Il Re inaugura a Treviso

Il Re inaugura a Treviso Il Re inaugura a Treviso monumento ai caduti Treviso, 4 notte. I In questo giorno sacro alla Patria, ! la gente della Marca è venuta dalle | pendici del Montello, dalle rive del Pia-1 ve, dai paesi che hanno, quale monu-1 mento gigantesco ed eroico, il baluar- do del Grappa, è venuta a Sernaglia, da Nervesa, da Fagarè, da Vittorio Ve-'neto, da tutti gli altri novanta Comuni ' della provincia a Treviso per salutare il Re Soldato e per rendere onore ai Caduti. Treviso ha meritato l'onore della visita: 1526 bombe cadute; 30 morti e 50; feriti tra la popolazione civile; 210 abitazioni distrutte; 1300 danneggiate; 679 soldati caduti, vale a dire oltre il dieci per cento della popolazione, e tre medaglie d'oro costituiscono il suo glorioso patrimonio. Questa città, sacra al cuore del Re, e che il Duce salutò baluardo estremo della Patria, ha celebrato l'apoteosi dei suoi Morti, con un orgoglio che soltanto la commozione ha superato. L'arrivo de! Sovrano Quando il treno reale è giunto sotto la tettoia si è fatto un attimo di silenzio, durante il quale la folla, che attendeva fuori, è sembrata sparire; un lontano appello di campana ha rintoccato, lento. Poi, subito, sono squillate le note della fanfara e della <; Marcia Reale ». Il Sovrano è sceso, accompagnato dal primo aiutante di campo, generale conte Asinari di Bernezzo, dall'Ammiraglio Miraglia, e dal Ministro della Real Casa conte Mattioli, ed è stato ricevuto da S. E. Pierazzi, Sottosegretario alle Comunicazioni, in rappresentanza del Governo, da S. E. Bodrero, vice-presidente della Camera dei Deputati, dal senatore Bonin-Longare, in rappresentanza del Senato, e da tutte le autorità della provincia. All'uscita dalla stazione, un'esplosione di applausi, di grida e di fanfare ha salutato il Sovrano, che si è recato subito, in automobile, alla sede del Consiglio provinciale dell'Economia e della Borsa di Commercio. Il palazzo è un vasto edificio, costruito in parte su un'antica caserma, e presenta, nell'interno, ambienti signorili, intonati nel gusto e nelle decorazioni, all'architettura moderna. Il Sovrano ha compiuto una rapida visita ai saloni e agli uffici, e, dopo essersi intrattenuto con i principali rappresentanti deiie organizzazioni del commercio veneto, si è affacciato al balcone, chiamato dagli insistenti, entusiastici clamori della folla, che prorompeva nel vederlo, in un fragoroso saluto. Ricomposto il corteo, il Re si è recato al nuovo piazzale della Vittoria, tratto dall'unione delle due antiche piazze Cavallerizza e Bressa, dove sorgono il monumento ai Caduti ed il Palazzo delle Poste. Trenta mila persone, tra le quali quindicimila combattenti, 3 mila mutilati, duemila bambini delle Scuole, fascisti e cittadini attendevano il Sovrano; e, non appena l'automobile reale è apparsa all'ingresso della piazza, l'applauso è scoppiato e si è propagato rapido, impressionante, raggiungendo l'intensità di un'ovazione. Il Re ha preso posto nella tribuna reale, di fronte al monumento cui sono stati tolti allora i drappi tricolori e bianco-azzurri. Il nuovo monumento Il monumento discende direttamente, per concezione, dal ceppo bistolfiano. Tema ne è il «Ritorno dell'Eroe»; e il tema stesso, nel suo accademismo, dice come il suo svolgimento si presti a una interpretazione simbolica. Anche da questo verso la nuova opera di Arturo Stagliano s'innesta in quel genere di scultura nella quale il Bistolfi appunto tenne il primato in Italia or sono venti o venticinque anni. Accademia, dunque: sia nella macchina, diremo così, del monumento, sia nelle singole figure, ciascuna delle quali, per l'atteggiamento, per l'espressione, "pel gesto'si mostra idonea ad un bell'eser- cizio di forma, a un'ostentazione di buona scuola. Accademia e retorica, ma — pur nei loro concetti ormai su- perati da nuove tendenze — ottima ac-cademia e nobile retorica. |Sia la composizione generalo e ar-1ehitettonica del monumento, infatti, iche i varii momenti plastici dello spi- rituale corteo, specchiano un senso d'e-!quilibrio armonioso e maestoso, unaldignità solenne e meditata che in ugual misura si ritrova tanto nel gruppocentrale dell'Eroe portato a braccia dai icompagni d'arme e scortato da madri] coprI dolenti, come nelle figure imnloranti e ! osannanti che su gli scalini 'del basa | mento ascendono incontro e al seguito 1 del sublime Martire fregiato sul petto I g1 della sua spada. Ed un'architettura | si d'una semplicità estrema ma efficacis sima — quattro colonne senz: 'mento, alte sulla base squ, ' ; nito 'e loro voci e concertato un canto scia — lega le successiv stribuisce alle figure i varii compiti e significati. Ora tutte le campane degli innumerevoli campanili della città hanno u- à a a di festa e di gloria, mentre squadriglie di aeroplani rombavano alto, nel cielo. Poi si è fatto improvvisamente un grande silenzio; e lente, nitide, duemila voci di bimbi, solenni nel grave |nnl'ctizimritmo della melodia, in contrastò con I ml'argentina e squittente sonorità, del 1 gtimbro, si sono levate 9. cantare l'inno del Piave. E' stata una pausa di raccoglimento e di commozione indicibile. L'arcivescovo di Treviso, prima di benedire il monumento, ha pòrto d suo saluto alla maestà del Re, che ha ricordato soldato durante la guerra, invocando poi sul suo capo le benedizioni divine e terminando con l'esaltazione degli Eroi. Quindi S. E. il gen. Vanzo, presidente del Comitato per il monumento, ha detto del significato spirituale dell'opera e l'ha offerto idealmente al Re. Il Podestà onorevole Chiarelli ha pronunziato un breve nobile discorso. Un clamore di inni, un fitto scrosciar di applausi, un grido incessante di «Viva il Re!.-> ha accompagnato il Sovrano mentre Egli compiva il giro dell'aiuola verde che circonda il monumento, passando accanto ai combattenti ed ai mutilati, che protendevano le braccia verso di lui, gridando tutta la loro fede. Non pochi di essi hanno il corpo lacero e deformato dalle feri- CudlesLsanmdragattisddtdbctte; i più recano, sul petto, i segni del avalore SE' a questo punto che la manifesta- uzione ha toccato la più alta intensità ed ha espresso più vivi l'amore e la dedizione. Il Sovrano ha tagliato poi il nastro tricolore, che chiudeva l'ingresso del Palazzo delle Poste. dAlla Casa del Fascio asindsnmeaua Dopo una rapida visita all'edificio di maestose ed armoniche proporzioni; dopo una breve sosta innanzi grande lapide che ricorda i postelegrafonici caduti in guerra, il corteo delle automobili, percorrendo le vie e la piazza principale della città, tra una pioggia di fiori e una ininterrotta ac- clonazione, ha raggiunto la sede della pFederazione Provinciale Fascista, la cquale di recente ha ricevuto degna si-! stemazione in uno dei più antichi edlcartistici palazzi di Treviso. | tRicevuto dalia medaglia d'oro Ca-:tmillo De Carlo, membro del Direttorio : 'aFederale, Sua Maestà, si è intrattenuto Pqualche minuto nella sala principale, sed ha ricevuto l'omaggio del capo del nFascismo trevigiano, delle camicie nere del '19, ed' ha ascoltato il vibran- lte saluto, rivoltogli dal Segretario Fe-,Bderale Castiglioni. Con particolare be- Snevolenza egli ha chiesto informazioni Fintorno ai problemi vitali di queste Cprovince e, infine, si è affacciato al gpoggiolo, che dà nel cortile. Inaspetta- Sto. improvviso, formidabile, è scop- s"oleggdrìmprovviso piato allora, come un tuono, il grido di « Viva il Re! »; Erano duemila Giovani Fascisti, che gli hanno tributato, con tutto lo slancio della loro giovinezza, una grandiosa dimostrazione, che si protrasse per qualche minuto, intensa, frenetica, mentre ì fazzoletti dai colori di Roma venivano agitati dvivacemente, sopra ie teste. IsIl Sovrano sorridendo compiaciuto. pGpttha salutato più volte. Quindi, ripercor- erendo la medesima via. è ritornato, in nautomobile, alla stazione, donde è poi tripartito il treno per San Rossore. Ma C iquando la macchina, attraversando p ; Piazza dei Signori, e passata di fianco b alla lapide, che ricorda i Martiri Fa- n 'scisti, il Re. dopo aver fatto segno di a j rallentare, ha portato la mano alla vi- u1 siera del berretto e ha militarmente s | salutato. jrmcs1 II Re ò partito, salutato al suono ai i tutte lo ciurmane ed accompagnato dai 1 più alti ruspici del suo popolo: mentre _ ! una folla immensa, tolti i cordoni diheltruopa che ne reggevano l'impeto, si s ; è riversata intorno al monumento e si ; u'è accostata a venerare l'altare_ che|dCa i Treviso ha innalzato ai suoi Eroi, ] G. B. B. s

Luoghi citati: Bernezzo, Italia, Roma, Treviso