Il Capo del Governo inaugura a Roma il Congresso delle Camere di Commercio all'estero e la Casa di Lavoro per i ciechi di guerra

Il Capo del Governo inaugura a Roma il Congresso delle Camere di Commercio all'estero e la Casa di Lavoro per i ciechi di guerraIl Capo del Governo inaugura a Roma il Congresso delle Camere di Commercio all'estero e la Casa di Lavoro per i ciechi di guerra Roma, 9 mattino, gS. E. il Capo del Governo ha inau-, Igurato ieri mattina in Campidoglio lil sesto Congresso delle Camere di Commercio italiane ali estero orga- _rizzato dalla Camera di Commercio nitaliana per la Svizzera, sotto il pa- Ptrocinio di S. E. Bottai, Ministro del-1 Gie Corporazioni, ed al quale partecipano oltre 70 delegati giunti dai varii Paesi del mondo ed in particolare dalle Americhe e dall'Oriente mediterraneo. L'aula di Giulio Cesare ove si è riunita la seduta inaugurale si è andata prima dell'inizio della cerimonia rapidamente affollando, oltre che dei partecipanti al Congresso e degli addetti commerciali italiani invitati ad assistere allo svolgimento dei lavori, dj numerosissime autorità e personalità tra cui alte Gerarchie tldecsatsntrdello Stato, del Partito e delle orga- j Pnizzazioni sindacali, membri del Cor po diplomatico, senatori, deputati, dirigenti di Istituti e di altri organismi economici, industriali, commerciali, direttori generali di varii Dicasteri. Erano fra i presenti: le LL. EE. Cao di San Marco, Sottosegretario per la Marina mercantile e Serpieri, Sottosegretario per la Bonifica integrale; gli Ambasciatori di Francia, di Germania, d'Inghilterra, i Ministri d'Austria, della Cecoslovacchia e della Svizzera; S. E. il sen. Schanzer, Ministro di Stato, S. E. Attolino, Ambasciatore d'Italia ; S. E. Santi Romano, presidente del Consiglio di Stato; S. E. il sen. R'ava, presidente della <: Dante Alighieri » ;• S. E. De Michelis, presidente dell'Istituto internazionale di agricoltura; il sen. Bevione, presidente dell'Istituto nazionale delle Assicurazioni; l'on. Joung, presidente dell'Istituto nazionale per le esportazioni con il direttore generale dott. Masi ; il dott. Anselmi, segretario generale del Consiglio nazionale delle Corporazioni; i Presidenti e i segretari delle varie Corporazioni nazionali ; gli onorevoli Lantini, Cartoni, Tassinari, Corrado Marchi, Ciardi, Mezzetti, Landi; il dottor Osio, direttore nazionale generale della Banca del Lavoro; il prof. Guarneri per la Confederazione generale fascista dell'Industria; la medaglia d'oro Amilcare Rossi, triumviro della Associazione nazionale dei Combattenti; le rappresentanze della Prefettura e della Provincia, del Comando di Corpo d Armata-e della Divisione ed altre autorità civili e militari. S. E. Mussolini, che era accompagnato dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza, S. E. Giunta, e stato ricevuto all'ingresso del Palazzo senatorio dalle LL. EE. Federzoni, presidente del Senato, e Giuriati, presidente della Camera dei deputati e Segretario del Partito; dal Governatore di Roma, principe Boncompagni Ludovisi; da S. E. il Ministro delle Corporazioni on. Bottai, da S. E. il Sottosegretario al Ministero degli Esteri Fani, dall'onorevole Landò Ferretti, Capo dell'Ufficio stampa del Capo del Governo, e dal dott. Bianca, presidente della Camera di commercio italiana per la Svizzera. Il discorso del Governatore di Roma L'ingresso nell'aula del Duce è stato salutato da una calorosissima ovazione. Il Capo del Governo ha preso posto al tavolo della presidenza, avendo a lato le LL. EE. Bottai, il Governatore di Roma, l'ori. Fani e il dott. Bianca. Cèssati gli applausi che'hanno ac colto l'arrivo del Duce, ha preso la parola il Governatore di Roma per portare il saluto dell'Urbe ai congressisti. S. E. il principe Boncompagni Ludovisi ha rilevato come in questo momento di crisi finanziaria mondiale, l'Italia si senta preparata a resistere, perchè il Duce, con mano ferma e con geniale comprensione delle necessità di ogni óra, guida il nostro popolo abituato al sacrificio e al duro lavoro, dopo avere abolito ogni dissidio fra capitale e lavoro e ogni gara di particolaristici interessi. Ha quindi affermato che necessario mezzo a superare la crisi è il riequilibrio tra la produzione e consumo, e tale compito spetta in modo preminente al -. commercio, che i convenuti all' attuale Congresso rappresentano cosi degnamente. « Roma — egli ha concluso —■ è particolarmente lieta di ospitarvi e fonda le migliori speranze sui lavori a cui state per accingervi ». Sì poi parlato il presidente della sra di commercio per la Svizzera, organizzatrice del Congresso. Egli ha esaltato l'opera poderosa del Duce, per cui oggi finalmente gli italiani che risiedono all'estero sentono di essere, con profondo orgoglio, una parte viva della Nazione che egli ha creato; e, dopo aver accennato alla necessità di un sempre maggiore rafforzamento dei vincoldi colleganza e di collaborazione fra le Camere di commercio all'estero e le Organizzazioni economiche all'inmfgglterno, ha rilevato il vivo interesseche nelle nostre collettività ha suscitato l'attuale Congresso, interesse che è dimostrato dal gran numero dei delegati affluiti a Roma eda quello delle relazioni, vaste e importanti, che sono slate presentate e che saranno discusse. « Voi, Duce, ha concluso il dottBianca, ci avete già posta e garantita la condizione preliminare per la riuscita, ordinando la convocazione di questo Congresso: noi stiamo attendendo, nrima di metterci acomplesso difficile la vero, il vostroincitamento, pronti come fascisti ecome italiani all'estero a qualsiasvostro ordine, per il miglioic sviluppo del nostro lavoro e per la grandezza della nostra gran madre Italia che voi avete lanciata verso la meta più luminosa ». Accolto da una rinnovata impo _„fo »v,„„:.c„„,.„ • i • nente manifestazione ha infine Preso la parola S. E. il Capo del Governo, il quale ha salutato i par¬ gtàtofihsaPfldtgtecipanti al Congresso, rivolgendo loro parole improntate a sentimenti di grande simpatia per l'opera che essi svolgeranno. Egli ha invitato i congressisti ad essere nelle loro di-1 ^scussiom pratici ed aderenti a««Inattuale situazione mondiale. Indi-1 ntre li. ha esortati ad occuparsi non ~ solo dei problemi della esportazione, ma anche di quelli della impor¬ tazione; e, soprattutto, a collabo' rare coti le forze economiche dei Ptvm Paesi nei quali le Camere di com- o o , , l , , a r è a a . , a r e e, ni o o rfua mal tsi ndi eca zo. el li none cre li ra e n- mercio svolgono la loro attività. Infine ha dichiarato aperto il Congresso nel nome di S. M. il Re. Al termine del suo discorso, lungamente applaudito, il Duce ha lasciato l'aula di Giulio Cesare, fra le vibranti acclamazioni dell'assemblea. Il Duse con i Mutilati Sempre nella mattinata di ieri, alla presenza di S. E. il Capo del Governo è stata solennemente inaugurata in via Rovereto la Casa di lavoro per i ciechi di guerra del Lazio, Marche, Umbria, Molise, Campagnia e Sardegna. Per l'occasione il viale Gorizia e la via Rovereto erano pavesati di bandiere e di pennoni recanti il tricolore nazionale ed i colori del Comune di Roma. In via Rovereto erano schierati la Legione dei mutilati di Roma al comando del console Mezzetti da un lato e Balilla, Moschettieri e Marinari avanguardisti delle formazioni celeri nonché Giovani fascisti dall'altra. In fondo alla strada erano Giovani e Piccole Italiane. Una grande folla gremiva Viale Gorizia e le finestre di via Rovereto, tutte imbandierate, erano affollatissime. Nell'ampio cortile della Casa di Lavoro era schierata agli ordini del Centurione Minunni, la Centuria dei Grandi Mutilati. Hanno preso posto nu: onerosissime personalità, i ciechi di guerra, le famiglie dei ciechi stessi ed una folla di invitati. Erano ad attendere S. E. Mussolini all'ingresso dell'Istituto S. E. Federzoni, presidente del Senato, il Ministro della Guerra, generale Gazzera, i Sottosegretari di Stato Russo e Ricci, l'on. Landò Ferretti, capo dell'Ufficio stampa del Capo del Governo, l'on. Delcroix, presidente 'dell'Associazione nazionale mutilati ed invalidi di guerra col segretario generale on. Baccarini, il triumviro dell'Associazione nazionale combattenti on. Rossi, l'Ordinario militare mons. Bartolomasi, il generale Vaccari Comandante il Corpo d'Armata, il viceGovernatore conte D'Ancora, il generale Ragioni della Milizia, il senatore Lustig presidente dell'Opera na: zionale per l'assistenza ai mutilati ed invalidi di guerra col vice-presidente dott. Nicolodi, il commissario dell' amministrazione straordinaria della Casa di lavoro dei ciechi di guerra dott. Martina con i sub-commissari ing. Colombo e medaglia d'o ro Tognoni e varie personalità. Alle 10, preceduto da uno squillo di attenti ed accolto dal suono dell'inno Giovinezza, mentre la Legione mutilati e le formazioni Balilla, Avanguardisti e Giovani fascisti ren deva gli onori e la folla di popolo calorosamente acclamava, è giunto in automobile S. E. il Capo del Gover no che era accompagnato dal Sotto segretario di Stato alla Presidenza S. E. Giunta, S. E. Mussolini, dopo essere stato ossequiato dalle autorità, ha iniziato la sua visita all'Istituto sotto la guida del dott. Martina e dell'ing. Colombo che ha diretto i lavori della Casa. Durante la visita, che è stata lunga e minuziosa, due bimbe hanno offerto dei fiori al Duce che ha ringraziato le piccole carezzandole paternamente. Quindi, mentre S. E. Mussolini visitava i laboratori, 34 ciechi di guerra intenti al lavoro gli hanno improvvisata una calorosa dimostrazione acclamandolo entusiasticamente. Infine nella Cappella dell'Istituto Giovani e Piccole italiane hanno cantato in coro la canzone della Madonnina del Grappa. Terminato il giro dei varii locali, S. E. il Capo del Governo si è recato nel salone centrale affollatissimo, ove si trovavano anche le Medaglie d'oro Bucchi, Morozzo e Fiorenza, cieco di guerra, l'ispettore dei cappellani della Milizia don Rubino e moltissime personalità. L'ingresso del Duce è stato salutato da una nuova lunga calorosissima manifestazione. S. E. il Capo del Governo e le autorità hanno preso posto tra i due busti di bronzo raffiguranti S. M. il Re e Benito Mussolini. Ha preso per primo la parola il aRedclMitpdlqttntgcsdlalnQleatrdgcalnse ! Commissario del Governo, consi u-1 gliere di Stato dott. Martina, il quas- le ha ringraziato il Duce che, come-! battente e mutilato, sentì l'anelito e'dei ciechi di guerra ad una Casamat. nla ne mo al di lavoro e di pace, ed ha espresso la gratitudine dei ciechi di guerra per l'ingente contributo statale concesso per l'edificio. Ha ricordato con profonda gratitudine la patriottica iniziativa dei postelegrafonici, i quali raccolsero ingenti fondi per creare asili di decoroso lavoro ai ciechi di guerra; tratteggiate le be ro inemerenze acquistate dal sen. Lustig e|e da Aurelio Nicolodi per la eresi ila ione della nuova sede dell'I:tituto;saltato Carlo Delcroix, fulgente a-nima eroica, Capo invitto delle le-esaltato Carlo Delcroix, fulgente a- gioni dei mutilati saldi nella fedeltà al Duce ed al Regime. Accennato poi alle caratteristiche dell'edificio costruito da Pietro Aschieri, ha rivolto un commosso e riconoscente saluto dei ciechi di guerra all'Opera Nazionale Balilla ed alle Piccole Italiane per la delicata of ferta alla Cappella dell'Istituto della bronzea Madonna del Grappa dono gentile di religione e di pa tria. Ha affermato che i ciechi di guerra, alla presenza del Duce e dei ^^£1^£XEF࣠no per l'orgogliosa certezza che so no resi intangibili i confini della ~ Patria e da essi più ampio volo trarranno le aquile italiane. Ha ri-, volto un ringraziamento alle supre- mme Gerarchie dello Stato convenute ni e d i . : i o a i o e n a o a g. lana e E. 4 li iale e i, eseore una aoofisil lapoguimnogaspnmdatepvpnziaila cerimonia, al Governatore di Roma, principe paterno e benefico, e alle dame benefattrici dei ciechi di guerra. Ha terminato confermando che al cuore dei ciechi di guerra sorge nell'ora solenne il saluto reverente alla Maestà del Re e prorompe per il Duce il voto fervido di vittoria. Il discorso di Carlo Del Croix Il discorso del dott. Martina è stato vivamente applaudito. Tra calorosissimi applausi ha poi parlato il grande Mutilato Medaglia d oro Carlo Delcroix, presidente dell'Associazione Nazionale Mutilati il quale ha detto: « Presidente; Un'altro dei nostri voti è compiuto, un'altra delle Vostre promesse è mantenuta. Questa Casa, per il suo carattere, per la sua destinazione, non sfigura accanto alla mole delle opere che porteranno il nome Vostro. Allo stesso modo la intenta e mite fatica degli uomini cui non è dato mirar l'opera propria, non sfigura accanto allo sforzo di tutto il popolo, anzi, lo sovrasta con la sua forza di mònito, con il suo valore di esempio. Qui, sottraendosi alle tentazioni dell'ozio in cui il male diventa sventura e disperazione la tristezza, verranno a ritrovare serenità e dignità di vita quelli che soprattutto rimpiansero di non essere più uomini, ritenendosi esclusi dal privilegio di guadagnarsi il pane e di piegare il destino con le proprie mani. Sono coloro che accettarono l'oscurità per amore della gloria; la inesorata oscurità che non cade davanti all'amore del oadre riè davanti alla pietà dei figli, che ci nasconde i vizi di quelli che nascono e di quelli che muoiono. Essi l'hanno accettata e forse occorre minore virtù a sfidare la morte di quella che non sia necessaria dopo per vivere; essi danno una prova di volontà e di fede che suona rampogna per tutti quelli che alle prime rinuncio protestano e questo durissimo tempo affliggono di inutili e vili lamenti. « Presidente ; Voi avete questo esempio da proporre a tutto il popolo. Per giungere qui, siete passato davanti ai reparti schierati di quella Legione che è degna di portare il nome di Roma e avete veduto come questa gente non muti di dignità, sia che attenda all'opera, sia che occupi i ranghi. Voi sapete di poter contare su di loro; voi sapete che era sulle vecchie logore brigate dai nomi conosciuti e dalle schiere decimate, che si poteva fare assegnamento in ogni istante. Nella pace come nella guerra chi più ha dato più è capace di dare, chi più ha vinto niù è degno di vincere ». \ Vivissimi applausi hanno accolto le ultime commoventi parole dell'oratore. La benedizione della Gasa Dopo che mons. Bartolomasi ebbe benedetto i locali, S. E. il Capo srCr—lapprCecnCpgcsvdbgntlvdel Governo, tra rinnovate accia-1mazioni ha lasciato il salone segui-!to dalle autorità. S. E. Mussolini, ji amtpassata in rivista la Centuria dei Grandi Mutilati schierata nel cortile, ha percorso a piedi quasi tutta via Rovereto passando in rassegna anche la Legione mutilati, i Balilla, gli Avanguardisti ed i Giovani fascisti ordinati in perfetta formazione, Infine, ossequiato dalle autorità, S. E. il Capo del Governo è risalito in automobile con S. E. Giunta ed ha lasciato via Rovereto fra gli entusiastici applausi della popolazione. La Casa di Lavoro per i Ciechi di guerra, voluta da S. E. il Capo del Governo e destinata a stabile dimora di trenta ciechi di guerra, potrà dare lavoro anche ad altri 30 ciechi di guerra esterni, tutti impiegati nella produzione di maglieria. L'Istituto contiene refettori, sale di convegno e di riposo, biblioteche ed ampi cortili. Un vasto salone è destinato a conferenze ed audizioni musicali. Vi è infine una Cappella il cui altare è di marmo del Carso adornata di una « Madonnina del Grappa » e di un « Cristo » che sono stati donati ai ciechi di guerra dall'Opera Balilla. Nell'atrio principale dell'edificio è un grande busto dell'o. Carlo Delcroix. I locali accessori di cucina, lavanderia, garage, magazzini sono sistemati in modo razionale e moderno. L'assistenza ai ciechi di guerra ed i servizi generali dell'Istituto sono affidati alle suore Dorotee di Vicenza.