'avviso agli esportatori del 30 aprile 1926.

Persone citate: Commer, Cosulich, De Beaumarchaia, Fani