La Mostra internazionale d'arte coloniale

La Mostra internazionale d'arte coloniale La Mostra internazionale d'arte coloniale Iva cerimonia della "vernice,, Roma, 28 notte. Oggi, nel Palazzo delle Esposizioni, in via Nazionale, con l'intervento rlel colonnello Giorgi, in rappresentanza del Ministro delle Colonie Quadrumviro De Bono, si è tenuta, semplice e caratteri sticn, la cerimonia della « vernice » del la Prima Mostra internazionale d'arte coloniale Uopo brevi parole del colonnello Giorgi, a cui i presenti, in mezzo ai quali erano i redattori dei principali giornali italiani ed esteri, hanno fatto eco elevando nn fervido augurio al successo della iniziativa, il folto pubblico degli invitati Ita compiuto una lunga e minuziosa visita delle varie, sale. Attraverso le sale della Mostra Per questa Mostra, di cui il Capo del Governo ha assunto l'alto patronato ed il generale De Bono la presidenza effettiva, il Palazzo delle Esposizioni è venuto subendo delle trasformazioni delle (inali abbiamo via via informalo i lettori. Oggi; durante la visita, i lavori di trasformazione erano pressoché al termine e ciò ha consentito di ammirare l'armoniosa imponenza dell'insieme. Assai interessante è riuscita la visita delle sale delle Nazioni straniere; il loro grande numero costituisce già di per sè un indice preventivo del successo della manifestazione. Una delle Mostre più complete è quella, francese, che si divide in Mostra retrospettiva e in Mostra contemporanea, suddivisa a sua volta in classici e in modernisti; ed una Sezione di arte decorativa. Commissario è lo stesso Governatore Generale dell'Indocina, M. De la Brosse, il quale ha fatto cortesemente da guida attraverso le sale, nelle quali si sono volute raccogli! -e solamente ed esclusivamente espressioni di vera arte bandendo ogni paccottiglia. Quadri di Gaillard, di Moreteau, di Bouchaud — quello stesso cui si deve l'organizzazione della « Cité des Informations • alla Esposizione di Vincennes — di Bouebor, di Founueray, di Vianelli. Ackein, Dufresne, Conbine, Mararneri ed altri, arricchiscono la Mostra dei contemporanei, mentre il settore retrospettivo si onora di nomi come quelli di Fromeu1 in. Rodili, De la Croix, V'ernet, con un « Prise de la Smala d'Abd El Kadur » che è il meraviglioso bozzetto del quadro grande compiuto di poi. Fra le sculture sono notevoli le statue di due boxcitTn negri, il vincitore e il vinto, dello scultore Landewski. Si ammirano nella Sezione d'arte decorativa un magnifico Gobelin del XVI1 secolo e vari bronzi e pitture della Scinda di Belle Arti dell'Indocina, di cui talune veramente colpiscono per la finezza e per il sentimento. In vetrine centrali sono bellamente disposte pelletterie artistiche, tessuti, lavori a cesello e a sbalzo- dell'artigianato marocchino, tunisino, algerino, indocinese, ecc. Ea Moslra del Belgio, affidata all'organizzazione dell'architetto Henry Lacoste, professore dell'Accademia Beale di Belle Arti di. Bruxelles, raccoglie, in un. unico magnifico salone che ha l'aspettò imponente di una navata di cattedrale, preziosi pannelli decorativi con .scene del Congo Belga, dovute al pittore-Allard l'Olivier. Altri pittori sono De Vaucheroy, Kerels, Eantheine, A. Bastien- e G. Mathieu, in un interessante panorama di Mazadi, del 1911. Fra le sculture emerge il busto di Re Alberto in grandezza naturale, in avorio, dello scultore Huygelen. Nel settore dell'architettura sono da osservarsi piante e prospettive del Palazzo del Governa 1ore del Congo, opera dell'architetto Moenaert, e il Padiglione del Belgio, esterno e interno. all'Esposizione coloniale di Parigi, opera dell'architetto Lacoste. Dal Congo alla Groenlandia Nel settore d'arte decorativa troneggia un grandioso trofeo di scudi, lancie, maschere e treccie congolesi, e poi feticci, maschere, di stregoni, tamburi liturgici del Rasai, una quantità di oggetti curiosi e interessanti in legno e in. avorio, dipinti con una varietà e una vivacità di motivi che veramente depongono a favore della fantasia nativa degli artisti. Dal tropicale Congo si passa alla iperborea Groenlandia, alla Mostra della Danimarca, curata da una schiera di tecnici e di artisti capeggiati dal Commissario organizzatore Wamberg. La Mostra accoglie sia quadri e sculture di artisti danesi che hanno lavorato in Groenlandia che quadri e sculture di esquimesi i quali, pure tagliati fuori da ogni commercio con il resto del mondo, dimostrano innata una tendenza artistica e una genialità creativa. 1 luminosi- acquarelli di Larsen, uno dei più rinomati artisti danesi; il grande quadro decorativo di Hansen, quelli del Tuxen, taluni studi di teste del conte Moltke, un imponente paesaggio di iceberg del prof. Eecher, una piccola nostalgica testa di donna di Bronlund, dei paesaggi di Moeler rendono assai interessante questa Mostra, nella quale inoltre il Eyherth espone la vita di un villaggio e l'interno di una capanna con i suoi numerosi abitanti occupati ad utilizzare i lunghi mesi di continua notte polare. Piccoli manricwins in legno riproducono vari tipi di esquimesi. Una grande tela del pittore. Petersen serve da fondale alla sala: è una visione panoramica della Groenlandia. Un successo di viva curiosità avranno le Mostre delle armi e di indumenti groenlandesi, i quali, nel foggiare anche i più umili oggetti di uso domestico e quotidiano, mettono un intento d'arte ed un gusto estetico assai rimarchevole. Intere vetrine sono poi dedicate a materiale etnografico (maschere, visiere, ecc.) di raro pregio, a lavori artistici in stagno, ed alle famose maioliche di Copenaghen con decorazioni ispirate a motivi e figure groenlandesi. Un'abbondante serie di splendide fotografie e diapositive darà un'idea chiara dei luoghi, usi e costumi della immensa Colonia danese, e delle genti che la abitano; luoghi e genti che recenti imprese hanno messo all'ordine del giorno del gran de pubblico. Le Colonie italiane A pochi passi di distanza, sempre al piano terreno del Palazzo, siamo in ca- nomofotdesimno ti, utel'EchemaunIPinpree sre ramlaviostraih I.a comsinunarellAtenOpxilscuzatOridueBadeltraregColnonstrpresancitiAunco, FerLauremPaAmIcogdelfutespil snele dRaIdalza di tazIdelziomefurda in le zioconconracmecwdefigGaMgedequMoFigaorunpadevostrinLsionpeavDladoavdtàprimdsesSmdrdsdbcagdtdrlisdrLsedIlmCTdsa nostra: Isole Egee, Tripolitania, Ci- rpiiaica Eritrea e Somalia. Nella Mo-lindica, rii.i^c nlitnrp di Stia rodiota sono esposte le pitture diiStultus e di Bacchelli. Dello Stultus sij notario anche delle maioliche ispirate a motivi rodioti. Una magnifica serie di fotografìe degli incantevoli panorami delle isole ed una collezione di bellissimi tappeti decorano la sala. Non meno interessanti per curiosità, indumeni, armi, mobili, prociotti artigianali, utensili domestici sono le Mostre del'Eritrea, della Somalia, della Libia, che offrono veramente, a chi non si, è mai mosso dal suolo metropolitano, una esauriente visione della vita locale. Il piano superiore è tutto una vasta Pinacoteca coloniale. Ee sale accolgono prevalentemente opere di artisti italiani e stranieri che ritrassero aspetti e figu re d'< Colonie nostre, che si rivelano veramente ispiratrici di una quantità d avori spesso assai pregevoli quali non io- facile immaginare. Anche la Motra italiana si divide in retrospettiva e h attuale, con sottosezione futurista. .a retrospettiva accoglie quadri celebri ome « Il corriere del deserto» del Paini (1802), la «Carovana» del Biseo, una testa di indigeno di Domenico Moelli; tipi e scene di Stefano Ussi. Al settore degli artisti odierni apparengono le Mostre personali dei pittori Oprandi, Biagi, Romano, Dazzi, Levy; le xilografie di Del Neri; una raccolta di culture di Angelo Vannetti, specializatosi in tipi d'Oriente e dell'Estremo Oriente dove ha soggiornato per quasi due anni; e poi quadri di Stultus, di Bacchelli, e una collezione di quadri del tedesco Neuhaus, il quale ama rirarre il bello orrido e desolato delle egioni desertiche della nostra maggiore Colonia mediterranea. Altri artisti, pur non avendo personalmente proprie Motre personali, hanno peraltro voluto presenziare a quest'imponente e interesante adunata con folti gruppi di opere: itiamo fra gli altri Antonio Barrerà e Aunisaiii. il Ghiringhelli, Pieretlo Biano, Dentala, Tommaso Cascella, Wolff Ferrari, Costetti, Carbonati, il Belsito, Laurenzi ed altri. Fra gli isolali citeemo i nomi di Eambertini. Cecconi, Papalia, Favai, Melis, Mazza, Manca, Amato, Dal Pozzo, Rodella, Rondini. Architettura e sezione militare Il reparto dedicato all'architettura acoglie le ricostruzioni di Eeptis Magna, dell'architetto Einiongelli. Nella sala dei uturisti figurano la « Donna velata » esposta dal pittore Balla, l'« Arabo con l suo cavallo » di Prampolini, un pannello in stoffa gioiosamente umoristico e decorativo di Depero, le opere del Rato e di Benedetta. I.a Sezione del libro coloniale è affidala alle cure ed alla grande competenza del prof. Fumagalli, che è bibliofilo di tale faina da non richiedere presenazioni. I.a Mostra militare rappresenta una delle attrattive più tipiche dell'Esposizione. Pittoresche e fedeli riproduzioni mettono sott'ocehio al pubblico zone che urono teatro d'operazioni, apparecchi da offesa e da difesa; seguono bozzetti n bronzo che raffigurano vari tipi dele nostre truppe coloniali; una riproduzione grande al vero di un tuktil somalo con i suoi abitatori; un ascaro somalo con la propria famiglia; una pregevole raccolta di armi indigene, talune finemente intarsiate in oro e in argento; cwnelii (ritratti, pitture indigene, ecc.) della nostra prima guerra d'Africa e figure care al nostro cuore (Toselli, Galliano). Mostre varie, piccole, ma assai suggestive saranno quella indiana, quella del corallo, quella del tappeto orientale, quella del gioiello orientale, ecc. In una Mostra organizzata dall'Ente autonomo Fiera Campionaria di Tripoli, questo organismo illustra la propria attività che orinai conta un lustro di vita e presenta un diorama che offre nell'insieme e nei particolari la vita di tutto il quartiere della Fiera, ambientata nella sua bella vornice di verde e di azzurro. Ea Mostra, come è nolo, sarà ufficialmente inaugurata il 1° ottobre prossimo.