Perosi torna dopo trent'anni alla sua città

Perosi torna dopo trent'anni alla sua città Perosi torna dopo trent'anni alla sua città L'attesa ansiosa di Tortona - La prima esecuzione della nuova « Suite » - Ricordi == Quando a 12 anni suonava l'organo ■- Come don Lorenzo trovò il trionfale Alleluia della «Resurrezione» Tortona, 21 notte. A «'ili passeggi por le vie soleggiate di questa chiara cittadina, i cui freschi edifìci soffusi di gaiezza e di luce paiono aprirsi al sorriso come i volli gioviali dei loro abitanti. Si presenta oggi uno spettacolo singolo io. Qua e là, dall'ini capo all'altro dei portili alti ed ariosi, per le strade ove s'affrettano passanti Indaffarati, in «piazza» ove sostano crocchi di gente del contado, si raccolgono a volo, di (frappo in gruppo, dialoghi spezzati, il" cui significato sfugge a chi non sa: — Ebbene, siamo sicuri? — Sicurissimi. — Ha detto di si? — Con entusiasmo. — K ì'altro è partilo? — E' andato a Roma .sin da Ieri. — Ma allora è proprio vero! — E quell'affare è arrivalo? — Sì; ma a nessuno è stato concesso per ora di vederlo. E' rinchiuso in una sala particolaie del Municipio, e l'uscière ha dichiarato che prima di lasciarvi accedere qualcuno senza permesso, bisognerà passare sul suo corpo. « E se il mio corpo fosse schiacciato — ha soggiunto l'usciere — vi è. sempre il corpo dei vigili municipali! ». Il dono prezioso Quell'affare, per chi non lo sapesse, è. il pianoforte che don Lorenzo Perosi (ora i> Sua Eccellenza monsignor Perosi, Accademico d'Italia, ma qui, per i tortonesl, è sempre don Lorenzo) ha donato alla sua città. Detto questo, e spiegato il senso recondito del dialogo riferito, e che oggi ho sentito ripetere, on maggiori o minori varianti, in tutti ..v... ......ae, . w . . — ~ gH angoli della città, Non ó ancora stato pubblicato nes sun programma dettagliato delle Teste che Tortona, auspice un Comitato fa conte capo al Dopolavoro, prepara ad ueeogliere, dopo Irent'anni di lontanati za, il suo grande figliuolo, ma ini accorgo che non v'e bisogno di pubblicazioni. 11 programma, a quattro giorni dalla data, è sulle, labbra di tutti; la testa e. nel cuori. Il desiderio di riavere il nostro Perosi '1'11 I10i ~ mi sl>iegu il Podestà, grande 'afe. Boragno, che. con squisita curtesia acconsente a parlarmi in anticipo della settimana perosiana — è cosi ansioso ed è stato cosi a lungo trattenuto e compresso, che. i cittadini, quasi stentando a credere alla troppo bella notizia, sentono il Insogno di domandarsene a vicenda la conferma. — E. scusi, — ho chiesto — chi e quel personaggio la cui partenza per Roma sarebbe cosi strettamente legata con la venuta di Perosi? — E' don Orione, l'amico fraterno di Lorenzo Perosi, il popolarissimo sacerdoie che voi giornalisti avete giiislaniento reso celebre con l'appellativo di « don Bosco tortonése ». Don Orione è partilo per Roma allo scopo di rilevare il Maestro dal suo romitaggio presso la Congregazione dei Fratelli di N. S. della Misericordia, e condurlo qui. E' partito segretamente ieri sera. Cosi segretamente che oggi, come Ella ha consta tato, tutti lo sanno. I", il Podestà fa chiamare il segretariocapo del Municipio. Mi volgo per salutare il nuovo venuto, e non posso trattenere un moto di stupore: colui che s'avanza è Mascagni: un Mascagni magari un po' piò giovane, magari un ito" r 0 ,lll0 ma cel.l0 f.ltt0 ,ipp0;.,a uer [!,..,,;,, ;„„.,,.,ti, o a sseve in carattere con la settimana musicale. Si direbbe che il Podestà abbia confezionalo un segretario su mi sura per ricevere Perosi e gli altri il Ihistri maestri che saranno (ini a gior Ini; ina l'attivissimo cav. uff. Domiziano Solicino, una delle colonne di questo vasto e luminoso Palazzo connina! ini dichiara sorridendo ch'egli rassomiglia a Mascagni solo quel tanto che ba 'sta per essere un sincero ammiratore di l'erosi. E con una delicatezza così trepida e premurosa da provarmi in abbondanza [questa sua ammirazione, condottomi nella .semi-oscurità d'una stanza remoita, il cav. Solicino solleva il coperchio Idei povero, piccolo, modesto piunofor-jte Jbach, che fu sino a ieri compagno |inseparabile e testimone fedele delle battaglie d'un genio. Non si può guardare questo umile oscuio strumento dall'antico legno consunto, dalla vernice sbiadita, dall'avorio ingiallito sui vecchi tasti sgretolati e corrosi, senza essere assaliti' da un tremore commosso. Pare che da quelle cordo, ora silenziose, attraverso alle quali e passato, per tramutarsi in armonie sublimi, il solilo divino della 1spirazione, salga e s'espanda, Intorno, una vibrazione arcana, quasi un doloroso richiamo all'assente. Ma se le mani del Maestro ora scorrono sulla nuova tastiera del magnillco Kain a coda regalatogli dai tortonesi, lo spirito suo non potrà non aleggiare adiadbtecraplsvlmOs a -jEbbene, cadendo | sii In modo da e o , e attorno al vecchio amico, e chissà che, durante le visite ch'egli farà tra breve in Municipio, le sue dita non tocchino ancora una volta, per trarne un accordo di nostalgia, quei poveri tasti abbandonati! La Sarte dal nome « Tortona » Tulio, d'altronde, in Municipio e altrove, qui parla di Perosi. e sabato 26. e domenica :1T, quando egli tornerà con cuore di figlio per dirigere nel Santuario della Madonna della Huardia i due annunciati concerti, il Maestro sarà preso Irresistibilmente dal fascino della sua Tortona. Non sarà, tuttavia, sabato il giorno del suo arrivo: egli giungerà in forma privatissima giovedì. Ma penso che quell'arrivo sarà in forma privata così come è stata, segreta la partenza di don Orione. Giovedì dunque il Mueslro iheornincierà a dirigere le prove della nuova suite dal titolo « Tortona » ch'egli ha regalato alla città natale. Questa nuova composizione perosiana porta il numero 5 nella serie degli spartiti ch'egli ha dedicato a città italiane, e cioè a Milano, Torino, Napoli, Firenze, Roma, Palermo (come si vede, Tortona è in buona compagnia), f.'originale della « suite » è giunto qui da circa un mese, ed ora. se ne stanno copiando le parti sotto la cura amorevole ed esperta del maestro Cliiaja, direttore della locale Scuola Municipale di Musica « Lorenzo Perosi ». La suite sarà eseguita, tanto sabalo che domenica, dopo la « Resurrezione di Cristo ». Al concerto prenderanno parte, come esecutori, la soprano Carmen Melis, il baritono cav. òhirardini, il tenore cav. Reschìllian, oltre a 120 coristi della Scuola Corale di Tortona, istruiti dal maestro Fidelio Pinzi, e ad ottanta professori d'orchestra, scelti tra i migliori d'Italia. Le prime prove, quelle a cui non assisterà il Maestro, saranno dirètte dal fratello. Per quei giorni il Santuario della Madonna della Guardia, meraviglia d'architettura snella e leggiadra creata con un miracolo d'audacia e di genialità da un ingegnere italiano con i milioni i raccolti in elemosine da un uomo sen za un soldo (don Orione) si trasformerà in una sala di concerto, alla quale guarderà, sorpreso, tutto il mondo musicale. La curiosità di rivedere don Lorenzo Porosi salire sul podio e riprendere la bacchetta, da tanti anni lasciala in disparte, per eseguire nuova musica sua, è tale, die al Comitato piovono innumerevoli le prenotazioni, fra cui figurano quello di illustri personalità. Si assicura l'intervento dei più noti musicisti italiani, di alcuni membri dell'Accademia, di personalità della critica e di alti prelati. 1'. a tutti Tortona esultante saprà offrire il conforto della sua ospitalità schietta e cordiale. Si è sicuri, qui, che Porosi non lasciera Tortona appena finiti i concerti, ma che, dopo trenl'anni di lontananza, sentirà il bisogno di guardarsi intorno, di respirare, durante qualche giorno di riposo, l'aria della sua terra, ove dal padre stesso, organista di vaglia, egli apprese, fanciullo, i primi rudimenti della musica. La casa sacra al genio della musica Egli non potrà piò abitare la vecchia casa paterna, dietro il duomo, ora rimodernata e trasformata in casa d'affitto; ma constaterà che la via in cui sorge la bianca palazzina a due piani si chiama via Lorenzo Perosi, e che sulla facciata una lapide, fallavi apporre dalla Società storica, dice: « Questa casa è sacra al genio della Musica. Fu dei 'i-osi. Don Lorenzo vi nacque nel 1872 ». La lapide si ispira a verità. 11 padre slesso del compositore diceva un giorno ad un amico, che ora me le riferisce, queste parole : — Tutti musicisti in casa mia! Persino il gatto sa la musica! Figuratevi: l'altro giorno ha l'aito un balzo dalla cima della guardaroba fin sulla tastiera del pianoforte di mio tiglio Lorenzo. ha toccato alcuni taomporre un perfetto accordo in do maggiore! — Quanto a Lorenzo — mi dice l'amico di famiglia — era organista a dodici anni. L'irruenza del suo genio musicale si rivelava prepotente e fatale in ogni circostanza. Nella nostra cattedrale, quando il giovanotto Perosi sedeva all'organo, i fedeli alzavano il capo per guardale, sembrando loro che una mano insolila sdorasse lo strumento a trarne l'incanto di melodie ina! udito. Ma quella gioia d'eccezione non durò molto per i tortoiiesi. Presto il radazzo prodigioso andò per il mondo, l-'u, appena ilicioileiulo, insegnante d'or trano a Monte Cassino. A veiit'anlii, a spfugdVlàdbdzsIpgrn1lPnnSddvscrumcpnvnDlanirdtdpce[ittsascaIv'cnsurmsfcvsd([Conservatorio di Milano, egli conqui- stava il diploma in armonia, contrappunto e fuga. E non fu quella l'unica fuga della sua vita. A 22 anni egli fuggiva addirittura dal mondo e, a Imola, diveniva sacerdote. Nel '!).r. Perosi era a Venezia, organista di San Marco, e co* clà, nel '98, componeva La lìesvrtezione dì Cristo. Fu in quell'epoca ch'egli torbe, per l'ultima volta, a Tortona. Egli doveva scrivere l'ultima pagina del suo Oratorio, e gli mancava l'ispirazione. Ciò gli procurava una indicibile sofferenza morule, che si manifestava In una eccitazione nervosa preoccupante. Il tema dell'Alleluia Lorenzo aveva allora 211 anni. Aveva già scrino la < Resurrezione di Lazzu- sarfimmrrndussrnrnddro » per mezzo della quale aveva co-1cnoscituo il primo bacio della notorietà.Ic11 buon Arcivescovo di Venezia, che al lora non era ancora divenuto Papà Pio X. gli diede un congedo perchè venisse a ritemprare lo spirito nella terra natia. Ma lo spirilo giaceva oppresso. Si era nel mese di settembre. L'umore del maestro era variabile come quello dell'autunno, e. i suoi genitori spiavano, impressionatissirni. gli alti e bassi di quella crisi terribile, che non accennava a risolversi più, La stessa sorella Felicina, che sempre aveva avuto un grande ascendente sull'animo del musicista, aveva tentato invano di recargli conforto. Don Lorenzo giunse a! punto di non poter (piasi prender cibo, ne di poter chiudere occhio. Lo si senti-1 va ripetere, nelle lunghe veglie nottur- |ltErndcmtdmne, come in uno spasimo: — Il motivo finale dell'Alleluia! Mìo Dio fatemi trovare il motivo tinaie dell'Alleluia! Un giorno i famigliari Io persuaseroja compiere una gita di svago a Stazza- no, dove avrebbe avuto occasione di sa-; ilitare mons. Bandi, vescovo di Torto Id1 ; ria, che colà si era recato per la cura dell'uva; e dove anche si trovava il fratello del Perosi, don Carlo, futuro Cardinale. L'accoglienza del Vescovo fu paterna, il fratello gli fu prodigo di cordialità. Don Lorenzo ringraziò l'uno e l'altro senza tuttavia perdere dal voi to la patina della mestizia, e senza sentir decrescere l'angoscia dei cuore. Il suo aspetto era quello d'un giovane che avesse subito le prime tremende delusioni di amore. E parti da Stazzano ih carrozza, in una lieta mattina di sole, accompagnato dal pad.-", die gli aveva i voluto essere a fianco, per ricondurlo al casa. In vettura Lorenzo era agltdtissinio, e segnava cui gesti il tempo come; se dirigesse un'invisibile orchestra. \\ un tratto, mentre il veicolo, appena l'uo I I Iri di Cassano Spinola, é giunto a dieci metri dal a ponte dei poi lardi l » il musicista lancia un grido acutissimo., afferra per la giacca il vetturale [un piccolo gobbo pieno di affabilità) e urla : — Ferma, fermai Finalmente l'ho trovato! — Cos'ha trovato? —■ risponde il cocchiere tirando lo redini sbalordito. Ma Perosi e già a terra, raggiante, e si gena felice tra le braccia del padre.: Poi, éstratta di tasca un po' di carta, dice: — Aspetta... che non mi sfugga un'altra volta! E sedutosi sul parapetto del ponte, mentre il padre gli tiene fermi i foglietti, perchè non se li porti il vento, il musicista fissa lo note dell'Alleluia famoso. Un sonno di 48 ore Poco dopo, il viaggio riprendeva in un'atmosfera completamente diversa. Lorenzo cantava con la gioia di un bimbo che avesse condotto a termine il suo compito, e il padre non si stancava di stringere al seno il figliuolo guarito. A casa, libero ormai da ogni incubo, il Maestro si metteva con giubilo al pianoforte e terminava vittoriosamente la composizione. Dopo di che Lorenzo Perosi si metteva a letto e dormiva quaraniott'nrc consecutive. Al risveglio, sano e ilare come non lo era stato mai, si recava a dir inessa all'Istituto delle Vlcénziiie. Quando, più tardi, la Resurrezione fu eseguita la prima volta a Tortona, un vecchietto piccolo, gobbo, si presento egli l del insistette Maestro. am¬ bi-all'ingresso della sala per messo gratis, — Non vi sono entrate di favore gli fu risposili. - - Ma per me si sono il collaborato! —■ Il collaboratore!'.' -- Certamente: se non naie dell'Alleluia non scritto. l'V staio il iran-trali della mia carrozza, con In musica delle ruolo cigolanti sui ciottoli della strada, che ha daio rìspìrazioue al maestro... E-poi c'è ehi non crede clic i gobbi [portano fortuna! c'ero io, il lisarebbe stato GIOVANNI CORVETTO.