Dove si allevano i serpenti

Dove si allevano i serpenti Dove si allevano i serpenti Un originale serraglio L'arte di un negro - Il nemico in casa Vasta opera di prevenzione sociale NEW YORK, settembre. (g. b.) Nelle regioni sud-occidentali degli Stati Uniti si incontrano sovente gli indiani dell'antica tribù degli Hopi che fanno eseguire ai serpenti Una danza raccapricciante per guadagnare da vivere, ed in varie località dell'Asia si può assistere all'emozionante spettacolo degli indigeni elle incantano i cobra incappucciati al suono di una zampogna di canna. I.a loro dimestichezza con i rettili, che fanno accapponare la pelle delle signoro europee alla semplice vista, non ha nulla di straordinario, anche perchè quasi sempre si tratta dei medesimi serpenti giti abituati alla reiterata funzione e che non rappresentano alcun pericolo. Il coraggio e la perizia di un uomo che deve trattare continuamente con i serpenti costitulsi'ono pero elementi essenziali od indispensabili quando si tratta della manutenzione di un allevamento come quello delVlnslìlulo Uulantun del Brasile. I serpenti son'o anche allevati presso i reparti speciali dei parchi zoologici di alcune grandi citt/l, ma in questo taso essi sono mantenuti come oggetto di curiosità per il pubblico e per essere esaminati da pochi studiosi, senza bisogno che la persona addetta alla loro custodia si esponga al pericolo di essere morsicata. Invece l'allevamento dell' Instliiilo Butnntan, che sorge sulla cima di una collina nel pressi dì San Paolo, richiede l'opera di un personale specializzato capace di disimpegnare le ipii'i difficili mansioni, a contatto diretto dei più velenosi serpenti delle zone equatoriali e tropicali dell'America del Sud. Uno spettacolo emozionante Prima di esporre come vengono raggiunti gli scopi per i quali è mantenuto questo immenso serraglio di rettili, conviene accennare alla sua creazione ed al susseguente sviluppo. Un medico brasiliano, certo dott. Vita] Brazil, allarmato por l'enorme percentuale di morti dovute ai morsi del serpenti, cominciò a raccogliere i rettili velenosi por studiare gli effetti dol veleno e produrrò un siero per com Ibatterlo."Quando, alcune diecine di an ni fa, fu in grado di spedire il siero nelle regioni del P,rasile più infestate dai serpenti, percependo una piccola ricompensa pecuniaria iper l'opera sua, la fama del piccolo istituto scientifico si sparse oltre i confini nazionali. L'allevamento è stato poi acquistato dal Governo brasiliano, in seguito alla pubblicità creata dalla visita che vi aveva fatto Teodoro Roosevelt, e così venne ampliato e fornito di personale scelto, in modo da poter supplire ai bisogni della nazione. Per disporre continuamente 'di un gran numero di serpenti, dato che molti di essi non mangiano in catti- I Ività o muoiono dopo circa sei mesi, > stata promulgata una legge che fa ob blìgo ad ogni cittadino di spedire al ÌVlnstìluto lìutantan tutti i serpenti ve1 lonosi catturati e le nuove specie dei 1»011 velenosi. Il trasporto viene effuet-:Ul:lto gratis dalle ferrovie e quando ar- rivano le casse contenenti t nuovi ospi- ventlm a, . , ■ !sneUa,.oIo de]la loro a„ertura e(;cita i nervi delle persone più calme del mon do. Ma il personale dell'Istituto, tanto in questa operazione elle in altre non meno pericolose, se la cava sempre con 'onore Un negro che lavora neH'allevamen to a piedi scalzi, dimostra tale competenza ed audacia da togliere il respiro ngli spettatori. Il pubblico curioso non malico mai dietro il muro bassissimo, 'sormontato da una ringhiera di ferro olio circonda il recinto rettangolare in!cui i serpenti vivono in libertà, rifu Standosi con preferenza dentro i nume irosi casotti semisferici in cemento ar- Wo sul suoio. che per U ìoro rovnm e per j bucl)i d'ingresso rassoini giiano molto alle abitazioni che gli esquimesi si costruiscono con la nove durante i mesi invernali. Questo negro - cornggiosisimo, addetto alla «inungitu- ™ » uuindieinule dei serpenti velenosie V»""", «ilio ontra nel recinto, soovul- cando la ringhiera metallica dalla parteà , riol.e dé, mm.ettó fli ,.UlUl 0,lmu.a : L„0 (H lm lmlpo llastoll(. dl Iegn0i cnQ "termina alla punta con una forcella di ferro, si avvicina al casotto in cui si - trova il serpente del quale si vuole im padronire. Egli però si mantiene ad una stanza conveniente, lenendo ecmto della lunghezza del rettile, elio al suo apparire comincia ad arrotolarsi. Senza alcuna preoccupazióne il negro allungaalte viene i &-.|8U0t_pléd e e e n o fa'tg nelle ghiandole della testa, Preinoitil suo bastone verso il serpente, che si slancia contro di lui roteando nell'ariacalda. 11 calcolo preciso della distanza salva l'uomo, poiché la tosta del serpeni cadere a pochi centimetri dai i nudi, ed allora egli lo ferma dietro la tosta con la forcella, prima che possa ravvolgersi di nuovo per colpire, ed afferrandolo al collo con una mano lo solleva in aria, lasciandolo contorcere lìberamente. L'estrazione periodica de! veleno Oliando n serpente velenoso è nello mani del negro, o di qualsiasi altro inserviente cho possegga la dovuta conipolenza. viene subito « munto », cioè glviene estratto il veleno clic ha accumu¬ do al lati dei denti, il pericoloso liquido giallastro sgorga esternamente e si fa_gouciolare sulla tela che ricopre il recipiente di vetro desti nato a riceverlo. In tal modo viene fi Unto e poi, in laboratorio è usato por ottenere il siero miracoloso per le inoculazioni agli uomini ed agli animali contro i morsi degli altri serpenti della slessa specie. Tale operazione ò eseguita ogni quindici giorni su ogni rettile velenoso dell'Istituto, essendo necessaria una grandissima quantità dl siero per curare le persone avvelenate in tutte le regioni brasiliane. Gli americani del nord eseguivano una volta delle vero e proprie spedizioni nelle zone infestate dai serpenti a sonagli per raccogliere il loro veleno, destinato a scopi curativi. Ma il metodo era differente, poiché invece di farlo sgorgare dalle ghiandole dei rettili mentre erano vivi, veniva accuratamente tolto dalle loro teste poco tempo dopo la morte. I.a caccia ai serpenti a sonagli era fatta con l'uso di maiali, che rappresentavano l'elemento di attacco più importante. Ogni spedizione portava con sè una diecina di maiali, che erano tenuti a digiuno durante il giorno e venivano rilasciali nei campi nelle ore notturne, specialmente quando splendeva la luna. Queste bestie affamate facevano strago di serpenti e ne divoravano una buona parte del corpo, senza però toccare la tosta. Porse per istinto naturale comprendevano che la testa di un serpente a sonagli non doveva essere molto igienica a digerire. A giorno fatto i maiali ritornavano sazi all'accampamento e si sdraiavano nel loro recinto, dove si addormentavano subito per digerire beatamente il pranzo saporito, mentre alcuni uomini, forniti di. cestini di vimini, si recavano nei dintorni alla ricerca delle teste lasciate sui campi. I laboratori dell'allevamento di serpenti di San Paolo preparano diverse specie di sieri, col veleno di serpenti differenti, poiché per salvare una persona morsicata occorre il siero prodotto col veleno di un rettile della medesima specie. Nell'America del Sud i serpenti pericolosi sono distinti in due grandi famiglie, chiamate famiglia del colubro e della vipera. A quest'ultima, che è la più numerosa, appartengono il serpente a sonagli, temuto in tutte le parti del mondo, ed il velenosissimo ser pente jararaca, che per la sua aggres sività causa il maggior numero di mor ti fra gli abitanti delle campagne. Que sti due serpenti hanno il veleno quasi uguale, così il siero di uno di essi cura gli avvelenamenti prodotti dai morsi d tutti e due. I proprietàri delle grosse aziendt agricole sono sempre forniti di ogni specie di siero, ma per curare bone un contadino morsicato da un serpente hanno bisogno di conoscere a che specie esso appartiene o per lo meno devono averne fatta la descri ziono. dal ferito. Quando l'infelice che ha bisogno di assistenza è stato tal niente spaventato da non rammentare più il serpente, allora gli vieri l'atta una iniezione col rimedio generale, che perù non produci', l'ottimo elfotto dol siero più indicato, in un caso apparentemente gravissimo di una ragazza morsicata da un jarurara, la quale fu portata presso il proprietario dopo due ore quando era già in istato di cecità i soffriva terribilmente, una iniezione del siero dello stesso serpente ha prodotto la guarigione completa in pochi giorni. Ciò per il semplice fatto clic la fuuciul la ila saputo descrivere il suo aggres soro. « la trascuratezza degli indigeni Nei locali dett'Instltuto Butantan sono esposti in bottiglie di vetro i veleni di tutti i rottili che si trovano nell'ai levamento, con le precise indicazioni dol modo in cui deve essere somministrato ii siero e le istruzioni per Pro venire le morsicature. E' prescritto l'uso di stivali ipàr gli indigeni, ma questi li indossano a malincuore in presenza dei proprietario della tenuta in cui lavorano, elio li fornisce a sue sposo, c li tolgono via appena si allontanano Son abituati a camminare a piedi scat zi e generalmente non tollerano alcuna specie di calzatura. Ma so la loro trascuratezza si limitasse a. ciò, il male si ridurrebbe alla sola mancanza di misure preventive, invece questi eoe cinti contadini detestano anche le inie zioni di siero e quando sono morsicati dai serpenti prefarisconc recarsi dai mediconi dol luogo, che non mancano mai in una terra seminata d'ignoranti Questi impostori, elio si accingono ; curaro i feriti con pietre miracoloso, immagini sacre e succhi di erbe, sono la causa di un buon numero di morti Intanto per il fatto elio non tutti i mor si dei serpenti sono letali, dato chi molti rettili non sono velenosi, i me diconi si avvalgono dei tasi di guari gione naturalo por vania.iv i pregi oe-j culli dei loro rimedi. E gli i continuano ad accorrere pieni di fi dueia. Il governo brasiliano' fa anche allevare e distribuire un nemico naturalo dol serpente jararaca, cioè un serpen to chiamato inussuraiiKi. ; cui morsi non sono mortali. Quest'utilissimo ■nttrpmpIvusmtginalcsscossclgsdamddcrvdprlsrvdsmttmTtviI. ,7 " i-il. rettilo, elio tuggiunge la lunghezza di «lue metri e mozzo, vivo di serpenti,Spreferendo quelli velenosi, e prospera! nell'allevamento perchè può essere nurito. Per non far distruggere i serpenti necessari per la produzione dei sieri, i mussurami sono tenuti in un reparto speciale, fornito di una cinta in muratura molto alta, perchè sono capaci di arrampicarsi corno veri atleti. Il loro cibo è provveduto da serpenti velenosi che non sono ritenuti più utili dal personale dell'Istituto, e lo spettacolo di unti lotta fra un serpente mussuiumo od uno velenoso è veramene emozionante. Quando un jararaca è gettato nel recinto dei mussurami vieno subito avvicinato da uno dei più affamati, che prima di ogni cosa lo ambisce con la lingua per accertarsi che sia vivo- I mussurami mangiano solamente carne fresca, anzi molto fre sca, come essi stessi dimostrano. Ri conoscendo cho il nuovo venuto è in ottimo stato per un pranzetto, il mussurama comincia ad avvolgerlo con le sue spire, in modo da formare una specie di serpente a due teste di due colori differenti. Indispettito por questa grande familiarità, il serpente jararaca spalanca la sua enorme bocca ed ad denta selvaggiamente il dorso dol suo aggressore, facendo scorrere copiosamente il veleno giallastro. Ma i suoi denti sono impotenti contro le scaglie del mussurama ed il veleno viene sprecato inutilmente; inoltre occorrerebbero non meno di dieci morsi consecutivi, con penetrazione della pelle, prima di uccidere il serpente mangiatore del proprio simile. Né il disgraziato jararaca può schiacciare con le sue spire l'avversario, che stringe sempre più la sua stretta poderosa. Ad un certo punto il mussurama afferra con., la bocca la testa della sua vittima morente e la schiaccia, spostando il corpo a destra ed a sinistra por romperle la spina dorsale. La lotta finisce prestò ed il rettile vplenoso viene, ingoiato a poco a poco dal cannibale, che svolge lentamente le sue spire per facilitare l'inoiamonto. I brasiliani non hanno paura dei serpenti e vi sono coloro che li allevano in casa per uccidere i topi ed anche per scacciare dalle vicinanze gli altri rettili pericolosi. Se qualcuno del nostri lettori avr;\ occasione di essere ospite pranzo presso una. famiglia abitante nella regione del Rio delle Amazzoni, potrà facilmente avere la sorpresa di vedere rizzare presso il tavolo imbandito la testa triangolare di un grosso serpente, curioso di osservare i commensali. In simile caso sarà subito rassicurato dai proprietari, che gli spiegheranno trattarsi dol loro guardiano notturno, vigilante ed innocuo per gli uomini. Una persona pratica può' subito riconoscere un serpente non velenoso, che si distingue per la mancanza di coda ed anche per la sua grossezza. Fra circa duecento differenti specie di serpenti, la percentuale di quelli velenosi relativamente, minima. Ma con tutto ciò è sempre meglio non fidarsi di riéssuno di essi, come faceva un ufficiale coloniale inglese durante il suo soggiorno in Africa. Egli dormiva in un letto interamente circondato da una fìtta rete metallica, perchè di notte i serpenti penetrano ovunque, e quando qualcuno del suo seguito ora morsicato non faceva distinzioni: incideva con una lama tagliente la parte ferita, fino alla profondità raggiunta dai denti del erpente, e vi poneva un'abbondante quantità di permanganato di potassa polverizzato. L'operazione è dolorosissima ed efficace, ma anche quando è fatta sulla propria persona non bisogna esitare, perchè si tratta di scongiurare il pericolo di rimetterci la vita. dzctmKpPltrddttsfrrtt

Persone citate: Brazil, Teodoro Roosevelt

Luoghi citati: Africa, America Del Sud, Asia, Brasile, New York, San Paolo, Stati Uniti