La leggenda di Gòsta Berling

La leggenda di Gòsta Berling Destini e avventure svedesi La leggenda di Gòsta Berling (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) ARVIKA, ottobre. In prossimità del Vciictn; vero mare interno cosparso ili isolotti e promontori, la forcata si, trasforma in un'officina, manda odori chimici : a. V'oraIman, llellefors, SI;oaliaU, Stilile, non ricordo in. quanti altri tuonili ancora del Ycrmland, gli stock enormi di li Oliarne ammucchiato e pronto per ia\lspedizione, vicino alle segherie e agili celevatori, ripetono come da un cupo'all'altro delta Svezia una nota parlicoA lare, che immedesimata nel paesaggio] epbctne diviene caratteristica al pari dci\ suoi corsi d'acqua c delle sue immcnseìuabetaie. Tra l'uomo e la foresta cor-. rono degli scambi segreti, dell'uomounoli c'è perù nessun segno, fuori del'rsito lavoro. Le macine delle cartiere tritano sotto l'acqua bollente le librai degli alberi, producono giornalmente]centinaia di, tonnellate di quella polpa) bruna e ovattata'ch'è la cellulosa, ma]non destano ncssun'eco. Le flottiglia] di. travi sui filo della corrente, premiiti]dentro un alveo obbligato in campar-\limenti distinti conforme la marca chc\portano, sui Klrtràlv, sul natale, neh Glufsfjord, per i grandi fiumi e nei laghi di tutta la Svezia, non finiscono mai di passare, come la foresta; sono la foresta abbattuta che passa. Non l'ha udito nessuno lo scricchiolio dei tronchi sotto la. scure, e nessuno vede in che modo i. tronchi li. hanno trascinati sopra la neve, rotolali come corpi morti sui declivi delle cottine, fatti aspettare saliti riva dei. torrenti .gelali, spinti nei gorghi rapidi, ut pri-]smo disgelo. S'impigliano qualche volta contro sassi, e macigni, balzano Stillai riva, e restano II a disseccare finché non li prende qualcuno. Solo sulle zattere, fuori dei. centri abitali, qualche uomo, qualche ombra. II paese delle acque che danzano Remmeno il lavoro basta a sollevare il peso di questo silenzio e a rallegrare, a ricreare l'animo di chi lavora. Un altro patto di schiavitù sl direbbe che si. 6 stabilito fra la foresta e i suoi stessi, abitanti, e che questi, le si tengono stretti anche più di prima, come alle loro radici: i. Trolls non. insidiano alla, vita, costringono a. piegarsi ai bisogni della ricchezza, per sopportarla. L'indipendenza, il maggiore conforto dentro i villini puliti e circondali di verde è pura apparenza: con le sue industrie la. Svezia ha trovalo una ragione di più per restare quello che era. ila cambiato faccia, ecco tulio. Vertnland significa. * paese delle acque che danzano*: un po' di quell'estro contagioso è rimasto in coloro che l'abitano. Già abbastanza comune sentirsi, dire che Dalecarliani e Vernilandesi sono tipi, opposti, posati, gli uni quanto gli altri sono fantasiosi, e bizzarri: la fierezza tutta d'un pezzo, quasi insolente, del primi, l'attaccamento, l'amore intransigente, anche cicco, ch'essi portano alla terra fa pieno contrasto alla malleabilità, alla versatilità e alla ricca, vena degli altri: alla loro capacità di adattarsi alle condizioni più diverse, alla loro eccentricità ncl significalo altresì letterale della parola; poiché, dilani, il più gran numero di emigranti in America, la metti, nientemeno, degli Svedesi di Svezia, è fornito da questa regione. Il lavoro lo accettano, e quanto pia duro tanto più stimolatile, ma come una disciplina. Focosi che paiono dei meridionali, e pronti a tirare di coltello hanno net. temperamento evasivo alcunché d'anormale. Dicono che in tempi oscuri due sangui diversi si mescolassero in loro, i Goti e gli Svei, e che più tardi i Walloni cacciati dalla loro patria a causai delle guerre religiose e rifugiatisi qui aggiungessero il loro fermento: oltre i Finlandesi, perseguitali dai Ttussi, le cui, traccic sono visibili in certi modi di costruzione edilizia, in oggetti e stili rustici c decorativi. Una varia mescolanza di sangue, e. di. civiltà. L'uomo del Vcrinlauti ha. la ventura di. appartenere a una regione che fu sempre battuta dalle correnti più vive della coltura del Nord, in una. sorta, di crocevia tra Chrlsliania e Itirka, capitate antica svedese, tra Vadstena, tu città di Santa llritjida, dell'emula di Santa Cuterina da Siena al tempo del Papato aiignonese, e Ntdaros cioè Trondhjem, la città In cui si consacravano i re di Norvegia. Ancorché il fatto geograilco valga quello che valga, e specialmente l'argomento delle razze (da un cane allegro può nascere un. cane triste) è certo clic il Vermlantlese sa esprimersi come tutti quanti, nel linguaggio figurato del Patriarchi e net lo stile di Giobbe; e che in lui sono i sentimenti comuni della sua gente, ma con altra energia, e di infinitamente più atto potenziale. Il visitatore che venisse in cena di sensazioni giti non ne avrei) l,e. nessuna, eccezion fatta per il paesaggio, svedese ut cento per cento, come gli abitanti, ■'•e Daleearlia e. Dalecarliani sono il cuore della Svezia, il suo sostegno, la base solida e inalterabile delle migliori virlà nazionali, e le. tradizioni vi occupano appunto un cosi gran posto nei eosltuni. nello spirito del popolo •.gualche cosa di riposato e di singolarmente sereno, ridente, é nella configurazione e nella lutea del paesaggio: che si dilata fra i boschi con un respiro largo di praterie e di campagne, in rudure di betulle, la cai leggerezza argentata e trasparente toglie già mollo, per se stesso, aita oppressione massiccia di. questi tenti buschi di abeti), il Vertnland al-'l'oppustu non presenta nulla di ccccztu-,rtulc'i P '<!! un'uria scostatila, e irregolurcì letto $ tra ctir/anic, fortemente rialzalo, con le finestre basse, verdastre e ccr''Mate di piombo, 11 t„rnr. J.l I,„n estremamente difficile da definire, lei pianure sono rare benché opulente e la-Uboriose, sparse di capanne e di veceliic chiesi: dal campanile di legno, in dispnr-. te, quasi non reggessero al- peso e al mo-| cimento delle compiine. I.e mine di ftr-\ro e. le cartiere vi. abbondano; relativa-' cale frequenti le dimore signorili, dal Oltre il Venera ri si trovano circa iun centinaio di laghi: la regione, del l taffO l'njken, il Loven della « Lcggcn-\uia di Costa lìerllng », è li più inlc- ressante e la pia pittoresca. « Spesso\ questo lago lo si vede truculento e tc-\ roce schiumare di collera e rovesciare, le barche: spesso sogna tranquillo ri flettendo il ciclo. Vuole andare lontano malgrado le montagne selvagge e lo spazio ristretto: di nuovo sprofonda, lra „/; aTij}nì sabbiosi, e per la lerza\volla si stende, ma non con la slessa' forza né con la bellezza di prima. sulle rive busse e monotone sofflano\delle raccie, con un tuono, si precipita dentro il silenzio ». Vosi Selma LagcrUif. nella descrizione del suo libro famoso. Dappertutto] la monotonia solila delle colline, disncrdc e spiana, finisce a eguagliare la. fìSonomia del paesaggio; e l'ombra venti pieno vivi, e di buon'ora i siitii'llutii dormono il sonno invernale. lla[perduto la fotta della giovinezza, il\vigore dell'età adulta. Cerea a tentoni]ll cammino verso il Vcncrn, e dàll'altolultimo rombo di\' flette conifere soffoca le fantasie più.1 riddili. «Il terrore vi sta in agguato Adice ancora lave.rmlandc.se Selma La-\gerliif, il terrore vi sta in agguato. c\ci canta le sue rune diaboliche. Lo so,\lo so io che vi parlo: hanno messo del-\l'acciaio nella mia culla, delle bracle'ònel mio primo bagno: e più d'una ivolta sentii il suo braccio di ferro so-\pra il mio cuore*. [Il terrore è presente a tal. segno che\Fumare degli abitanti ne sembra im-'.prognato, se ne alimenta lino nei 1,1»-irivi quotidiani, giocosi della Ioni vita]/■;■ il gran tema dei discorsi, ameni.',forma lo spasso dei bene intenzionati., le farse e le mistificazioni lugubri sono di, loro gusto, di uontintio, all'ordine del giorno. Nolo l'aneddoto di un tale che avuta notizia della morte di una povera donna ne trafugò il cadavere, ne lasciò vuota la bara, per far credere che il. diavolo se l'era portala via. Oppure l'altro, dei cavalieri, spalmati, di zolfo, montati su neri, cavalli, traversanti di notte i cortili delle masserie e i poderi, per divertirsi a spaventare i villici, e tarli correre, precipitare, sulla Bibbia e i libri di preihiere. il terrore è per essi quasi, un pigmento necessario ai piacere di vivere, ed è forse anch'esso a suo modo amore del soprannaturale e del misterioso. « / temperamenti erano così selvaggi che i giorni di itera una guardia ■militare veniva ad aggiungere rinforzi alla polizia locale: nondimeno la fiera non aveva mai termine senza risse e senza zuffe sanguinose ». C'o.sl Lìlljebjiirn, nel suoi a Ricordi ». A ritrarll al naturale basti del resto il gioco gotico dello spilline biilte, vera danza, con la morie. Due uomini si allacciavano stretti con una inibiti voltandosi la schiena, si armavano ciascuno di un coltello, si colpivano a vicenda senza misericordia, sulle gambe, sulle coscie, sulle braccia, dove arrivavano, contorcendosi e balzando sulle orme segnale dal loro sangue, rotolando per terra e godendosi, con ebbrezza, nella più piena esaltazione vitale, la vertigine della morte, il, gruppo statuario di Molili, nel. Musco Nazionale di Stoccolma, ne fa ancora fede. Nelle feste le donne invitate a un banchetto, di nozze o per funerali, se ne venivano normalmente munite di un lenzuolo, in previsione di dover avvolgere il corpo tramortito del proprio sposo. Quest'usanza è ora scomparsa, da non moltissimi anni, non ne rimane il ricordo fuorché nei duelli inutili degli studenti tedeschi, li quantunque chi venisse qui per goderne lo spettacolo, come si va da noi ad ammirare la tarantella napoletana, non ne troverebbe più nulla, da nessuna parte; è certo però che lo stesso pathos, spasimoso, tendente al lugubre, lo si riscontra nell'atteggiamento e nel visi dei danzatori campestri, i quali si astraggono compiutamente nella danza, non vedono, non odono più nulla, assorbiti e storditi dai. movimenti ritmici delle gambe, di tulio il corpo, ut punto che diresti che non sono loro a guidarli, e che si scaricano lilialmente, nella danza, del peso della toro anima. Lo stato perfetto, di grazia, è un'assolutezza da automa. La ginnastica, pertanto, è un anche migliore corroborante, per loro; ed essi vi sono disiiosti in sommo grado, meglio forse degli altri. Come non hanno attitudine al godimento sl accaniscono a ricercarlo, vale a dire non lo trovano mal: rimane un al di là, non lo ruggititi- liono perchè non vi si. abbandonano.]t.u loro gioia è. un furore, uno scop-'i/n/ct v tt.it. ninne, ti-.iu scop-'yitdenza contro qualcosa elicipio di non si lascia prendere, dominare, sot-iliinictlere. alla loro libidine e ini po-'tenie voglia di vivere: talché se quo-,sl'eslru non ei sia a rianimarla, utlo PcrVailro a fomentare tannini, più iti¬ ti ilei rilmi, la Inm danza II oliicomporr ìm in proprio che una esattezza e unu\precisione.quasi meccaniche. Sono delleUtimi. a aerine che danzano », o degli automi, Ut torbido, l'inumano, raniore del mi stcrioso sono il. fondo Orila loro co scienza, intimo a loro /-In- neanche pos sono vederlo e le mistificazioni comuiii come pure le mistillcazioni di wersamenle siniomatlche ap-,dvawno le loro abiliulmi conviviali.. g'luche giti, del pari ette in tatto il' nord, l'alcool, c l'acquavite, punch Ki'og, brànnvin e altro ancora, li reti"fno sitibondi. La penuria degli anr,'[umcnli non meno delia penuria di ua fvcnl° memorabile, '■ "so perentoria della marsina, del ri'acK> a clic uniformi e dictsc di gala, L' manìa delle pia accreditate fra cn!"oro- ,cUc I1"0 <l « diciottcsi- [f° •«*<"«. fecondo che scrive un. famoso enctclopedtsia, vivevano ancora '".»"/'• semi-barbarie: a repertorio de'l11 a,),u aa società unte sloggiato "un VUTe ncl pranzi ufficiali e in occastoni straordinarie, anzi in riunioni ed incontri poco meno che familiari. Brutalità malinconica L'ambizione di distinguersi per la facciata, come i grandi palazzi bor- a hcsi di Stoccolma, é una virlà asso-\'1latamente radicala, profonda; e la ma-* ntera stessa del bere, lo sUoll, com'è1 elii'imalo, cioè il riguardarsi fisso ne- ctiqé,cgemo che diciamo opere darle ila lleitcruiura, la loro pillimi e scultura nd'oggi, specialmente : rappresentane con la rilà., nella realtà vera, queste, vile. Xou diversamente s nnSsoie esercita senza dubbiin irit"s0\ decide, n m,':ia i«Jr. ,?J^,A a, il?V.SStó TttVnlntàln1*tnr,i;r<; ,,„;i„ •„,.)•„, ««coTst e ^bTrintcr LreLni" f ""'-"'A™e a ciascun banche/,., la solennità di\(]pptmcspiuvesdcdls\<Hi occhi nell'atto di iure e il ricambiarsl e. scambiarsi l'invilo ciascuno 'òn onore dell'altro, sicché attraverso ile dolci bevande i commensali preti\dono a vicenda conte un contallo [ideale, è ira le cose non meno gravi, \essenziali, che si richiedono a ogni] '.Persqna da bene e a. chiunque abbia isenso e cultura di vita cD'ilc. ] Scnonchò la correttezza di cui sl & ', mollo studiosi .d'inverno specillimeli. cqtccdnnmd■rfpalt.qLtasn■le, sofllntisi il naso con le mani, si procede col fazzoletto ad un tocco fi naie), non seint're ha parlila vinta, e tiene a freno gl'istinti gioiosi. Per dir meglio, il desiderio di gioia. La provvista di sole mette in moto il loro fondo scabroso, e. il colmo è potersi dire, come liellmun, poeta nazionale: « io so, no un pagano! ». Poiché le. cùmplicazio ni del carattere nordico si scoprono allora, più che mal, e si definiscono per guelio che sono: una brutalità melanconica. In questa scena ruota la leggenda di Costa Berling dev'essere vera. « / giorni dell'anno sì trascinavano in una c'alene'ubéralo zione riscaldai prendeva un le davano piccolo allog il giovane fcmpJSud: grappoli d'uva maturavano sul suo capo, tifile statue di marmo lucevano nel nero fogliame, sapienti e podi erravano soilo le palme ed ì platani. No, senza l'alcool la vita non era sopportabile, in un simile paese. Tulli i suoi uditori lo sapevano bene, essi che pretendevano giudicarlo. Volevano strappargli il suo vestito da prete porcile s'era presentalo in uno stalo di ubriachezza nella casa del loro Dio. Ma gitale Dio avevano essi, quale Dio credevano di avere, fuori dell'acquavite:' Queste parole del protagonista^ stillici principio del racconto, porgono il tono. Gusta Berling in qualità di prete spretato si sente al di là del bene e deimale, fuori della società: dalle leggi e dalle regole che per ogni buon romantico, nonché corrispondere a qualche cosa di umano, di reale, e perciò non semplicemente arbitrario, sono sempre una inutile convenzione. Egli pensa probabilmente al modo di Federico Schlegel, che il lavoro è un angelo di morte il quale interdice l'entrata del paradiso: si gloria, puro eroe germanico e fin de si.vie. di non avere scrupoli, accettatalo dalla signora di. Fkebù una fattoria, e Vivendone grassamente. Si contenta di rapire una o due. donne Il mondo di tutti i giorni non é per lui dà in (smanie e m bizzarrie smisurate ma bisogna comprenderlo. L'ambiente che lo circonda, la nenie che gli fa scorta non é di-speeie diversa, non ubbidisce fuorché alle leggi e alte regole di un (croce individualismo. I cavalieri senza spada // capitano Christian Bergli, tallo come il picco di Gùrlila e bestia come un troll di montagna » insilila durante il pranzo di Natale la sua benefattrice, lioicliè egli pure è cavaliere; e si rotola poro dono ai suoi piedi. Anna Sticrn hoel: durante un ballo schiaffeggia i bel dista e proprio per questo egli se ne innamora e la notte stessa la rapisce. La moglie di ftcnriì; Dolina si ri- ]fiuta di ballare eoi cavalieri di KUebù 'e il marito la costringe a baciare loro fsbnsrgs't fi //Munì» i» ... ,. ........... ii/i^i ila mano. Marianna Sinclair habactato'i Còsta sulle labbra, e un momento dopo 'gli grida in faccia che vorrebbe fosse ,morto. Sarebbe troppo, evidentemente, V'fiicderc una qualche coerenza a gente prof,:-s-i un i ogni stata dì \plieando par »■ Ujolaritu c con! dispregio solenne per ncipl, la coerenza ini- .pli-timio pur sempre una tal quale reformila, ti va dato prtn- dante di F.lcebù, di ltottncros, come og- gi si chiama, la padrona di scile /cr-!1!(,Tiinn ascoilava. dominavn in m u mlsterloso Ti_ ipto: rirrazionale vuol essere, al con-] rario di quello che e, superamento dela, ragione, e corrisponde in lutto a\ quel manco di chiarezza e di torma the] é un particolare vanto romantico. Ciò chc tuttavia non ci s'aspetta egge di cavalleria, come la no i vostri nere, è cacciata dai suoi domina e rth-iI è ciic'laìnegata, dagli, stasi di cui compatì /^S!fJ0STrWÌi V- °m, H >•!„,; blS0("M pur dirc chn 10 m'll° cavalleresco non è sialo mai U 0 bastanza notevole un ballo popolare rfo™ dama s'inchina e s'inginocchia lamnU al camUerc> mentre questi le passa una gamba, simbolicamente, sopra la lesta. Qui, inoltre, ncl caso paricolare, si tratta di una dama per i.modo di dire, almeno avuto riguardo a come noi l intendiamo. Fuma la pipa,\acramenta come un soldato. Sposatiliper forza al comandante Samscllds, lo nganna sen-a ventonna- . T'nnauill,i\ut tuiiiiii. sciita zeigogna. « 1. anguilla viva si torce sotto il. coltello-, donnajeostrcttii sl piglia un amante ». Quando sua madre la raggiunge nella nuova !a, essa alza la mano sopra, sua ma-jdre. «ilii sei tu. per maledirmi:' — grl- casa, essa alza la mano sopra sua vim-l■-- • ■ - ■ !dai -chi sei tu per potermi colpiri? e^evai la mano sono vent'anni iti. iivieiiiii.eutitiic.ci1 sopra mia madre. Oraiì. Costa. OerUna - Gustaiil. suono di quella chiamo delle foreste e della morte. Così questa donna, la più polente della conrada, si era fatta eguale a lui ncl peccato, sua sorella nel crimine ». Questi cavalieri senza spada e che fanno grande uso del pugno non ■ hanno infine nessuna idea da difendere, e tanto meno Videa dell'onore. Jl protagonista « Signore di dieci mila baci e di tredici mila biglietti d'amore*, per vendicarsi di una ingiurili della, conlessa Dolina risolve di sposarsi, e sceglie una venditrice di scope. I notabili del paese son raccolti a tavola, aspettano l'arrivo dei fidanzati : Costa •Berlina pregusla u piacere che proverà fra poco, in mezzo a loro, quando farà uscire dalla cucina la sua fidanzala, in abito di pezzente: lo stunorc deali altri inni «rnnrfi" ritratti !i^ifn^Z .aio 1. un risulto caricaturale, ci si ac- \corge che niente é meno naturale di questo presunto mondo della natura. L'investitura cavalleresca dei dodici o tredici personaggi che girano intorno alta padrona delle ferriere, e vivono alscrocco di lei, o meglio di tw^]non hanno propriamente nulla da fare, non sono condotti, né mossi da una no-!tonali, da Cristina a Carlo XII, a Gii lavo Ili; per non citare che dei nomi famosi. Il contrario, esattamente del chisciotlismo: non soffrono di alcun cecsso di responsabilità, e neanche quando sulla fine dei propri giorni compiono atto di ammenda e si con vertono in mussa ri persuadono interamente. L'uso, nei banchetti, dopo i canti bacchici è di intonare del salmi. Ci persuadono infinitamente di più quan do se ne vanno sulla tomba dell'amico Johan Fred-Tilt, a giocare alle carte e a farsi vincere da lui. Deformazioni umane Non esprimono insomma nessuna deformazione ideale, bensì una deformazione umana, semplicemente. E di ciascuno di toro si potrebbe ripetere, alla maniera dei clinici, che rappresenta un bei caso. Non personalità propriamente e non personaggio, sì somigliano tutti, reagiscono allo stesso modo; la varietà si limita alle trovate e alle situazioni, e riescono pertanto ìntimamente retorici. Come su questo piano, che è il vero, suonano retorici i loro modi verbali, lo stile che pongono nelle parole; » gli scrosci della folgore sui nostri passi, te stelle alanti sui nostri capi, le grida terribili dietro di noi, e dinanzi ti noi, sulla slitta, lo scampanio delle, sonagliere... e un mondo di splendori: la corsa dunque non vi seduce, giovane donna'' ». Questo libro ch'è non solo il più noto di Selma Lagcrlòf ma il ;iiù universalmente noto della letteratura svedese tu scritto e concepito nelle intenzioni del'autrice come reazione al verismo, alla imperversante imitazione di Zola, di gru it dissi ma moda in Svezia sulla fine del secolo scorso. Il suo interesse è però oggi sopratutto documentario e veristi co, non solo per la modesta ragione che molle famiglie del Vcrmland vi ricono ono dei proprii antenati. Le fantasie f . m . Parte importante, ma nonè che Sin- tra»!, il padrone delle officine di Fors,ttcoipa di scimmia, braccia lunghe, te- sla calva, figura orripilante,. C'è den- Irò la luce del Nord, mia 'lice ideale do- te itimi cosa si trasforma niffi/rafi/icH.- /<• <■ prende un accento particolare, di- Verso. ERCOLE REGGIO. di cui è tessuta la trama e che lo per-corrono da cima a fondo non ne edm-iii/iij il significato; il diavolo vi Ita i/m/