Antonio Beltramelli rievocato nella sua terra

Antonio Beltramelli rievocato nella sua terra Antonio Beltramelli rievocato nella sua terra Il pellegrinaggio alla casa del Poeta - L'orazione di Marinetti {DAL NOSTRO INVIATO) Ravenna, 4 notte. | La Romagna si sente nell'aria. An- che con un sole senza sfarzo che si stampa appena nella nebbia mattuti- na, la Romagna si sente subito. E' come un senso profondo che viene da ia à tx i^nn 1 una terra a venature più calde, una | terra sulfurea e vulcanica, anche sen-i za crateri. Dal treno si scorgono està- [ tici bovi bianchi, uomini intabarrati, i case incoronate dagli ultimi pampani rf^ci in rrpnn ol nde la Darlata stra- ^^^^^jff^Jl^.che talvolta sembra una lingua a sè,, ora crepitante e aspra, sente parlare di grano e di cavalli se, venose, scolpite, che sanno impu-| gnare da miUennl, l'aratro e le ^ Sdi agricoltori e ^ °oma- gnare antica razza torl> ruraie e centaurina. Ma appaiono hanno panni insoliti anche quando non rudi. Fronti spaziose e pensose, labbra ferme, ma occhi brucianti di idealismi profondi. Terra d'elezione « Romagna solatìa, dolce paese ». Oggi è facile parlarne. La Romagna è un argomento di alta attualità, è la;--terra d'elezione. Non è più una scoperta; è ormai una tradizione. Eppure essa esisteva nel ; senso spirituP4e della parola anche nell' anteguerra sonnolento, oltre la notorietà che le davano le sue aspre lotte tra fazioni, tra « rossi » e « gialli ». Esisteva non soltanto come paese di colore, coi suoi aratri istoriati e i suoi carri dipinti, le sue rocche grifagne e le vele variopinte del suo verde mare: ma come« humus », come vivaio dei tempi nuo- vi. Non dava soltanto braccia ai cam-pi. cronache di lotte politiche, ma pen-satori scrittori artisti. Questo risveglio intellettuale sfuggiva allora al bonzi della critica e dell'indagine che vede- vano sempre nella Romatrna un paese di eterni crucci e di ire corrusche. un semplice pezzo di folclore italiano Cssa era, invece, un nuovo germoglic essr dell' eterno rifiorire d'Italia, il punte dal quale sarebbe nato il tronco nuo y0i jj centro da cui sarebbe emersa 'come una statua equestre, la figura dei Duce. Non per nulla' con "une n-.! pa.mma estesissima, la Romagna ave va ^ riveiato a suo vate indimenti cabile ^^^^ jvani in folla. Nomi della letteratura 'e dell'arte: Domenico Baccarini. gran jpittore prematuramente soffocato dal ; destino: Bottoni, artista o rivoluzio-jnario di estetiche: Balilla Pr^telin di estetiche; Balilla Pratella. compositore; Rambelli. scultore: Vp.o- jnia e Nonni, artisti: Sapori, scrittore; | Corra, e tanti altri. La nuova Rnma-|gna aveva giornali di avanguardia e riviste nuove che cercava forze intel Questo è stato anzitutto e soprattutto il merito di Antonio Beltramelli, non soltanto poeta e scrittore, ma pioniere animatore e soprattutto spìrito presago del domani. Arduo era alloi-a affermare ciò che adesso è verità lampante. Bisognava, lottare, spronare, unificare, propasandare. Bisognava soprattutto aver fede. Ora non è strano che proprio oggi, anniversario di Vittorio Veneto, entro lo stesso ciclo della grand? celebrazione, Ravenna abbia voluto includere un rito in memoria di Antonio Beltramelli, che fu non soltanto poeta, ma valoroso combattente prima alla fronte e poi all'interno, sia nella conquista che nella difesa della Vittoria. Perfettamente oggi, tra gli stessi e jtricolori e gli stessi gagliardetti cele o e o a . branti il 4 Novembre, il suo spirito è stato rievocato nei luoghi stessi che hanno visto la sua passione fiorire prima e quindi spegnersi davanti alle ineluttabili leggi della morte : la casa fiorita, la scuola, il cimitero dove egli dorme per sempre. E a questo voto sciolto a un anno dalla sua immatura fine dalla città di Ravenna, ha assistito soprattutto, insieme alle autorità e alle più lumino-La commeTisraziGie del Poeta -ise figure dell'intellettualità romagnola, -1»1 PO?°l° d! CU1 e-'u comprese le virtù, , i1 dolori, le lotte- Ie aspirazioni e i de-. st'nii e La commemorazione segui dopo una mattinata in cui la folla c i colori del-ta« banner celebranti l'anniversario e della Vitt01.ia avcvano muminato e vin. - to u.ia fitta nebbia padana, Una colon. - na dautomobili recanti le autorità (tra e cui si notavano F. T. Marinetti, accaa demlc0 d-italia e oratore designato dal - Partito per la solenne cerimonia, iave, fra cui auella «• Pie » rà di sintetizzare le nuove lettuali del Paese. - profetto'di Ravenna S. E. Dompieri io- Sepretarlo federale di Ravenna Renzoei Morigi, il sen. Rava, il Podestà oni, Calvetti, il tenente generale Fasoli, ia, luogotenente generale Marcsca, il cavo- Triossi, vice-podestà, il Procuratore dee Re Sanguìnetti, il console Luna, il Quer- 4store, i rappresentanti delle varie fe derazioni e le personalità romagnole della letteratura e dell'arte, tra le qua li Alfredo Panzini, accademico d'Ita Ha, Marino Moretti, Balilla Pratella), partendo alle 14 da Ravenna percorre muccail venti chilometri che separano la città L1 nQl *""M VVI ìtorri 1 C'AMI i ,1 ai-,^ ìh n** aT 1 n i | dal cimitero di Forlì, dove si svolge la i prima cerimonia della giornata com[ memorativa. Davanti alla monumeni tale mole funeraria che emerge con le sue: cupole rotonde da una g gattesca ^ chiostra di pioppi, sono ad attendere il, .^ ^n. Fola il sen Albicini e ^«, maggiori autorità di Forlì. Il sole, rom- Ppgb(su folle di crisantemi e distese di marmi. Il corteo delle autorità, si reca da- am| deposte le grandi corone dell'Am- P S^^el9^S^^l^. ( cipio di Ravenna. Nessun discorso, ma n - minuto m religioso ed eloquente "si- A jenzlo • mlenzio. Sulla tomba di Alessandro Mussolini èMQuindi il corteo scende fra le aiuole tdove tra il verde e i fiori dorme leter- tno sonno Alessandro Mussolini. Sulla 3tomba, subito riconoscibile da un gran- c;de ritratto inghirlandato dl semprever- ;a-di, due artigiani, scelti fra i lavoratori !vravennati, depongono la grande coro- mna che con squisita reverenza U popolo j| romagnolo ha voruto-dedlcaTe'.'ai qtìe- ,sti giorni, al padre ofcl Duce. dQuindi il corteo, sempre in automo- |sbile, si dirige alla Sisa, l'eremo in cui la sorella di Antonio Beltramelli tiene | caccesa la lampada di un ricordo impe- Isrituro. 'p« Sii benvenuto ospite nella casa se- cdice una scritta liminare. E' ' rena » — dice una scritta liminare. E' s. l'invito alla pace. Ma sulla soglia ecce ,'una piccola figura in gramaglie, pie gata dal dolore e lacrimante: è la so- rella Maria, la Mariin, come egli 18 ' chiamava affettuosamente nell'idionu' nativo. La folla delie autorità, tratte- nuta da una specie di commozione. 'non osa varcare la r.oglia e spingere lo sguardo nella sala d'ingresso, pur cos- pittoresca, così significativa dal punto di vista personale e artistico. Nel mea zo c'è ancora una modesta stufa da. lungo tubo, ma grani d'incenso bru- cìando in se&ret0 diffondono il lori .'aroma. Le pareti sono dipinte di moti- vi decorativi sotto i quali sì leggonc i scritte in romagnolo che attestano l'at- a n l -! coTnfèrnale "tenetemi"lontano da ogni lh' verginità indigena della sua terra. Ec cone uno che rappresenta San Giorgio e porta sotto, in romagnolo, la chiosa: ;<San Giorgio che avete ucciso il dra- .ISTàfe.»" -\ Qm; oggetto sembra recare un'im- ;Lr01fta" personale Ecco due vecchi -!'ianl a coda, una gabbietta vuota ap- I pronta personale. Ecco e j pès™ a^l'arch'itrave,ggli occhiali di tar- o n e . , o , o n e e i è e i o i - a, ù, a - o . . a aal i! araba, la cui cassa armonica è formata" da un guscio di tartaruga, due 1 ukulele », chitarre dalle forme biz- » taruga deposti dallo scrittore sopra un e tavolino ingombro di libri. [| In mezz0 a qUesta semplicità casa- linga si rivelano tuttavia spiccate note esotiche. Riviste d'Oriente, strumenti asiatici appesi alle pareti, una mandòla zarre. Ma'le corde non vibrano più: sembra che ora questi strumenti, dive- nendo quasi limngini vive, lacrimino in silenzio nella penombra. Solo si ode venire dalle altre stanze un discreto bisbiglio di uccelli. Ed ecco al muro un ritratto che spiega quest'onda di aromi misteriosi, queste stampe esotiche, questi stru- menti di Estremo Oriente nella casa romagnola. Esso rappresenta il volto di una piccola soave giapponese e sot- lo reca una dedica con la firma: « Ci- cinta ». E' questo il nome vezzeggiato che Antonio Beltramelli dava alla con- sorte Yoscico, anima canora venuta a lui dal Giappone. Dopo la sua morte, la piccola ispiratrice giapponese dal- la gola d'oro, era partita per il suo Paese lontano con lo strazio in cuore, mr. decisa a portare il nome di quel- l'Italia che lo scrittore amava tanto sul limitare dell'Asia, nel Paese delle lacche e dei coralli. Deliziosa cantatri- ce. Yoscico Beltramelli così onorava in uno stile nuovo e concreto la me- moria e il sogno del marito perduto che ella usava chiamare con un no- mignolo affettuoso: « Belt ». Cosi si spiegano nella casa e nel giardino, da- gli oggetti delle stanze ai crisantemi del giardino, l'influenza e l'isplrazio- ne di lei. Lettere care A illuminarne meglio l'amore per il caro perduto, offro qui la primizia di queste sue lettere che annunziano il il ritorno di Yoscico nell'eremo in cui o è rimasto il suo cuore. n. I Ella scrive a Maria Beltramelli in il data 11 settembre: «Ti manderò i v. giornali che parlano dl me e del mio el canto > (questo dopo il giro di concer- e- ti in Manciuria e in Corea). «Ho ot- e- tenuto dei pieni successi. Hanno final- e , e mente capito che 11 canto italiano { una tra le cose più belle e più artistiche. Questo mi fa piacere, perchè so come egli sarebbe stato felice di far ammirare l'arte del suo grande Pae à L. «. del mio Paese:>! E poi hanno ca n i *■ a e a ^J^ii£3^ÌrofSte» l, * ""iimiMuone proiuuuu, p ^«S^'L"^^ To^.o - Programmi da me eseguiti a Tokio pito che il canto non viene solo dalla gola, ma più dal cuore. La « Strada bianca » musicata dal « Frè Baie » (Balilla Pratella), lascia dovunque - avrei desiderati, ma cosi vuole il... (nome di una casa discografica) che mi fa - Parte 6 sempre di moderni italiani . (Pratella. Respighi, Mortari, Castela nuovo-Tedesco). Tutti gl'italiani Caste! della - Ambasciata, prima l'ambasciatore, non • mancano mai quando canto a Tokio; ed quando( è venuto anche il console di Yokohama Mio « Belt » ne sarebbe stato contento* r: quest'ultima lettera in data 11 ote tobre: 4 Cara Mar1ina. Questa sera ho - tanta nogtaigia della « Sisa ». Questa a 3era dento iu forte la voce dl «.Belti - che ml dlcer cichita ritorna sto laClamupAlev- ;a,,a < glsa , t clcnita» mia quando ri !verra, alla «Sisa »? Cantano i grilli de" - mio giardInett0 ma penso aUe serate Sio jenziose nel- «lardino -della .« Sìaa,»!. C - ,la luna argentea faceva brillare le cime deg„ alberonl! La oiUà mi consuma; - |se non' «dovessi» ritornare alla « Sii sa», potrei avere qui una casetta in e | campagna, ma io devo tornare alla « Si- Isa» e non prendo una casetta in Giap 'pone. La vita a Tokio è pesante. « Belt * - chiamava le grandi città le « città delle E' E' scimmie ». Anche questa si può chiama e ,rc così. Fissami presto il posto nel pi¬ roscafo. Ti abbraccio ». La terza cerimonia della giornata eo- 8 'a rjurazzano, dove viene inauex.rata u' scuola inutolata ad Antonio Bellramele- jj jj qUa[e amava i bimbi e aveva scriie. to per loro lanU volumi, come testimo- o nla ,a sua bibliografia. Anche qui rito s- 3empiice e commovente. o a a. u- i i- c t- 11 corteo delle automobili fa quin di ritorno a Ravenna, dove nel teatro « Dante Alighieri » una folla imponente attende il discorso commemorative dell'accademico d'Italia. Sono le cinque precise. Come si vede, a Ravenna l'orario non è un' opinione. Il confo Mdeeddl'MnphsvmdpddItddnvrunlacoscenico tra una selva di bandiere c -nziere e , autorità^gono su, pai ni la cerimonia, assurta a un tono d'ec n^inn» n riofiniH™ sno-u-pHn rinTinnii. tdmba•lvnLc o di gagliardetti Quetatosi 1 applauso, liU: Segretario Federale di Ravenna legge; a- i telegrammi d'adesione che danno al-' cezione, il definitivo suggello naziona- m- le. Sono messaggi dei Ministri Granhi di. Balbo, Bottai e Giuliano, del prep- sidente del Senato S. E. Foderzoni, r- del senatore Marconi, del Sottostare- rue z- un tario agli Interni Arpinati, dell'onore [vole Ferretti. Capo dell'Ufficio Stampa a- del Capo del Governo, di Arnaldo Mus- te solini, di S. E. Volpi, dì Arturo Marti picati, di deputati e di personalità, di la ^ diplomatici, di scrittori e di editori. Il discorso di Marinetti Quindi si alza a parlare F. T. Mariù: netti. Nella parola del veemente fone- datore del futurismo trema una teneno rezza accorata che dà al suo dire un de tono profondamente persuasivo e avto vincente. L'oratore dopo aver messo in luce la novità dell'arte di Antonio he Beltramelli, ne esalta la passione e la si, fede per ntalia nuova, di cui fu comu- battente e assertore. L'oratore ricorda sa infine la novella dei tre fratelli che to per amore della donna che essi sut- mavano la più bella vollero cimentarCi- sj nella sfida di chi guardava più a to lungo il sole e tutti e tre caddero abn- Bacinati, ciechi d'amore per la donna, a « e' questa l'imagine della forza itate, iiana — conclude l'oratore — cieca al- nell'amore per quel sole che si chiama uo Italia di domani. Per questa profonda re, religione, per questa intima fusione tra el- Antonio Beltramelli, la sua opera e la to nostra razza, e per ciò che lega Antolle nio Beltramelli con la forza avveniriri- gtica della razza romagnola, si può va dire senza fare della retorica che Beie- tramelli — e lo dico con puore e teto nerezza — non è morto. Rinasce a o- ogni primavera come la vostra bella si terra di Romagna; rinasce con le aiuoa- ie e i fiori, con tutta la dolcezza della mi sua bella forza, del suo bel rigoglio o- interno, delle sue energie intime e pro¬ fonde, e anche come i suoi bei fiumi j verdi e bianchi che guidano gli aviatori e le ali d'Italia verso l'Adriatico il e oltre ». di II discorso di Marinetti, interrotto il spesso dagli applausi, è salutato alla cui fine da una scrosciante ovazione, ; Quando il teatro sfolla, una fìttissi- in ma nchbla avvolsre la città. Ma ciò i non impedisce alle giovani falnngi dl mio levare le loro entusiastiche grida. E,er- la giovinezza che illumina tutte le te- ot- nebre. al- CURIO MORTARI