Una corriera precipita de una scarpata travolgendo venticinque viaggiatori
Una corriera precipita de una scarpata travolgendo venticinque viaggiatori Drammatica gita nel Canavese Una corriera precipita de una scarpata travolgendo venticinque viaggiatori San Benigno Canavese, 2 matt. | L'ila corriera, sull'a quale oltre al con-1 ducente si trovavano venticinque via - o . o e o u a i n e È 'filatori, è precipitata ieri ìjìù dalla 'scarpata della strada comunale che da Rivarossa conduce a San Benigno Canavese. Sulle cause che hanno determinato la sciagura l'Autorità ha aperto un'inchiesta e, secondo ali elementi che sono stati raccolti fino a questo momento, il fatto si può così ricostruire. Da Rivarossa a San Benigno, per un tratto di oltre sei chilometri, ancora oggi fa servizio giornaliero ili viaggiatori, una di quelle vecchi" diligenze trainato da due cavalli. In certi tratti la strada comunale che c.ongittnge i due paesi è in forte pendenza e mentre da una parte Si appoggia alla rollata dall'altra è a strapiombo sulla valle. Tutte le domeniche, questo tratto di strada è percorso da moltissime automobili e motociclette che rei ano i gitanti provenienti da Torino o da altri centri minori nelle ridenti località del Canavesa.no. Un'altra categoria di gitanti, quelli che non dispongono ne di automobile nò di motocicletta, giungono colla ferrovia a San Benigno e di qui, con quelranticjiluviana 'Corriera, si portano a Lombardore, Rivarossa, Front, ecc. Avviene così che ogni domenica la corriera, durante i suoi viaggi, rigurgita di viaggiatori. Ieri, una di queste corriere, carica, come abbiamo detto, di venticinque persone, aveva lasciato Rivarossa e procedeva per la strada comunale per raggiungere San Benigno, dove era in coincidenza col treno di Torino. A cassetta reggeva le redini dei due cavalli il conducente Giuseppe Perella di Rivarossa. .Essendo la strada in discesa, il Perella aveva stretto i freni ed H veicolo procedeva a velocità ridotta. Ad tin tratto, forse per l'eccessivo peso, dovuto al sovracarico di persone che erano sulla corri»ra, il limone si è spezzato ed il veli . ha continuato per forza d'inerzia. ~>u/.a guida, la sua corsa. Come se ciò non bastasse, i cavalli, percossi alle pambe dal moncone di timone rotto, si sono imbizziti e hanno cominciato ad inalberarsi. La situazione era drammatica, tanto | piti che poco innanzi la strada prò 1 sentava una curva pericolosa. 11 con a a , e e r n i ducente corcava allora di saltare di cassetta per afferrare i due animali imbizziti; ma era orinai troppo lardi. Il veicolo non era più che a pochi passi dalla svolta. Ne! frattempo i viaggiatori, che si erano accorti del pericolo incombente, lanciavano grida di terrore ed alcuni di loro, i più audaci, si gettavano senz'altro a tenti. Ad un tratto un urlo angoscioso ha lacerato l'aria. La corriera, giunta sul ciglio della strada, divelleva un paracarro e precipitava giù dalla scarpata rovesciandosi, con tutto il suo carico, nel piano sottostante: un salto di circa sei metri. Passato il primo istante di terrore, dal groviglio dei lottami sono partite grilla e gemiti di dolore. Coloro che nell'incidente non avevano riportato che lievi contusioni, si rialzavano per i primi e, aiutati da quelli che avevano avuto il tempo di gettarsi a terra prima che la corriera precipitasse, cercavano di prestar soccorso ai feriti più gravi. In un primo momento non era possibile rendersi conto del numero di questi feriti a causa della grande confusione che regnava. Ai primi volonterosi' soccorritori si sono.'.aggiunti alcuni automobilisti che .passavano di là i quali hanno messo a disposizione le loro macchine per trasportare i feriti. I più gravi *ono stati trasportati all'Ospedale di San Maurizio Canavese e gli altri hanno, più tardi, continuato il loro viaggio con altri mozzi fino a San Maurizio, e col treno fino a Torino. Nessuno dei feriti, almeno per ora, è in tali condizioni da destare preoccupazioni.
Persone citate: Giuseppe Perella, Perella
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