Opere nuove al Cimitero

Opere nuove al Cimitero Opere nuove al Cimitero Alle quarantasettc opere nuovo,. sculture e architetture, che quest'an-j no si aggiungono alla già sterminata falange dei monumenti del nostro'Camposanto, hanno atteso con vario] talento e con varia fortuna gli sculto- ri Vannucei, Musso, Aghcmo, Borgo- gne Fiorentino, Tinto, Terracini, Òli-! •ero, Buzzi-Reschini, Sassi, Cellini, Giacomasso, Bonino, Giorgia, Pavesi,!Campi, Fumagalli, gli architetti Dez-j zuti, Rigotti, Morbelli, Memo, Burdis- so, Biagini, Frapolli, Caldini, Meano.jRcviglio, Betta, Ronchetta, Cento. Buffa, Pagano-Pogatschnig (e com-, prendiamo fra gli architetti quelli anonimi che lavorano per la ditta Catella provveditrice di varie tombe), i pittori Deabate, Caroli, Idro Colombi. Crediamo di non aver omesso alcun nome. Ma quando in una qualsiasi rassegna di lavori artistici si è costretti a citar tutti gli esecutori per non far torto a nessuno, si sappia che ciò è il più triste segno d'una generale mediocrità. Non ripeteremo ora il nostro solito lamento che con malinconica monotonia ritorna ogni volta che il calendario ci porta la fine d'ottobre. Non ci indigneremo per la ennesima volta con la Commissione di Ornato perchè lascia varcar la soglia del nostro cimitero ad opere indicibilmente povere, incompatibili con il più elementare decoro dovuto ad un luogo pio. E non lo facciamo, primo, perchè ai fini dell'arte tutto ciò è perfettamente inutile. Poi, perchè quando la miseria materiale e spirituale di certi artisti è tanta che per un pezzo di pane s'adattano a svilire non il loro lavoro (che questo è così mediocre che non può essere svilito) ma il lavoro artistico in genere offrendolo a prezzi derisori, e quasi mendicandolo; quando la grossolanità di certi committenti è tanta che non solo l'artista vien trattato peggio d'un servo, ma e anche minacciato di esser privato della mercede perchè non si è sufficientemente umiliato ad un volgare capriccio, al gusto ignobile di colui che paga e crede perciò di uver tutti i diritti, anche quello di vilipendere l'altrui coscienza; quando queste, due condizioni tristissime di cose si verificano, al critico non resta che prendere il cappello e andarsene, meravigliato soltanto d'esser stato chiamato a dare un suo giudizio. Sappiamo benissimo che nella Commissione d'Ornato son tre o quattro valentuomini, artisti eccellenti, inse gnanti all'Accademia Albertina che spietatamente boccerebbero quell'ai lievo che portasse loro — all'esame — qualcosa di simile a quanto poi essi utessi lasciano entrar nel nostro Camposanto. Ma se questi medesimi valentuomini non riescono a far prontamente rimediare — nel campo dell'edilizia e della pubblica arte cittadina — a certi inconcepibili errori del gc nero di quello da noi qui segnalato l'altro giorno (l'ineffabile tinterella giallognola che è stata stesa sulla Gran Madre di Dio), perchè dovrebbero poi mostrarsi inflessibili verso al cimi disgraziati che tirano l'anima coi denti, e privarli d'un piccolo guadagno respingendo per tre, quattro, cuique volte le loro opere? E d'altra parte, stando così le cose, perchè dovremmo noi togliere con parole crude ogni illusione a famiglie che, a prezzo di sacrifici gravi, hanno elevato un ricordo funerario ad un loro caro scomparso, ed aggiungere ad un dolore ancora cocente una umiliante sottile malinconia? Lasciar intatte codeste illusioni che saranno poi accresciute dall'ammirazione di quel pubblico che sempre va in visibilio quando vede un bel signore di marmo o di bronzo che pare il manichino d'un negozio per abiti fatti ed è contento di star li scolpito col libro in mano, il cagnolino ai piedi, ed un nimbo di cherubini dietrola testa, lasciare intatte codeste Ulti-sioni è óuasi atto di umanità Passia-siom e quasi aito ai umanità, passia- mo dunque oltre, e accontentiamocidi segnalare il pochissimo che va se gnalato. , .. ., Prima di tutto l'architettura che An- ìibale Rigotti ha ideato per la tombaSerazzi nella 3.a ampliamone. Gerual- mente 1 architetto e uscito qui dallaconsuetudine dell'edicola o dell'esedra, c con due muri ad angolo di granito .nero e di granito bianco, una siepedi rose, un alberello che s alza esile inun canto, un nudo arco nel quale s'in- . scrisce una croce d'argento e una j semplice lapide, ha creato un piccolo, perfetto insieme di rara poesia, di. 'grandissima pace, un recinto soave e I] profondamente religioso fatto per me dilare e raccogliere i più dolorosi e cari ricordi. Tutto si regge per pro! porzioni c grazia: ogni particolare è indico d'una spirituale nota gentile; !nessun stacco, nessuna dissonanza fra j concepimento ed attuazione. Non mi surcremo l'arte — sempre squisita, jsempre sorvegliata — d'Annibale Ri Rotti da Quest'ultima sua opera fune, raria: diciamo soltanto che le sue qua- i i i e e n e i lità migliori qui hanno avuto agio di definirsi. Ed aggiungiamo anche che quella sua modernissima semplicità va fortunatamente facendo scuola tra le nuove architetture migliori di cui s'adorna il nostro cimitero. Rigottiane sono le edicole, tutte nel 7.o viale centrale, della famiglia Cardolle, della famiglia Guglielminotti, della famiglia Bussano, della famiglia Vincenzi, anche se questa (lavoro dell'architetto Buffa) tocca l'ultimo limite, varcato il quale l'arte funeraria perde i caratteri che non deve abbandonare, per assimilarsi decisamente a quella profana. Di linea decisamente moderna, la bella tomba disegnata da Giuseppe fagano-Pogatschnig per la famiglia Melano (7.0 viale centrale), sulla quale biancheggia il gran Cristo morto del Musso; l'edicola Segre nel campo israelitico (arch. Momo) il cui valore decorativo si basa unicamente sul cromatismo d'un verde Polcevera in contrasto con la sienite lucida; quella severa c squadrata del Reviglio per la famiglia Roberti (7.0 viale centrale); l'altra del Dezzuti vigorosamente affrescata all'interno da Teonesto Deabate con un eccellente taglio di scena e una larga impostazione di figure (famiglia Forno, Campo primitivo). Ed una sobrietà che non sarà mai abbastanza lodata a riscontro di certe cincischiature stantìe o delle eterne copie neoclassiche, romaniche, rinascimento, informa pure l'edicola Bonagiia-Bologiiesi (Campo primitivo) adorna d'un buon Cristo del Tinto, quella Luzi-Cravario del Terracini, che scolpi nella viva pietra due arcaiche figure di guerriero e di monaco, quella Mila-Oliva che l'architetto Cento ha equilibrato in modo egregio, l'altra del Betta per la famiglia Chicco, la tomba Grassi disegnata dal Meano, la tomba Verme dell'architetto Frapolli (Piazzale Brin), l'edicola Brusa pure del Cento (Campo primitivo). Una sorta di giardino non privo di originalità dove il Chiampo mandorlato d'Asiago s'alterna gustosamente col verde Roja, ci dà l'arch. Gautero per la tomba De Marchi-Gautero; buone figure ha trescato il pittore Idro Colombi nell'interno dell'edicola Ravazzi disegnata dal Biagini (Piazzale Brin); e nel Campi israelitici sia lo scultore Cellini per la tomba Sacerdotti, che l'architetto Plnter per la tomba Treves han creato due cose eccellenti, severe, nobilissime nella loro semplicità di linee. Tra le sculture segnaleremo quelle del Giorgis per la tomba Minasso (7.0 viale centrale), del Fumagalli, più bistolfiano che mai nella tomba SolaDe Marchi (id. id.), una figura assai dignitosa nel suo tradizionalismo di Andrea Campi (mon. famiglia Castello, 7.o viale centrale), un molto « floreale » bassorilievo del Fiorentino per la tomba Bernatti (Campo primitivo), una discutibile Deposizione del Pavesi che ha un profilo non privo di dolcezza (tomba Nobili, 7.o viale centrale), e il tondo che Ugo Vannucei ha scolpito per l'eroico aviatore Damonte, il compagno di Maddalena. < La Storia, tra gli eroi dell'ala italiana, ricorda Giuseppe Damonte, medaglia doro, trasvolatore dellAtlantico », dice l'epi- o* S&^J^J^ -, ?.ol°m0™mfJ?t0f 1°1!, %ì^t* ia-111 dei Martln fascisti. Nè 1 epigrafe, - è j volonta familiare hanno — noli* i! nella loro nobiltà — bisogno di commenti. Ma una cosa ancora è da porre nel ,la più piena evidenza: la cura, l'af- - tett0i la gentilezza con cui anche quea sfanno il nostro cimitero è stato tra- mutato in un immenso campo fiorito, a, onesta grazia di natura, questa pietà , ; di penSieri ci compensano di quanto o ;m medioCre e di vano apportano gli e t uominl m questo mogo di riposo_ ni -j mar. ber.

Luoghi citati: Asiago, Camposanto, Idro, Momo