Il prof. Calmette ci parla della strage di Lubecca

Il prof. Calmette ci parla della strage di Lubecca Il prof. Calmette ci parla della strage di Lubecca L'immutabile opinione dello scienziato: il B. C. G. è assolutamente innocuo - Attestati da tutto il mondo - La grave accusa del prof. Deycke e le esperienze di tredici anni -- Centinaia di migliaia di bimbi curati col Risiedo Calmette - « Hanno sbagliato a Lubecca » Parigi, 23 notte \dAll'Istituto Pasteur la consenna è cjirecisa: il direttore non riceve. E se-.tchi desidera parlargli porta, per caso,\ un vestito sport, occhiali a tartaruga-,te una penna stilografica al fase/lino, e magari la pipa ih bocca — carat-ldteristiche sotto le quali il pubblicoi suolc immaginarsi il giornalista— può'fstare certo di vedersi chiudere in fac-\ eia, sema tanti complimenti, il piccolo\scancello di ferro della porticina. Intuendo il pericolo, mi sono messo in tasca gli occhiali e la rossa Parker, e ho indossato un soprabitino un po'\lustro, dal collaretto unto. Non ho.chiesto del prof. Calmette, ma dellaì segretaria di Direzione, una signorina che l'anno scorso, quando appunto scojìpiò lo scandalo di Lubecca, si era. mostrata gentile con me e mi aveva',subito introdotto presso il direttore.] IIo potuto varcare cosi il cancello eisalire al terzo piano dell'Istituto, ma\non ho avuto dalla signorina l'accoglienza dello scorso anno. — Un altro giornalista! Il professore non riceve, non vuol dire nulla, non ha nulla da dire. — Il professore è all'Istituto t — doma-Hdo. — No! Un'opinione che non muta sa, posso accertarmi che la signorina dice il vero. Che faro? Meglio è scendere nel cortile ad attendere: il prof. Calmette, infatti, non tarda ad arrivare. ■ ^f?ffl' **^!!^^?^*f^^:l*Ma la stia prima risposta è perentoria : — Non ho nulla da dire! — L'anno scorso — insisto — mi avete concesso una lunga intervisto sull'argomento. Il professore solleva il capo e mi guarda con quei suoi piccoli occhi chiari e vivi. — Ah! voi siete il giornalista italiano! E, dopo essersi interrotto un istante, aggiunge: — Ilo letto, o meglio mi sono fatto Ldg—tradurre quella intervista: non vi ho trovato nessun strafalcione e Jtessuna sciocchezza. i Dunque, come non ho tradito il\vostro pensiero allora, non lo tradirò neppure adesso... Ma adesso è un'altra cosa. Il mo ìnewto è estremamente delicato. Si gÌHdlcano degli UOmini, degli scienzia ti, *i0n devo, non posso entrare in po- /cinica, con loro, nò esprimere un giudizio qualsiasi, per non turbare la serenità del giudizio di Lubecca. D'altra parte, la mia opinione su quei fatti ve l'ho già espressa. Non è cambiata! L'opinione del prof. Calmette era chiara. Vi ricordate? Egli prospettava due ipotesi: o la coltura B.C.G. (cioè bacillo Càlmette-Guerin) ò stata inci¬ dentalmente infettata da un germe Utubercolare virulento proveniente da,altra coltura del laboratorio dell'ospe- ' date di Lubecca, oppure, per inuvvsr-' tenza, tubi di coltura tubercolotica virulenta sono stati posti nella medesime stufa di incubazione del B.C.G. e sostituiti a questo per la preparazione delle prime emulsioni vaccinali del febbraio 1930. Secondo Calmette, dunque, non vi è dubbio che i bambini di Lubecca abbiano ingerito una coltura tubercolotica virulenta invece del B.C.G., o in miscuglio con questo. La bontà del suo metodo preventivo non può essere discussa, ed il considerare questo metodo corno un erroi-e scientifico sarebbe perfettamente ridicolo. — Alla VII Conferenza dell'Unione Internazionale contro la tubercolosi, che si è tenuta ad Oslo nell'agosto scorso — mi informa il prof. Calinctle, mentre entra nell'Istituto — il mio metodo venne discusso dai più grandi scienziati del mondo. — E quale ne fu la conclusione? « li B. C. G. è innocuo » Il Direttore dell'Istituto Pasteur si volta c mi guarda con i suoi occhi sottili come uno spillo. — La conclusione logica: che il B.C.G. è innocuo sotto tutte le forme, sotto tutti i rapporti. Il professore sale lentamente le scalè, ed io le salgo dietro a lui. Attra-\so un lungo e largo corridoio, sul\quale si aprono piccoli laboratori chia ri e lucidi come specchi, si arriva alla direzione. Il prof. Calmette entra nel ito rifugio ed io entro con lui. Le se- bòiioilini, e le pareti da scaffali e dadie so«o coperte di libri, di riviste, di«STo '^engònVaTmmH: ^tre riviste, altri bollettini. Sul tavoloy-tiicrln d< corrispondenza e giornali-i' leiìescl" con il loro formato più ri-dotto e con ì loro caratteri gotici prò.dominano. Dietro la poltrona, su cui si siede il professore, grafici e un qua- dro dal .male una vaeckettina bianca. maculala di nero, mi guarda con gli occhi spalancati. E' la vacca da cui oentiCMMiue <""'» fa dimette e Guwin hanno tratto la prima coltura di bacilli virulenti chc, in tredici anni e attraverso 230 i-;.',evHÌsia,(/ioni .successive, su patate immerso neiiu bile di bue glutinata ^' cii.quc per cento, vennero modificati ereditariamente nella loro cfH-'Jo-f-ioHO Ijo-c/iiinica. resi aviru- lenti e quindi in grado di creare su degli individui non ancora colpiti, se- ncondo il fenomeno di Koch, l'immuni- qtà antitubercolare. t II prof. Calmette è seduto al suo'atavolo di lavoro: I — Vedete? Questa è la cotrispon- ddenza giunta stamattina. ÌD Ve ne è un grosso mucchio. Il prò- dfessore si china, apre un cassetto: ìr — Questi, telegrammi di amici, di pscienziati, di sconosciuti, di beneficati.rene mi attestano la loro simpatia. iroPoi egli sfoglia le lettere, ne tira\ifuori due: vedo che la testata dell'una è scritta in spagnuolo, e quella, dcll'ultra in una lingua che non conosco: — Questa lettera è del professore Costrcjon, direttore dell'Istituto cen trale di igiene del Messico, e quesfal tra del prof. Kirchenstcin, direttore dell'Istituto batteriolor/ico di Riga, i due scienziati ai quali l'Istituto Pasfeur, il 27 luglio 1929, spedi parte della coltura inviata a Lubecca. — Permettete, professore: che cosa dicono queste lettere? — Tutte e due mi confermano che nessun inconveniente è stato rilevato nella somministrazione del vaccino ai bambini messicani ed estoni. A Lubecca, invece, 250 bambini sono stati colpiti dal male, hi gran parte sono morti. Eppure era la stessa coltura par tita di qui. La coltura B.C.G. non pol*««» essere originariamente infetta... A quanto pare, i professori di Lubecca sostengono che il B.C.G. à diventato, nel seguito delle seminagioni fra il luglio '29 ed il febbraio '30 — epoca nella quale vennero fatte le emulsiotii per il vaccino — bruscamente virulento. E' questa la grave accusa formulata dal prof. Deycke: il B.C.G. sarebbe perciò un enorme errore scientifico. Tredici anni di esperienze Il prof. Calmette non si mostra colpito da questa accusa, non ne è affatto turbato. Egli è sereno, benché di tanto in tanto una certa ombra di tristezza veli il suo sguardo. Egli si limita a rispondere — in tredici an?ii, c dopo 230 pas saggi ininterrotti sulla bile, abbiamo dovuto constatare che il nostro bacìi- to, anche iniettato ai porcellini d'India ed ai conigli in fortissime dosi, in emulsioni finì sotto la pelle, nella circolazione del sangue, nel peritoneo, e anche per via intracranica, intrarachidiuna, o intraoculare, è perfettamente inoffensivo. Non determina lesioni tubercolotiche evolutive, rcìno culabili. Il professore ha una breve sosta,' c poi riprende: — E se è ancora capace, quando ò introdotto in dosi abbondanti nella cavità del peritoneo o nella circolazio ne del sangue, di provocare la forma U;0h6 di tubercoli, questi, invece di cvoivere verso fa caseificazione, regre discono, si riassorbono e scompaiono \ completamente dopo alcune settima ne o alcuni mesi, senza lasciare tracce, neppure di sclerosi. — Ma diversamente trattato o riportato negli ambienti usuali, liquidi o solidi, questa coltura resta avìru lenta ? — SI: resta avirulenta, perchè i suoi caratteri biologici sono fissati. Essa non ha perduto in nulla delle sue prò prietà antigene iniziali nè della sua. attitudine a produrre il fenomeno di Koch, ossia a segregare tubercoline ed a sviluppare la formazione dì ajtfi corpi specifici, in breve a dare l'immunità antitubercolare. — Ma quale cei-tezzu abbiamo noi — insisto — che il B.C.G. resti inoffensivo nell'organismo umano, e non ridiventi bruscamente virulento ? Calmette non si meraviglia della mia insistenza. Mi risponde con calma: — Abbiamo la certezza dovuta a una lunga esperienza, a studi profondi, ad esperimenti laboriosi, attenti e metodici, di cui al Congresso di Oslo vennero fatte le pia ampie c controllate esposizioni. Dal 10S5 la coltura del B.C.G. è stata studiata sperimentalmente in molli laboratori — centocinquanta, duecento circa — è stata inoculata agli animali piti diversi; ebbene, la stragrande maggioranza dei biologi e degli \°<«di°s\ ha Vff» constatare che il B.C.G. ha perduto la sua forza di provocare lesioni tubercolari progressive. Anzi, il prof. Kraus, di Vienna, in se lGnf'lth' Pan5ft- Bcnrotter, Suarez, fluito a nuovo ijce7-cfte nel 1928, e moltiistri sperimentatori, fra cui Ascoli,i^nc, ecc., Hanno definitivamente 8ta-'^Mto che, anche con dosi massime diÌB.C.G. (da 10 a 50 ceultflramroi, im»-ke oei dm 0 tre milligrammi da noV1 suggeriti) non si aniva « porcellino d India tubercolosi progressi chc ìo ,csw!n dl aspett Queste dosi massime peritoneo degli ™rsc vu>cere> doP° man, uohwu h"»»» — "*»™» spressione di Kraus — proprietà tu ber- colugenichc, ma non nosogeniche (cioè entnon determinanti malattie cliniche) alle quali deve le sue proprietà immunissatrici, c che i cuoi caratteri biologici appaiono bendefiniiivamo ut e fissati, — Ma — domando, riferendomi alle dichiarazioni processuali del professor Dcycke — è possibile affermare in :no- do sicuro che nessun artificio di labo- ratorìo, nessun adattamento, nessuna sprova possano rendere al B.C.G. la vi-\crulenza che ha lentamente perduto ditronie le sue 230 semina/rioni subite, ic quali hanno così profondamente mo- llddificaio i suoi caratteri bio-chimici'! Una documentazione scientifica La risposta è nella: — Fino al presente, t/li sforzi effettuati innumerevoli volte in onesto senso ec.c■veno ruttasti vani. Non ci ut c pervcnu-l.q . . . , . \MpoGfi nè con passaggi successivi da anima le ad animale, qualunque: fosse la via iU inoculazione (esperime-.iti di Lydtin in Germania, di Aldeschoff agli Stati Uniti, di Canlacuzènc in Romania), nè con inoculazioni ad animali malati ereditariamente, o intossicati con veleni microbici o minerali (esperimenti di Cerknovicer in Russia, di Elbcr in Germania c di Mouriaucinrl in Francia), di modo che il Kraus di Vienna ha potuto giustamente dichiarare che il B.C.G. è nbciBduna razza di bacillo di Koch definitiva- , mente ed ereditariamente attenuato,' come i bacilli della rabbie, di Pasteur. , Il tono della voce del prof. Calmette'v""iw e* andato ora cg< torna dipartirsidalU. si, cna sicura che gli e caratterini, e che più di. oani altra cosa mi impressiona in gite- ugni uin u uvou. ™ / , ' hst'nomo che vede crollare, o per lo me-1 gono delia voce cm proj. eumene Diato gradualmente aumentando; . "7 . .,„»„* tya parla forte, a ^^^^^Ittno vede minacciato, un lavoro di venti- ■„ „ i„wT^™ '.no cali allunila il braccio e mi indica, ne, egm auunj/u » » » ncrili scaffali della libreria, 0 ti lioro 1 negti ùtaTju-" " „,v„„ ,.„;„-;„„„ o il bollettino che contiene la leuizione , |cinque anm, attravi,rsc> un miei evoli | pazienti, monotone ricerche. Ad ogM, nome di scienziato, ad ogni attcstalo- |^. dello studioso citato, deli attestatone, presa a sostegno. — Non si deve credere — egli prò- sefme - che il B.C.G. sia stato messo in circolazione senza che prima fosse'* . . , , ♦'.„ ato* raggiunta la cettt...„oJ^f}^■ eto «ua innocu:tà e dettaj a rtf«£freia. 8Manto qmnve, fatte da Wcdl-Hallc e Turpin «da Maternità dell'Ospedale do/la Carda di Parigi, dal luglio 1021 al .Augno'TMMdfrdptalB certe--<t lVsittuÌo\rlj-i, '«»• •• iPasteur te* metteiva pa, tire dal tesilo 1M, P'™*\nuovo vaccino a disposizione dei in» dici che desiderassero sperimentarlo\specialmente *\^™™^.J«bambinì nuli da o che dovevano essere allevali in ambiente conia mi tt'ito. Nello stesso tempo i laboratori ed i serrili pubblici di igiene esteri rk avevano colture per permettere ai batteriologi ed ai pediatri di ogni Paese di intraprendere a loro gradimento, sia esperienze di controllo su animati, sia prove di vaccinazione su neonati. Queste prove sono state fatte principalmente in Fran ela, in Bornauia ed in Indocina, su un qrandissimu numero di bambini, «leu- tre in Italia, in Ispagna, in Olanda in n rito vaccinare c mantenere in rigoro- sa osservazione qualche centinaio di bambini, per paragonarti poi con un numero uguale di bambini non vac- n isvezia. in Russia, ne.fli Stati Uniti, " ,,, t,,J,v.: i,,.,,„n ,.-,>f,- tel. Cunatlit oli siuaiosi nanno pteje- 2 ."..'' . ,-.„„»o„^,.^ ,„ ri,,,nati, ma allevali nelle stesso condizioni sociali. l bibi iti 250 irJla bimbi premuniti nella sola Francia — Ed i rimi; — Pos.,0 dir, vivo argoifiio e modi di esperii slittati ugualme ti pratici? con certezza e con ,0 onesti due diversi ento hanno dato ri-te soddisfacenti. Val * lo luglio 1024 dì f gennaio 1931, ciac alla sola Francia sor- r..-....——in sci anni c tnszzo, il numero dei ''f'''>"K"7C V*no*yn*,■!(!!""?,£!_C"..r",..J "'"l". tubercolosi fra i bambì- tatti nati da madri, tu- cui/are oani contestaaione relativa 1 te diagnosi, sovente errate, di certidispensari, non si tiene nessun conto .-.-esso c si studia sol- lita generale >, si con- se regioni della Fran- c{(t] dovc la ,-,orinazione co! S.C.G. 'ìbini premuniti n passa i 250 Bitta fatte con la pi'' permesso ài stabilire che. mentre la mortalità p<ni non vaco bercolotica o , bercolotici, tra un mese d'età ed iquattro anni è del 15,9 per cento, essa scende al 3.4 per i vaccinati. Se, pn-, allevati in ambienti itJ-l( dello cause di ìlanto ja <; tuoi' \stctttt nolh, d- ||~— te diffusa, chei bambini vuc^\einati accusano una mortalità gene- \ralmmte inferiore di circa la metà in Vconjrmlto „\ia mortalità generalo dei vaccinacienc un ts.u.ir. ,-ia usto [ sono stati presentati rapporti di circa o autopsie di bambini vaccinati, d in nessuno vennero scoperte lesio ni tubercolari reinoculabili, ciò che atesta la stabilità dei caratteri essen- ore Calmette mette fine alla sue di hiarazìoni EloQiati dei bacali B.C.G., malgrado « Ì^oro soggiorno per parecchi mesi >te(-;e1 te'organismo umano. E questo mi pare die basti. Con questa battuta secca il profes Una visita ai bimbi vaccinati Esco dall'Istituto Pasteur: è ancora esperimenti di B.C.G. sui neonati? L'ospedale della Carità è una grossa costruzione grigia, in mezzo ad altre costruzioni grige, e il padiglione della .. . 7 „ , , Maternxta è un piccolo parallelepipedo l'rplenPcpresto Perchè non andare al vicino ospedale della Carità, in boulevard St- sGermain, dove vennero fatti i primi | egnaamnero tra magri platani, i cui rami sembrano braccia stecchite levate al cielo come per un'implorazione. Domando del prof. Turpin. — E' uscito! — mi risponde la mia nfermiera. — Non tornerà che domani. — Vi sono bambini vaccinati con il B.C.G.? — Altroché! Ma sono nelle corsie dell'ultimo piano. — Posso ulsitarli ? L'infermiera tentenna un poco, poi sgupGnegaipnRpo accompagnarmi su, in una'S_ . alUnnate mrrnle ru.1. va ogni lato sono allineate piccole cui-\c ntnnryha «itivi /*m« «AmiiAWA «)it.cor. i bicchiere & u cucchiaino. I n_' quell'altro laggiù , *. ', ^ ™' hanno incominciato ad essere vaccina- grande stanza, relativamente chiara. I Hr. ..■»„,„'„ ■„ ,„ „,,, tDa ogni lato sono allineate piccole cui-\c e,&!a"c'lf'e»'ro cut arridono muse-1mti tondi di bimbi; accanto ad ogni culla gtt-iiiàtiiae^hivqm»e^mte«oM^Ha-^Mriprese diverse, entro i primi dieci gior « ' 5 r , { dalla nascita, quando il bambino è . » » . ancora indenne da ogni parassita bati stamattina. Come? Per bocca. L'e7nuisione ci arriva direttamente, ogni daU'Istituto Pasteur, ed è facile y0^ttorfa.jSjgo„na/artoini,erireatro'q^.jvo ,„.„,„ 4 ««j^ „*„,._,ncs1ciliare. Ma siccome queste tioccinaaioni, ' v^ Jg ^ conferiscono Ftmwnilatmwmte io itato di immunità Pimmediatamente lo stato ai immunità, sed hanno bisogno di un certo limite di stempo (quattro settimane circa), è ne- ncessano evitare durante questo periodo dwgativo t eontagì, per^ ^eaH gfr& sono Hi/orosame«te iìolati. E te.«sowo Vero nel piano di' rinrendnramia loltanto al aua- Ckott°' Ll nP™\™fa" "° Zn^vI' a™*™™ ^orno! «?ott*>' /««»«>»»?«- vriodo dl Puerperio lascio-ranno la Ma- dientità. p_ permettono Ela vaccinazione, anche dopo i luttuosi. . r..i,« ^„. imi guarda come offesa per lamia do- I CLa capo-infermiera della IfàtmtMi^manda, e mi risponde in modo secco; — Qui si sta attenti... PAOLO ZAPPA. Pcn

Persone citate: Esco, Guerin, Koch, Kraus, Pasteur, Suarez