Sulle traccie di Wally

Sulle traccie di Wally Xj .A. VITA FACILE Sulle traccie di Wally VAL PUSTERIA. settembre Si traila, (in, questo paesello della 'Pusteria, di valicare immiti e di rag mungere il Voralberg, in cerca del villaggio di Wally, delia rupe che la ."era fanciulla scalava per snidarvi ! /.. nnt.iln ,1 ~ I I > - ~ I .1.' Qjtì,t~~. ~..„ <■' •'•l'iile, d.-iv„,lrria di Snidai ov ,ebbe lungo la maligna danza con Ha acnbach, e dove IIagenbach le diede i 1".cl finto bacio che divenne subilo e':" bacio d'amor », e finalmente del - pwdpfcfo in cui la valanga la soma!»'"™, e da cui ella risali, spirilo, _[nelle dolci e frementi note Ai Catà- eW Tentatrice è l'impresa; ma la , s'rada è aspra e lunghetta. Il mio ? blrciaeon inquietudine » -[«*« eaweUt canuti. l] - Mein herr, non abbia paura. An Uche i cavallini avcUgucs, sono bian cuSòbaquraAgsiqunolesuQunele- chi di pelo, e ciononostante hanno la a gamba buona. ,! La battuta piace al mio camerata, d che mi domanda il permesso d'incileLai cercare, la Waiiy in casa sua. B ■ non capisco perchè dei cineasti ita-\ma nani, volendo girare lo stesso Sog-\do, nello', si siano fermati nei monti di Pdigeprafmedricol"suPhsdmMoni sarà appunto dedicalo alla leggenda n della Wally, e che per conio di. una o Casa tedesca egli è renulo a. rinlraci ciare in loco. L'attribuirà, dice, a e nnn nitida scssantacinquenih nella o scena in cui la Wally fugge dalla ca- sn patema e si rifugia fra i boscaio- jj. M'inchino, rassegnatissimo, Avrò , regalato una facezia in cambio d'un - quarto di secolo. Non è caro. n] _ Moin herr: lei ha avuto ragione ni (]ì cercare la Wauy in Casa sua. E . „ : ... . . - o!Ampezzo. Tanto valeva, allora, rima-\cai .nere fra le colline romane. Perchè fa go- figura e la sioria della Wally s'into-\°», nano perfettamente al paesaggio freddi do e fosco per cui siamo avviati, e a. non ad altri d'altra natura. La voce\To- di quella fanciulla selvatica deve^e reheuniave insieme a auclla dei fal-ì^tive echeggiare insieme a quella dei fal- a- c/li, fra le rupi. E il suo amore cse ser' battagliero e tragico come quelo-(0 dei galli cedroni. ni _. Non so. Quel che posso dirle, è a,{che ira due ore saremo in piena neve. ù' o c pili Un affresca sulle spalle e un corvo in mano .Vi presta vn paio d'occhiali azzur cceL. mplaua!''', e m'obbliga a indossare un suo',U^.'spolverino bianco, tedeschissimo, chese! ""' (l'> ''«'«'''"e nria di dentista. Ora ! ca IH c,e'° e sgombro, puro come un so-\soir/"0 di giovinetta. Ma il maltempo.\va 'avverte il mio compagno, potrebbe] ghn\capilarei. addosso improvviso, conie\ool;''1 valanga di Wally. Contro la neve 0\insOslenibilc nel riverbero solare, n gioveranno quelle lenti celestine; conl-]'''0 l'uragano, se ci coglierà per via, ta ! basteranno, olire lo spolverino, coa\ratìQÌ° e pazienza. ù — Arriveremo lardi? i, hi \no rare, i sentieri difficili, Pensi che seìaneóranel 1873 miss Amelia Edward» e- metteva la zona che abbiamo dinanm-i=i fra i picchi vergini e le valli ta'inesplorate d'Europa: « Untrodder n-'Pcaks and unfrequented Valleys ». e-j C'è, all'orizzonte, una foschia di Tardi. Non sono più luoghi da villeggiatura, codesti, e le strade so grarmiopdbnmtlera sole Piante come una nebbia, ^sT-\lontano - e la disianza è incalcola--e, bile - viene uno di quei lendler stra¬ o-i»/, asari, eppure soavi, che commo!- rcwno in Alto Adige i soldati di xò\Ney, E gu si aggiungono campane io'sensibilissime: vibranti, si direbbe, di pel lacco d'una piuma. Pensiamo al ; . di Re odolghes. Pensiamo alun le campane sotterranee di Castel Fir \ . • , r- «unno. Ma pensiamo soprattutto el-;0«a « piacampana » di ques ti moni li- ìil.1 cut l^uiuiuti, n,i 0( utti.v iiiuuf.inuiu ["■' , , . ... r- ti suono, senz averla [orse sentita , " •»>'"•'> e - nini \ inai. ei i„ ,nt/, mr,An b ennipnfp b «pntitp c La mia guiaa e sapiente, e gentile, —|fi spk,ga lutlo_ 01tre Kalleìs, oltre mtscldMdastn«nimo rAd;ffe r(ipWo e chiuso, il vallone si ^\contrae e infila il corridoio roccioso, le citi pareti si protendono luna ver- di- s0 l'altra come i demoni auerregyian il U; n(,ua ballala byroniana. Poi sono è {e due valli, si diverse, di Inalzerthal so, e di Tissenhal: Vana profonda e m-1l'altra ombrosa del pari, ina isi jauielala ed invitante. Infine appaiounino j ghiacciai; lo Schalk, luogo di ra '-leggende; il Murzoll, con le sue moco- rene, visione da steppa siberiana; o-rOrfler, il colosso, il tiranno che. da però ride si chiaro e franco nel sole. m-Fend si può dire assediala dai ghiac- liaci. Vedremo allora il Wildspilze eli\— .-n> .i..t .i. - ... i..»>i. »Hn»/i ma* *mh igsqcer-ÌWeisskugel; e »! troveremo, per Via, ece!scarponi adatti, saliremo a MÌO megli, fri a cogliere dei ranuncoli color di ciò ] rosa : quelli di cui Wally adornava il ti.{corsetto ricamato, e sotto cui Ila . at^acnbach scali fuialmenle battere unU cuore. Più in basso incontreremo Sòlden, e l'osteria del ballo e del bacio fatali. E' laggiù, guardi, sotto quelle grandi nuvoli- che le ricorderanno certi quadri di figger Lienz. — Aggiunge che il grande piltore atesino era solito, una volta, salire a queste altezze; e lì restando, taciturno come sempre, fissare a colori vioenti e pari, su amplissime tele, le sue fantasie più macabre e maestose. Quando il Niederjoch si copriva di nere, il. pittore si metteva il suo manlellone nero da Befana, e seguitava a , s agr• B«H• ile, per pietà... La figlia delle nevi era bisbetica >»-■--«• r—■ — ;> - mi e secondi e terzi piani da rivelare, tidomani nel film, il quale avrà xj PRr sottotitolo il ritornello di una'fr«V«I« Edein gorodipingere. Una voUa arrivò alVH^i-Cge hreuz, dov'è una chiesa e Mfapresbiterio, mezzo intirizzar, con un ^ affresco sulle spalle e un corvo in\ieìmano, che aveva raccolto, zoppicane „rigrsopal'aOgni cento passi il freddo aumenta 'sued io mando una. [ilo di sternuti ai Laricordo patetico di Wally. In verità d'comincio a rimpiangere il sole, la pa-U/ " di Mirano: i villini col cagnolo\Sisull'uscio e le tortore sugli sporti; lai,, Promenade coi passeri clievengono a'|.6/heccare, sulla maini; i giardinetti (H,focitiprfospolverino. E intanto va almanaccati- Vjdo fra sè e sè i punti di presa, i pri- ]umi p secondi e terzi ninni da rivelare. ,tMaja dove spunta un fiorellino ad ogni battito di cuore... — Si copra, signore, u Coprirsi » nei suo incerto italiano, vorrebbe dire stringersi nello - canzone tirolese « ...dove splendono i|lS( ghiacciai, dove saltano i camosci ». °H> i camosci! Vorrei bene vederne Te UKUU "* [ti^ e pochi; e quei pochi non si Am«t ^dcre: forse per dispetto; forse per ti corpo pieno di una dolce onda di] .. , ,. i • j i ' vita erte le corna, gli occhi del colo-Vche i pittori non ne dipingono più \acome ai buoni vecchi tempi di Storili e di Defrcgger. Adesso c'è Egge\\nLienz che non vede in giro che schè \m. , -, [A\dMa come cresce il freddo, ed io tre . mo lutto, il mio compagno, sempr, progettando una « panoramicai, pe>\cla festa campestre mi ricovera ini un osteria finalmente scoperta enti \\ ..„Uti complòtto di frassini, secolari inscorre lì pressa un torrente, e qua, ^ che pascolo verdeggia. Giovenche ros-\1signe brucano fra i cardi e gli «cov.Hi. La veranda è all'ombra di un grande albero: e, deserta da un mese \ormaì, si screzia d'aghi rossi e di fo glie gialle. Ed ecco Wally che appare. E' la giovine ostessa, e ci ha già approntato da bere: del vino color di rosa, al pari dei ranuncoli delle cime. Come terse, e ben contornate, le ignudo carni delle braccia! Grigi gli occhi. Intatti i denti nella bocca un po' aggressiva, che ride. Un rododendro è dipinto sul vetro delle coppe. — Wally? Lei è matto. Wally era bisbetica. Parlo di quella vera, della novella originaria; non di quella ammorbidita dell'opera in musica. Catalani ha voluto essere gcniile verso la « figlia delle nevi ». In realtà, ella era una peste. Pensi che allevava uno m^sparviero a mo d uccellino e che --inn" mordeva la mano al babbo che la batteva! Comunque, l'opera italiana, è stata più forte della novella austriaca, e ormai Wally deve essere la Wally di Catalani, come Mimi è la Mimi di Puccini, così diversa da quella di Murger. Qui noi gireremo la scena della festa, e la nostra protagonista avrà le braccia, gli occhi, il viso festoso di questa giovine. E non le metteremo uno sparviero in pugno; e nemmeno le faremo portare quelle « treccie attorte sulla nuca come corna del diavolo » che facevano tanta impressione ai suoi spasimanti. Amorosi scherzi dPdsrDWce lclusWtssLs1dcs; i\cato, ^^.J^^^^^M i/(j \ alli.t del romanziere, della Wally Entra un anione che sembra il gigante Ektte Stromminger. Entra un biondino, a ginocchi nudi, con una stella alpina in bocca. Hagenbach Insieme con la giovinotla dal viso tondo si niello subito a canticchiare qualche cosa, curvi tutt'e due su di una piccola cetra: motivo che il mio compagno riconosce, e che già si propone di fissare nel suo film sonoro: » Sull'alpe, no, non è peccato»: antica e tipica, canzone di queste valli, dove l'amore ha veramente una libertà e una semplicità tutte inno cenza. Chi riconoscerebbe il compii i l dell'operista? Io torno a sospirare, un po' pel freddo che non mi lascia, un po' riflettendo sulle fatali falsificazioni dell'arte; ed ecco i due intonano rddctlfvgldLrcidrg ,, , , ,.,,:/. nUn nitro nloinello, che la ma guida p s affretta a trascrivere sul penta- Li grumina di un notes: di • Benvenuto, caro pastore, aprimi subito la fli [poria: sio«Ho ucciso un camoscio, lasciami (Mitrare. Un• iddio ti saluti, mio cacciatore, caro ra- all[gazzo: las* fammi! n~[uno scherzo: mestoo somu san,» vanire, cume cjunm ni i;k ti affreschi gotici, dove i Re Mani f£à xj avviano alla culla di Nazareth a'fra ,• f/e;j. e jn ci(,to non è cf)e una\un«Vieni, prendi posto accanto a mo e fammi j ri^[uno scherzo:'un«Io ti darò del burro tresco e del latte e! Q[del formaggio « E la mia bocca... ». Ripenso gli amorosi « scherzi » della Wally, che finirono cosi male in fondo ad un burrone, e li para-'negono a queste realtà di cacio e bur- bilro fresca e rnndirìn vannrntrt « ìs.n-1zi C fcSSS% MfaneiìMana dagli occhi grigi. rà| ^ $. ravvivanQ in spiendori di ^ si \ieìlo. mentre n inalare di cetra a/j.inoe „rnnfìn ym,;„L,tì./, ,„ ] raigranna, ansiosamente, le corde, pres. caso di lei; «, accesa una piccola ?>aw)-]pnpa d.i stoppie, l'ornane si curva sul- vol'altro fuoco, quasi maggiore, fel!flS 'sua gran pipa. Fuori, è già notici La luna assomiglia a uno specchio)Te d'acciaio: ombre triangolari d'abeti rsU/ direbbero mari Ulti di negromanti IQH\Si Aovrebbc ancora sentire gualche ^i,, pin campana», laggiù, fra le nevi m'|.6/aitc/K delia romanza famosa: marn,forse il fumo, o il vino color di rosa,'mci hanno dato alla lesta, e noi sentiamo soltanto la canzone dove si promettono, spensie.ratam.enle, dei fonnaggini c dei bari. E al mattino, ecco la neve. Un nc- VjScnj0 sonue e continuo, in imalnè- ]uce senz'ombre come quella dì re.r-'di ,t „«^„t,t , u„ xr„'„,- st]se| unPalorisei|lS(ei{a . [tirimi. E quel fumo, sopra la ca-\n> , ' > el,en, mFantasia la vere rauca del¬ i] »... ' —• • • cetili: in. l«tc inw-tt nrt-\im-VAh blocchi mo- cochmun \aja<lcmn in ,u, fòrtMé di pi.i li anzi che deve aver dar na\ni.fn* p''.',,*' c" , , a , lor Ito \mit° ln 11 durante la sua fuga.U [Andremo a girare anche laggiù. E ci\dore la faremo pregare, Wally, sv . .. rimario* Clh mi ardi ■ ''' l>, ™ Z^al^T^.^\c,.jsln ,„„„ ,„ la(trime ,ra due san- gani nnerrieri in vn„ ,.„.rhin niUurn la\ ..„„"_ .,, i ingenua èhe (a ancora un po' di ,0 ^ZìiZarTd^a^qu" dice eh-\1emo. inorare delle acque loW-.^n e à i e i n a a ao a o mente: quelle della e tè ali di a a et e e ra nnnùn nMW//>|R.. , . . irldella Trisanna: he; nomi italiani.is„Poi riprenderà la voce monotona pdcll'Inn. Vede, che vegetazione a- aspra? Qui nessun uccello canta p?ù.i<!rT. , v „,, . . . , '■■' , :GDietro quelle rupi e andata certo, laUWally, a cacciare le aquile insieme.Incon suo padre. Gireremo le rupi: [ese poi le aquile, se non ci saranno, ^le metteremo noi. Al nostro studio è ce n'è quindici di riserva. Ma la va- alunga, la valanga, dove mai può es-| sere caduta a seppellire la povera. Wallg con l'amor suo? Oh, ecco. Ho] strovalo. Presso quel villaqqio, dopeìvsono aueìle croci lì nae<se ti chiama '11sono queue croci, u palese si chiama pLmhausen. Le valanghe l hanno di- sestrutto undici volte. Non c'è dubbio, i 11 luogo è quello. La catastrofe ac-i&ii Vnrv-mr. -ni,,,,!,,™ o.r,'„7<„„ ; sudde li. Faremo piantare un altra ndennadi eroe, per rinforzo, «i nonisci sarà più nulla da toccare... Come usi sente, lei? M ly in a h so re di io oo: ni, io i n un ano en r , ilEh, un po stanco. F-a poco do-hrremino essere arrivati quasi a Lan-' rdeck.. Mai più. Signore mio. mi perdoni. Le ho usato una piccola soper- chieria. Noi ci siamo appena inolA11fgtrali nella Pusteria, e l'itinerario che le ho descritto è un itinerario diì fantasia. Cioè vero, verissimo; tutto1 nvero; solo che si trova a molte le- z,„..,,. , , e rglie di qui; e che avendolo percorso*|èdvstl'altro ieri, non ci ho trovato niente di interessante per la mia pellicola. Lei sa bene, caro signore, che la verità non è quasi mai verosimile, e vcsbche in cinematografia,'non meno che I cin letteratura, quello che occorre è di. essere creduti sulla parola. .s,.,,,„.,, , P— Sicché, i luoghi della Wally. la prupe dell'aquila, il muro della pre- Dghiera, la foresta, la valanga... m' ' . . im— little scoperte mie, in questa =valle dove la Wally non è passata ruè moria ni- viva Ma nel <tun bnt mona ne viva, .na net suo pinai, ueuu l//'cò, a ini iu ritta- n'Ampezzano; e per conto z. ,. , ., ,, ! vnerò scrupoli nel ribaltez- t/. da paese autentico ci sarebbe siala così nmale! Hanno dunque fatto benissi-\ nili, quelli della Cine», a farla rina- dscere nel! mio non ai zarla qui, dove vivrà benone e mo-(srirà a meraviglia. Quanto a lei, nonjirimpianga poi troppo il soie di Me [ ^vano. E la dietro quella montagna. nlli vista, quasi. Ci arriveremo comò- vdi con mezz'ora di trenino. i vIIMARCO RAMPERTI. Ip

Persone citate: Amelia Edward, Catalani, Moin, Nazareth, Puccini, Tardi, Uche, Wally Val Pusteria

Luoghi citati: Ampezzo, Europa, Mirano