Ascensioni nella bufera

Ascensioni nella bufera Il convegno del Club Alpino a Bolzano Ascensioni nella bufera (Dai nostri inviati speciali)- Passc Pordoi, 22 notte. Siti passo di Pordoi, a 2239 metri, in faccia alla precipite rupe giallastra del Pizzo Boi;, fra gli sparsi caseggiati degli alberghi, sta un cippo di pietra dolomitica, con una targa di bronzo. Dice la lapide: t 67/ ingegneri Vittorio Dal Lago da Trento e Alfredo Iliccnbonn. (In Cara- lCptBmsvlese progettarono ed eseguirono la slra- gda delle Dolomiti negli unni 1900-1910, pcon la collaborazione degli ingegneri Gualtiero Adami da ììovercio, Ermillo Voagìa da Vercelli. Nicola Vettori da Belluno. Gli ingegneri di Trento, Belluno. Bolzano per rivendicare alla ingegneria italiana il merito dell'opera, questa lapide Posero il 31 agosto 1930. anno Vili dell'Era Fascista ». Di fronte al cippo, dall'altra parte della strada, in un piccolo cimitero che la pietà dell'Italia cura e sorveglia co- j™ .f'?rd.ino- dormono trenta sol l'Iati austriaci, quasi tutti cacciatori tirolesi. Li vigila un grande Cristo pro¬ tettivo: e il suo volto, clic un ignoto scultorp di Val Gardena seppe rendere doloroso di tutto il dolore umano, guarda verso Colle di Cuc, vanti minuti di cammino più in alto, là dove la morte colse quei fanti stranieri, vietando loro 11 ritorno alle case. Otti, intorno al Pordoi, per oltre due anni si scatenò l'uragano di ferro- Solcavano il valico 'e granate, nel gigantesco duello fra 1 jpicchi del gruppo Sella, le ghiacciate cime della Marrnolada. In Tofane lontane e Col di Lana, che laggiù si adagia, col suo dosso a tre gobbe verso Falzarego. Crollarono sotto i colpi, gli ?difici alberghieri. Poi finì la guerra e risorsero. « Dolomitenstrasse » Ora restano questi monti, ancora crivellati; resta questo cimitero di nemici di un giorno; resta questa strada mirabilmente bella- Forse, fra vita e vita, sia pace in terra agli uoiniai; ma rimanga anche, pegno dell'ingegno nostro, uno dei più meravigliosi cammini di Europa, quello che per dieci anni si intitolò, per ingiusto confine, Doloniilenslrassc (ne era il turismo austriaco, a ragione, orgoglioso come una delle sue maggiori ricchezze) e adesso è invece la « grande strada dello Dolomiti» l'arteria stupenda che, distesa per centoventi chilometri, da Bolzano a Misurlna. attraverso Val d'Ega, Carezza. U sasso di CostoJunga. Vai di Fassa, il e -lai viandante quanto natura può raduli nate di fantastiche visioni. L'abbiamo, per circa metà, percorsa 'sotto un sole sfolgorante, che tuttavia non riusciva a vincere il rigore del tardo settèmbre. Si, i maglioni di lana e i mantelli, le buone coperte calde, fornite dulia sezione di Bolzano, non affatto di troppo, nella rapida lj macchine, tìli altri con1 Club Alpino, quelli partiti Pordoi. l'alta Val Cordevole, il passo ma -, | -! - erano ama , corsa _ delle 1 grossisti de r assai, ore prima, alla volta del Catino* -[ciò. del Latemar o dell Gilles, ci avreb -, i e ai l] .--, i e; o l i a bero bullati del loro giusto disprezzo, se ci avessero visti, cosi imbacuccati, scalare le montagne in automobile. Ma noi non avevamo ues=una pretesa di eroismo. Fra le centinaia di sfegatali, la nos:ra erti una comitiva di brava gente, posata e pacifica, ali tante dei monti, tanto dall'ulto quanto dal ba-sso, disposte — per quel tanto di poltroneria, che dorine :n tondo all'anima umana — a godere quanto più si può, col minimo di fatica. Del resto non era con noi, quasi portabili.uiera del nostro ideale, l'ottantenne senatore Marlotti, quello che Sua Eccellenza Manaresi, !n,cl suo discorso di apertura del Colin- gresso, aveva salutato fra i valorosi a-Liecani dell'alpinismo? 11 nostro onoi-1 r6 rimaneva, dunque, coperto dalla ,presenza canuta di questo vegliardo e:vero e che non tutti noi avevamo otn- tant'anni; tua non importa. La strada n- geu,e ijolounti, lino al Pordoi, la soo- 3lu sui colle di un pomeriggio, e, poi l- ancora di una intera giornata, il ritor- 'uo per Arabba, Sa^so di Ctirnpolungo, Val Badia Corvatti, Val Gardena, SasIso di Sella (e in tutto, vitto e pernotino in albergo compreso, per Ja modesta quota ili 190 lire) era un cibo troppo ghiotto per rinunziarvi, unicamente per un puntiglio di vanita. Sorprendente incanto Cosi la corsa si svolgeva, affacci¬ iroe. i7y aneoaar es rnd aaiigndi o ijnante, esaltante, di stupore in di meraviglia in meraviglia. tupore, MBccli gOBcPaPldtrczIcfvsppridpPCmllmsldtncrcoglrinnovate, anche per chi conosceva già la regione: che i mutamenti improvvisi di paesaggio, le formidabili pareti rocciose, di colpo insorgenti da sterminale pinete, per far luogo — soltanto t; una svolta ci conducesse ad alito Versante — a distese di pascoli smeraldini, a ondulati pianori, a valli amplissime, sparse di lindi quieti paesi, a orridi cupi o a sereni azzurrati di sempre.cielo, il vagare delle quiete nuvole bianohe Intorno ai rosati picchi, che avresti detto tiepidi di sole; tutto ciò jarlerà iole sorprendente incanto, chejHi^.-nrcn Hi Iflfpvn f> ci r i il 11,. i.-, e,ogni discorso si e ; j a pure esclarnaz:ont^e si continuava|o idi faceva o si riduceva lunazioni; e si continuava!a guardare guardare, come per riempirci gii occhi Ie l'anima di tanta grandiosa bellezza, j lutati con un vero squillo di gaiezza. Cristallina era l'aria sopra la bella piazza, affollata di gitanti, affaccendati o impazienti. Comitiva A, comitiva B, comitiva C... Bombo di motori, e le macchine guizzano via veloci, all'assalto delle montagne. Perchè si trattava di un vero e proprio assalto, in grande stile, alle montagne, con sa pienza strategica organizzato da S. E. a mente maestosa, donde si riesce a scor i , , , a n o , , i a a i r- o, a o a¬ , Bolzano, alla partenza, ci aveva sa- pplgmbczcplnmdavbrAnposgpcgdsdmsSgdscgtrmvtvrdscsclManaresi, d'accordo con la Sezione di Bolzano, per la gioia dei mille e mille congressisti del Congresso Alpino, accorsi nella città atesina, all'appello del loro capo: Alpi delle Dolomiti, e cioè i gruppi del Catinaccio, di Sasso Lungo, di Sella, di Sciliar, di Latemar, di Odle, della Marrnolada; gruppo delle Breonie di Ponente, dalla Parete Bianca alla Cima del Prete; gruppo delie P' >onie di Levante, dal Gran Pilastro ana Forcella della Punta Bianca; Alpi Pusteresi, con le Vedrette Giganti; llolomiti Orientali, intorno alle tre Cime di Lavaredo; e infine scalata dell'Ortles. Roccia e ghiaccio, vertigine di pareti e azzurrine profondità di crepacci. Pel gusto di ciascuno, fino alla sazietà. Undici carovane dislocate per Ire giorni, fra i duemila e i treniilacinqueeento metri, abbarbicati a vette famose, in caccia di emozioni attraverso i ghiacciai più celebri. Mai, forse, zona montana aveva visto cosi imponente concentrazione di pacifiche forze, raramente il Club Alpino aveva, come oggi, tramutalo in. realtà il vaticinio del suo fondatore. Di tutti, noi, della comitiva C, i più imbelli (almeno in apparenza, perchè durante la sosta-ai Pordoi, molti si propongono di passare la roccia del Passo Pordoi, del Pizzo Boè, del Sasso del Cappello, della punta di Soci): ma come benedicevo la mia pigrizia, là nelle gole di pareti ciclopiche, a otto chilometri appena da Bolzano; là dove la montagna si apre soltanto per dar passo alla strada e alle gelide acque dell'Ega. A destra, le vedrette fantastiche del Latemar e la muraglia dentala, irta contro il cielo; a sinistra il Catinaccio truce, enorme, divallante in picchi, guglie, campanili. Foreste di larici e di abeti, cosi fitte che, fra tronco e tronco, il sole non vince l'umida ombra; poi il piccolo lago di Carezza, gemma iridescente noi verde, e subito la conca immensa, solitaria, indicibil La salita in un'ombra di bufera L'aria si fa più aspra, tagliente. Già chiusi i maggiori alberghi, che la stagione è ormai terminata; e un infosrarsi di nubi, intorno al massiccio del Sella, spinge, col vento, un leggero nevischio a sciogliersi sui nostri mantelli. Ormai la salita si compie in una ombra gelida di bufera. Là è il Cadore, qui è il Trentino. Il panorama è immenso e sbalordisce. Le tre Tofanp, nude, erte, gibbose, il Sas di Strio, le creste del Cristallo, i tradirti di Misurina, il Soraiis aguzzo, il Nuvolao, l'Antèlao troneggiarne sovrano... Nomi guerreschi che ancor og gi risuonano nel cuore. E qui, intorno verso Col di Cuc e Sasso del Cappello i declivi erbosi con gli alberi recano ancora traccia dei camminamenti antichi, e non occorre un occhio molto esercitato per scoprire nelle giganteseh« pareti del Sella e del Pizzo Boè, che ci sovrastano sul capo, i fori neri delle caverne del '15, del '16, del '1 nidi di artiglierie, feritole vomitanti fuoco sui combattenti.. La comitiva, dopo un primo ristoro a) Savoia, l'apprezzatlssinto albergo del Club Alpino, dove i gitanti sono ac colli in modo impeccabile, si disperde pei dossi. C'è già chi prepara il sacco, impaziente di salire, nonostante la neve. Fisco dall'albergo, intabarrato fino agli occhi, vago per il nudo valico; mi accoccolo dietro un sasso, al riparo dalla bufera. Olii c'e tormenta. Ma laggiù, sopra Gardena, un fascio giallo di sole disegna la maggiore Tofana, fa splendere di 'mille faville il monte Cristi) Ilo. Scorgo fra i campi una piccola [lentia d'aquila; la rnccoliro col fanciullesco pensiero di mettermela sul cappello... Dodici anni, da allora... No, lasciamo andare. La penna vola via, rapita come una foglia, da un sof à i o , i e.fio gagliardo. Ma è soltanto una penna d'aquila, che questo vento si porta via, lontano? MARZIANO BERNARDI Comitive audaci tifugio del Passo di Sella, 22 notte. Con una rapida corsa per valli e pasJ fra le magiche bellezze delle Alpi e Dolomitiche, incontrammo oggi le vae rie comitive dell'adunata del C,A,I„ in ò jescursione attraverso questa pittoresca ! ejrepjone. Il segretario generale del soda- , , - *r;*.^._:_ »™. i a|ha vnluio gentilmente che lo seguissta ìjzì0, dott. cav. Vittorio Frisinghelli a!ha voli i Ipiuto ai numerosi gruppo di soci in gi, j ta, per ispezionare personalmente il perfetto svolgimento del programma e per portare a tutti il saluto cordiale della sede centrale. Gli itinerari predisposti, per far raggiungere la più alta quota possibile dal maggior numero di alpinisti, compatibilmente con la stagione e con le difficoltà della salita, si svolgono in relazione alla capacità dei varii rifugi, ma consentono di percorrere tutti i principali gruppi delle Dolomiti Occidentali, mentre una comitiva si spinge fino nei più lontano massiccio delle Dolomiti di Sesto, sul confine dell'Austria e dei Cadore. Una forte bufera di vento, apportatrice di frequenti ondate di nevischio, ha infuriato fi da stanotte, abbassando notevolmente la temperatura e rendendo faticose e particolarmente du•e le ascensioni ai gruppi più elevati. Ad ogni modo, tutti i programmi hanno avuto il loro normale svolgimento, La Comitiva A, che ieri era salita a pernottare al rifugio del Coronelle, ha oggi compiuto la traversata del massiccio del Catinaccio, e, toccando il grandioso rifugio del Vaiolet e quello pittoresco intitolato a Bergamo, è giun'i- al completo, al rifugio Vicenza, nel cuore dell'elevato gruppo del Sasso Lungo. Al magnifico rifugio della sezione di Bolzano, al Passo di Sella, sono, questa sera, riunite, in schietta allegria, le due comitive B e K, provenienti, la prima, dal rifugio del monto Pez, attraverso l'incantevole distesa delle Alpi di Sitisi; e, la seconda, dal lontano rifugio Genova, sito alla testata della valle di Funes, attraverso le addentellate erpste di Fermeda e il rifugio Firenze. In \ai Gardena è pervenuta felicemente la carovana del gruppo E, dopo una lunghissima marcia svoltasi regolarmente. Al Passo Pordoi sostano, questa sera, i gitanti del gruppo C. Infine, la Comitiva D, che aveva il programma più duro, comprendente la traversata della vetta della Marrnolada, resa oggi par-, tieolarmente aspra dall'abbondante ne-' ve caduta e dal vento freddissimo, ha raggiunto, prima di sera, il rifugio Fe daia, annidato sotto la parete rocelo sa, ancora incisa dalle trincee austriache che solcavano tutta la valle. Di questa comitiva fa parte il gen. Magliuni, che ha voluto seguire tutto il programma. Due cordate hanno tentato la scalata della difficilissima parete meridionale della Marrnolada. 11 bilancio alpinistico di questo grup pò di comitive non poteva risultare più brillante. Questa sera, in questo rifugio, dominato dalle dirupate scogliere del Sasso Lungo, che, carico di neve fresca, a tratti, appare fra le nubi sotto ;i pallido chiarore lunare, paesaggio da favola, si avvera finalmente il desiderio di S. E. Manaresi, presidente del Club Alpino Italiano: gli italiani sono in grandissima maggioranza. Ecco la migliore propaganda che si svolge praticamente, a mezzo di queste schiere di alpinisti, che sono entusiasti della regione attraversata. Infatti, le Dolomiti, fasciate in basso dalle immense distese di boschi, fra i quali, larici e faggi, che risentono dell'approssimarsi rapido dell'autunno, imprimono tonalità di rosso e di giallo, sono meravigliose-in questa stagione, per la luce tenue e delicata. Domani, andremo ad incontrare le altre comitive che hanno visitato le regioni dell'Ortles, delle Breouie, e delle Aurine. a nCumpbficptPrnncgpvpldcddadtcvsnEUGENIO FERRERI. ♦ ! aveva dato notizie ad Algeri della par La stagione sul Lago Maggioro La Mostra dei bozzetti a Stresa Stresa, 22 notte. Nel pomeriggio di giovedì 24 corr.. nella sala maggiore del Palazzo dello Sport, vorrà inaugurata ufficialmente la prima Mostra dei bozzetti, inviati al Concorso Nazionale per un Manifesto del Lago Maggiore, dietro iniziativa del Comitato Turistico Provinciale di Novara. Il Concorso è dotato di un premio di lire cimauemila che verrà assegnato, da apposita Commissione, della quale fanno parte illustri personalità dell'Arie. La Mostra resterà aperta fino a domenica /» ottobre. Molte sono le composizioni artistiche inviate. Il discorso inaugurale sarà tenuto dà Arnaldo Fraccaroli. Inoltre, a cura del Comitato turistico di Novara, domenica 27 corrente, nel massimo salone di un albergo locale Ri svolgerà la manifestazione di Alta Moda, con la sfilata delle mannequin» delle più importanti Cose italiane. L'ori. C. E. Basile terrà II discorso inaugurale. L'affare FHeti Un altro arresto a Marsiglia Palermo, 23 notte. Si ha notizia da Marsiglia che è stato colà arrestato, dopo lunghe indagini, 11 palermitano Alfredo Launaro, di 49 anni, residente in un albergo di quella città, per complicità e falso nel tentativo di truffa, perpetrato dui capitano Fileti e i-oninogni. L'arresto del Launaro, operaio in seguito ad occordi fra la polizia ili Marsiglia ed il Console italiano, in un primo momento sembrava dovuto al fatto che il Launaro lenza da Marsiglia del Fileti e del Li- Hmmi f oiifi,-.rwirkc; onci pnTnnlipo n a I donni, rendendosi così complice nel tentativo di truffa ordito dal Fileti. 11 Launaro, al momento dell'arresto, si è mostrato vivamente sorpreso dell'accusa di complicità con il Fileti. Egli sarà sottoposto ancora ad altri interrogatori.