Plenilunio nel paese di Andersen

Plenilunio nel paese di Andersen Vi AGG J O IN D AN ^ MARCA Plenilunio nel paese di Andersen - Tutlo è dolce. ODENSE, settembre. idillico, stampa di. ra- campagna danese, doec il tempo sembra essersi addormentato da secoli. Anche le conladine che mungono automaticamente le mucche, men- tre l'auto-cisterna attende il presso, non cambiano gran che al paesaggio, il telefono può trillare nella casetta d'ogni contadino, ma i grandi caratteri della tintura soverchiano an<-he questi incidenti meccanici. U. suolo stesso sembra secondare questa soavità eon le sue on- datazioni, tenie, che tradiscono antiche dune, gettale là pigramente dal risue- c,lio del mare. Nell'interminabile ere- Pascolo della sera — in cui un colore ' sta menscamigAncSollici sinfSno ziosbllono soltunaSi ne; illanguidisce e svanisce nell'altro — aue-lnuttonto edI enorme respiro della terra. II. paesaggio ire eha conservato i. shùi cara/Ieri funtasti-ìfoiu ■ g ^ my(.)(. Q & pToiettanlÙ^ol Mtó simW a balocxhl< „ su m esse ci. eonm rm, $opm una sola zampa. Sta|(/ni solita.ru in cui qualche cigno re- rileggili in silenzio. ! Oli stessi riordì. — questi strani fiordi -danesi .sema rocce, e dall'acqua dolce i— s'addentrano sinuosamente nel verde della campagna e si confondono con ombre d'inselli enormi. Casette a stri-\MamovenEsslogdi veceanno essa. Qui c'è l'acqua; là, in un. chiuso che violetto brucano pecorelle da presepio.\no c'e "n senso di mistero e d'aspetlazio- imp "c- Settembre matura. Ilintoccano squil-yton-le- luna c"ormc sorge dai boschi.\lar mentre le . disco purpureo. E' il regno della p.a.ba. .,■„.,, .,,■„„ ,„„„ j, „,, .„j,„ iosto nen fattn ai pensare ad Ander- cornacchie, sghignazzando, mavangalEsen., poeta di tutto un mondo ingenuo e misterioso. Senza di lui la bellezza di. lo questo paesaggio non sarebbe andata tem ad aggiungasi a quella geografia ini.-]dim mortale che lui ver fantastici cartài mortale che ha per fantastici carlogra-Uat p podi. La campagna danese, per me- chw rito di questo scrittore, non è oggi sol- po, tanto il eliche degli opuscoli turistici,'pin o la statistica degli uffici tecnici, ma'um^"- lembo di sogno. jstia Sarebbe indifferente cercare questo na1* pucsaogio-tlpo » nell'isola di Selandia-ap 0 nell'Yutla.nd, a Rungsted o nell'ArrowA N,d.°.vnl}f'uf_ e88°. Ila **eM* ca aim c'immuw, cercarlo in l ionia, dove olia\Andersen è nato; scoprirne i segreti in- ag[torno ad Odense, la città principale del-, giorattcri! Ma tonto vale, giacché siamo gKnvisola, in cui egli ha Visio i natali. La mezzanotte di Odense l'ocal.sibDopo una galoppala in treno e una-^ i ^scivolata in ferry-boat di oltre otto ore,\riClsi giunge a Odense a mezzanotte, l'ora\nae dei sortilegi. Non ci sono autobus per\(Uu'Eco u . l condurre, all'albergo. Bisogna cammina re. Il lift precede con la valìgia. Spiove. C'è ancora, nelle tenebre un misterioso mormorar di grondaie, un. muto stillare di rami. Le vie sono tor-\ se.nde\iiitinbicsu■uo[ratuosc e solitarie. L'aria ù sorda e felpata : sembra che ad ogni passo, silen..ziose porte di cuoio si chiudano dietro] irfi voi Sl giunoc a vn piccolo albergo ai^ uencni0 s^e, uno di quegli alberghi. po.]dimenticati, dove le coppie in luna di' ù\mìcìc venoono a.tubare e nelle cui coa|mm; i tarli rintoccano come orologi na-. i\SeosU. Eppure non si trova un Posto\nlma-legittima, hisogna infine accomodarsiìcr-oprge- in una specie di vestibolo sopra un letto improvvisato. Donde è venuta tutta questa gente? Quando è arrivala? La padrona, una piccola donna dall'aria dolce, spiega: — Tulli gli alberghi di Odense sono pieni. C'ù gente di tutti i paesi. Tutti visitare la ameri- e - -meni, o e uciue u.i unii i uuuai - forestieri vengono per visi ,l«™,M/d, AnderseZ vna ricca l; mlslrcss Oiven, e giunta addirli- -j,um w[la sua emrme 0 lussuosa auta-1caTOVanat con ja ,]Uato fa, tre mesi aln fann0t vn giro continentale. • Sono . LiftwMa apposta in Danimarca — ha dih\',.hiarato — per vedere il luogo in cui è nato Andersen ». Gli stranieri non. vengono nè per visitare il porto che ha un bel movimento di navi, né per studiare to industrie del luogo. Vogliano vedere la casetta dello scrittore, la sua tuba, la sua canna, il suo letto. — .Ha c'e qualche ricorrenza, gualche i . i e a!^'" Pcr attirare tutta questa gente? o - c'*; ricorrenza. Tutti a- "» U vellegrinaggìo da ogni par¬ •> dcl mon,'° è '";0 0 dUm alcum "+ o o i, ie, tae, a mi to ingnchcurenite, si, quelli della buona stagione. Ci sì addormenta tra un viavai &i,gipassi nei corridoi e un continua parlottare nelle camere vicine. Si ode un carillon sgranare le sue note d'argento sem-racicatrasenoavsemcitaUpeimsemna, la rossa lana calante d'un moribondo settombre nordico. Il mattino, lievemente nebbioso, s'indora a poco a poco di sole. Odense appare trasformata: di nera in rossa, Que- du"tir, rune lontano abbaia E' nata la Iu- tiVn cune lontano aoona. r. naia ia in inro ta tinta sonile domino caraltcristicaAìallmente. Tulle le. sa.e vecchie case, a tetti.,percalari, a fastigi dentellati mignoli sembrano viluppi d'aragost Anche lo scuole e lo oflicine sono rosse. Soltanto i fiori, I tappeti d'edera, e i saici piangenti rompono questa purpurea infonia. Si passa ira giardinetti che sono ravviati da giardinieri coscienziosi: « Splt Ikke pan. fortovet» iProibllo sputare sui. puri) ammoniscono scritte smaltate. Onesto non e soltanto un scuso ili conservazione, ma una vera e propria, religione floreale. Si sente nell'aria un ronzio di macchine; ma talvolta passano gabbiani, re- |« ad alti co-i-.veMse.rpi, acctorAvitachipoefascitaegle lamamci..inonuti dal fiord, lamentandosi come barnOotoe e salso, terra e mure. Cerere e Settimo sembrano mescolarsi, e con- Ucfoiutcrst stranamente in questo margine ^oluno, iridalo come un arcobaleno. Man mano che ci si. avvicina alla di- fidmora di Andersen le vie sembrano di- la ventare più strette, le case più piccole. \pegEsse sono nere come il legno degli ora-pillogi. a. cucii e portano, alle finestre, vasi, umdi maiolica con /tori. Si penetra nel,lo vecchio borgo danese. Sulle soglie gto-'dceano bambini, cosi biondi che sembra*- tarno portare costantemente le aureole^la che 1. Primitivi dipingevano intor- pono alle teste dei Chen'ibl. Grandi oche peimpacciate passeggiano sui selciali, ori'Irinytondo di quando In quando metallici alAsglarml. Passa un carro carico di maiali-momacellati. Vecchie■beghine ricamano da-\ covani, galli La casa N. 45-43 Ecco una casetta di legno ad un so- lo piano. Accanto ad essa un modesto te essunstotempietto di cemento ormalo. Sono la dimora a. ilo scrittore e it Museo dedt- r, to,spriaUato alle sue relìquie. La casa, di vcc-\sò chw legno qua e la screpolato dal lem- \ ficpo, porta i numeri. 45-43. La porta è di- bopinta di verde scuro. Sopra c'ù una troumile targa: «Her fòdtes Hans Chri- vastian Andersen den 2 aprii 1S05 ». Qui danacque Hans Cristiano Andersen il aprile 1805. Nell'atrio una vecchietta in occhiali addetta al guardaroba e alla vendita oliare! . agli attaccapanni, molli indumenti. Una\sdgiocola folla circola già, ad onta del-.wgKnu Guide, delle cartoline, delle hro andersenlane. Ci sono, appesi avaltl'ul'ora molto mattutina, nei modesti lo-.docali. Sono stanze cosi piccole che qua-\casibisogna camminare piegati, come nel-\le ^ mi„iCrCh /u uetrinc e in bacheche vrriCOT(n 'eimnit sono' raccolti ordì- Llnan con unu meticolosità e un'ahhon-- - '(Uul.a rlu, glnngP qìlrtM „nn puerilità \scEcco alcuni documenti ingenui. Auder-\*Hpiccoli liorellinir'1se.n amava dipinger decorativi sui libri e sulle lettere che iiiviuva a grandi e a piccoli; e si divrtina. anche., nei momenti, d'ozio, a far lio1 zu\labicinre siluette nere che incollava mi ■ <''«su fondi, bianchi. Ne faceva regali a\slouomini e a bambini. Ecco il suo primo]**[racconto, pubblicato nella Feggendei" po< „ nlmmM Ed ecco la tabella di swalio die. cra affissa sull'uscio di Andersen n sol-i" nel 18J7. Ecco la, «/i laurea ra-on. la scritta: ..In artibus liberalibus raprofeetum probavlt ». Firmato gel, rettore dell'Vniversii Schic¬ j- ìr'jlTl \V-idi. kione-' „|,„ica.loto la quale, con un pezzato di cartai ., * i, . j. ... „. Iscincottolo, egli aveva vergalo di suo PU-\oUgno la quantica: «Professore'.; titolo.Iache lo scrittore ebbe dal 1851 al IsdT, cuando fu nominato, dal Ile, Consigliere dl Slato. Un tenore italiano Esistono pure documenti che testimoniano, accanto a qualche sua innocente, mania, una. delle preoccupazioni più ,giaiiu0~<tocumento, conservato nel Mu mcoranorolaMaserie e più tristi di Andersen. Egìilc- '«m-eva infatti, di esser sepolto vivo, e siìWraccomandava ai congiunti e ai. medi-\< ci, perche, in caso di suo trapasso, ac-\lacalassero minuziosamente che non ^tatratlasse di catalèssi. |hici sono, inoltre, nella vita di Ander-Utseli, parecchi ricordi Italiani. Pochi san- iceno. ad esempio, come egli, da giovane,'.enavesse una bella voce tenorile e sognas- pase (.erano i tempi d'oro del melodram-Uama, come oggi sono i tempi, d'oro dcl\ cinema!) di diventare uu celebre con-'gtante Scelse, a questo scopo, per mae- HUro un tenore, italiano, eerto Giuscp- dpe <iboni, che godeva in Danimarca daima bella fama, come testifica un In-\n1 se—seo: n E' rara l'unione di tutti i pregi, co me trovansi nel signor Siboni, celebra- qdulai'la, la nobiltà e l'espressione nel"agire gli hanno meritato ovunque som- r tissimo tenore. La nitidezza della sua so facilità e la destrezza nel ino- ina lode e unanimi applausi ». Tutti, i pregi dcl maestra non servi- rrono tuttavia a salvare da una grave\ ìallitra Andersen che. dopo noce mesi, perdette la voce e dovette rinunciare al -.ve bel sugna lirico. Migliori ricordi dell'Italia fy.'i rimase.ro invece, dopo i viaggi che egli compi, nel nostro Paese, nel 1*01 e net IRTO. accompagnato dal suo amico e benefattore Jonas Sigismund Coltili. Donne e misteri Anche i documenti che riguardano la vita amorosa di Andersen t mo nareechi. Essi dimostrano '..me questo mite poeta io-.se lutt'alira c/,e insensìbile al fascino femminile. Le donne, nella sua cita, non furono né poche né brutte. Ed egli ebbe le sue disavventure scalmane e le sue follie. Cominciò con un primo amori! disgraziato; visto die i primi amori disgraziati sciabruno dì prammaìegli scrittori romantici... Quando s'innamorò infatti della siinorina BUborg di. Ortense, ella era già forlftegsisasucoregiriioteUc~ „ fidanzata. Tuttavia la celestiale fanciul- la danese non rimase, nonostante firnpegno già assunto, assolutamente ìnsenpillile alle ardenti profferte di Andersen, umlo è vero che gli diede un. suo ri.tratlo e. gli. scrisse anche una lettera. Andcrsen chiuse religiosamente questa Id tara In una borsetta, lo portò, per tutta la vita, appesa al. crio, come uno sca polare. Sarebbe siilo interessante sa pere, che cosa avesse scritto la sianorina fìgborg in questa missiva; ma disgrazlalamente la lettera fu distrutta la modo piuttosto drammatico, dalla se condii e grazioslssìma creatura amata te del suo benefaiiorc. Quesiti dorelle essere il vero amore dello scrittore, cioè un amore pieno e pienamente corrisposto. La bella Luisa, sotto angelico aspet- seil Sidogeroleditrzavrdbotaqusedatucocotoselocoe r, to, nasconde tuttavia passioni shakespearianc: — ardore e gelosia. La storia è eccezionale.. Quando Andersen pas- sò nel numero dei più, e si volle veri ficarc che cosa contenesse lo misteriosa borsetta che egli portava al collo si trovò che era vitata. Luisa bottinile ave va tolto la le ttora della rivale e l'aveva data alle fiamme! La bella amante non sdegnato, sia nella giovinezza che nella wa'ni'ii"' amori più facili. i< più mon¬ aveva voluto clic questa pagina d'un altro amore scendesse nella tomba con l'uomo del suo more! La tuba, ia canna, le forme... D'altra parie Andersen non aveva di¬ doni- Cosi egli ebbe sempre una spiccalisSima inclinazione per le attrici e le cantanti. Fra le gnau predilesse so vrattutlo una bellissima svedese, Jenna Llnd, il. cui delizioso ritratto spicca tra - ':imelìi della casetta andersenianu. Lo \scrittore del. resto aveva, anche nella \*Ha "»'"'"■ M'impronta, quasi una por'1' musicato. La lunga chioma alla Ite- lioz, ravviata all'indietro, gii occhi az zurro-verdì dalla luce dolce e tranquìl\la, l'arguto profilo; un non. so che di ■ <''««/«n" e di sognante nel volto: l'espres\slone delle lunghe mani gli conferiva ]** !c caratteristiche d'un compositori i" d'un clavicembalista, degno di flgu . i" ""' rare nell'anello d'ebano d'una miniala- ra,^"°f,c"';5* LrmmCFs1szgcrstaadmsiadAgnncccrccati questo inconfondibile stile egli ri- \V-ive tra i mobili e gii oggetti della sua ' ,. , .. icasa, guai.: sono stati, conservati nunu- consernando ancora la col- .locazione e la posizione in cui Andai ,. , ,. , Iscn li aneva lasciati, e. recando quasi \oUanla annl a,:,u„ tocca deUc s,'„, dl. .Ia me[ìcolose, i:d ecco i divani di 'lu¬ mosco verde; il piccolo letto di noce con coperta nera a risvolto rosa; il paravento a fiorami; i tavolini ovali di. noce, la umile seggiola a sdraia in ferro. Ecco i suoi indumenti personali; — la sua grande tuba felpata, con, accanto Ma enorme cappelliera dl vecchio cuoio; '« Inseparabile canna; le due grosse vaìWe dei suol maggi continentali. Ecco \< suoi poveri gioielli: la sua monumcn\lale '"'i"1 di schiuma, un astuccio in ^tartaruga, un anello con grossa cormo |hi. Ld ecco iiip-uc i suoi ferri del luc¬ Uticre: un grosso calamaio; una (orbi ice: un temperino; e una spessa lente da '.entomòlogo, attraverso la quale forse le parole gli apparivano come iridate farUaUe. \ Ci sono penino due forme da scarpe, 'gigantesche. Si; confessiamolo, giacche Hans Cristiano Andersen doveva avere del grandissimi piedi, formidabili basi, da uomo buono, da infaticabile cammi\natore, da insta "abile sognatore 1 ivo» ridiamo: non sorridiamo. Questi semplici reliquie, questi poveri cimclli\ — una tuba, una canna, un paio di ses- sgsfddClnA quipcdali forme, hanno avuto, atlraver- UdsMmMgzcs r so ^U(,s(- „„ secolo, ed hanno ancori ' ,„ lona dl attrarre, in una ' 'MA di procincia, capoluogo d'un'is lontana, i. rappresentanti ai tutto te razze umane, e\ CURIO MORTARI.

Luoghi citati: Danimarca, Italia, Odense