Il castello misterioso del Mikado

Il castello misterioso del Mikado LE CORTI CHE HO CONOSCIUTO Il castello misterioso del Mikado o a a e e a e l o a a e l e e o , ui r el e e, e e a u o, di n a a lla lia a o, he i, iù va nboi ma ve si. ra a: va e; co no si on so on la to rte in di e ? iò e Fra i racconti sulle Corti regnanti, quelli che si riferiscono ai Mikado giapponesi scomparsi sono senza dubbio i più appassionanti e misteriosi. Il pensiero che i sovrani nipponici abitano la stessa residenza da dove meno di sessantanni fa Mutsu Hito — l'imperatore della rivoluzione che demolì la potenza degli shogun e il feudalesimo dei daimio, introdusse nelle Isole la civiltà occidentale ed in seguito vinse la Cina e poi la Russia portando l'Impero al rango di potenza mondiale di prim'ordine — uscì mostrando per la prima volta nella storia giapponese le sembianze imperiali al popolo, costituisce il fondamento di quel mistero e la ragione del vivo interesse che la corte nipponica suscita negli stranieri. Il « Figlio degli Dei » Non dirà nei giapponesi, per la grande maggioranza dei quali è grave sconvenienza pronunciare il nome dell'imperatore regnante. Ancor oggi la cronaca della vita della Corte del Mikado è sui giornali giapponesi d'una secchezza ufficiale sconcertante e c'è voluto la ventata sovvertitrice proveniente dalla Russia sovietica seguita dalla catastrofe tellurica che incenerì la capitale e compromise i gangli più delicati dell'impero, perchè il « Figlio degli Dèi » diventasse un sovrana effettivamente costituzionale e partecipasse alla vita del Paese come ovvie ne altrove e trovasse alla fine qualche deputato comunista che non si è peritato di criticarlo in piena. Dieta. Ho conosciuto la reggia del Mikado in circostanze tragicissime. Settembre 1923: regnava in Giappone Yosci Hito Tenno, spentosi quarantasettenne, tre anni dopo, nel castello di Ha prlolacaunviglessideneradehaaStifomchrotefoscgul'dppzdsnlogsnyama, sulle rive del Pacifico, ai piedi.cmddel Fuji, all'ululato dei tifoni cheibschiantano le foreste dei pini marini..vYosci Hito non era certo una figura' mparagonabile al padre Mutsu Hito, ve-1 pro Cavaliere dell'Asia, morto nel 1912 sdopo un regno durato quasi mezzo se- ~colo. Ma se alla morte di Yosci Hito non si verificarono epici episodi smu- l(li al suicidio del Maresciallo Nogi c della sua vecchia moglie che aprendo si il ventre con la spada rinunciarono a sopravvivere alla dipartita del Mcjgi (Illuminato) che è il nome con il quale Mutsu, Hito appartiene alla storia, il cordoglio nazionale fu altrettanto sincero, universale e profondo come dinanzi alla scomparsa della legittima ed indiscutibile personificazione della grandezza nipponica. Nè il fatto che Yosci Hito aveva cessato di regnare sin dal novembre, edpfTcgÌ1l'lTedel '21, inabilitato ad ogni proficua iscupuzione dalla malattia che lo »"-|/nava -- una paralisi progressiva ^Le neppure la nomina a Beai/ente «« tofiglio Hiro Hito, l'attuale imperatore,] erano riusciti a porre l "[f^^J^J^.Fno in una condizione di effettiva quiescenza, a diminuirlo nell'opinione, degli 80 milioni dei suoi sudditi. Il suo sconsolato destino risultava come attenuato dall'antichissima tradizione trascendentale che circonda la Dinastia. Una Dinastia clic ha cominciato a regnare quando le aquile romane varcarono per la prima volta le Alpi: L'imperatore vegetava nel suo Castello di Tokio sorto sulle rovine dei Castelli di Yedo, circonfuso dalle leggende dalli assedi degli shogun Toga nmmdPnenzcdi ~sei\tqawa, circondato dal fossato ai seti chilometri di perimetro che lo separa\pdalla estesissima capitale, celato alloUsZardo dei suoi tre milioni di abitati-Uti dalla fitta foresta, ma il popolo^àiavvonese si rifiutava di credere che\mVaici Hito fosse una larva. Egli ri- tmaneva il riflesso luminoso delle glo-\crie nazionali, accoglieva nell'animo in-ìfvulnerabile la fatalità dei disastri che'.'rtimvano il Giappone e da lui par- [ttira oani forza di resurrezione. Éraìpla bellezza di Amaterasu, da lui si Idvrovaaavu ad oani sorger di sole peritle sole il 'icnio di Utsumè, la Dea di rtutte le invenzioni. E dal giorno chc.iera stato incoronato — nel 1915, Meviena </ra>'de ijuerra perchè il luttoìtver Mtitsu Hito durò in Giap%tone tre, ngnni on,ii giapponese, dai mare-Vnscialli e dai grandi ammiragli, alleiipiccole ■r.sasan», le servette sorriden-< cti, lo considerava come l'Essere divi-] no che personificava le singolari qua- tlità delle genti giapponesi le quah «|wconsiderava discendenti tutte ad ec-\rcezione degli età, la misteriosa razzaireietta che somma ad un milione e ichc disimpegtui, i mestieri più M)nobl-\li — dal capostipite imperiale dtscc- ] so dal cielo con un corteo di fccoudis- ^Jsla^miòne della monarchia è tasoUi vera felle del miscredente, epi- aureo tinolio popolo giapponese. Bs-UVa iure tf rendo impressionanti cpi-U/ tfmazioni som[ e i prò pronto a dischiudersi a tutto quello che passa nel inondo, .sempre assillato dalla necessita di rinnovarsi, incapace di fissarsi definitivamente iti una forma sociale, vivente nel provvisorio, pronto a sottomettersi a tutti gli eventi, ad arrischiarsi in tutti gli\spesperimenti, in tutte le avventure, seti sibile, flessibile, plastico, alla prova fodchdsutadelle più furibonde tempeste; rimane nella massa devoto al suo Dio in terra, al Mikado. La religione delia Monarchia MstacGli elementi scatenati della terra e\ddel mare avevano raso al suolo Yoko- ,chama e fatto di Tokio un immane bra-\racre, uccidendo trecentomila persone. tSul Castello di Yedo nascosto dal fit-\rtissimo parco, separato dall'ampio ìsafei Hfossato — un vero fiume — dallo sterminato campo di dolore e di morte che era divenuta la capitale, turbinarono per molti giorni i nembi di fu- terribile l.o di settembre la Corte informata che centinaia di migliaia di scampati e di fuggiaschi si eran rifugiati nei viali, attorno ai fossati, in un'atmosfera infernale a cagione dell'arrovcntamento dell'aria prodotto dal fuoco, ordinò che la foresta imperiale fosse aperta al popolo. Ed il popolo giapponese senza pili casa, senza più averi, all'imo dello spavento, del dolore c della miseria, entrò così, per la prima volta nella sua storia, nella dimora del Mikado. Fiumane di donne che reggevano i loro piccoli sulla schiena avvolti ne gli « obi », di operai che portavano sulla casacca la sigla delle corporazioni del lavoro, di studenti in abito oc.cidentale, di borghesi occhialuti in rt■ ..pmo della metropoh che bruciava Su dallc prime ore del pomeriggio di quelsnMcvarcarono i ponti Icil bosco im- eibruni chimono .vatoi, si sparsero sotto ' mensa e si accamparono in un ordine 1 prodigioso, in un silenzio tragico, scu sa produrre il più piccolo guasto, seti ~a .strappare un f',sre. Fu cosJ che vidf per la primn voita - l(l Corte del Mikado invasa dal popolo, c o i o e a a a e, Ero accompagnato da alcune persoti 3 eccezionali, due delle quali devo ricordare poiché furono coloro che mi seppero tradurre profondamente il significalo del luogo, una era il Marchese Togugawa, capo della storica famiglia che dette al Giappone i maggiori shogun, rivali e sino alla rivoluzione del Ì186S dominatori del Mikado, l'altro l'ambasciatore di Francia Claudel, allora rappresentante della Repubblica a Tokio, oggi a Washington. Claudel enorme di persona e grandissimo come ism.iUorc> taceva immerso nel cupo do -|/ore (icVa catastrofe e più ancora /or^Le denà perita dei manoscritti del suo « tot!oro letterario dcr/li ultimi tre anni, ,] „clvincet;dio 'dell'Ambasciata di ^.Fraiwia-, Togugawa invece, ligio al cotante indigeno che gli imponeva di o e o e : ei non lasciar trapelare il suo stato d'ani mo agli stranieri, cercava di distrarci, mostrandoci la stupefacente serenità dei popolo accampato lungo i viali del Parco, che in pochi giorni aveva organizzato la sua vita improvvisando una effimera città fatta di nulla ma dove non. mancavano neppure le distrazioni. Vita, veramente straordinaria mi colpisce. Un uomo munito d'una scaei\tola laccata c divisa in quattro com eti a\pnrtimenH contenenti della sabbia rosoUa, azzurra, nera e bianca la sparge -U di una coperta distesa sull'erba o^omc un coltivatore getterebbe la see\mente, disegnando c dipingendo in un - tempo fiori, ornamenti bizzarri, uccelli o-\c alla line, fra le risa rumorose della, -ìfolla dei soggetti erotici degni della e'.'rumerà segreta» di Pompei. Da no- [tarsi che molta di quella gente è scamaìpata cuti fatica alla morte, le scosse si Idi terremoto sono ancora sulle trecenrito giornaliere, la capitale è un caos di di rovi «e e nel quartiere di Honjio fra aic.iu.i improvvisati attorno ai quali offiMetano i bonzi si bruciano ancora al peoìtrolio cataste di vittime. Ma la giore, nata nel parco è d'una dolcezza autun- e-Vnale ineffabile, il cielo è purissimo ed leiil ceto eccelso del Fuji si disegna inn-< certo all'orizzonte, i-] Sembra che quei superstiti sappiano - t,fte jm qnfiici,^, anno — nc passarono «|wm„len(e sette — Tofcio risorta dalle c-\roviue mmc voite più grandiosa e irta ai^ limltucicii e incombustibile e a pro e i, (/,,f((. convuisioni telluriche più viol-\lcntc% offrirà al mondo un esempio itic- ] (truhìl,. dell'inflessibile energia dei s- nìppmlicl è " Vopoìo occupa la foresta fra la prii- cintura del castello e la seconda, s-Ul varco attraverso quest ultima c cui-Utodito dai soldati. Lo attraversiamo e m-[percorriamo pure un altro spazto di ggqffistpest\ccsdddaldd spiti. L'Imperatore è stato trasportato foresta sino all'ultimo ponte gettato ni disopra del gran fossuto del Castello che dà accesso ai giardini particolari del Mikado. Non siamo diretti a nessun, ricevimento, il Castello è momentaneamente privo dei suoi augusti o- dicotrl'uHideteMaggiore sta percorrendo a cavallo le strade della capitale fendute dal cataclisma, misura dalla sommità della collina di Ibend la vastità dell'immane disastro che si stende sotto i suoi occhi come „„ yeneralissimo di fronte al terreno dove è passata u furia deU(l bat. tarjlia ed j referti che le auto- rità muitari cfte dirigono l'opera di soccorso ^ recano. ad Hai/ama il giorno dopo la catastro- \ sefe, la buona Imperatrice Sadako coni gei figli l'hanno accompagnato; Hiro ! prHito, il Reggente, seguito dal suo Stato | argeguundetesitpeumgadiGIl giardino del Mikado occupa una ristretta zona circolare clic da una parte circonda il Castello e dall'altra hasi chper limite il gran fossato. Ma nè il E stello, nè il fossato sono visibili na-\Y^ r£BKaf|0 doppia\tmsiepe di altissimi bambù c di alberi ve-1 mnerabili piantati da Taiko Santa, il\grMikado che ha preceduto Mutsu Hito: \stconifere dai tronchi rossi e tormentati.!sie i latrchdimYgole a faenza, colorate in azzurro c cagiallo. Non si scorge nessun corpo pria- laquercie verdi, criptomerie, lauri, tùberi fruttiferi scelti per la bellezza dei Ioni fiori, i soH die sboccino in quel luogn incantato. Nessuna aiuola. Un solo sentiero sull'erba spessa e fresca. Il terreno artificialmente ondulato rappresenta una regione motitaiinosa. Qua e là sorgono dei padiglioni bassi, ad un solo piano, in pietra, dalle linee architettoniche esteriori assai semplici e con i tetti di stile cinese, coperti di te- cipale, nessun edificio che primeggi sugli altri. Togugawa ci conduce dinanzi al padiglione detto della Cascata, circondato anch'esso da alberi giganteschi r da blocchi di granito raggruppati cor. arte e formanti una roccia dall'alto della quale si precipita un ruscello abbondante. E' in quel chiosco che il Mikado riceve, in un piccolo salone lungo una diecina di metri, largo sei, privo assolutamente di mobili, dal pavimento co petto da una stuoia finissima e con i: mezzo un piedestallo alto cinquant centimetri sul quale poggia la poltri lire imperiale. L'erede degli shogun c rievoca i suggestivi riceirimeiifi dei primi rappresentanti occidentali accredi- dgee salilesl'mcs;i ìsr| t'frtati presso Mutsu Hito, quando il Giap- ! *pone aveva aperto soltanto cinque dei \Pf'g. mj kllvp[s< rcChì avrebbe potuto pensare che Mut- ^dsu Hito che a cent'anni accoglieva gli <peuropei e gli americani avendo il viso ; cnascosto da un 'ipario, con le gambe cincrociate, tenendo le mani appoggiai- runa contro l'altra nella posa delle sta , tue di Budda. coperto del paludamento iaserteo degli antenati, con i capelli rat ,dtdino sul capo sormontati rf'j,nsuoi porti alle navi straniere ed i bian chi erano esposti alle crudeli rappresaglie dei samurai a due spade e Kioio era inaccessibile e tutte le iitiiiatiue dell'America e dei paesi europei stavano concentrati nella stretta concessione di Yokohama protetta dai bastimenti da guerra inglesi, francesi e degli Stati Uniti. Come avvenivano le udienze un'aigrette colossale fatta di una ram di bambù e di crini che partendo dail'orecchio destro s'elevava ad un mct.r agitandosi con violenza ai minimi mo vimettti della testa; sarebbe divenut trent'anni dopo l'imperatore di Tsusci ma, di Pori Arthur e della guerra i. Manciuriu ? Allora le udienze avvenivano in ir, modo stranissimo. Il barbaro assassini di Sir Harry Parker, il primo amba sciatore britannico in Giappone truci dato da due fanatici mentre si recavi dal Mikado fra hi scorta dei suoi so! dati inglesi, non aveva ancora, modifi eato il cerimoniale per il quale l'occi dentale cui era stata accordata l'udien za sapeva in precedenza le parole ch'il Mikado gli nirebbe indirizzato e do veva fornire la risposta relativa. Dietim il sovrano un dignitario portava chiusa nel fodero la spada dell'Impero. Gua a chi la vedeva brillare nuda! Avrebbe dovuto morire' L'imperatore parla o meglio non fi che mortnorarv tra ì denti dei suon inarticolati, il Primo Ministro li ripet ad alta voce e l'interprete di Palazzo i rende in inglese. Ad ogni frase il Mi kado si volge verso gli occidentali c i '.a! pidicci spìce■cI i guarda negli occhi e i suoi lineamenti jmarcatamente mongoli s'animano d'io jgruzioso sorriso e d'una espressione bt i nevolentc. Ma api "ita chiude la bocca riprende l'atteggiamento di idolo. Gli occidentali si ritirano, l'Impera tore resta immobile, fissandoli e non I dirige loro il minimo conno di saluto, come non l'ha fatto quando sono entrati nella sala. Claudel mi assicura che l'udienza ch'egli ha avuto con Yosci Hito quando gli ha presentato le credenziali, non è stata gran che differente da quella- dei suoi colleghi di mezzo secolo fa. Soltanto il Mikado, giù sog getto agli smarrimenti del suo male, prendendo fra le mani la credenziale arrotolata che l'Ambasciatore gli porgeva, l'avvicinò all'occhio mettendosi a guardare Claudel come attraverso ad un cannocchiale. Fu quella ul'ultima udienza ad occidentali del Mikado Yosci Hito. La morte attese parecchi anni prima che la sita divinità diventasse con il trapasso perfetta sublimando la sua infelice umanità nelle infinite umanità fattive, gagliarde, instancabili che nei quattordici anni del suo regno hanno reso il Giappone più grande e potente di quel che fosse alla scomparsa del padre suo. E quando la liberatrice arrivò anche Yosci Hito fu onorato da quella subitmìea trasformazione che subisce la modernissima. Corte nipponica nei grandìavvenimenti nazionali, lieti o tristi, ritornando addietro nel tempo; quasi sentisse la. necessità di attingere al- la forza immortale della vetustissima tradizione del costume e dei riti. Un corteo funebre Ecco il funebre carro del Mikado che trainato dalle venti coppie di candidi buoi parte dal cuore della foresta imperiale trasportando il corpo di Yosci Hito al rogo. Il carro ha la forma arcai ca dei più remoti veicoli che roto larono sulla grande arteria del Tokkai- do, vecchia di migliaia d'anni che congiungeva come congiiinge ancora i due estremi dell'Isola maggiore - Hondo e le sue città. E' stato costruito in ghisa da tradurre con il lamentoso cigolio delle sue grosse ruote il pianto delle anime e della materia. Lo segue lo stuolo innumerevole dei dignitari dell'Impero nei serici c candidi paludamenti antichi del cordoglio. E tutti nel corteo in luogo di rievocare il volte inespressivo, la persona viva ed inferma, ;i gesti incompoi'.i del Mikado trapasìsatg, hanno nel cuore il miracolo della resurrezione del Giappone dopo la ca| tastrofe, la ricostruzione della flotta 'formidabile, la colonizzazione della Corca, la presa di possesso degli arcipe- ! *■»** pohnesiaci, che hanno spinto i \P**** *W<>>«« Wl «».tro del Paci- fico, l'immenso travaglio infine e la 'gloria di uno fra i maggiori popoli del . mondo. j Ho detto che l'attuale Corte del Mikado Hiro Hito si compiace di offrire la prova della sua grandiosa ed assoluta modernità nello stesso luogo dove i suoi maggiori hanno regnato imperatori assoluti ed invisibili. L'anno [scorso in occasione delle grandiose ce< rimarne celebrate a Tokio per la consacrazione della capitale riscrta, il giar ^dino centrale della foresta attorno ai <padiglioni imperiali accolse la cifra ino ; credìbile di cinquantaseimila invitati, e c.joe la massima parte della classe di rigente dell'Impero, , Seij„endo un complicato cerimoniale o iaecondo a qlMic Hiro Hito risultava se ,duto aìnanzi all'imponente assemblea j,iej p|Mlto dove il fondatore della mo narchia Kimigaio decise di erigere Yedo '.a capitale del Nord, i convenuti furono ! pregati, prima dell'arrivo del sovrano, idi sceprirsi e di togliersi i soprabiti. La iceriwoma culminò nelle parole impeciali che. nessun microfono radio trasmise e che gli invitali ascoltarono rei ligiosaménte. Il Mikado disse semplicemente che secondo In sua personale ispezione To kio era stata rifatta per intero ed amplificata del triplo. Confidava quindi ìche i suoi sudditi avrebbero conservato eternamente) il culto del mirabile sforzo ■compiuto. Allora il Primo Ministro Hamaguchi dette il segnale per i tre banzal tradizionali che risuonarono altissimi e furono uditi dall'intera metropoli. ARNALDO CIPOLLA. tafaètueccfpcrdchvptesdKddleeFSm1cvdafvltlscnlpptdfelPn—ngsddcasEvzrcpd