I grandi incontri di Torino e Roma

I grandi incontri di Torino e Roma IL CAMPIONATO DI CALCIO I grandi incontri di Torino e Roma Torino e Bologna: vecchi rivali di fronte - Un vulcano al Testaccio - La squadra di Pitto al vaglio triestino - Vercelli-Pro Patria: cozzo di arieti - La Lazio sotto le Forche Caudine ? - Casacche azzurre e casacche grigie - Lite fraterna a S. Siro - La squadra dei quattro zeri alla frusta - Cielo sereno a Marassi Ogni giornata di questo torneo ha le sue liugue di fuoco. La quinta sarà un uragano. Epicentri, a Roma e a Torino. La classifica rischia di mutare il suo volto. Otto squadre marciano u. gomito: il pennacchio potrà tingersi m nero. Torino-Bologna. Le due squadre si guardano fisse negu occhi. Si son già conosciute. I ricordi dei loro incontri non sono sbiaditi. Il Bologna era, press'a poco, come è ora. Era anzitutto una grande squadra di attacco. Aveva l'orgoglio nel sangue Il Torino era il c ba-bau »: passato su tutti i campi col suo formidabile trio: espugnati tutti gli spalti col prestigio del suo centro mediano. La lotta tra i due manipoli ebbe epici toni: passò il Torino, passò il Bologna. Come spossate dalla tremenda fatica, l'una e l'altra stettero in ombra: fecero largo alle squadre più fresche. Sono di nuovo di fronte: ancora si guardano in faccia. Risorte entrambe. Entrambe a visiera calata. Splendon le lame fuor di loro guaina. Vincerà il Torino ? M Il terreno avvantaggia le casacche granata. Non è pregio di poco conto per un Torino che se non forte come il Bologna, gli arriva certo alle ciglia. Ma è meno forte? Non si può dire. Quando le squadre sono di clas se — e questo è indubio per l'una c 'altra — che l'una l'altra soverchi, è questione di vena. Può riuscirvi il Torino, può spuntarla il Bologna. Lo può il Torino ove l'innesto di Sanni t'osse un fatto compiuto. Non perchè Sanni possa fare prodigi. Perche il ritorno dell'alpino potrà consentire ai granata un loro miglior schieramento Da centro a destra il Torino non marcia. Con Giudicelli e con Baloncerl è un'altra cosa. La linea sentirebbe dietro alle spalle il fiato caldo di Sanni: più che il fiato, 11 bramito. Libonatti, quando ha Sanni, si trasfigura. L'alpino è la sua fionda: ò, per dirla, l'auriga, con dieci redini in pugno. Neppur lo scacco, anche se mattò, di Vercelli, ha turbato la squadra. Forse stordita, nulla di più. La squadra è dritta. Il Bologna non è in ginocchio. H Bologna ha tutte le vene piene di sangue. Ha una venata di gloria sulla sua fronte. Perchè ha vista la méta. Perchè sa che la méta può essere attinta. Ha dimostrato, nelle sue prove, una tal forza composta e tanta ricchezza di stile, che fa per lo meno pensare. Ha un suo vigore d'« assieme » che è forse ignoto alle altre. Ha ritrovato il vecchio « giuoco * e Erti ha dato la punta. Gambe e spirito sano. I nomi? Eh, se i nomi bastassero a vincere, gran mercè per la Lazio! II Casale, ad esempio, ha un nome solo. Più che nomi — e ne ha di queli da re '— il Bologna ha gli atleti: ha i settori serrati, ha il registro, ha raccordo, ha la squadra. Tutti i numeri, insomma, per vincere o per perdere bene. Tutti i numeri e tutti gli stocchi per costruire e ferire: tutto il fuoco per abbagliar a contesa. Altra cosa è predire chi dovrà curvare la fronte. Si pensi a un Torino risorto: a un Torino in arcioni, a un Toi'ino che ha nelle fonde la picca di un tempo. A un Torino che guarda lontano. E che comunque, domani si getterà nella battaglia, come a un festino. Come al festino della sua gloria che non conosce tramonti. Non è da oggi che Roma e Juventus hanno ic gola il sapore acre delle grandi battaglie. Questa coglie i campioni nella loro ora crucciosa. Se pur tutti gli atleti scenderanno al Testaccio, escluso Cesarini la cui assenza è sicura, è fuori di dubbio come la squadra non possa rendere quanto avrebbe potuto. La Juventus fu costretta a sconvolgere i ruoli. Ne ha sofferto 'assieme. La gran macchina stride. Pur è ancora un gran carro d'assalto. L'alterigia fa dei prodigi: potrebbe ridare freschezza al manipolo bianconero che è ben lungi dal fare rinuncia, al Testaccio od altrove. Non è più l'« imbattibile »: è ancora la «non battuta». Non sarà più. la più forte: è ancora la più bella. E' ancora tale da poter mettere il laccio al collo avx-ersario. Ha ancor tanto vigore da stordire un colosso. Da stordire la Roma? La Roma, oggi, è qualche cosa di più. E' la vecchia, possente, gagliardissima Roma. E' la squadra proterva. Ha disputato, contro i grigi, una ripresa implacabile. Si batte a colpi di mazza. Aspetta a pie fermo i campioni. Scruta nei cieli lo stormo dei neri avvoltoi. Il Campidoglio o la Rupe? Il compito della Fiorentina L'agile squadra dei viola tenta la grossa avventura. La posta alletta. Battere i rossi a Trieste, là dove è crollata la Roma, dove i grigi marcarono il passo, dove garrisce nel soo il drappo strappato ai Bustesi, è tale impresa che esalta. E' soprattutto il più severo dei vagli per gli uomini di Pitto. La Fiorentina ha tale volto che non lo teme. Cotesta squadra non ha pretese, dice Felsner. Ora s'è visto a Genova, lo si è visto t. Miano, e — in fondo in fondo — anche contro il Bologna, quel che vuol dire « non avere pretese i>. Squadra dal piglio elegante: oserei dire intonata alla sua bella Fiorenza, al suo bel cielo di Toscana, all'ineguagliabile grazia della sua terra. Squadra che ha un ritmo, una linea, un'armonia: che si snoda, non si precipita: che fin nell'off endere ha garbo: che non percuote, saetta. Battaglia dell'alabarda contro lo stocco: della lama guizzante contro la Durlindana. La lama può colpire di quarta. Vercelli apre i battenti ai vincitori del Modena. Non v'è fremito sul bel campo dei bianchi. I cerchiati sono attesi senza pallore. Attesi per dar vita ad una contesa di forti. Non vi saranno carezze fra gli uomini di Agostco c gli atleti di Ardizzone. Non si escludono colpi. Sono due squadre dalla sagoma, aspra. Entrambe ricche di fiato. Entrambe concepiscono la battaglia al modo duro. Testuggine contro testuggine. Il pachiderma Albertoni contro il pachiderma Ardizzone. L'ariete di fronte all'ariete. Gen te dal cuore grosso. Cozzo di gladia tori. Ecco 1 nero-stellati alla loro munta fatica. Non pare grave a dismisura. Ebbri ancora di orgoglio gli uomini di Mattea? Ebbri solo di giovinezza: fieri del loro passato ohe torna: fatti pensosi, se mai, di questo gioioso lardello che preme sulle loro spalle. Questi ragazzi non sognavano tanta ribalta. Eccoli in vetta, dove il sole nifi splende. Ora la « cosa r. pare la più »xaturale. Venisse anche lo « Sparta »... si DattereDbe lo Sparta. Venga la Lario. Non v'è ragione di sorta — dice Mattea — perchè la Lazio non faccia così. Pone l'indice teso sotto la palma. La squadra non è « montata ». La squadra è forte. La squadra ha < capito ». Gli uomini tireranno fin che potranno: può essere che a fine tor¬ nvMtrmsioauldstOlpatscll1pftppdibdtpuPtAoat4dttlsrilprlimcsglumAagaoPissPstncofnqmannsdmltcrpntiscsnscdnrrdrtrbtflgsvMancoctdgnusdBdnsdMtdsnnlbtsvbrzPP neo avanzi ancora del fiato. Non dovrebbe la Lazio farsi molte illusioni. Ma dopo tanti infortuni, cotesti amletici azzurri non vorranno tornare a riveder le stelle? Non vorranno comunque battersi con puntiglio, combattere con onore? Ecco perchè a Casale avremo la « bella battaglia ». L'Alessandria a Napoli L'Alessandria non ha esitato un istante a punire gli... imbelli. Si può obbiettare che Avalle è un mediano, anzi un forte mediano, più che un uomo d'attacco. Parimenti è certo che l'atleta non ha come ha tutta la squadra, il sangue caldo. Contro la Roma, si è risparmiato. Ha sfuggito il contatto. Si è piegato senza percosso. Ora, di uomini di questa taglia, l'Alessandria fa a meno. E scende a Napoli senza Avalle. Avrà un « ragazzo » al suo ruolo. Questo ragazzo si batterà. Cercherà sul campo Ascarelll I suoi rossi galloni. Si può essere certi che anche contro un Napoli più robusto di classe e più voglioso di punti, la squadra grigia non si farà maciullare. Il Napoli reca ancora sul dorso 1 segni dello scudiscio ambrosiano. La punizione è stata severa. La lezione fu dura. Gli azzurri intendono riscattarla a spese dei grigi. L'impresa non par favolosa. Assai più arduo, per le prove fornite, spezzare il gran cuor di Gandini. Ecco un altro duello che si tinge in vermiglio. Tutti gli scontri fra Ambrosiana e Miian hanno sempre odore di polvere. Non vi sono in palio soltanto i due punti: c'è l'onor del campanile e c'è tutta una tradizione. Per uomini e classe, l'Ambrosiana sover¬ I "j | chia i rosso-neri: por impeto, per estro, sta loro al di sotto. Il Milan cade male a Torino: il Milan può dar fuoco a S. Siro. La sua marcia è una marcia a sobbalzi. I diavoli han di queste pazzie. Non hanno ancora un successo al loro attivo. Il loro bottino è sparuto. Sono in vista del fanale di coda. Solo per questo potrebbero vincere. Dello stesso avviso non è certo l'Ambrosiana che appare in grande ripresa. I nero-azzurri — ove la classe non sia una sterile cosa — dovranno passare a loro agio. La squadra dai « quattro zeri » porrà fine ai suoi crucci? Fugherà il suo <• malocchio » ? Saprà piantare — finalmente — il suo rostro sul collo dell'avversaria? Quattro sconfitte sono un duro bagaglio che a lungo andare fiacca le reni. Nè il Bari è squadra da meritarle. La sua prima uscita non è stata un disastro. S'è portata, contro i grifoni, con qualche onore. E' apparsa acerba, non parve esangue. Vuota all'attacco ma fiera in difesa. E ricca di un certo puntiglio e vogliosa di figurare. Tornerà forse, a fatica conchiusa, nel suo rango più adatto. Non tornerà senza solo. E il primo raggio, pei bianco-rossi, potreb-be brillare domani. Gara piana a Marassi. Dove il Ge-nova 1893 — provato da una serqua di grossi infortuni — farà man bassa sul Modena. Il Modena sembra « suonato ;>. La <■: bella squadra » è un ricordo. L'incontro, intanto, serve ai grifoni per ritrovare il loro tono. Tl Modena farà da sparring per il cozzo coi bianco-neri. La quinta giornata può aver le serpi della Medusa. MARIO FERRETTI.