L'elogio del Duce ai quarantamila Giovani Fascisti

L'elogio del Duce ai quarantamila Giovani Fascisti L'elogio del Duce ai quarantamila Giovani Fascisti convenuti a F^oma. da ogni ponte d'ItaSisi Grandiosa dimostrazione - Magnifico spettacolo di disciplina e di forza La nuova generazione Roma, 8 notte. (A. S.) I Giovani Fascisti hanno commemorato il primo anniversario della fondazione delle loro organizzazioni percorrendo le strade che nove anni or sono attraversarono le Camicie nere per conquistare il potere e per compiere la Rivoluzione. Le strade sono molto migliorate, da quel tempo, c le formazioni celeri hanno potuto gustare la gioia della velocità; un meraviglioso sole autunnale le ha assistite mentre nell'ottobre 1922 il tempo si rasserenò solo dopo che le legioni penetrarono in Roma. Oggi non v'era il rischio dell'ignoto e per Je fatiche delle tappe yi era un compenso sicuro: la visione del Duce vittorioso; tuttavia lo spirito in cui si è compiuta l'adunata delle colonne giovanili era uno, ora lo spirito della Marcia su Roma, evento apparso alla loro mente di fanciulli nell'aureola di leggenda. 11 concentramento ò stato un oniaggio e una consacrazione : omaggio ai fratelli più anziani che tutto osarono contro la viltà dei tempi; consacrazione della nuova generazione agli ideali della Patria, alla disciplina del Fascismo. Nuova generazione!... Parola grave, quasi di significato oscuro, mentre nel vertiginoso mutare di situazioni uomini di studio e statisti tentano spiegare gli avvenimenti col problema e con le incognite delle nuove generazioni. Ma il Fascismo, che pur possiede un'elite ancor giovane, fresca e ardente, quella che ne forma la falange di combattimento e di vittoria, ha compreso ed ha uffronlato direttamente il problema, ne ha l'atto anzi il caposaldo della sua dignità. Non poteva essere diversamente, date in finalità ideali del movimento; la Nazione che noi serviamo ò espressicne di un travaglio che non deve avere soste. La civiltà che noi vogliamo affermare va oltre i termini stessi di una vita umana; 6 proiettata veiso tutto il secolo XX; la continuità, dell'opera è condizione fondàrnentalc. Se questi sono i prlncipii essenziali della Rivoluzione fascista, la loro pratica attuazione rivela l'istinto geniale, del Capo che ha saputo indicare e tracciare un programma organizzativo di cui. oggi, a un solo anno di distanza, abbiamo potuto ammirare lo sviluppo grandioso, lineare, di una bellezza piasiica che afferra e che nello stesso tempo dà la convinzione della solidità granitica del nostro sforzo rivoluzionario. Oggi, a Roma, l'abbiamo vista in colonne serrate, la nuova generazione; i calzoni grigio-verdi, la camicia nera e il fazzoletto dai colori di Roma non sono vuoti simboli; sono i segni che congiungono fraternamente con essa la generazione della guerra e delle lotte civili; nulla viene rinnegato del nostro recente passato glorioso; ò un retaggio e un incitamento. Ma mentre talvolta i nostri occhi si rivolgono indietro con un'onda di malinconia che ò fatale nella vita che scorre, gli occhi di questi giovani brillano infuocati da una passione e da una fede che palpitano per il domani. Domani di epopea? Nessuno può leggere nei segreti del futuro; comunque siamo certi, dopo avere contemplato lo spettacolo indimenticabile di 40 mila ventenni che salutavano il Duce in formazioni quadrate, che sarà un domani di potenza per il popolo italiano, di splendore per la civiltà fascista. Sul campo dei Parioli Roma, 8 notte. Poco dopo le 7, le colonne dei reparti celeri dei l'asci Giovanili di Combattimento sono già in movimento. I Giovimi Fascisti scendono dalia Tendopoli Mussolini a Mente Sacro e attraverso la via Nonientana, il Muro Torto, la Via Flaminia vanno ad allinearsi nel vastissimo Campo dei Marioli. I.e prime due file davanti al podio dal qtiaie parlerà il Duce sono già occupale dai Giovani Fascisti romani. La prima linea, composta di quattro legioni ciclisti, è comandata dal seniore Fioravanti. La seconda, composta di cinque Legioni, é agli ordini dell'aiutante provinciale, Amoroso. L'immensa adunata La notte scorsa 1 fascisti romani non hanno dormito. Allo ore una, infatti, nei Circoli rionali è stala suonata l'adunata. La mobilitazione è avvenuta con rapidità e con disciplina. Un'ora «!opo tutti i gruppi erano già in marami verso piazza Mazzini, dove hanno sostato fino all'alba. Così il primo sole spuntato dietro i colli di Villa Glori, ha trovato la pianura dei Parioli gremita dall'Esercito dei celeri che finalmente avevano toccato la mèla dopo aver per la maggior parte traversato mezza Italia. Il quadro, come uno scenario che si Illumina ai raggi di un riflettore — soltanto il sole di questo sfolgorante autunno romano poteva essere degno di illuminare questo rito di giovinezza — e apparso allora in tutta la sua splendente bellezza. Queste fiere Legioni di giovani erano venute da ogni regione d'Italia, percorrendo complessivamente quasi 7000 chilometri attraverso 113 tappe, ciascuna delle quali è stata contrassegnata dalle accoglienze trionfali delle popolazioni in mezzo a cui i reparti sono passati. Erano venute per consacrare una delle date più decisive e più significative della involuzione fascista, per formare una sola massa poderosa che dicesse ai Duce la forza di passiono e di l'ode che anima le nuovo generazioni d'Italia. Nella loro marcia regolare, lungo le strade della Penisola, attraverso le città e i borghi disseminati sul loro itinerario, esse hanno avanzato portando ovunque la luminosa serenila della loro gagliarda giovinezza, l'impeto irresistibile di una volontà ansiosa di lotta e di vittoria, di potenza e di gloria. Giunte a l'ionia, che lo attendeva, hanno subito sentito, al primo contatto con la grande anima dell'Urbe, che questa apriva loro non solo le sue porte, ma il suo cuore, quando dalla Nonientana, dalla Salaria, dall'Aureli*, dalla Cassia, dalla Flaminia, dalla Casi! ina, dalla Appla, le ha viste aflluire, magnifiche per disciplina e per contegno, entro le sue mura. Lo schieramento I reparti si ordinano, si Inquadrano, effettuano rapidamente il loro schieramento. Ecco composte in linea laterale le Legioni di Roma a cavallo, divise in squadre di li cavalieri ciascuna; quindi si forma la prima e la seconda linea costituita da Legioni di ciclisti di Roma; la terza linea comprendente i reparti dell'Abruzzo e Molise; la quarta le Coorti cicliste di Napoli e Salerno; la quinta i reparti ciclisti del Lazio, di Ancona e di Ascoli; la sesia quelli di Macerata, Pesaro, Firenze. Pistoia, Arezzo, Livorno, Grosseto; la settima i reparti di Lucca, Massa, Pisa, Siena, Portofcrraio, lìelliino, Perugia, Terni; l'ottava i nuclei motociclisti delle diverse Province d'Italia; la nona, decima e undecima gli autocarri rigurgitanti di giovani Camicie Nere. Ogni reparto ha, affiancata alla destra, l'automobile del Comando provinciale. Alle 8,30 ciascun reparto, ciascun nucleo, ciascuna squadra è al suo posto e il luogotenente generalo Scorza, comandante dei Fasci Giovanili, assume il coniando delle forze adunate. Tutto il campo risliona degli squilli dello musiche, del rullìo dei tamburi degli inni dei Giovani Fascisti, e fino alle pendici dei Parioli si offre la vi sione di una massa di incomparabile imponenza, di un immenso scintillìo di motociclette e di biciclette, di un irrequieto ondeggiare di vessilli, di uno smagliante sfarfallio di fazzoletti giallo rossi. Intanto, la Via Flaminia e il Viale Tiziano sono ormai animati da una folla numerosa e da una teoria di automobili che affluiscono agli ingressi di Piazza d'Armi. Le tribune sono gremito di folla. In una tribuna vicina al podio prendono posto le rappresentanze delle Associazioni patriottiche: Mutilali, Combattentl, Medaglie d'oro, Nastro Azzurro, Volontari di guerra. Madri e Vedove dei Caduti di guerra. Famiglie dei Caduti fascisti, Garibaldini, Azzurri dì Dalmazia; tutte con labari, bandiere e gagliardetti. In un'altra tribuna sono molti Addetti militari di Ambasciate e Legazioni estere. Sono anche presenti i partecipanti al Congresso internazionale degli organi di propaganda turistica che si svolge in questi giorni a Roma; essi ammirano la nostra forte gioventii disciplinatamente inquadrata nei ranghi del Fascismo. Le autorità II podio posto al centro della tribuna è ricoperto di velluto rosso e fiancheggiato da due rampe di gradini sui qua li sono schierati gruppi di mosehettie ri di Mussolini con la baionetta innastata. Quattro moschettieri stanno pure agli angoli del palco sul quale e stato issato il gagliardetto del Coman do generale dei Fasci giovanili di Combattimento. Alle spalle del palco, in modo da formare con le loro aste celesti una parete, sono allineate delle fiamme che portano la scritta in oro su fondo nero: « Roma ». A destra è schierato un battaglione di formazione della Milizia con musica, al comando del Console Gigli, e dall'altro lato la Randa dei tranvieri. Giungono intanto lo autorità. Vediamo i Ministri Sirianni ed Acerbo, ì Sottosegretari Arpinati, Alfieri, Russo, Pennavari.'i ; l'on. Brasati, iper il Senato, il sen. Cremonesi, gli onorevoli Pellizzaii, Razza, Dudan, Pieranioni. Rossi, Cencelli, (Melchinri. il prof. Marpieati, membro del Direttorio del Partito, il dott. Piero Farini, direttore desìi Italiani all'estero; la medaglia d'oro Do Cesaris, il Prefetto Montuori e numerosi ufficiali superiori dell'Esercito, della Marina. dell'Aeronautica, della Milizia. Sono quasi le 10 e l'enorme massa dei fascisti mostra la sua impaziente ansia per l'attesa del Duce. Si levano altissime e ripetute le grida di « Duce, Duce, Ducei ». In varii punti del campo le musiche alternano gli inni fascisti. Due apparecchi volteggiano a bassa quota nel cielo limpido. Afte 10 precise, si fa un improvviso silenzio. 11 pubblico delle tribune si leva in piedi. Un vasto ondeggiamento si osserva nelle (Ile dei baldi giovani dei reparti celeri. E' circolato l'annuncio che il Capo del Governo sta per giungere. Difalli, subito si odono lontano i tre squilli dell', attenti ». Mussolini Il Duce entra nel rampo. Le musiche intonano » Giovinezza! ». Da Villa Glori una batteria da campagna spara dieci colpi a salve. Dalla folla scoppia un applauso delirante mentre dall'enorme massa delle giovani Camicie Nere parte uu solo grido: • Duce! Duce! A noi! ». II Duce è a cavallo e veste l'uniforme di Comandante Generale della Milizia col fez sormontato dall'alto aspri!. bianco. Il Duce ha vicini a sé i Quadrumviri De V'occhi e De Rono, l'on. Giuriati, Segretario del Partito, il Ministro della Guerra generale Cazzerà, i Ministri Ciano, Grandi, Rotta! : seguono 1 Sottosegretari Giunta, Fani, Casalini, Manaresi, Riccardi, l'on. Landò Ferretti, Capo dell'Ufficio Stampa del Capo del Governo, il generale Teruzzi Capo di Stato Maggiore della Milizia, l'on. generalo Cristlni presidente del Tribunale Speciale per la Difesa dello Stato, il principe Boncompagni Ludovisi, Governatore di Roma, l'on. gen. Starace, vice-Segretario del Partito, il Segretario federale dell'Urbe Nino D'Aroma, i generali di San Marzano, Capuzzo, Ra.gioni, Agostini ed altri ufficiali generali delle varie armi. Chiude il brillante corteo dello Stato Maggiore del Duce un drappello di carabinieri a cavallo in grande uniforme. L'on. Scorza, presenta al Duce 1 reparti. Quindi ha inizio la rivista. I reparti salutano alla voce mentre le musiche continuano a. suonare « Giovinezza! ». Lo schieramento offre un quadro di ordine e disciplina ammirevoli e il contegno dei giovani fermi sùìi'attenii con una rigidità militare, è veramente superbo. La rivista e le staffette La folla degli spettatori e entusiasta e spgue con lo sguardo il Duce che passa da linea a linea osservando attentamente ogni reparto, ogni squadra di questi celeri che hanno marciato attraverso mezza Italia e che non hanno senso di stanchezza, ina sembrano invece assaliti da un entusiasmo sovrumano. Quando il Duce passa vicino ad essi e li guarda rispondendo con i! saluto romano, ai tonanti alala, all'agitarsi dei gagliardetti, un fremito enorme assale le schiere. Mussolini è lontano; ormai si vedo solo il suo bianco asprit sulla macchia, nera del fez e l'azzurro della sciarpa di ordinanza, a! di sopra della immensa moltitudine dei Giovani Fascisti. La rivista dura tre quarti d'ora. Man mano i reparti vanno a ra^giungre i punti iniziali dello sfilamento accodandosi ai cavalieri. Terminata la rivista, il Duce ritorna presso la tribuna, salutato da gr'da entusiastiche e da nuovi scroscianti applausi e si ferma presso il podio, avendo a fianco i Quadrumviri De Bono e De Vecchi e tulle le altre personalità che formano il suo stato maggiore. Dai due posti a lato del campo giungono a passo di corsa due plotoni di Giovani Fascisti recanti ciascuno una fiamma giallo-rossa ornata di nastri multicolori. Sono le staffette del Brennero e di Reggio Calabria. Le fiamme trasmesse di mille in mille metri da un corridore all'altro, sono giunte neli Urbe dai due punti estremi della, penisola. La scorta è formata da Giovani Fascisti romani. Gli altieri consegnano a Mussolini le fiamme che, per essere siate portato attraverso tutte le contrade d'Italia, assurgono al simbolo della concorde volontà nazionale realizzata sotto gli auspici del Fascismo. La cerimonia, che si svolge rapida nel modo e con lo stile più degni del suo alio significato, ha suscitato gli applausi più calorosi e le acclamazioni più vibranti. La sfilata I Giovani Fascisti, agli ordini dei rispettivi comandanti, iniziano la marcia per sfilare davanti al Duce; lo sfilamento, die offre uno spettacolo di magnifica fierezza e di entusiasmo, si inizia alle 11 precise. Ecco le Legioni romane a cavallo, comandate dal Console generale Roberto Forges Davanzali. Passano al galoppo gridando: « Duce, Ducei ». li pittoresco sfllamento suscita l'ammirazione del pubblico che applaude fragorosamente. Passano quindi i ciclisti, disposti in riga per sei. Le immense (Ile si snodano lungo la pista del campo, mantenendo il più perfetto tempo di marcia. I reparti di ciascuna provincia sono preceduti da una automobile in cui si trova il Comandante ilei Fasci Giovanili con gli altieri recanti i gagliardetti dei Fasci Giovanili della provincia. Stilano per prime le nove Legioni ciclisti dei Fasci Giovanili di Roma. Seguono le coorti ciclistiche di Aquila, Pescara, Chieti, Campobasso. Teramo e i reiiarti della Campania, !e cinque conni ciclistiche di Napoli, le tre di Salerno, !a coorte di Rieti, quella di Viterbo e le tre coorti di Prosinone. E' poi la volta delle cinque coorti marchigiane, delle dieci coarti toscane e di quelle di Perugia e Terni. Avvenuto lo sfllamento dei ciclisti, si inizia quello dei nuclei motociclisti delle provinole d'Italia. Molto ammirati, per il loro perfetto equipaggiamento e i! loro superbo sfllamento e fragorosamente applauditi, i nuclei piemontesi e lombardi. K' infine la volta degli autocarri che passano lentamente e sui quali i Giovani Fascisti dell'Urbe sventolano gagliardetti, bandiere e fazzoletti e, passando dinanzi al Duce, elevano un possente alala, cui fa eco il pubblico delle tribune. Roma partecipa a questa rassegna di forzo con una magnifica massa di uomini e di automezzi: salgono a 211 mila i Giovani Fascisti romani che stamane hanno sfilato, di cui HWKI ciclisti, 2000 motociclisti, 930 a cavallo e il resto condotto sugli autocarri. S. E. Giuriati chiama vicino a se II Segretario federale, Nino D'Aroma, e gli esprime il suo vivo compiacimento per lo spettacolo magnifico offerto dai Giovani Fascisti di Roma. Lo sfllamento è terminato: ti Duce scende da cavallo e si reca sul podio. Lo salutano gli applausi della folla e un formidabile « A noi! » dei Giovani Fascisti che si avanzano e. si affollano fin sotto il palco per esprimere ancora una volta al Capo del Governo il loro affetto e la loro devozione. Il Duce sosta a contemplare l'enorme adunata di giovani Camicie .sere e risponde sorridendo alle loro ripetute, entusiastiche acclamazioni. L'alta parola Ristabilito un Istante di silenzio, 11 Duce prende la parola.: la sua voce maschia e potente yi diffonde anche punti più lontani del campo. Mussolini dice: « Giovani fascisti! « Voi meritate il mìo elogio. Da una parte all'altra d'Italia avete marciato, come è il vostro stile, rapidamente e in ordine perfetto. Vi siete presentati e avete sfilato in modo superbo. Con lo stesso ordine riguadagnerete le vostre sedi, portando nel cuore il ricordo di questa vostra trionfale giornata romana. Vi ho chiamati Fasci di combattimento; dunque il combattimento voi non lo dovrete mai temere. La Rivoluzione fascista è circondata da molti nemici e voi li combatterete dovunque senza tregua,. Voglio dirvi che i giovani fascisti, prima di giungere ai posti di comando, debbono servire con fedeltà e in silenzio ai posti di obbedienza. Così farete per la gloria del Re e per la potenza della Patria ». Quando Mussolini tsrmina il discorso, un grido unanime sale dai pelli dei 40 mila Giovani Fascisti: « Duce! Duce! ». La grandiosa, imponente dimostrazione si protrae a lungo. Le giovani Camicie Nere agitano in alto i gu.gliard.ui, sventolano i loro fazzoletti. All» grande manifestazione di amnV, ,-,'ons e di affetto al Condottiero della-Rivoluzione pertecipa entusiasticamente anche il pubblico delie tribune e la folla che intanto ha invaso il campo. 1! Duce si sofferma ancora un istante per esprimere al Comandante dei Fasci Giovanili, on. Scorza, il suo compiacimento; quindi sale sulla sua automobile cri abbandona il campo dei Parioli, ancora una volta acclamato freneticamente, lungo il viale Tiziano, da migliaia e migliaia di Camicie Nere e di cittadini. Tutte le legioni, terminato lo sfllamento, si incamminano al luogo loro assegnato da! Comando generale. Naturalmente, suscitano al loro passaggio nuove dimostrazioni di entusiasmo e applausi. 1 reparli di Roma e provincia si recano alla passeggiata archeologica dove consumano il rancio tra l'entusiasmo di tutte le vecchie Camicie Nere dell'Urbe, fra le quali vediamo Nino D'Aroma e tutti i gerarchi della Federazione e del Fascio romano. Stasera hanno Lasciato Roma, por tornarp alle rispettive residenze, reparti celeri di Siena. Terni. Salerno, Napoli, Benevento. Avellino. Campobasso, Grosseto, Massa, Livorno, Portofcrraio, Belluno, Pisa, Ascoli Piceno, Teramo. Chieti, Pescara. Ancona, Pesaro, Perugia, Macerati. Rieti ed Aquila. Gli altri reparti celeri partiranno nei prossimi giorni. La Capitale ha conservato finn a tardissima ora la più grande animazione. Il Direttorio Nazionale dell'Istituto del Nastro Azzurro ha invialo all'on. Carlo Sforza, Comandante dei Fasci Giovanili di Combattimento, il seguente telegramma : « Nei giovani venuti in Roma per confermare la fido nel Regime e la devozione al Duce che ne personifica le altissime idealità. l'Istituto del Nastro Azzurro saluta la generazione nuova che temprando lo spirito in patriottiche gare e le fisiche energie in giovanili ardimenti rievoca, nella saldezza della sua compagine, le forti legioni di Roma clic diedero all'Italia grandezza insuperata e glorie Immortali. S. E. Giuriati premia i vincitori del concorso di « Milizia Fascista » Roma, S notte. Alle oro 18, ha avuto luogo a Palazzo Littorio la consegna dei premi alle ilamicie Nere e ai Giovani Fascisti vinci tori del concorso indetto da Milizia fa scista su un leniti dettato dal Duce Erano presemi nel gabinétto di S. E. Giuriati il generale Traditi per il Co mando generale della Milizia, l'on. Scorza, comandante dei Fàsci Giovani li, e l'on. Melchior!, direttore di Mili zia. fascista. L'on. Melcliiori ha rivolto a S. E. Giuriati brevi parole di ringraziamento per avere voltilo personalmente conse giiaro i premi tu vincitori del concorso Quindi il Segretario del Partilo ha prò ceduto alla consegna dei premi allo Camicie Nere Battoli, Collavo e Temperini ed ai Giovani Fascisti Granato, Savoia e Coccoli. Infine S. E. Giuriati ha messo in rilievo il significato della cerimonia che si era compiuta nel primo anniversario della fondazione dei Fasci Giovanili ed ha esortato le Camicie Nere e i Giovani Fascisti vincitori del concorso a voler creare nei loro camerati quello spirilo di emulazióne clic devo renderli sempre migliori. » S. E. Balbo partito in viaggio per Bucarest Roma, S notte. Oggi e partito in volo da Roma S. R Balbo, diretto a Bucarest, dove parteciperà alla riunione dei Ministri delle Forze aereo. Egli è accompagnato dal Capo di Gabinetto, generale Tedescumi, dall'aiutante di volo, maggiore Cagna, e dal maggiore Liberati. ddgCd