La dichiarazione di fallimento

La dichiarazione di fallimento I due fratelli trafficanti in oggetti d'arte La dichiarazione di fallimento Quadri, tappeti, arazzi, bronzi recuperati ha pronunciato il fallimento dei fra telli Leonida e Raffaele Porcù, trafiicanti in oggetti d'arte, dei quali sono note le gesta truffaldine compiute in ambienti commerciali della nostra Il nostro Tribunale in data di ieri, città ed in altre del Piemonte e della Lombardia. A curatore del fallimento è stato nominato il dottor Italo Casaccia ed a giudice delegato il cav. Paolo Delmastro. Secondo i primi ed affrettati accertamenti del curatore l'attivo si riduce quasi a zero, mentre il passivo pare superi le 200 mila lire. Naturalmente questa cifra salirà, in seguito alle ulteriori verifiche, degli spostamenti. Frattanto da parte del l'autorità giudiziaria continua l'istrut toria penalo a carico dei fratelli Leo nida e Raffaele Porcù. Parecchi testinloni sono statl intesi dal Pretore deila VII Sezione dottor Cortese che prosegue attivamente nell'inchiesta all° SC0P° di accertare le singole re: aponsabfiità degl'imputati i quali si mantengono tuttora latitanti e pare siano riparati in Francia. Una ventina di denuncio risultano essere state sporte contro i fratelli Porcù. Da un primo e sommario esame sulla loro attività — come abbiamo pubblicato ai primi di settembre — si poteva dedurre the il danno recato ad antiquari, pittori e commercianti coi quali essi avevano avuto rapporti di ^'oÒÒ lire' il "signor-Af ródisìS Cor ffiVSicllìatcDall'Hotel Ligure p°er 7200 lire, il pittore torinese Mario iifcLletli, cne aveva consegnato ai due giovani, alcuni quadri del valore di II mila lire, il signor Pelissone, abi affari, si aggirava intorno alla duecentomila lire, ma le ulteriori indagini condotte dal pretore cav. Cortese è dal maresciallo Curzi comandante la Squadra investigativa dei carabinieri, questa cifra facevano salire notevolmente, avvicinandola alle trecentomila lire. Come abbiamo detto allora, i Porcù svolgevano la loro attività maggiore a Torino e a Milano non trascurando però centri minori come Biella e Cuneo. Le indagini portavano a mettere in chiaro la vasta e complessa attività dei Porcù e conducevano al ricupero di buona parte della merce venduta a vilissimo prezzo e non pagata ai fornitori. Fra i danneggiati, figurano: l'antiquario Arturo Calan- ^ra, abitante all'Hotel Ligure per 21.000 lire, l'ing. Carlo Maggi per tante in corso Oporto 27, per 4500 lire, Trabaldi Barberis, abitante in corso Vinzaglio 5, per 3500 lire, l'an aquario Bolognesi, per .due quadri del Fontànesi, un dipendente dell'Hotel Marino, per 14.000 lire. A questo pri nio elenco si aggiunge un secondo elencò di persone truffate. La ditta Strologo, piazza Castello 14, aveva consegnati ai Porcù, perchè si occu passero della vendita, sei tappeti persiani, tre quadri del pittore Mai per un complessivo vafore di 15.cTf?0 lire. In cambio della merce e a titolo di garanzia, i Porcù avevano rilasciato alla ditta in questione dieci cambiali da 1000 lire l'una e 10 da 500. Inoltre si erano fatti consegnare altri tappeti, quadri e stampe antiche per un valore di 10.000 lire. Naturai mente, all'atto della scadenza, le cam biali non venivano ritirate e la ditta Strologo non aveva più notizia dei due fratelli. La ditta Roncalli Giuseppe, consegnava ai Porcù per la vendita duo aspiratori del valore di 2000 lire l'uno e più non ne aveva no. tizia. Silvetto Giovanni dava ai Porcù per la vendita-, quattordici tappeti orientali del complessivo valore di 20.000 lire facendosi sempre a titolo di garanzia, rilasciare delle cambiali clie alla scadenza non venivano riti, rate. Il Silvetto rintracciava allora due fratelli e protestava del mancato , pagamento, richiedendo la restituzione della merce. Questi, per tranquillizzarlo e a indurlo a temporeggiare, gli consegnavano un quadro e un aspiratore, quest'ultimo avuto in con segna dalla ditta Roncalli, ed in se- guito una catena e un orologio d'oro. iI Porcù poi si recavano aal signor ! Fiorentini Pio e lo inducevano, dicen-ido di aver sottomano due buoni clienti, a farsi consegnare due aspiratori dando in cambio tre effetti cambiarli per 3000 lire. Inoltre s'incaricavano di scontare presso una banca una cambiale, sempre per conto del Fiorentini, di lire 3000. La cambiale infatti veniva scontata, ma i Porcù non versavano il denaro riscosso. Con lo stesso sistema, i Porcù inducevano il dott. Giuseppe Ferraris a dar loro tappeti, quadri, bronzi e arazzi ed inoltre a concedere un prestito di 4000 lire restando cosi debitori verso il Ferraris della somma di 17.000 lire. In seguito però alle pressioni fatte dal Ferraris, che intendeva di esser pagato, i duo fratelli, con cessione di quadri di varii autori, estinguevano parte del debito, cosicché il Ferraris restava creditore di sole 5000 lire. Da tal Attilio Lutrai, i Porcù, dietro consegna di polizze del Monte di Pietà, si facevano dare 500 lire e dal signor Giuseppe Felletti, 1200 lire dando in garanzia a quest'ultimo sette quadri. Come si vede da tutto ciò, i Porcù non soltanto vendevano a vilissimo prezzo 'la mercé"che" era lorò"con'se- gnata, ma la impegnavano per procu- Farsi denaro, come risulta dalle poliz- ze date al signor Attilio LutraiT op-ìpure la consegnavano, sempre con lo stesso scopo a chi tornasse loro comodo. Specialmente neerli ultimi tempi, i Porcù evitavano di tener presso di sè la merce e prova ne è che un.blocco di quadri, senza alcun motivo, |era stato dato in deposito al negoziante Vilfredo Avignano. Quando l'Avignano, in seguito alla pubblicazione fatta dal nostro giornale, seppe auale era la vera attività dei Porcù, si af-ifrettò a farne consegna ali Autorità.giudiziaria. Comunque i carabinieri, nelle loro attive ricerche, sono pervenuti a ricuperare una notevole quantità di tappeti, arazzi, bronzi, stampe antiche ed altra merce dispersa nel modo che abbiamo detto dai Porcù. Pertanto le indagini continuano poiché l'Autorità ritiene che in questa losca faccenda abbiano partecipato altre persone le ouali avrebbero approfittato delle condizioni in cui « lavoravano » i Porcù per acouistare oggetti d'arte e oggetti antichi a vilissimo prezzo.

Luoghi citati: Biella, Cuneo, Francia, Lombardia, Milano, Piemonte, Torino