Da "camalo,, a intraprendente signore in mezzo secolo di carriera

Da "camalo,, a intraprendente signore in mezzo secolo di carriera Da "camalo,, a intraprendente signore in mezzo secolo di carriera Brillanti trovate per viaggiare sulla Costa Azzurra - Alla ricerca di un finanziatore che non esiste ■ Biglietti da mille ingoiati a poco a poco ■ Un titolo di cavaliere che costa caro e che non arriva mai ■= Una benedizione papale a pronti contanti La figura e la vita di Felice Dome-co Aicardi, di circa 65 anni, residen- a Genova in via XX Settembre, 19, addietro fermatol'una romanzescaidotto a Torino alà giudiziaria,no delle più eccentriche e curiose. L'Aicardi è fisicamente un uomo nziano, ma non vecchio, dall'aspetto vero e ben portante, dalle manierel'abili, dal contegno riservato. Al ve-rlo cosi signorile di modi, elegan-. distinto, quasi aristocratico, nes-no direbbe che egli fosse cinquan- anni addietro un robusto «carnaio» 1 P°rt0 di Genova, famoso fumatore n,CKZ' toscani, capace, se l'occasio- e si tosso presentata, di dar dei Metamorfosi Qualche vecchio lacchino ligure o undo di Bardineto. il delizioso paesi-o montano tra Cova e Borghetto anto Spirito, che e anche il paese atio dell'Aicardi, si ricorda ancora averlo veduto a trasportar sulle vi- orose snalle. rissanti colli di mercan-orose spalle pesanti colli di mercan- a come se fossero piume. Ma que- c non sono che labili e fuggevoli re- imscenze di qualcuno. La_maggU>- nza di coloro che conoscono il be lico gentiluomo attuale, sempre prio e sempre pronto ad aiutare con i oi cospicui mezzi di fortuna quanti, ovandosi nell'imbarazzo, ricorrano a i, si abbandonerebbe, se si parlasse un Aicardi « carnaio », alle più mat risate. L'Aicardi è oggi, per chiunque lo vicina, una di quelle persone che anno — non si sa neppure perchè — ria cosi detta « di protezione » così me vi sono degli sciagurati i quali anno sortito dada natura l'aspetto rsi proteggere. E insieme all'aria di otezione, Felice Domenico Aicardi, indiscutibilmente 1' aria da comendatore. E' forse per questo che l povero diavolo, che ha bisogno di parecchi anni tutti, nel suo « en- ]o chiamano commendatore urage », lo chiamano commendatore he lo sia ciascun lo dice, se lo sia ssun lo sa). Del resto la sua casa sontuosa, doe egli conduce vita signorile, ma n gaudente, è aperta, come si suol re, per tutti. Con facilità pari sol alla_ generosità dell amino, egli ma ? cheques » a f ìzio o a Cajo, o agari anche a Sempronio, che sono mpre pagabili a vista sui suoi conti rrenti presso le migliori Banche, ve teneva depositate, almeno mio a co tempo fa, ingenti somme. Questo signore compie molti viaggi 'estero, preferibilmente sulla Costa zzurra, dove pare abbia più volte teuto in affitto ricche ville in quel di zza, di Montecarlo o di Mentone. proposito dei suoi frequenti viaggi Montecarlo, si è detto e si dice che -a un appassionato del tappeto verde, che nessuno lo superi nello slancio nell'audacia al tavolo della « rou tte ». Tuttavia non si attribuisce al oco l'origine della sua fortuna. 1 ù ritengono invece che egli si sia ricchito facendo il mediatore d'afri; ma si tratta di voci di cui nesno potrebbe garantire l'autenticità. Che cosa costa una protezione Il suo « fermo » è stato compiuto in guito a denuncie pervenute alla utorità. Il signor Angelo Zaratni (ora in fallimento) contitolare lla Ditta Figli di Giuseppe Zaratti già corrente in San Martino di ùpari (Padova), commerciante aina, aveva necessita, per assestare iuof affari, di pttènere^apértura diredito presso una qualunque Eanca questo scopo gli veniva presentato al sig. Riccardo Grea precisamente Nino Aicardi che godeva fama dortunato specialista nel compiere oerazioni finanziarie di vasta portata'Aicardi, con la sua consueta affabità, accondiscese e garanti che sarebe riuscito nell'impresa. Così lo Zaattini diede a lui il mandato di inteessarsi presso la Banca Commercial Milano per ottenere un'apertura dredito e gli versava intanto la sommai lire duemila come anticipo per lpese di viaggio e soggiorno. Doplcuni giorni si presentava a Torini nuovo allo Zarattini dicendo che lrattative erano a ouon punto e che arebbe ottenuto allo stesso un mutui 50 mila lire. Oltre a ciò si offrivi aiutare lo Zarattini in una diverplle ImPOSte e SÌ taceva Luuocciiftia titolo di nuove spese la somma dL 3700 senza rilasciare alcuna rievutk (come la prima volta). Ma lStin ^Topo essere stato a lungfpnuto in sospeso con vane promessenon ottènne nulla, e fini per essere dhiarato in fallimento. li Zarattini non dubitavano dellGuardato a lui, come all'unica àncordi salvezza. Essendosi profilata la possibiHtà di addivenire ad un concordatallimentare l'Aicardi — afferma la si'noia nel suo esposto — aveva parlatdi un suo amico ricchissimo, di Cannes eerto Santiago, persona di grande po- ;lalità finanziaria che avrebbe po- tenzlalit tuto dare la somma necessaria al con- cordato, cioè 500 mila lire, o garantire tale somma il che avrebbe ottenuto lo stesso effetto. Questo signor San- tiago era stato descritto come una per- sona riservatissima, che non faceva speculazioni finanziarie, e soprattutto non voleva pubblicità intorno al suo no- me. Cominciarono da ouesto momento; (settembre 1030) i viaggi dell'Aicardi a Cannes per trattare l'affare. j Una convalescenza... al Cile Le spese di tali viaggi venivano so- stenate dalla signora Ida Saba Cicca- ^\ ^1^^?:^., ^^al^?.^^ , ?y?,^Hfr^QaI j struito per i successivi versamenti. ' H primo viaggio intanto era stato imi-, tile: il ricchissimo signor Santiago era|assente, bisognava tornarvi e per il se-|COndo via teressata sborsava ' ;itrf. iooo Tire Dopo alcuni giorni la I ss~n0„a chiamata, telefonicamente da!fGenova' veniva informata dall'Aicardi cne Ia ricchi.ssimp persona era anima- ir-t... -m -v„ — !„„_ I ata dl ris;rola infettiva, che era isoata c non riceveva visite, egli però aveva parlato con l'amministratore, il quale aveva promesso di prospettare 'affare al suo padrone. Con costui entrava in scena un nuovo personaggio — per il quale necessitavano nuòvi viaggi a Genova, e per propiziarselo l'Aicardi proponeva un presente di 6000 lire. La signora, benché cominciasse a sentire il peso di questi sborsi, pur tuttavia, tanta era a fiducia in quello che si diceva « il suo protettore », che inviava subito a mezzo del cognato la somma richiesta all'Aicp.rdi. Dopo questo terzo viaggio, 'Aicardi comunicava all'interessata di aver ottenuto tutto. L'amministratore aveva predisposto t'animo e la borsa del signor Santiago a favore dei Zarattini; il ricco finanziere però era sempre bloccato in camera per causa di quela tal malattia infettiva e non aveva potuto parlargli. Ma poco dopò veniva dal « commendatore » prospettata una nuova difficoltà. Era stato dato incarico ad un notao di Cannes, di assumere informazioni sui Zarattini; bisognava perciò che l professionista non venisse a sapere delle difficoltà finanziarie in cui si trovavano e per scansare tale eventualità non vi era che un mezzo; offrirgli una regalia: 3000 lire a suo giudizio sarebbero state sufficienti. Si era alla fine di ottobre e a quella epoca la signora non era in condizioni da fare il sacrificio richiestole, tuttavia, per non perdere le somme precedentemente spese, il 28 di quel mese, a mezzo del cognato Mario Zarattini, nviava a Genova la somma. Il fatto che il « loro benefattore » non scriveva mai, non riceveva dena- rro se non direttamente e senza testi moni, non sollevava ancora dubbi su-.gli Zarattini. Solamente, a comprova-1 r'e i suoi viaggi sulla Costa Azzurra Isignora se j-y*»* £l~„„„ <,nln ma essa ave- ne «^^SS^fJ^^aSol sfare alle richieste del « salvatore ». Costui veniva a Torino nel giugno, e poiché l'ultima rimessa di denaro era stata accompagnata da espressioni di angosciosa delusione, egli si adonta va con la signora e la tacciava da in aveva inviato cartoline illustrate dalla Riviera. . . „., Di ritorno dal quarto viaggio 1 Aicardi giungeva a Torino a comunicare che «la risipola infettiva «mttouaya e il notaio aveva accettato le 3000 lire, che l'affare prometteva bene », ma che si rendevano necessarie altre gite per le quali la signora Ciccarelli si ìnduceva a fare nuovi versamenti. Era sempre il cognato che andava a porta re nuove somme; mille, due mila, cm duemila lire, fino a raggiungere la complessiva cifra di 34.350 lire. L^iltimo versamento veniva fatto nel maggio del corrente anno. I! pic- a _ ancora potuto portare in porto le trat Itati ve per un contrattempo. Il minoI nario di Cannes guarito di quella tale 'risipola era partito nicntechemeno che i per il Cile ! Ma restava il notaio, che • aveva avuto istruzioni di interessarsi jciel caso, grata mentre tanto si era dato briga per trarre lei, il marito e i suoi congiunti a salvamento. Egli non avevaUn milionario che nessuno conosceva Presente a questo colloquio — afferma la signora nel suo esposto —. , , ^l,, Armand, il quale neppur un istante du- bìtò della correttezza dell' Aicardi anz lo pregò di continuare ad interessarsi dell'affare e pm tardi doveva egli stesso venire indotto a consegnare a quel persuasivo-individuo somme non -indifferenti. 1 La signora, neVglugno ^forrepte pregava di assumere informazioni a Genova dell'Aicardi, e a Cannes del l'introvabile finanziatore. Al legale ri sultava che il milionario Santiago non 'risiedeva sulla Costa Azzurra, dove | nessuno aveva mai sentito parlare d lui, e che l'Aicardi, benché fosse rite- mito danaroso, appariva un individuo misterioso. Ciò non bastava a tar si che gli Zarattini perdessero la fidueia in lui; l'ultima speranza era sempre quel tal finanziamento che pero non arrivava mai, e solamente piùtardi, per l'incalzare di nuovi fatti, si decidevano a fare un esposto all'arma dei carabinieri. Alla signora Ciccarelli ripensando alle vicende passate, sorgeva il dubbio che il «commendatore» genovese avesse sorpresa la sua buona fede an- che a proposito di un precedente versamento di 14 mila lire per altri fatti, Subito dopo ,a dichiarazione del fallit d , marit e del cognato, l'Aicardi aveva insinuato che gli constava '.one di mandamarito e il co "* ««• vaul»n™ conoscenze altolocate aveva promesso le sue amicheY.oh raccomandazioni; ma bisognava fF viaggi, incontrar spese, e per' queste essa aveva versata la somma. Ora essa sostiene di essere stata inforraata che tale pericolo non è mai esistito perchè non si profilarono mai responsabilità penali a carico degli Zarattini, in seguito al fallimento. Cinquemila lire che se ne vanno e un « cavalierato » c!ie non viene Esaminiamo ora ciò che dice il dott. rag. Mario Armand. A lui, l'Aicardi dava paternamente del « tu », e parlandogli della necessità nella sua professione di aggiungere al titolo accademico un altro titolo onorifico, egli si vantava — dice il dott. Armand — di conoscere S. E. Boselli, e nonostante le ripulse del professionista, riusciva a strappargli il consenso di avviare la pratica. Per un viaggio a Roma occorrevano 2000 lire, e il professionista le sborsava. Tornato a Torino, l'Aicardi si congratulava con lui, la pratica era bene avviata, solamente egli aveva dovuto sborsare 2490 lire, perchè per appoggiare la nomina del suo amico gli era occorso fare numerose visite a persone altolocate, e poiché in quelle case non aveva osato presentarsi, come si suol dire, a mani vuote, aveva fatto omaggio alle signore di fiori, frutte candite e dolci. H cavalierato cominciava a costargli un po' caro, tuttavia il ragioniere pagava anche quella cifra racconsolato nel sentire cne il suo « protettore » aveva dovuto spendere per altre onorificenze della Santa Sede, fino 45 mila lire! La nomina non giungeva, ma l'Aicardi un mese dopo si recava nello studio dell'Armand a chiedere 6000 lire per completare una somma da dare ad un bravo giovanotto che doveva sposarsi l'indomani e otteneva il prestito. Con grande disinvoltura tornava da lui alcuni giorni dopo ad informarlo che il capitalista di Cannes poteva sborsare 800.000 lire per gli Za- . rattini, ma per questo mutuo occor revano delle spese che avrebbero po- tuto sostenere in società. Intanto bi- sognava sborsare 11 mila lire a testa, e poiché l'Armand gli aveva già date 6000 lire, bisognava ne sborsasse altre 5000. Era tale la fiducia che il ragioniere aveva nel « commendatore » da indurlo a consegnare subito il denaro richiesto ed in più 200 lire perchè, diceva, gli mancavano spiccioli per spese immediate. Ma la somma delle spese per ottenere il mutuo veniva in seguito elevata a 32 mila lire- complessive, e il professionista doveva perciò aggiungere altre 5000 lire a quelle già , versate — SIO lire per la benedizione del Papa Mentre si svolgevano queste trattati-ve, il « commendatore » Aicardi, a mezzo degli Zarattini, faceva la conoscenza con un signore molto religioso. Alla fine del colloquio egli aveva fatto la proposta di fare avere a questo signore una benedizione autografa di Sua Santità, ed infatti qualche giorno dopo egli portava una specie di pergamena recante la firma del Pontefice e un bollo a secco del Vaticano. Ma il signore saputo che una tale benedizione costava 810 lire, con grande scandalo dell'Aicardi, la rifiutava. Allo Zarattini costui diceva poco dopo : «Quell'uomo si dice religioso e rifiuta una così misera spesa per un così prezioso autografo che altri pagherebbero perfino 40 mila lire, la sua fede è molto discutibile! Andrò in Vaticano e ne farò fare una per voi. Infatti a breve distanza di tempo, un autografo del Pontefice al nome dei coniugi Zarattini veniva rimesso dal ;uai » wuimcuuouw c * ai auui yi\ - u „ del signore precedente i : tet raschiato e sostituito col nu„, i E „ tlmbro a secco e la firma d , | Pontefleei sono autentici? I coniugia Zarattini hanno ora qualche dubbio, n; L'Aicardi è un signore molto ele I gante, un po' obeso, di una tranquil¬e llta a tutta prova. EgU nega di avercommendatore» aisuoi protet-eraa n e i afferma che certamente avrebbe con-dotto in porto l'operazione, se nonfosse stato fermato. Il suo ingressoalle carceri ha prodotto una certa im-pressione in quel piccolo mondo separato dalla società.