Barbuy

Barbuy Parlano i «trainarsi» Barbuy Roma, 21 notte. — Ho giuocato ventanni al Brasile. Sem tìglio di italiani, nato laggiù. I miei avi ebbero culla iu Savoia. Sono «tato parecchie volte capitano della nazionale brasiliana. Centro naif. Ora curo la Lazio e... ho c.vtito dei dispiaceri. La presentazione non poteva essere più concisa. — Dispiaceri? — Ma sì. Fino ad oggi, perlomeno. Oggi è un'altra cosa. Questa vittoria sui neri a stella, galvanizza ia squadra. Faremo meglio, vedrà. — Come spiega, signor Barbuj, gli... insuccessi dei suoi azzurri? — Le dirò. Il giuoco che si pratica In Brasile è tutt'ai'fatto diverso dal giuoco italiano. Non dico sia più veloce. Certo, laggiù, come del resto in Uruguay e in Argentina, la velocità è in gran pregio. Ma è un giuoco esclusivamente sulla palla. Sull'uomo mai. Per esempio. La palla è in alto In Italia si vedono spesso gli uomini che si toccano e magari si spostano prima che il pallone sia giù. Nel Brasile, non c'è pericolo. — Ella ha, quest'oggi, dato il passo a qualche uomo delle riserve. Pensa che la squadra sia diventata più forte ? — Sì, per le ragioni che le ho dette. Pardini. Malatestà ^ Furlani hanno <: movimentata » la gara. E' stata una droga che ha fatto il suo effetto. Bisognava adattarsi al tono del campionato. L'iniezione del vecchio sangue ha fatto bene. Anche perchè gli altri hanno capita la musica. Ha visto Del Debbio? Ha visto Fantoni? Posso al riguardo conservar le mie idee. -Ma non posso fare della poesia quando la realtà è ben altra cosa. — Ma come trova questa... realtà? — Se lei intende chiedermi che cosa me penso del giuoco italiano, le dirò subito che mi sembra superbo. Nessun atleta, nel mondo, ha tanto fuoco nelle vene. Anche in tecnica pura, i progressi sono enormi. A carte il metodo, lo .stile è' eguale. Si ginoca in Italia come al Brasile. Senza" fronzoli e pantando -sempre alla porta.. Spettacolosi i « goalkipoers »: nel Sud America non v'è nulla ci simile. Tjn uomo come Sciavi. IfiMriù farebbe fortuna. — Fortuna, in che senso? — Oh, soltanto dal punto di vista della... gloria. Pei quattrini, è un'altra «osa. Dà questo lato... meglio sta.Te in Italia. In Argentina, in Uruguay, nel Brasile, i giuocatori non sono pagati J giuocatori lavorano. Di sotto mano, si sa, tutto il mondo è paese. Cose da nulla, in complesso. Non si può vivere col solo giuoco. Questo spiega perchè vi sieno laggiù tante smanie di venire in Italia. Deve notare che il settanta per cento dei giuocatori di calcio sono figli di italiani. In fondo, un calcio argentino non esiste. Come non esiste un calcio brasiliano o uruguayano. Quanto meno, non si sarebbero vinte le Olimpiadi. — Che cosa ne pensa delle squadre italiane ? — Quest'anno, non ne ho visto molte. Ho visto ouelle che si sono incontrate con la Lazio'. Il Bologna mette paura. Quel Reguzzoni! E' uria squadra potente. Anche il Torino è una gran bella souadra. A mio parere, dovrà salire. Seguo le prove della Juventus. Mila.n e Pro Patria sono comPasini... rudi. H Casale, ha visto ogfri giuoca col cuore: di tecnica ce n'è poca. Chi vincerà il Campionato? La Lazio, no di certo. — Conosce bene le Importazioni? Come le giudica? — Non tutte. Petrone è un gran cannoniere. Bono certo che non tarderà molto a far parlare di sè. Scarone è stato un uomo straordinario. Forse é l'uomo che in America fu niù esaltato. Un po' vecchio, no? Sernagiotto? Sono Stato il primo a porgli gli occhi addosso. Ma come fare con duella piuma? Di Volante, laggiù, si diceva, assai bene. Quelli che ho portato alla Lazio... li vedrà un altr'anno. Dia loro il tempo di ambientarsi. Prendo del tempo? — Crede lei che nel comnlesso i giuocatori del Eud-Americt abbiano fatto del bene ? Il giuoco italiano vi ha guadagnato ? — Non ho, al riguardo, il benché minimo dubhio. Vorrei essere esatto. Il giuoco italiano ha ben poco da impalare. Ora. quel poco solo i sud-americani potranno insegnarlo. — Cioè? — Cioè l'estrema decisione sulla palla. Cioè il disegno del giuoco, più cristallino e più nitido. Più veloci e meno duri. Per mio conto sono sicuro che il calcio italiano è sempre in ascesa ma non ha ancora toccata la vetta. Altrettanto sicuro che vi giungerà. Il contatto col metodo della mia seconda patria non sarà stato mutile. — V'è differenza fra la passione delle nostre folle e quella deùe folle d'oltremare? — Ma no. Nessuna. Lo stesso fuoco, specie al Brasile. 'Ui peraltro, lo sport del calcio è concepito con più nobiltà. Qui il Regime lo vigila e lo aiuta. So non m'inganno è ritenuto come una forza della Nazione. Se ncn il calcio, lo sport in genere. Qui si onorano gli atleti assai più che da noi. Vede ? Ho giuocato vent'anni e molte volte sono stato il capitano della squadra nazionale. Ebbene. Debbo badare ai fatti miei come un mortale qualunque. Perchè al Brasile, più che sport è spettacolo. Nulla di più e forse qualcosa di meno. La vostra folla è più sana. Anche più giusta. Non va agli Stadi per divertirsi: va per ammirare e soffrire. Segno che lo sport è nel sangue. — Che cosa ne pensa dell'arbitraggio italiano? — Ottimo. Superiore di gran lunga a quello ch'io ho conosciuto laggiù. Infinitamente più sereno. In linea tecnica, quelli buoni — in America — sono pochi. Soprattutto non sono protetti. Lei canisce che ncn possono migliorare. Pensi al numero delle squadre di lag¬ taadprmpbmia giù. Solo a S. Paolo ve n'è un migliaio. Di tutti i tipi, s'intende. Anche gli arbitri si fanno in serie. — In questo inizio di Campionato. Ve qualche gitiocatorc che le abbia fatte impressione ? Non parlo dei grandi nomi. Intendo di quelli che si fan luce. — Reguzzoni e Silano. Più ancora quest'ultimo. E' un'ala sinistra che ft. drizzare i capelli. Sembra che nulla lo possa fermare, che nessuno possa dargli fastidio. Poi. Castello. — Se permette. Barbuj. Vorrei farle una domanda che può .sembrarle fuori di posto. Lei vive a contatto con molti giuocatori che sono nati e vissuti laggiù. Lei stesso ha trascorsa tutta la sua giovinezza fuori d'Italia. Questi ragazzi hanno varcate l'Oceano, forse più per amor del c'. .naro che per i begli occhi della Patria. Tutto questo è naturale. Ebbene: vorrei sapere se nell'animo vostro avete dato un cantuccio anche all'Italia. Non so. Ritornerete laggiù. Ve ne dimenticherete ? !IiI| , Scorgo negli occhi di Barbuj un lieve baleno. — Senta. Tanto io che i miei ragazzi ci sentiamo profondamente italiani : L'Italia è anche lngc'iù. Il vento delle Ande, il soffio del Kio non distrugge la I razza. Più l'amiamo, ora che la vediamo. Pensi agli anni della nostra infanzia. L'Italia era lontana. Nostro padre la nominava corrugando le ciglia. Era lontana e fors'anco dimentica. Crede ! forse elio noi saremmo sbarcati in IspaIgna o in Germania o se vuole in Turchia, con la stessa commozione con cui siamo sbarcati in Italia? Li guardi in faccia. Mi guardi in faccia. Anche la i lingua, ad ogni giorno che passa, mi si Iaggiusta nella bocca. L'avvenire? Chis|sà? Ma noi non chiediamo di meglio ! che restare quaggiù. Il cuore comunque ci resterà. Ecco intanto un po' di poesia — penso io — che diventa realtà. MARIO FERRETTI.