L'industria della truffa

L'industria della truffa L'industria della truffa Due soci intraprendenti » Una fonderia dove si fondevano i soldi degli altri » Cambiali false e nome falso ,-■ Liquidazione brillante Motociclette comprate a rate e svendute a contanti - Alle Nuove La scorsa ccttimana, l'autorità giù- sdiziaria, in seguito a laboriose inda- mgini, ha ordinato l'arresto di due pe-lricoiosi truffatori, certi Francesco; tTrinchien, residente a San Mauro e j mCamillo Agnisotti, residente nella no- dstra città. I due individui devono ri-1 dbspondere di una serie di truffe commesse in varie circostanze e in danno di privati e commercianti. Essi, lo scorso mese di giugno, affittarono nello stabile di via Caraglio 153 un vasto locale, che arredarono con attrezzi di vario genere impiantando una fonderia artistica sotto 11 nome commerciale di « ditta Bruno e C. ». E' necessario dire che l'Agnisotti non si era presentato col suo vero nome, essendo egli un noto pregiudicato più volte condannato per truffa, ma con quello di Bruno Giovanni. Accanto al laboratorio esisteva un piccolo alloggio, ed i due soci vi si installarono, iniziando vita in comune. Il sedicente Bruno conviveva con rna donna che taceva passare per moglie. I due soci fecero stampare parecchie migliaia di cartoncini «reclame» e circolari di vario genere che inviarono, a mezzo posta, ai negozianti di 1 oggetti artistici, dicendosi pronti ad 1 assumere lavori d'arte a prezzi di vera concorrenza. Ma la ditta aveva, soprattutto, bisogno di capitali e il Bruno e il Trinchieri, seppure fossero animati da grande iniziativa, non possedevano il becco di un quattrino. Un bel pesca nella rete li Bruno' 'allora1'' Si recò ;à ' Settimo dove aveva in altri tempi, conosciuto un certo Alfredo Ceresa il quale aveva la fama di essere un risparmiatore. Al Ceresa, il Bruno parlò della fonderia impiantata in via Caraglio, disse che gli affari erano fiorenti e che in pochi mesi si sarebbero realizzati degli utili superiori ad ogni previsione. Soggiunse fra l'altro, e con l'aria di chi non vuol dar gran peso a quel che dice, che se la ditta avesse trovato chi volesse investire del capitale, gli affari avrebbero avuto maggior sviluppo potendo garantire un dividendo annuo pari al 50 per cento de) capitale. Il Ceresa, dopo aver meditato qualche po' propose al Bruno di investire nella ditta una certa somma di denaro. H pregiudicato, astuto com'era, dapprima rifiutò, poi, facenuc finta di cedere alle insistenze del Cerosa, la invitò a recarsi in via Caraglio a presentar l'offerta al suo socio, che trattava la parte finanziaria. Il Ceresa si recò infatti nella fon deria c fece, al Trinchieri. l'offerta d associarsi alla ditta versando 10 mila lire L'accordo fu concluso e i due so 1 ci intascarono il denaro, La fond.eria'- * 1 aveva bisogno di procurarsi ls ìmateria Prima: ^JP^^SS^u ]* Bruno e il dsigpvvcatcnbtagnpqddrptaitvddzspprpvd uc"a fjmuvy , ~""— — cartolino e con gli stampati circolazione, il sedicente Bri socio entrarono in trattative con due , ,.t: d{ questo materiale, e preci °3e ™^"}a ditta Veglio di via Fog gg1 e»rec™»-,| diUa càndellero Gio i .«J^J di so Moncalieri. La prima i ^ ^}accènderla circa un quintale a Una mattina il Trinchieri, recatosi Sonò* constata fa Sparsa dei bronzo che doveva servire alla lavj ragione Egli si affrettava ad avvertire - flo)'Ia scoperta il socio, manifestando 1 o!dubbi che nella notte i ladri fossero ! cntrati nel laboratorio ed avessero o! commesso il furto. Il Bruno, scnxa di bronzo e la seconda mezzo auintale. Entrambe le ditte, in pagamento, accettarono effetti cambiari] per un complessivo importo di ottomila lire. Gli effetti ernno stati firmati coi nomi di Bruno Giovanni e C. Intanto, pur non iniziando alcun lavoro, non avendo la fonderia ordinazioni, i due soci si davano un gran da faro da mattina a sera. Essi aviveinavano commercitmti per discutere preventivi ricevevano persone alle quali facevano visitare il laboratorio e soprattuto vantavano un grande credito. « Un otti-no affare » i I SComnorsi, lasciò che il Trinchieri ri a nissc di p - nissc di parlare, e quindi, scrollando 10 spalle, disse: «Non ti preoccupare: 11 bronzo l'ho venduto io c ti assicuro che ho fatto un ottimo affare ». Da quel giorno però le cose andarono di male in poggio. Oualcuno fra i creditori della ditta cominciò a farsi vivo pe' essere pagato e siccome altri creditori non avrebbero tardato ad unirsi ai primi, i due soci ritennero niù oportuno chiudere la fonderia e dileguarsi fonti nroncruriare-1r-.on ti preoccupar^ !a Ditta alla quale avevano dato moltai Questo nuovo fatto mise In subbu- frlio (masi tutti i negozianti di com-* ilei oinrtioro i nuali fidan-mcstibih del quartiere., 1 qua",rtIna*" 'dosi dei due soci proprietari di una i sospetto che il Bruno e socio fossero ìdue truffatori. Lo indagini per accer- -tarc l'attività di essi vennero affidate . ! alla Squadra investigativa dei cara- - ! binieri. ei Oceorreva, soprattutto, stabilire do- - i ve i due fonditori si fossero rifugiati. - Essi non avevano lasciato dietro di - sè alcuna traccia. Dalle segnalazioni - fatte alle Stazioni dei carabinieri, il a maresciallo Curai perveniva_a 3apere [terrogatorio v Aguisotti. Costui, non solo negò quanto gli era addebitato, ma disse di non conoscere affatto quello che aveva fatto il Bruno. Egli tentò, con un'abilità straordinaria, di dimostrare la sua buona fede adducendo, come giustificazione, che la colpa di quanto era avvenuto doveva attribuirsi al suo ex-socio. Se costui detta dell'Agnisotti — non gli avesse sottratto il bronzo, egli sarebbe stato in grado di lavorare e col guadagno pagare tutti i creditori. Un commercio redditizio Ma che era avvenuto, nel frattempo, dello pseudo Bruno? Costui aveva cambiato mestiere e si era improvvisato corridore in motocicletta. Egli, contrariamente a quanto l'Agnisotti aveva detto ai carabinieri, non aveva troncato con costui i rapporti di amicizia e di affari. A San Mauro si erano incontrati ed insieme avevano combinato l'acquisto e la rivendita di motociclette. Le motociclette venivano acquistate mediante il sistema del pagamento rateale e del riservato dominio, e quindi rivendute, in contanti, a prezzo assai inferiore a quello d'acquisto. Le cambiali, che ogni volta i due soci rilasciavano in pagamento delle motociclette, non venivano più ritirate e le Ditte interessate non sapevano a chi rivolgersi, perchè tanto lo pseudo Bruno che il compagno avevano sempre cura di non fornire il loro giusto indirizzo. Ben cinque motociclette sono state acquistate e rivendute con questo sistema, e le Ditte danneggiate hanno sporto " regolare denuncia all'Autorità giudiziaria. In seguito a queste nuove risultanze, l'Agnisotti veniva tratto in arresto, inviato alle carceri e denunciato per truffa continuata. Pochi giorni dopo i carabinieri, in una misera camera sita in uno stabile di un quartiere popolare della nostra città, rintracciavano e traevano in arresto anche lo pseudo Bruno, il quale, come abbiamo detto in principio, veniva identificato per il noto pregiudicato Francesco Trinchieri. Questi, oltre che per truffa continuata, veniva denunciato pei falso. Ieri il sostituto Procuratore del Ro aw. Buscaglino, si è recato alle carceri ad interrogare i due arrestati L'interrogatorio è stato lungo e laborioso, ma tanto l'Agnisotti che il compagno continuano a negare di essere autori di truffe. Secondo loro, le disgraziate vicende di cui essi sono i protagonisti sono la conseguenza dJ sfortunate speculazioni commerciali. I carabinieri hanno pure identificato e denunciato per ricettazione gli acquirenti del bronzo e delle motociclette, contro i quali l'Autorità ha inizia to regolare procedimento.

Luoghi citati: Ditta, Moncalieri, San Mauro