I fratelli accusati d'aver ucciso l'amante della madre

I fratelli accusati d'aver ucciso l'amante della madreI fratelli accusati d'aver ucciso l'amante della madre tino assolto e S'altro condannato a 4 anni Sr.n Remo, 14 notte. L'ultimo processo della sessione della nostra Corte d'Assise è terminato nel tardo pomeriggio di oggi. Sedevano nella gabbia degli accusati i fratelli Bruno e Giuseppe Maccario, rispettivamente di 19 e 20 anni, contadini, nativi di San Biagio della Cima, in quel di Bordighera, imputati di aver ucciso a rivoltellate, il 14 giugno scorso, l'amante della loro madre, tale Anselmo Biamonti, di 1S anni, ammogliato e padre di sci figli. La popolazione di San Biagio era accorsa quasi al completo ad assistere al processo. L'interrogatorio dei due fratelli è stato emozionante. Il Bruno Maccario ha narrato che, rimasti orfani del padre, caduto nella grande guerra, ebbero il dolore, crescendo negli anni, di constatare la tresca della madre Antonietta Cassini col Biamonti che frequentava la loro casa e ne usciva anche dopo le tre di notte. Col fratello Giuseppe lece pressioni sulia madre perchè cessasse la relazione col Bia-j monti, non riuscendo a nulla, allora si rivolsero al Podestà e al Pretore ma inutilmente. Ottennero soltanto che fos-,se tolta alla madre la patria potestà; Allora i convegni della madre col Bia-,monti cominciarono fuori del nacsc. 'jli racconto di due imputati <II giorno del dramma, informati diiun nuovo incontro della madre col Bia- j monti, i due fratelli decisero di sor- prenderli col proposito di dare a que •^t'ultimo una. lezione a base di bastonate. Sapendo tuttavia il Biamonti di -arattere violento, il Bruno Maccario ^i procurò una rivoltella trovata in ca-jsa di una zia, la caricò con cartucce .comprate a Ventimiglia, mentre-il fratello si armò di bastone. « Eravamo d'accordo, egli ha narrato, che io avrei affrontato il Biamonti tenendolo a beda con la rivoltella e mio rateilo lo avrebbe colpito col osatone; |pIf".j1.11 ^G„™^' ti brucio! ». Allora persi la testa e men- tre mia madre gridava, sparai contro :h lui con gli occhi sempre chiusi e te- aendo la rivoltella con tutte e due lemani; poi fuggii andando a costituirmi li carabmien ». L'altro imputato, Giuseppe Maccario, ha confermato il racconto del fratello ed ha aggiunto che si recò egli pure a costituirsi ai Carabinieri che, lasciatolo in libertà, lo arrestarono l'in-domani, e che, allontanandosi dal luo- ero del dramma, vide il Biamonti anco-ra in piedi con la faccia insanguinata e sua madre che gridava in preda allt spavento. Prima ad essere interrogata è stata la moglie dell'ucciso, Giuseppina Bia- monti, parte lesa d'obbligo, la quale ha narrato che, dopo 1S anni di vita co- niugalo tranquilla, il Biamonti divenne ■ , brutale ed insopportabile, a cagione della sua relazione colpevole con la Cassini, dalla quale si recò per dirle se non aveva vergogna di perdersi con lui uomo sposato e padre di sei figli. II"giorno del delitto, verso le orcìfl mpnfr oro d« un» riìneótT,^.,16, mentre e.o da una min cognata — dice la Biamonti — il Bruno Maccario entrò in casa e disse che aveva sparato vàto con sua madieTmandn disse che era morto. contro mio marito perchè l'aveva tro- e L'ambiente famigliare Sono stati quindi interrogati i testimoni. Il brigadiere dei RR. CC. Oronzo Nesta, ha confermato 11 verbale, redatto dono l'interrogatorio del Bruno Maccario" e le prime indagini sul delitto. Ha affermato che i due imputati erano sti- a : ! l Il cav. Bernardo Maderni, presdentedella sezione eli Bordighera degli Or-teni di Guerra si interesso in seguitoalle pressioni del Parroco di San Bia,-gio. nel sistemare la situazione della! famiglia degli orfani Maccario che. acausa del conlegno della madre, era-„ I no minacciati anche per quanto nguar-- dava la lori) educazione. n' Tanto il cav. Madera! quanto il par- 'roco, redarguirono la donna ed in unai riunione presso il Pretore, presenti lai il Biamonti. i fìerli e uno zio,I venne accaso di toglierle la patria potè-sta, che fu affidata allo zio. Il testesapevo della tresca e, malgrado che idue negassero i rapporti intimi, tuttierano convinti che la verità fosse bendiverga ,,' n„Vroco di San Bia<rir don flia o «i^o Borea è da 18 anni in cura do ....:'"„ ìn oV,0l' borsa e conosce riirtìa\%X abitarti II sacerdoteT ha narratoale, "scandalo che hi relazione frae fdue^wwros&tetenel pa^Tuttìn „e pari-vano e biasimavano la condot-a fa desìi amanti II teste ha svolto iaa- sue opera per richiamare specialmen ù-te la donna ai suoi doveri,'ma inutil-u- mente Sentiva il teste da'lp canoni o. So ie' r.;rida della moglie quando ive Biàmoniì ia maltrattava i,. ù- La morella dell'ucciso so; al Maria Biamonti, Eurella del mortoso sapeva che eia oltre otto anni suo frara tello aveva contratto relazione con ladi Cassini. La teste lo vide una notte:- usare dalla casa dell'amante. Constato va alla teste che il disgraziato m alt ratci tava la moglie, La mattina del 14 giùar gno il Bruno Maccario le disse che same rebbe andato in campagna per vederene, se c'erano i due. Non manifestò alcuner proposito cattivo Verso le 4,SO ded Pomeriggio il Bruno è tornato e lai I i-'ormò che aveva sorpreso la coppiai< | ehe aveva sparato contro il Biamon J -i. Non sapeva che era morto nè ella lo sospettò. Disse a ogni modo che aveva ssparato per difendersi. cCostantino Croesi, maestro elemen- vtare, ricoverò diverse volte la moglie tdel Biamonti perchè il marito la mal- qtrattava picchiandola. A domanda ha lrisposto che la relazione dei due amnn-ìnti era un fatto pubblico e notorio. 2Antonietta Cassini, la madre dei [ddue giovani, la protagonista di questo.ctristissimo episodio, a domanda del [dpresidente, ha dichiarato di voler par-1 lare. Essa però è stata dispensata dal | cdeporre circa i suoi rapporti col Bia-jgmonti. Costei ha affermato che si tro-l vava col Biamonti nel prato di San jSSinforiano. Erano seduti uno vicino al l'altra. A un tratto scorse il figlio Bruno che si avvicinava. Anche il Biamonti lo vide e scattò in piedi, muovendo verso il Bruno con la mano nella tasca destra dei pantaloni, gridando: .Se fai un passo o alzi una mano ti brucio ;•. Bruno, allora, alzò rapidamente la rivoltella e intimò al Bla monti ili alzare le mani, ma l'altro avanzava ancora verso di lui minaccioso. Fu allora che Bruno sparò per difendersi. «Non so — ha detto la donna — quanti colpi abbia sparato, Perche rimasi come agghiacciata dal1o spavento. Giuseppe era più distante Cou un bastone in mano, ma io lo vedev° bene». Prima di licenziare la teste, il Presideute l'ha ammonita dicendole che con certe pìccole generose menzogne non può cancellare le sue colpe. ila gri(jat0. ' natemi' I vostri figli sono qui per colpa vostra: — ha esclamato. Prima di allontanarsi, la Cassini, rivolta verso la gabbia degli imputati, Perdonatemi! Perdo- Luigi Biamonti. già Podestà di San Biagio, non sapeva nulla del fatto per¬ sifichè_ non si trovava in paese. Sapeva pero_della_treseaLed intervenne più di , ' |^HoPS^'S^Stoto La requisitoria del P. M. iteste — non hanno mai dato luogo a lamenti da Parte di alcuno, mentre il Biamonti era un violento, Sono se m pareccni altri testl che hanno deposto intorno al carattere vio;lcnt0 del Biamonti, aUa sua tresca con - ,a cassini e agli ottimi precedenti de gli imputati. I Chiusosi l'interrogatorio dei testi, ha !preso la parola il comm. Giordani, Pro curatore Generale, che ha detto di non 1 condividere l'opinione che della tresca I avevano i cittadini di S. Biagio. « Que sta falsa moralità, egli ha affermato, 'pervase tutti, anche i congiunti del morto. E ciò mentre l'amore fra 1 due era un buon sentimento che doveva es sere rispettato, perchè, ha aggiunto, questo amore era forse precedente al loro matrimonio. Questo amore era cosi grande che quando qualcuno si azzardò a fargli delle osservazioni, il Biamonti ruppe con costoro ogni rapporto. Ri cordate che il Biamonti non si lamentò mai degli affronti de: figli della Cassini l,nrchè e^u amaya e JPr?b.aWl- : mente amava anche i «gli di lei. Lo- L.. . rioeto ha affermato il Pro-' ",,..Jf„..„ aucrmato u fro-Lcuratore Generale. La tresca costi¬ tuiva certamente una grave provoca f;one Per ''fratelli Maccario, ma que ?tl_non potè : su non potevano condannare a morte i! il Biamonti ». 'Continuando nella sua requisitoria, ha negato che il Bruno Maccario abbia sparato per legittima difesa poiché è una invenzione che il Biamonti abbia fatto il gesto di prendere la rivoltella dalla tasca e abbia gridato: «Ti brucio! ». — Si è portata qui a testimoniare, egli esclama, la madre degli imputati, questa madre dolorosa la quale ha per Cassini, ia quale, esagerando, vi ha agKÌunto di suo là pretesa mi. h r^olta da, Biamonti al Bruno: "permati, se no ti brucio! ». . n Pl.0CUratore Generale, infine, esclu sa la premeditazione ha ammesso che ;„u imputati possano beneficiare della ";2iminulente della provocazione e delle attenuanti generiche e chiede per il jBruno Maccario 6 anni e 6 mesi di re- 1 fusione e per il Giuseppe 5 anni della ai stessa pena. 1 La difesa e il verdetto i Hanno avuto la parola i difensori, i L'avv. Borzone di Genova, difensore n del Bruno Maccario, ha parlato per pri- mo. Polemizzando col Procuratore Ge-nerale. è risalito alle origini del fatto.i Ricordata la figura dell'eroico Macca- ìirio padre, caduto da prode per la so- o cieta ha rievocato la vita dei giovani,a'" ha seguiti fino al momento in cui ap-tì P^ero là tresca della madre; ha ri- - cordato .'avvilimento, la vergogna loroale della loro piccola sorellina. Raimonda. lErc questo lo stato d'animo del Bruno - Maccario, allorchè sipropose dtinflig -gere una lezione al Biamonti; stato ai li animo sufficiente per concludere che ic-pli è giustificato abbastanza. Ha di- mostrato come l'imputato abbia agito 'in istato di legittima difesa e ha do- .mandatola di lui assoluzione. . L'avv. Secondo Arf03si difensore del - Giuseppe Maccario ha intrattenuto la alC-rte con una diligente dimostrazione e giuridica intorno alla t-si della legittl - mti difesa e - assolutoria degli imputati come un at- te di sirena giustizia, - A costoro, che durante la discussioe ne hanno pianto, il Presidente ha chien sto se nulla avevano da aggiungere a l loro difesa e avutene risposta negatia va la Corte si è ritirata, a Quando, dopo lunga attesa è rientra-ita, si è fatto il più assoluto silenzio e il o | comm. Delpino, Presidente, ha letto lauruu au» i.-ai wua icgn-Li-ha concluso chiedendo la sentenza, secondo la quale Bruno Maccario è ritenuto colpevole di omicidio volontario e gli vengono concesse le attenuanti della provocazione grave e quelle generiche con la diminuente di egge per la minore età ed è condannato alla pena di reclusione per -1 anni, 2 mesi e 4 giorni e lire tiOO ili ammenda; assolve Giuseppe Maccario, perche non ha commesso il fatto, e ne ordina l'immediata scarcerazione, La sentenza, incoltala dagli imputati con animo rassegnato, non ha dato luogo a nessun commento nel pubblico, Per iniziativa delle autorità locali di San Biagio, domani stesso lutto il pae- se stenderà la domanda di grazia per il Bruno Maccario, la oliale porterà le firme di tutta la popolazione. retta ài Comando della Gendarmeria pontificia, denunciando una cattiva azione ricevuta da un gendarme del stata dai maresciallo oei caraoimen di quella stazione sotto l'imputazione L„ m. , , ,„„„' iilerzcI j i | I! cadavere della propria creatura ir :pnncorvatn R pnni in un nsscoffn GOnSBNdlU 0 o .HI in Un tidMVIIO |Bacoonlgi. 14 notte, jStamane davanti al Pretore deila nostra città ha avuto il suo epilogo una triste vicenda. Certa Maria Dolce, di 26 anni, residente in Cr.vallermag-,giore, veniva, lo scorso giugno, arre-' tata dal maresciallo dei carabinieri L'ex-gendarme pontificio uxoricida rinviato alle Assise Roma, 11 notte. L'ex gendarme pontificio, Bernardino Tommasetfl, di 32 anni, da Borbona (Rieti), che nell'agosto scorso assassini barbaramente la *ua amante, la quarantenne Annunziata Ricciardi, è stato, con provvedimento odierno, rinviato alla Corte d'Assise per citazione diretta, per rispondere di omicidio volontario. L'eco del selvaggio cklilto non è ancora spenta. La Ricciardi, come ti ricorderà, fu trovata cadavere sotto l'arco d'un ponticello presso la pineta Sacchetti; il suo corpo era stalo a viva forza conficcato ne! ristretto spazio. Iniziatesi febbrile indagini, dopo duegiorni la polizia romana identificava l'assassino nell'ex gendarme pontificio. Una perquisizione operata nell'abitazione dell'uccisa, portò al sequestro di una copia di lettera che essa aveva di quale dava il nome e che essa, ti£ l'altro, accusava di averla abbandona U. per un'altra donna. Questo docu mento fu il filo conduttore che porti" alla scoperta dell'autore del barbaro de Iitto. Risultò infatti che il Tommasel ti, in seguito a tale lettera, era statt espulso dal corpo della Gendarmeria p"ntiflcia; di qui il risentimento versi, l'ex amante e In causale de! delitto. Arrestato, il Tommasetti, : rese pie namente confesse, dando i più' minuti particolari sul fatto e dicendo di avere agito in Istato ó' esaltazione mentale i_,t. richiesta . :ro di perizia psichiatri ca, avanzata ual difensore, è stata re spinta. Il Tommasetti comparirà al giudizio della nostra Coite d'Assisi il prossime novembre. di avere nel 1921 e nel 1A22 eommes so pratiche illecite, e nel lf026 di ave re soppresso una sua creaturina apne Particolare impressionante: J10- Jll^ta' la D'^ce rinchiuse nel cassetto di un tavolo 11 misero corpicino e ve lo ten ne, a malgrado le esalazioni ammorbanti che per un pezzo emanavano in seguito alla decomposizione, per ben cinque anni, fino a oualche mese prima dell'arresto, decidendosi poi a seppellirne i resti nell'orto attiguo alla casa. Nulla però venne trovato nel luosro indicato dalla rasrazza. Un'amica affermò che pochi eiorni prima dell'arresto lo scheletro del neonato si trovava ancora nel cassetto. L'istruttoria compiuta dall' Autorità competente di fnneo. ritenne che in merito alle pratiche illecite compiuto nel 1921 e 1922 non era possibile proeedere poiché mancavano elementi: che per il delitto del 192(5 — soppressione del bambino e ennservaz'one ''ci cadavere — ammettendo ehe il cadavere della creaturina nata nel 1926 sia esistito, dato però il lunsro periodo trascorso e il non ritrovo merito del cadavere distrutto con la disneri sione dei resti, e la mancanza di nle- I j.1 r.— -, -- menti specifici che provassero che il neonato avesse vissuto non ero posst «te procedere. Il Giudice, istruttore rl- tenne quindi la 'viaria Dolce colpevole di vilipendio di cadavere nnvmndola davanti al Pretore di Raccomgi per rispondere di tale reato, L'imnutata, difesa con passione e sentimento dall'avvocatessa signorina Purlani e dall'avv. Ferruccio Ton del ;Foro di Torino, è stata assolta dalla imputazione di vilipendio di cadavere e condanneta a L. 100 di multa per ,contravvenzione alle lee-sri sanitarie : Pretore: dott. Gagliardi: P. M.: dott. Demichelis: Cancelliere ' Bernocco. Lievi indizi sugli assassini dell'agente daziario di Brescia Brescia, 14 notte. L'assassinio del gabelliere Domenico Meini 6 tuttora avvolto nel mistero. Le indagini che la Polizia conduce attivamente, si svolgono laboriose, mancando quatslasi traccia che valga ad orientarle. Si procura pure di identificare due i ciclisti che 15 notti or sono si sarebbe Irò fermati alla Pendoline e, dopo averi proiettata la luce del fanali della bicicletta sull'altro gabelliere, certo Armellini, clic stava In piedi fuori de: Vasello, si sarebbero allontanati dicendo: «Non è lui >.. Altri due ciclist sono stali visti, la notte in cui fu com messo il delitto, nelle vicinanze del ca sello; uno di essi era munito di don pietta, mentre le biciclette non avevano fanali.