Documentazione definitiva

Documentazione definitiva « CRISTOFORO COLOMBO ERA E' E SARA' GENOVESE » Documentazione definitiva BERGAMO, ottobre. [Fervet opus, nel reparto di lega- toria dell'Istituto Italiano d'Arti Grafiche di Bergamo: il lavoro, a cui I ™aippIicate ,don-n?'quasi escIU3i- vamente, procede intenso e accorto, meticoloso e rapido, tra gli scatti metallici, i ticchettii acuti, il sono-< ro fruscio continuato, delle macchi- ! ne cucitrici. Nella calma luce, che sbianca tra le pareti nude del labo-; ratorio, aperte di ampi finestroni, su lunghe tavole si accumulano, distri- buiti per enormi pile, piegati e ordi- nati per fascicoli: ancora acremente gli dell opera, cui l'Istituto ha dodi-, cato, in queste settimane, non oltre'da tre mesi, le più attive e amorose cure: 1 opera compilata dal Comune di Genova, e destinata a aperdere ogni ombra di dubbio, escludendo satl- ^Città di Genova — Cristoforo Co-l^Zombo — Documenti e prove della sua appartenenza a Genova. La copertina è in tela di vela: l'ha voluta cosi il Podestà di Genova, il sena tore Broccardi : autentica tela di ve ogni contraria tesi, a provare defini tivamente, ineccepibilmente, la genovesità, autentica schietta assoluta, di Cristoforo Colombo, scopritore dell'America, o come allora si disse, « scopritore delle Indie ». Un poderoso volume in-fólAo: — vdcdila, ruvida e grigia, che dà un sento- ?rè auasi di sDruzri salsi e di vento L6' iUH81^" IS^iiSl!^,0,"c^°iG"di^ntò1^marino, il nome dell'eroe vi spicca Sin lettere lapidarie, color rossosan- BB£S*SÉ*JE» ^^IfdnndilslrGiorgio, dello stemma municipale, tra i due alati grifoni rampanti. All'interno, i risguardi riproducono carte nautiche del tempo colombiano, con le grossolane rappresentazioni geografiche dei continenti e degli oceani, gli schematici e pittoreschi accenni dei Paesi, la simbologia fantasiosa degli elementi e degli accidenti. Ma vediamo nel testo, cercando di ricostruire il corpo organico di queste ancora qui sparse membra cartacee. Del libro sono state messe insieme, finora, e ultimate eccezionalmente tre copie: per il Re, per il Duce, per il Podestà di Genova. Tra una tmindicina di giorni, il primo blocco di copie sarà mandato fuori, lsdbmspedito ai sottoscrittori ^^i^Wofferto in vendita al pubblico. Preve- Xniamo, con giornalistica curiosità e Vindiscrezione. \Kindiscrezione. Le discussioni internazionali, che si sono svolte più vivaci e tcca^am^Kte polemiche in questi angppo Malla patria e ai natali di Cristoforo ;cColombo, indussero il Municipio di Genova ad affrontare questa impresa, di provvedere a raccogliere negli archivi italiani e dell'estero ogni documento atto a comprovare l'origine, nonché italiana, prettamente genovese dello Scopritore. E all'uopo, fu nominata una Commissione; che risultò composta: senatore Eu- PRIlddbgenio Broccardi, podestà di Graova, i— ì J 4- ~ a A su AMllfM Mn VI f~\ Aloni 1 trdmuddtcbFhlPmnrezcdsalrcSdndpresidente; e membri, Mario Maria Martini, il prof. Francesco Porro, della Federazione Ligure dell'Istituto Fascista di Cultura, il prof. avvocato Enrico Bensa, della Società Ligure di Storia Patria,, il.dott. Silvio Ardy, il prof. Giovanni Campora, rappresentante dell'A Compagna, il prof. Paolo Revelli, l'aw. Emilio Marengo, soprintendente dell'Archivio di Stato di Genova, il prof. Emilio Pandiani, il prof. Carlo Bornate, l'aw. Ambrogio Pesce-Maineri, il f>rof. Orlando Grosso, direttore del'Ufficio Municipale di Belle Arti di Genova, il dott. Giuseppe Pessagno, jl prof. Giovanni Monleone. I documenti Accade di frequente che le Commissioni, e soprattutto se numerose come questa, ancorché composte, come indubbiamente questa, di degnissimi e autorevolissimi personaggi, servano specificamente a rimandare a tempo indeterminato, come suol dirsi, alle calende greche, quella stessa questione che un solo uomo, provvisto della necessaria capacità, e investito dei necessari poteri, risolverebbe entro un ragionevole termine di tempo ; e quando anche non accada che la Commissione complichi all'infinito, invece che risolvere, ingarbugli indistricabilmente tutta la questione, la trasformi in un nuovo labirinto del Minotauro, dove nessun Teseo rintraccerebbe più un pezzettino di filo d'Arianna, a tirarsene fuori. Ma a Genova, sappiamo, sono usi a fare le cose seriamente e sbrigativamente. E persino le Commissioni, pare, vi riescono a lavorare di buzzo buono, e con profitto. E questa ha lavorato con un'alacrità esemplare, con una conclusività pronta e sicura. Merito, certo, di quel senatore Broccardi, che è un animatore e un realizzatore formidabile; e merito, nella fattispecie della pubblicazione, precipuamente del prof. Monleone, con la collaborazione, per la parte archivistica, del dott. Pessagno. E a questi due valentuomini si deve anche lo studio critico introduttivo dell'opera: ventitré pagine in-folio, di sobria e lucida prosa, in cui si riassume, con pacata, serena equanimità, la storia della velaio quaestio colombiana, per ciò che riguarda la patria e la famiglia e i natali del Grande Ammiraglio. Queste ventitré pagine costituiscono d'altronde la totalità del testo espositivo, narrativo e critico, che si contiene nella pubblicazione; le altre circa trecento pagine comprendendo, insieme con poche sommarie note dilucidative e conclusive, le semplici trascrizioni e le riproduzioni dei documenti di tutti i documenti che, sia singolarmente, sin in correlazione e unione reciproca, valgono ad avvalorare, fondare, dimostrare la precisa genovesità di Colombo. Il Monleone, accennando al metodo seguito nella composizione dell'opera, ci garantisce che esso « ... fu assolutamente obbiettivo e impersonale... »j e continua: «... Il documento... è commentato e S8S3S gS^^p^&^vtgpsivpslafimnlfCpuut«pdsnerlfincLdivlpvrac1rDnpptesrri'argoméntàziVne'à'baso di" ci-.ctazioni culturali. Perciò, a fiancheg-1egiare la massa documentaria pretta- ] emente colombiana, è stata richiamata ,aili archivi ini altra sene di docu- Z% iS i T$™Sanonee scompetano il' contenuto dei primi I ndocumenti o i gruppi di documenti di.cjuaggiore importanza si sono fatti l Precedere da una notizia storica, che "®„„stabiUs':,e la Senesi, i trapassi, l 1 fS'i, Anche nelle note aPP°" voluto elSrS°^d?ru?en^rJ si è nei richiami tra undorumentS e Val Jr,°' "ol,e loro reciproche rispondenze, J"! etllfiul° probativo poggia così, esclu flì£mentjv su ba3i ««e, libero dai so co » <lualsiasi artificio dialetti p,i'-„_„ „„,, stimane**}?. p*rte. P«ma, le tenTnmllfS *SSrt"J?? contemporascrino?i Zr^fj^ì???? ^T^bo\ „onIleurii lo i fei Sto? ltahaniri. Aggiunti, carteggi diplomatici. E ci troviamo così di fronte a ben novantadue scrittori — ventisette stranieri di varia nazionalità, cinquantuno italiani non della Liguria, e quattordici liguri, tutti vissuti trail decimoquinto secolo ed il decimosesto, e tutti unanimi nel registrare e asserire l'appartenenza a Genova ai Colombo. Tra gli scrittori, i cui testi leggiamo riprodotti in facsimile nel volume, alcuni conobbero per^"aImeote ^Scopritore: ì1 Bernal: ^JL r22Ì2£ÌL y^S'i^i vissero e scrissero proprio al tempo della scoperta atlantica; e altri ancora furono concittadini e coetanei di Colombo. E tra questi ùltimi, si impongono più particolarmente alla?°*tra *|S?"£^gl0 Ga»?-Cn° 0 e ca.ncellicre del Banco di Sar. G.lorP°: >1 vescovo Agostino Giusti-^1'0 5 cancellicre del Banco di San SW^rtoKo0^»^0 B^S^SKbHtefSv^a fattista CamnoSoso, SftaRgSdi Genova dal 1478 al 1483, e morì nel 1504 : « ...Questi quattro personaggi, per essere genovesi e investiti di alte cariche, erano innegabilmente in grado di poter dare notizie di Colombo e della sua famiglia; e la loro stessa posizione li obbligava a dire la verità... ». E opportunamente si ricorda poi che, all'opinione genera-le, espressa in tale guisa'dai con-temporanei, si aggiunge, per i secoliseguenti, la riconfermata opinionedel Leibniz, del Voltaire, dell'Hum-boldt. I carteggi diplomatici mSA rS£!Ì« diP]oma.tic.V an(*e'?5Ja ^W^^^^SS^-m1^^^!^ Xl%arÌ^f'a/1SLi,dJ'J^AS^Ì VS^SS^oaL^ iatw* la Keiazione di Angelo Trevisan, le Lei- tere del Banco di San Giorgio. SiiciariodiColombo;echeilTrevisan, cancelliere e segretario di Domen co K^ Mta*£&t?3K K ì ciario di Colombo: e che il tw™". e segretario di Domenico Pisani, oratore in Ispagna della Repubblica di Venezia, conobbe, in Ispagna, Colombo, eper primo, trai l'altro, ne descrisse la fieura fisica: descrizione che concorda abbastanza davvicino con quel ritratto di Colom - \bo, della Galleria Gioviana di Como - anche questo riprodotto nel libro,, in tavola fuori testo, in tricromia:— ttlfwil 4-4- A fan i au ni l!nn!u! Bau ■>« ■ ritratto, fra i moltissimi imaginari dello Scopritore, eseguiti dopo la sua morte, e che lo rappresentano con |una sconcertante varietà di aspetti e ;di fogge, questo, che si ha ragione1di ritenere, unico forse, approssimativamente rassomigliante, è che è certo il più antico, eseguito proba - |bilmente su dati forniti dal figlio Fernando, durante suoi viaggi inIta-iha; e già nel 1556 figurava in quel-jla famosa raccolta, che; monsignor.i\Paolo Giovio aveva istituito in Co-\mo, adunandovi, ricercate con perii nace studio in tutto il mondo, le au- rentiche ìmagmi degli uomini illustri. zLS^rJzS^LSff i- tI?-.??! carteggi diplomatici, che le Lettere del Banco di San Giorgio furono scritte da quell'Antonio Gallo, che anche sopra citavo, notaro e cancelliere del Banco, che fu dei primi storiografi della scoperta dell'America, contemporaneo, quasi coetaneo dello Scopritore. La seconda parte dell'Opera è dedicata alla riproduzione e trascrizio- ne, e ove del caso, alla traduzione e|delucidazione, dei documenti d archi- \^^^SS^SS vio e altre attestazioni. Sono atti no> tarili e del Governo Genovese: atti genealogici; atti dimostranti l'appartc.enza a Genova e l'anno di nascita di Colombo; atti dimostranti il mutamento di residenza, da Genova a Savona, di Domenico Colombo, padre di Cristoforo, insieme con lo stesso Cristoforo e con il resto della famiglia, e il successivo ritorno a Genova di Domenico, con l'altro figlio Giacomo, ossia Diego; atti dimostranti l'identità del Colombo genovese con il Colombo scopritore dell'America. Dall'insieme e dal confronto di questi atti emerge: « ... 1°: — che il padre di Cristoforo Colombo aveva case in Genova, e che per lungo tempo esercitò in Genova una carica pubblica: la custodia di una delle porte della città » — la oorta dell'Olivella, — la quale custodia «... lo obbligava a risiedere dentro le mira *; « 2° : — che Cristoforo nacque nel periodo in cui il padre era custode della porta dell'Olivella; « 3° : — che per dichiaraziont dello stesso Cristoforo, la data della sua nascita deve fissarsi tra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451; « 4° : — che il luogo della nascita è rivelato dallo stesso Cristoforo, il quale, trovandosi in Savona, ... si qualifica in un atto solenne laniere di Genova; «5°: — che con quest'ultima dichiarazione, fatta in una città della Liguria, che non era Genova, è evidente che Colombo intendeva indicare il luogo della Liguria dov'era nato... ». Genovese in tutto E per l'identità del Colombo genovese con il Colombo scopritore dell'America, gli atti riprodotti comprovano — solo che si accetti Der vero, come è riconosciuto dalla storia, che l'America "u scoperta da un ammiraglio del Re di Spagna, — comprovano ostensibilmente che, nel!1501, tre fratelli, di .ìome Cristoforo Bartolomeo e Giacomo — ossia, Diego, — figli ed eredi del fu Dome-1 nicò Colombo, si trovavano, per voce pubblica, lontani dai confini della Re- pubblica di Genova, e dimoiavano in '.che,"nel' 1496, Cristoforo Colombo 1era Ammiraglio de! Re di Spagna, e c.ne presso di lui avevano stabilito ,.oCarsi manifestamente per ragioni .; 't la „ in seguito ad accordo stillato in Genovfi figli del ge novese Antonio Colombo; item, an- .cora risalendo nel tempo, che, nel- l'agosto del 1479, era venuto a Ge- nova, da Lisbona, dove dichiarava di dovere subito ritornare, un cittadino ai Genova, di anni ventisette circa, chiamato Cristoforo Colombo, il qua le aveva trattatf Madera, per c mercanti genovesi genovesi Lodovico ^aui.uuc cf^-lo Dmegro; item, risalendo sempre nel tempo, che, nel settembre del 1470, in Genova, Cristoforo Coloni- bo, figlio di Domenico, il quale Cri- stoforo, un mese dopo, si dichiarava in età di diciannove anni compiuti, veniva condannato, insieme col pa dre, a pagare una certa somma do vuta a tale Gerolamo del Porto, sot to la "iranzia di un Antonio Colombo, fratello del padre di detto Cristoforo. E lascio al Segretario-Relatore della Commissione Genovese il piacere e l'orgoglio delle conclusioni : «... Detto ciò, e constatato che lo Scopritore dell'America, nel proprio testamento del 1500. nomina come suo creditore Gerolamo del Porto ■padre di Benedetto del Porlo cancelliere in Genova, e fa anche menzione dei mercanti genovesi Lodovico Centurione e. Paolo Dinegro; e che nel testamento di Diego, fratello dello Scopritore, ò nominato Giovanni Antonio, figlio del suddetto Antonio Colombo, e perciò cugino di Diego e del fratello suo Cristoforo; si conclude che l'Ammiraglio del Re di Spagna che scopri l'America, mentre era indubbiamente ia stessa persona assente con i fratelli dal territorio della Republica di Genova nel 1501, presso la quale avevano stabilito di recarsi i Colombo di Genova nel 1496, era pure la stessn persona che nel 1479 era venuta dr. Lisbona a Genova, dopo essere stata nell'isola di Madera, e la stessa persona che nel 1470 aveva contratto, insieme con suo padre, e sotto la garanzia di suo zio, impegni in Genova: era insomma, come gli atti notarili concordemente dichiarano — cristoforo colomt'o. cittadino di genova, nato in GENOVA nel 1451... ». Dopo le quali conclusioni, che non i o , -i e P.re "Prodotti in fac-simile, autpgral 7* ài Colombo e alti suoi e dei suoi - congiunti e discendenti: autografi e - documenti di Colombo, in possesso a del Municipio di Genova, con le prove , Ideila loro autenticità; e poi, atti del fratello Diego, dei (•;;!, Diego e Fer- l o o o e n e. o ò l ò o a i i r. a i nando, dei nipoti, pronipoti; finché estinta la discendenza diretta, il maqgiorasco si trasmise ai discendenti per parte di femmine, come era previsto nei testamenti dell'Ammiraglio. Colombo: certo: cetIì - ...fu Genovese in tutto. Individualista per eccellenza; cauto e ter.-v:rp-io. irrequieto e paziente; pronto ad affrontare il sagrificio come a ghermire la fortuna; avvezzo a cenere con la sua nave il mondo. « Noi che sempre vnvr.rjcmo, en gran perinn srmo en questo perigoloso mar, ni mai possamo repnssar... ». Così, l'anonimo poeta genovese c 3lebrava, cantando, la sua gente, due secoli prima che Colombo si mettesse per l'alto mare aperto, nel solco temerario del dantesco Ulisse, alla portentosa avventura. Era bene, Colombo, rampollo e campione di tale <rente, stirpe di marinai intraprendenti e di mercatanti avventurosi. Degnamente, ottimamente Genova rivendica a sè il figlio immortale. MARIO BASSI.