La prima sconfitta dei "neri a stella"

La prima sconfitta dei "neri a stella" La prima sconfitta dei "neri a stella" La Lazio vince a Casale oer 1 a 0 [DAL NOSTRO INVIATO)- Casale, 10 mattino. 11 primo tempo — ricco di ardore — si era. svolto con un certo equilibro fra il travolgente impeto dei nero stellati e il giuoco calmo ordinato, so pur non meno veemente, desìi azzurri laziali. Jl Casale, in complesso aveva dimostrala una qualche superiorità: so non di sfilo -- oggi sul campo non ve ne è stata dovizia — forse di foga, di fiato, di volontà di vittoria. Castello era apparso l'uomo migliore sul campo c lo briglie della contesa pareva non dovessero pi! sfuggirgli. In fondo, nessuna delle due reti aveva corso pericoli scrii: né Proverà nò Sciavi — l'uno degno dell'altro — erano stati chiamati ad un lavoro fuori di misura. C'era un ccito ritegno nell'uno e nell'altro degli attacchi, in fatto di tiri: il giuoco si sbizzarriva, stagnava a mezzo il campò, più convulso elio chiaro; tauna unione degli azzurri non sembrava scarsa di pregi: Castello rompeva ogni trama laziale, Furlani badava a costruirne. Questa la Lazio? Ben diversa comunque dalla vecchia edizione, segnata da quattro sbaragli. Più agile e fresca: più volitiva n veloce: salda nella sua linea mediana e singolarmente robusta nei terzini che dopo i primi minuti si palesavano i veri padroni del giuoco. Più che battaglia era uno scontro: ognu na delle duo squadro aveva fretta di assicurarsi il successo. Più rabbioso più rude, più ostinato il Casale. Quas. sorpreso dalla forza inopinata dei rivale. Più chiara la Lazio che non perdeva la testa: che reagiva agli assalti che scattava all'attacco, non appena un varco si apriva. Scorzone guidava superbamente la rovente contesa: frenava ogni durezza, teneva il giuoco sotto il vigile occhio. Cinque cornerà: tre a favore del Casale duo per la Lazio. Un tiro socco di Guarisi batteva, al decimo minuto, sul palo trasversale. Provera era nettamente spiazzato. Nulla di fatto sul lLaLmMDiddssdlccp| irspatpcvbvilegfprfslslcLvmtssduvrimbalzo della palla che Castello Pghermiva e mandava lontana. Ora il Casale aveva rovesciata la situazione: l'assalto alla casa di Sciavi si faceva rabbioso. La Lazio non si piegava. Anche quando i mediani — e hon è del resto accaduto molto spesso — si lasciavano soverchiare, i suoi terzini parevano persino di troppo per ributtare gli assalti. Castello smistava palloni a tutt'uomo: falcate nette alle aìi dove Isacco c Migliavacca non sembravano in istato di grazia. Sciavi., del resto, trovava la sua grande giornata. Un tiro allo, quasi a lilo di palo, io artigliò da maestro. Ne ributtò un altro, oltre il fondo, che pareva consacrato. Furlani ruppe ondate su ondate: Pardìni e Fantoni gli dettero man forte e controllarono le due ali dei neri senza, soverchia fatica. Il tempo scorreva senza risultati di sorta. Stile? Niente stile. Il ritmo era tale che frantumava la grazia del giuoco. Fu battaglia. Sempre di inarca stellata. Quando Scorzone mandò gli uomini al riposo, non v'era orgasmo nelle vene dei neri. La ripresa parvo avesse, anch'essa: ha Bigia dei nero stellati. L'arbitro non aveva ancora fischiato e già la muta casalese s'era scagliata come una belva contro la casa di Sciavi. Si voleva far presto. Il « niente di fatto » del primo tempo, frusta il Casale e accendo la Lazio. Non è trascorso un minuto e già Borei è sotto porta. Pardini sbarazza. Ancora Isacco manda al centro un pallone prezioso. Del Debbio vi piomba o allontana. La folla, urla ai neri la sua speranza e la sua passione: i neri paiono furie e si rovesciano senza posa — vogliono far- McuucnMvcilssrdottmcaN a Unita — conilo le azzurro trincee, Là Lazio non erolla. Nessuno dei suoi Iloti ha un attimo di smarrimento. La vittoria non ha ancora un suo nome. Furlani, calmo, riordina i ranghi: Màttci si" ergo come un baluardo; Del Debbio vigila, accorre, rompe. Brevi stanti di dominio azzurro. Più che un dominio, c irosa reazione agli assali» dei neri. Ecco un tiro di Marietti sul palo: ecco un'azione di Puntoni ciupata nell'area. Si susseguono calci di punizione: i palloni vanno alle stele. L'impeto del Casale riprende fuoco: la squadra azzurra si inarca e >d hiude in difesa. Vuol salvare il match pari? Forse. Sia al 2l5.o minuto ecco l colpo di folgore. Fantoni passa. Gnurisi agguanta la palla, fa una finta, si sposta, la passa. La palla è sul piede di Ratto. Da pochi passi l'agile atleta saetta. Provera è fermo, stordio. Il punto è segnalo. Gelo sul campo: ma i neri scattano al contrattacco. Furlani spezza. Mancano ancor;! venti minuti: c'è tempo ancora per bilanciare le sorti. Forse anche per vincere, l'orza, Casale, urla la folla. Ma il grido è loco. Lo raccolgono neri e piombano come nibbi sopra. a preda. Furlani, implacabile, rompe e spazza. Ecco il periodo del miglior giuoco casalese: un doppio assalto ó frantumato dai pali. La partita apparo stregata: netto il dominio dei neri, pieno di affanno il lavoro della difesa laziale. Una, due volte, la pollai sembra violata: una, due volte, la palla ritorna in campo. Ora il pareggio sembra una grande meta. Il Casale si ancia per conquistarlo: la Lazio, dicci volte c rovesciata. Dicci volto la Lazio si drizza in piedi. Anche Proverà ha il suo da fare: sopra i rimandi dei loro terzini gli azzurri tentano il doppietto. Fatica vana. Ma il succo dolce, della vittoria, ch'era insperata, esalta gli ospiti: è chiaro a« desso che la vittoria sarà difesa, con unghie c denti. L'arbitro fischia: la vittora è fasciata di azzurro. Il Casale non ha disputato, in com- Plesso, una grande partita. Ha avuto Mazzucco in giornata nera, Volta ac> ceso di febbre. Ha avuto soprattutto una prima linea confusa e stordita: una prima linea senza mordente. Anche Castello dovè calare di tono: la' fatica fu improba perche la Lazio..■ non e più la Lazio di ieri. L'innesto di Pardini e di Furlani, di Malatesta e di Spivach, ha mutato il volto della squadra: la quale ha giuoco, e perchè no?, anche stile, anche n coloro che tanti dubbi avevano solevato. Guarisi e Castelli, sono ad esempio ali di classe: le minaccie più serie sono quasi sempre partite dal loro piede. Furlani ha svolto un lavoro di distruzione o di lancio, degno di ogni encomio: a guardar bone, è stato l'artelioe maggiore della bella vittoria. Bella vittoria: non giusta. Un match pari risneccliierehbe assai meglio la fisionomia della partita. I neri controllarono la gara assai più che gli azzurri. Li soverchiarono in impelo Ebbero la fortuna della parto avversa. Nulla, a mio avviso, toglie questa inattesa sconfitta allo splendore delle lord prove. Neppure è escluso che la sferzata finisca, in fondo, per giovare. La squadra può guardare innanzi, senza tremore. V'è ancor preda — in casa e fuori — per l'artiglio dei neri. Le squadre: Casule: Provera; Roggero, Mazzucj co; Leporatl. Castello, Volta: Migliavacca, Cardini, Borei, Marietti, I« sacco. Lazio: Sciavi; Mattei. Del Debbio; Pardini. Furlani, Fantoni; Guarisi, Malatesta, Fantoni, Spivach, Castelli, MARIO FERRETTI.