L'alto discorso del Duce alla Camera in memoria di Emanuele Filiberto di Savoia

L'alto discorso del Duce alla Camera in memoria di Emanuele Filiberto di Savoia L'alto discorso del Duce alla Camera in memoria di Emanuele Filiberto di Savoia Il popolo e gli eroi - « Noi ci affatichiamo fino ai limiti dell'impossibile per assicurare il pane quotidiano al popolo; ma al di là dei bisogni degli individui, un popolo non rimane vivo nella storia del mondo se, di quando in quando, non vede spuntare ai suoi orizzonti le luminose giornate della gloria ». « Il Duca d'Aosta fu uno dei massimi artefici di questa gloria » Il dibattito sul regime doganale per i prodotti agricoli e industriali al Consiglio delle Corporazioni Roma, 12 notte. La Camera dei Deputati ha ripreso oggi i suoi lavori commemorando, in una atmosfera di commosso raccogli-!asmento, S. A, R. il Principe Eman&le.?^&^rl%oteer? Ad1li^aTerza Armata. Mezz'ora prima che si inizi la seduta tutte lo tribune sono già affollate. Nella tribuna di Corte notiamo il Maresciallo d'Italia Pecori-Giraldi, il conte Sassetti, il conte Nomis di Cossila, il marchese Ravaschieri, il marchese Cesarini, il sen. Guglielmi, numerosi gentiluomini e dame deila Casa di S. M. il Re e della Casa. d'Aosta. Nella tribuna dei. Senatori vediamo i generali Dall'Olio e Montanari, i sen. Rava, Manfroni e altri. Alle 15,45, quando il Duce entra nell'aula, i banchi sono ancora quasi deserti. H pubblico delle tribune sorge in piedi e applaude vivamente il Capo del Governo. Dopo il Duce, prendono posto al banco del Governo i Ministri Ciano, De Bono, Acerbo, Mosconi, Cazzerà. Sirianni, Giuliano, Balbo, Rocco, Di Crollalanza e i Sottosegretari Arpinati, Giunta, Fani, Leoni, Russo, Morelli, Pennavaria. Anche tutti i settori dell'aula si affollano rapidamente. Quando, alle 16, il Presidente Giuriati dichiara aperta la seduta, sono presenti oltre 300 deputati. Dopo l'approvazione del verbale dell'ultima seduta, che viene letto dal Segretario, on. Aldi Mai, il Presidente si alza per commemorare il Duca d'Aosta. Il Capo del Governo, i Ministri, i Deputati e il pubblico delle tribune si levano in piedi. Il discorso del Presidente della Camera Fra il più raccolto silenzio dell'assemblea, il Presidente Giuriati pronuncia il seguente discorso: « Camerati, se abbiamo circondato di reverente affetto il Duca d'Aosta durante il tempo della sua vita spesa senza soste e senza tentennamenti in servizio della Patria e del Re, più lo amiamo dopo la sua dipartita, illustrata da un atto di fede che rimarrà fra i più nobili documenti della nostra storia e da una espressione di volontà guerriera, che ha fatto della sua spoglia mortale un simbolo sacro, per i viventi e per i posteri. «La Camera dei Deputati, composta di Reduci e di Fascisti, ha appreso la morte del Principe combattente con una commozione devota insieme e fraterna, che si rinnova più intensa oggi, mentre ci apprestiamo a iniziare i lavori per l'anno decimo. Ma ci assisto e ci conforta il pensare che se l'Esercito) sabicidcoe nsamfedgdpnlonstptioedEvtetestpsgtvpMaEAegArtdnpha perduto un invitto Condottiero e il $popolo un cittadino impeccabile, non cè moritura la sua eredità spirituale. cQuale sia questa eredità mi studierò jadi definire brevemente, convinto che i Grandi si commemorano, meglio che con le parole ornate, col semplice racconto delle loro gesta. « Dalla nascita, avvenuta tra le. conquista di Venezia e quella di Roma, fino alla sepoltura sul poggio di Redipuglia, la vita di Emanuele Filiberto di Savoia fu ispirata tutta da un ideale; fu rettilinea e feconda. Soldato, secondo la tradizione millenaria della sua Casa, agognò sempre gli onori del campo: onde a malincuore si arrese quando la ragion di Stato gli vietò di partecipare, come aveva insistentemente chiesto, alla guerra d'Africa. Durevole titolo alla gratitudine Nazionale si conquistò, accorrendo tra il popolo nelle ore di maggiore tormento, nel 1906 durante la eruzione vesuviana e durante il cataclisma calabro-siculo nel 1908. «Ma fu la grande guerra a rivelare completamente le doti eccezionali del suo temperamento e il suo valore di Comandante. Della Terza Armata, posta ai suoi ordini fin dalla apertura delle ostilità, egli seppe formare una unità salda e compatta, paziente nel logorante martirio della trincea, poderosa e irresistibile negli assalti, munita di una volontà unanime e ferma che neppure i giorni grigi hanno potuto, nonché piegare, scalfire. Disse il Poeta, suo fervido compagno, che il Comandante della Terza Armata era dinanzi a tutti i suoi combattenti, del Carso e del Piave, per gli eroi oscuri e per gli eroi splendidi, il Vicario della gloria: magnanimo ed intrepido. Egli è che il Principe, vestita la rozza uniforme del Fante, tra i Fanti viveva, parlava il loro semplice linguaggio, umano e paterno nell'atteggiamento, ansioso di rendere meno aspro alle truppe il disagio tìsico e di sorreggerne, con la presenza e con l'esempio, la fede.. Perciò capitani o gregari, tutti coloro che militarono agli ordini del Duca, conservano come segno prezioso la bianca croce sabauda da lui donata e la mostrano con orgoglio ai figli, da cui spercno'di essere emulati e superati un giorno. « Non io posso qui, onorevoli Camerati, neppure sinteticamente, accennare ai fasti deila Terza Armata dal passaggio dell'Isonzo al ponte di Pieris fino all'ultimo assalto di Bivio Paradiso; ma al nostro memore sentimento basterà affermare che ciascun fatto d'armi testimonia la virtù del Comandante, ciascuna giornata porta il suo nome, da lui fu scritta ogni strofa della grande epopea. « Dopo Vittorio Veneto, negli anni dello smarrimento, quando i reduci conobbero la ingratitudine e i perfidi attentarono alla Patria, Emanuele Filiberto di Savoia difese il retaggio dei ! combattenti e si levò per impedire lo strazio della Vittoria. Né la tracotanza dei rinnegati nè gli allettamenti di un pacifismo retorico ed egoista nè le invettive delle folle attossicate da una eTcssvsmdfnlmtcPfngrltmftlaSlpgrnv assunto nuando congedandosi dai suoi I?^^ ^a& Patria' vI^TeT wCT"aS sacrificio che e la gioia del Panie dob- biamo restaurare l'Italia». ciò accompagno 1 inizio e gli sviluppidella riscossa Fascista: nelle squadre commiste di veterani e di adolescenti ■ e nel Genio che lo guidava egli riconobbe subito non soltanto la reazione sana di un popolo deciso a non morire, ma la stessa volontà di Dio che aveva fermato nei suoi decreti la grandezza d'Italia. Comprese che la nuova battaglia era forse diversa dall'antica, ma dell'antica era il logico e fecondo completamento e accettò, in questa come nell'altra, il suo posto. « Prima e dopo la Marcia su Roma lo sentimmo costantemente accanto a noi incitatore impareggiabile. Di questa adesione sincera Egli volle darci pubblica prova consacrando la sua attività preziosa ad una delle migliori opere create dal Regime, della quale egli aveva intuito l'altissima missione di concordia, di educazione e di civiltà. E giunto, dopo tanta guerra e tanto virtuoso oprare, al tramonto, ben poteva egli scrivere: « Muoio serenamente, sicuro che un magnifico avvenire si dischiuderà per la Patria nostra sotto la illuminata guida del Re ed il sapiente governo del Duce ». «Onorevoli Camerati! Gli animi nostri, raccolti nella rievocazione del grande Scomparso, tornato al fiero lutto che, seguendo un'altra perdita universalmente lagrimata, ha, nel giro di pochi mesi, colpito Casa Savoia, Alla Maestà del Re, ispiratore dei nostri più alti propositi, a S. A. R la Duchessa Elena, consorte impareggiabile, a Sua A. R. il Duca Amedeo Umberto, degno e consapevole erede del nome e della gloria paterna, a S. A. R. il Principe Aimone Roberto, generoso e intrepido, rinnoviamo, in nome della Nazione, il tributo del nostro cordoglio. Dal colle di Redipuglia, necropoli per due cagioni augusta, discende a noi un mònito più alto e solenne, tanto più difficile a $\ noj i0 sente suonare nel suo cuore, ciascuno di noi intuisce la mèta verso cuj Cj sospinge. Sia quel mònito sempre ja mce (jei n0stro spirito », ! a esprimersi con parole umane. CiascunoParla Mussolini Parla quindi il Cap" ' '1 Governo. Tra segni di viva atten.... ne, egli dice :« Camerati, le parole testé pronunciate dal Presidente di questa Assemblea, parole nelle quali voi avete sentito vibrare la commozione del vecchio Combattente al ricordo del suo Condottiero, interpretano certamente il vostro sentimento, quello del Governo ed il mio. La scomparsa del Duca d'Aosta fu veramente un lutto per la Nazione. I soldati della Terza Armata, che lo avevano visto per lunghi, indi menticabìli anni loro Capo e camera-ta nelle doline del Carso, fra S. Michele v l'Hermada o sulle rive dePiave, rivissero quei momenti che furono epici sino ad essere sovrumani. Le memorie fecero groppo alla gola quando i Fanti superstiti seppero che Colui che li aveva guidati nelle battaglie alla Vittoria, aveva scelto la necropoli di Redipuglia per dormire fra ì suoi Caduti, a scólta delle frontiere inviolabili, il sonno dell'eternità. Non meno profondo fu il dolore del popolo, che nel Duca d'Aosta ammirava le virtù tradizionalmente Sabaude del Principe e del cittadinol'uno e l'altro pensoso, sempre e soltanto, delle sorti della Patria. • L'anima del Duca Emanuele Filiberto di Savoia rifulge non soltanto per quanto di grande Egli, in pace e in guerra, compie durante la sua giornata terrena, ma si rivela non meno fulgida nel suo testamento spirituale, che gli Italiani fin che l'Italia sarà — è l'Italia sarà nei millenni — conserveranno come un documento sacro per tutte le generazionavvenire. L'Uomo che aveva visto•vorire falangi di giovani, si avvicina alla morte sereno e consolato, copensiero riconoscente rivolto a DioS^^SSiSprema. La dedizione alla Patria sta, co• • i>„"„;,,,n diritta del miriate, rhevi e lamma ainna aei soiaaio, cne«oh si oblia soprattutto nell'ora su«iè lemvrc dominante nel suo spi■me m j> , nncnrn mierito: la faina ai ìmt, »»«»» m*fecero la gloria della Terza Armata , Fascista, alla quale il fl„c«! p«»'^»'« Rapportatore di palese ^ gal popolo e noi ci affatichiamo per laauesto fino ai limiti drll'iìnvnssihile c./«.caiu j<nu,n umili acu impossioue, '"■^•UJ "v/"»" «-o;/" inatuiatu, un s popolo non rimane vivo nella storia'f del mondo se, di quando in quando, non vede spuntare ai suoi orizzontli dle luminose giornate della gloria. Il bDuca d'Aosta fu mio dei massimi Partefici di munta nìtirùi ■nu.ri^mn Pui iljivi ai questa gloria, pili issiaia aperchè fiorila nel sangue, incorrili- 'vtibile nel lemuri nerrh'é vonlìnin rirn[mnone nei tempo pei the vegliata aai avivi c dai morti. dIl Presidente propone quindi che la' Camera, in segno di lutto, aggiorni i! rsuoi lavori fino a lunedi prossimo. La;Cproposta è approvata aìlunanimità e | ualle 16,20 il Presidènte GIURIATI to-'gglie la seduta. L'aula si sfolla lenta- jlmente mentre nell'animo di tutti è an- '■ Lcora viva la commozione per la ma-1 lgnifìca e vibrante rievocazione fatta dai Duce della superba figura del Principe di Casa Savoia, de! glorioso e amatissimo Condottiero dei fanti della Terza Armata. fnndd